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    Pazzini, il doppio ex: “Samp-Inter, sfida tra 'vecchietti' col vizio del gol. Inzaghi senza Lukaku gioca meglio”

    Parla il bomber che nel 2010 avviò il Triplete nerazzurro con una doppietta alla Roma: “Campioni più forti, ma a Marassi sarà dura. D’Aversa trovi in fretta la quadra”Giampaolo Pazzini è l’eroe dei due mondi di Sampdoria e Inter. Con i suoi gol ha fatto godere Marassi e Meazza, ma la doppietta che in fondo gli vale uno spazio nella storia dei due club è quella segnata in blucerchiato alla Roma il 25 aprile 2010 all’Olimpico. Una festa della Liberazione per l’Inter di Mourinho, che potè sorpassare in vetta i giallorossi volando verso lo scudetto che a sua volta portò al Triplete, ma anche per la stessa Samp, che grazie a quei tre punti centrò il playoff Champions. LEGGI TUTTO

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    Dzeko senza limiti: muscoli d'acciaio e feeling con Inzaghi, è già l'Inter di Edin

    A 35 anni è intoccabile per la Bosnia e centrale in nerazzurro: domani a Genova la prima maglia dell’attacco sarà sua. Dall’amicizia con Kolarov al legame con Perisic: a Milano si è già inserito. Aspettando casa e famigliaC’è un segreto neppure troppo nascosto nella carriera di Edin Dzeko. Ed è il punto di partenza di ogni ragionamento. Prima dei gol, dell’intelligenza calcistica, della voglia di vincere in Italia, prima pure della classe dimostrata in lungo e in largo, c’è lo storico degli infortuni. Ed è un database quasi perfetto, per un calciatore che va per i 36 anni. LEGGI TUTTO

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    Le scelte della Juve e quelle di Allegri: Max dà una prova della sua forza

    Il tecnico ha carta bianca e la totale fiducia della proprietà, la quale, a sua volta, si trova in un frangente molto delicatoA mezz’ora dalla fine dell’ultimo campionato, la Juventus era fuori dalla Champions. Il club che aveva vinto gli ultimi nove scudetti, che aveva portato CR7 in Italia, che molto si era speso e compromesso per la chimerica Superlega, annaspava in quel momento al quinto posto in classifica. Poi Faraoni del Verona pareggiò il gol di Rrahmani, nei restanti venti minuti e spiccioli il Napoli completò il proprio “suicidio” casalingo e Andrea Pirlo e i suoi ragazzi festeggiarono il salvifico quarto posto. LEGGI TUTTO

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    Gol, fantasia, parate e tackle: da Osimhen a Chiellini, Napoli-Juve in 4 mosse

    Nonostante le assenze sono tanti gli uomini che possono decidere il big match: in porta si cercano certezzeUn altro numero dieci argentino al Maradona? No, Dybala non c’è. Una sfida tattica preparata per settimane, con mosse e contromosse, soluzione create ad hoc e provate in allenamento? No, ci si è a malapena allenati una volta in undici. Questo Napoli-Juve non può essere considerata una partita normale, per capire chi davvero è più forte: assenze, calendari compressi, mancati allenamenti e clima da fine estate condizioneranno un match che però resta centrale. E che in ogni nuova sua edizione può regalare una gara memorabile. LEGGI TUTTO

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    Non solo Kessie e Romagnoli: c'e' da decidere anche il destino di Pioli

    Lavori in corso in casa Milan. Le prossime settimane saranno decisive per definire il futuro di Frack Kessie e Alessio Romagnoli, entrambi in scadenza il 30 giugno 2022, entrambi ancora senza un accordo sul rinnovo. Maldini e Massara vogliono evitare nuovi casi Donnarumma e Calhanoglu, l’idea è quella di arrivare a una decisione entro fine 2021, per avere il tempo di lavorare in uscita a gennaio in caso di mancato prolungamento. Il Milan non vuole farsi prendere alla gola, ma non può nemmeno permettersi di lasciar partire gratis altri due giocatori così importanti, per un questione economica e d’immagine. Insomma, i pensieri non mancano, presto se ne aggiungerà un altro.GUIDA – In scadenza a fine anno c’è anche Stefano Pioli, l’allenatore della rinascita, capace di dare un’identità a una squadra che da anni viaggiava sulle montagne russe, riportata ai vertici del calcio italiano e ai gironi Champions League dopo sette anni d’oblio. I rapporti tra l’ex guida di Lazio e l’Inter e il Milan sono ottimi, da entrambi le parti arrivano segnali chiari, c’è volontà di continuare insieme, ma è chiaro che per un allenatore vivere e lavorare quotidianamente con il rischio di salutare a giugno non è il massimo, pur con la  consapevolezza che il rinnovo passa solo dal campo. Al momento non c’è nessun incontro in agenda: Pioli, che guadagna 2,3 milioni di euro netti all’anno (più i 500 mila euro incassati per la qualificazione alla Champions League), attende fiducioso una chiamata.  LEGGI TUTTO

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    Rinnovo Brozovic: lavori in corso ma il nodo Calhanoglu è da sciogliere

    Si procede con fiducia, ma la distanza permane e non è indifferente: l’Inter e Marcelo Brozovic continuano a trattare per prolungare un matrimonio che scade la prossima estate. Perno con Spalletti prima e Conte poi, il centrocampista croato rimane un giocatore fondamentale anche negli equilibri della squadra allenata da Simone Inzaghi, con Beppe Marotta e Piero Ausilio al lavoro per fare sì che possa esserlo anche al di là di questa stagione.PARAMETRO CALHANOGLU – I contatti tra le parti non si sono mai interrotti in questi mesi e la volontà reciproca di togliersi altre soddisfazioni assieme dopo lo scudetto è una buonissima base di partenza. C’è però un aspetto che impedisce al momento che la teoria si traduca in pratica: l’accordo da circa 6 milioni di euro strappato dall’ex milanista Calhanoglu è diventato un punto di riferimento per chi oggi, dall’alto di uno status di calciatore importante nell’economia della squadra, si presenta negli uffici della dirigenza per discutere del proprio contratto. Una strategia che ha portato Lautaro Martinez a vedersi riconosciuto un significativo adeguamento al rialzo, in attesa soltanto di essere ufficializzato col nuovo accordo. LEGGI TUTTO

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    Punizione divina: quella pennellata di Diego che sfidò le leggi della fisica

    Metà secondo tempo di Napoli-Juve, 3 novembre 1985, punizione a due nell’area bianconera: “Da qui la palla non passerà mai”, gli disse Pecci. Invece con una carezza mancina Maradona disegnò un arcobaleno impossibile Sono quasi trentasei anni che l’ermeneutica calcistica dibatte l’argomento senza arrivare a una plausibile conclusione. Sono stati interpellati ingegneri, architetti, scienziati di vario genere, ma nessuno è mai riuscito a spiegare come quel pallone sia potuto passare sopra la testa degli avversari e poi, all’improvviso, curvare la sua traiettoria e infilarsi nell’angolo alto della porta. Impossibile trovare una logica in quel tiro, probabilmente perché una logica non c’era. Impossibile, dunque, avere quello straccio di prova che tutti cercano: non si può dimostrare l’indimostrabile. LEGGI TUTTO