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    Mandzukic, è addio al calcio giocato: l'annuncio dell'attaccante sui social

    Mario Mandzukic si ritira. L’attaccante croato lascia il calcio dopo aver scritto pagine importanti con la Nazionale e con i club: uomo di punta di Atletico Madrid e Bayern Monaco, è stato un pezzo fondamentale della prima Juventus di Max Allegri. Con la maglia della Juve 162 partite, 44 gol e 17 assist. Oltre alle migliaia di urla strappate ai tifosi, di cui è stato idolo assoluto. “Caro piccolo Mario,Mentre indossi queste scarpe per la prima volta, non puoi nemmeno immaginare cosa sperimenterai nel calcio. Segnerai gol nelle fasi più importanti e vincerai i più grandi trofei con i più grandi club. Rappresentando con orgoglio la tua nazione, contribuirai a scrivere la storia dello sport croato.Avrai successo perché avrai intorno a te brave persone: compagni di squadra, allenatori, tifosi e familiari, agenti e amici che saranno sempre lì per te. Sarai per sempre grato a tutti loro!Soprattutto, avrai successo perché darai sempre il massimo. Alla fine, questo è ciò di cui sarai più orgoglioso. Ti sacrificherai molto, ma saprai che ne è valsa la pena a causa di tutti i momenti incredibili.Riconoscerai il momento di ritirarti, di mettere questi scarpini in un armadio e non avrai rimpianti. Il calcio farà sempre parte della tua vita, ma non vedrai l’ora che arrivi un nuovo capitolo.Divertiti!Il tuo grande MarioP.S. Se ti capita di giocare contro l’Inghilterra nella Coppa del Mondo, tieniti pronto intorno al 109° minuto”. 

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    Montero fa 50! Il pugno a Di Biagio, il calcione a Totti, il record di espulsioni e tanti trofei

    L’ex difensore uruguaiano taglia oggi il traguardo del mezzo secolo. Giocatore coriaceo dal carattere “fumante”: in nove anni in bianconero ha vinto tutto, tranne la ChampionsQuando un campione festeggia i 50 anni, è alto il rischio di appiccicare qualche etichetta girovagando nei ricordi della sua carriera. Errore da non commettere con nessuno, ma soprattutto con Paolo Montero che le etichette le ha trattate sempre come le gambe degli attaccanti avversari. LEGGI TUTTO

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    Messias, una favola iniziata in Serie D: “È stato il nostro Ibra”

    Parla Leonardi, presidente del Gozzano, il primo club del neo rossonero tra i pro’: “Già allora ci chiedevamo perché non giocasse in A” A Gozzano conservano ancora la “scarpetta”. Non è di cristallo, non fa parte di un incantesimo, ma racconta una favola. Quella di Messias. “Ormai è andata oltre la mezzanotte”. Il brasiliano che consegnava frigoriferi per le strade di Torino si è trasformato in un dribblomane con l’abito scuro, i capelli curati, gli scarpini di un certo tipo, mantenendo l’umiltà di chi sei anni fa giocava a calcio solo per hobby. “Una Cenerentola perpetua”. Parola di Fabrizio Leonardi, presidente del Gozzano, il primo club di Messias tra i professionisti nel 2018. “Un vero fenomeno. Qualcuno si chiedeva già perché non giocasse in Serie A…”. LEGGI TUTTO

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    Di Livio: “Dybala perfetto leader, il problema è quel 'buco' davanti…”

    L’ex ala bianconera ha grande fiducia nella leadership dell’argentino e nella capacità di Allegri di raddrizzare la rotta. Ma ha un cruccio: chi occuperà l’area di rigore?”Il leader del presente e del prossimo futuro? Paulo Dybala, può e deve essere lui”: lapidario, l’ex bianconero Angelo Di Livio non ha esitazioni nell’indicare l’argentino come l’uomo che deve trascinare la Juve, sia nei momenti buoni che nel mare in tempesta. LEGGI TUTTO

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    Roma, Mayoral dai gol alla panchina aspettando la chiamata di Mou

    La scorsa stagione è stato il miglior realizzatore giallorosso con 17 reti, ma dopo gli acquisti di Shomurodov e Abraham si è visto pochissimoPossibile essere il migliore di una squadra e non giocare più? Sì, nel calcio è possibile anche questo. Ed è quanto sta succedendo a Borja Mayoral, che lo scorso anno è stato il principale goleador della Roma con 17 reti (davanti a Mkhitaryan con 15 e Dzeko con 13) ma che in questo inizio di stagione si è ritrovato spesso e volentieri ai margini. Che poi vuol dire panchina, ma di quella profonda, che quasi ci affondi dentro. LEGGI TUTTO

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    Sacchi “pesa” le italiane: “Milan e Atalanta con la mentalità giusta. Juve e Inter meno”

    L’ex c.t. inaugura la sua mostra e valuta le italiane in Europa: “I rossoneri possono essere competitivi pure nel girone di ferro”Vederle tutte assieme è come entrare nel mondo dei sogni. Anzi, come racconta il titolo della mostra, significa andare “Oltre il sogno” e approdare in uno spazio dove trionfano l’armonia e la bellezza. Le due Coppe dei Campioni del 1989 e del 1990, le due Coppe Intercontinentali del 1989 e del 1990, le due Supercoppe Europee del 1989 e del 1990, la Supercoppa Italiana del 1988… LEGGI TUTTO

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    Crespo: “Diavolo sei pronto. Ad Anfield fammi felice. E credi allo scudetto”

    L’ex rossonero: “Fatti investimenti intelligenti. Con Pioli si cresce: ora dovrà gestire il turnover”Hernan Crespo è un uomo che non si accontenta. Sa che i successi sono figli dell’ambizione, della paziente e costante rincorsa alla gloria e di quel pizzico di sfrontatezza che serve per raggiungere ogni impresa, a patto che essa non diventi presunzione. Dal suo osservatorio privilegiato, sulla panchina del San Paolo, “Valdanito” guarda al calcio italiano e al mondo-Milan che è sempre nei suoi pensieri. LEGGI TUTTO

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    Pagliuca: “Quest'Inter ha ancora fame. Inzaghi può ripetere la magia del 1998”

    L’ex portiere nerazzurro crede nella squadra messa a disposizione al tecnico: “Presi giocatori funzionali”. E sul Real avversario in Champions commenta: “Occhio ad Ancelotti e Benzema””Sì, Lukaku, Ronaldo, Mbappé, Griezmann…si parla sempre di questi, ma il più sottovalutato e il più costante di tutti ce l’ha il Real Madrid: Benzema. È da lui che l’Inter deve guardarsi. E da un allenatore come Ancelotti a cui la Champions non va certo spiegata. Detto questo, Inzaghi ha tutto per vincerla, questa partita”. La fotografia è di Gianluca Pagliuca, 234 partite e un pezzo di storia nerazzurra. LEGGI TUTTO