Le due facce di Genova: Preziosi verso la cessione, Ferrero non vuole mollare
Questa volta si fa sul serio, lo certifica il presidente del Genoa, Enrico Preziosi: “L’interlocutore è serio. Spero che attraverso questa società si arrivi ad accordi concreti e alla cessione, dando un futuro al Genoa diverso da quello che altri si aspettano”. Procede dunque come un TGV, un treno superveloce, la trattativa per il passaggio della società più antica d’Italia ad un fondo di private equity americano. Tutti gli indizi conducono a “777 Partners”, un fondo basato a Miami: 45 sedi sparse nel mondo, 3 miliardi di capitali investiti in attività sportive, assicurazioni, banche e aviazione. Trattativa allacciata in estate e decollata rapidamente; il 22 settembre, se non ci saranno intoppi, il primo step: con una prima tranche dei pagamenti versata e closing dell’affare previsto entro il 15 ottobre. Non filtrano cifre sull’affare, le parti si sono reciprocamente vincolate con un patto di riservatezza. Ma non si va lontano dal vero immaginando un investimento iniziale di almeno un centinaio di milioni, considerando anche l’esposizione debitoria del club che oltretutto appesantisce anche i conti della Giochi Preziosi spa, la cassaforte dell’imprenditore avellinese che dal 2003 possiede il Genoa.Preziosi lo acquistò per 750mila euro del tribunale fallimentare di Treviso dove era finito, travolto dal fallimento del precedente proprietario, Luigi Dalla Costa. Preziosi per anni ha respinto qualsiasi tentativo di “take over” sul Genoa, questa volta è convinto: “Ho 73 anni. Sono stanco. Tutto ha un inizio e una fine. Oggi faccio il presidente e le scelte effettuate sono mie. Se le cose si concretizzeranno farò qualcosa di diverso e rimarrò comunque sempre legato al Genoa. Dopo 19 anni ce l’ho nel cuore”. Il Joker dunque non uscirà di scena, resterà nel club con una carica importante, forse addirittura come presidente non operativo, perché la sua esperienza nel calcio italiano è… preziosa. Da lì Preziosi potrebbe rispuntare in qualche angolo di potere, forse un incarico in Lega calcio. Andrea Blasquez è il fiduciario del fondo americano “777 Partners”. Sarà lui a traghettare il passaggio di proprietà verso il fondo che era già entrato nel calcio europeo attraverso una partecipazione nel Siviglia. Dall’altra parte c’è Alessandro Zarbano, amministratore delegato del Genoa e braccio destro di Preziosi. E’ lui che ha agganciato i manager di “777 Partners” e li ha convinti a sedersi al tavolo. Riservatissimo, il genovese Zarbano, bocconiano, non concede spiragli sull’affare. Mediatore fra le parti è stato il procuratore argentino Gustavo Mascardi, grande amico di Preziosi, bene introdotto negli ambienti finanziari internazionali.Fatto sta che da quando è decollata la trattativa il mercato del Genoa ha preso a correre: in una decina di giorni la società si è assicurata Maksimovic (svicolato), Tourè, Caicedo, Fares, il centrocampista cileno Galdames che hanno raggiunto Hernani, Vasquez, Sirigu, Vanheudsen, Buksa, Ekuban, Semper, Andrenacci e Sabelli. “E’ il Genoa più forte degli ultimi 7/8 anni” ha chiosato Preziosi. Evidentemente se ha allargato i cordoni della borsa il presidente si sente coperto dai futuri proprietari: “Nessuno conosce i nostri accordi”, ha precisato. A conti fatti tra ingaggi e cartellini Preziosi ha investito una quarantina di milioni, una cifra imponente per un club come il Genoa che lo scorso anno si era barcamenato con i prestiti (Strootman, Scamacca, Zappacosta, Perin, Pjaca, Zajc e Pellegrini) e quest’anno ha invertito di 180° la sua politica. Anche questo è un segnale dei tempi nuovi, agognati da una tifoseria frustrata e stanca di rincorrere salvezze dell’ultimo minuto. L’ultimo hurrà sportivo rossoblù nel 2016, con Gasperini in panchina. Sesto posto finale e qualificazione all’Europa League sfumata (a beneficio dei cugini della Sampdoria) perché la società non aveva ottenuto la licenza Uefa. Non che oggi la situazione societaria sia rosea. L’ultimo esercizio si è chiuso con un rosso di gestione di 31 milioni, che Preziosi ha dovuto ripianare sacrificando il vitello grasso Shomurodov, passato alla Roma per 20 milioni bonus compresi. Ora però le prospettive cambiano radicalmente il Genoa – se la trattativa con il fondo Usa come è probabile andrà in porto – potrà guardare ad orizzonti impensabili fino a qualche settimana fa. Si torna già a parlare del centro sportivo che doveva sorgere sulle alture di Cogoleto (a ponente) i terreni erano stati acquistati una decina di anni fa da Preziosi ma il progetto si era impantanato. Un asset che colmerebbe un vuoto nella casella di bilancio che non vanta proprietà immobiliari di alcun genere. LEGGI TUTTO

