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    Il whisky di Greaves, gli errori di Blissett: Abraham riscatterà gli inglesi d'Italia?

    Il miglior “striker” in Serie A è stato Hitchens, l’unico a vincere uno scudetto. Da Dichio a Bothroyd, sono in tanti ad aver deluso le aspettativeTutti – anche quelli che non c’erano – ricordano i clamorosi gol sbagliati di Luther Blissett e le tremende capocciate di Mark Hateley, molti assicurano che il talento limpidissimo di Trevor Francis ce l’avevano in pochi, e la sua unica colpa fu quella di avere le ginocchia fragili. Solo gli storici sanno scrivere correttamente – senza googolare – il nome di Hitchens e solo un paio di collezionisti di feticci pallonari hanno conservato la figurina di Franz Carr mentre – inspiegabilmente – ride davanti al fotografo della Panini. Certo, qualche nostalgico saprebbe riconoscere in una foto l’allampanato Paul Rideout ma nessuno – diciamo pochi eletti – avrebbe l’ardire di affermare con certezza se Danny Dichio, Danny chi?, era alto o basso, biondo o castano, destro o sinistro e se abbia giocato in Serie A, ma davvero? Hanno tutti in comune una cosa, anzi due. Sono inglesi, anzi sono centravanti inglesi. LEGGI TUTTO

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    Sarà CR senza 7. Il ritorno del re allo United 12 anni dopo. E Cavani…

    I Glazer riportano a casa il portoghese. Dovrà rinunciare al suo marchio di fabbrica? La magia è dell’uruguaianoDal nostro corrispondente Stefano Boldrini28 agosto
    – LONDRACom’era la storia degli amori che fanno giri immensi e poi ritornano? Al netto di una storia in cui hanno pesato il denaro, le ambizioni, il peso delle personalità, il senso della leadership, l’avidità (degli agenti) e le gelosie – il popolo dello United era già in ebollizione di fronte alla prospettiva di ritrovarsi Cristiano Ronaldo con la maglia del City -, alla fine la spinta decisiva è arrivata dalla nostalgia, dai legami di sangue – la telefonata di Bruno Fernandes – e da quelli calcistici – una chiacchierata con Alex Ferguson, l’uomo che un giorno si presentò a casa di un CR7 ancora brufoloso e con i denti storti e lo convinse a salire sull’aereo per trasferirsi in Inghilterra -. LEGGI TUTTO

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    CR7 ha fallito in Champions. Ma ha regalato perle e orgoglio

    La Juve e il portoghese hanno fatto troppo poco per capirsi e piacersi. Un’idea maestosa, architettata male. Come a Babele. Il portoghese parlava un’altra linguaC’è stato un giorno, uno solo, in cui le attese del mondo Juve per Cristiano Ronaldo e la realtà si sono sovrapposte. Era il 12 marzo 2019. Ottavi di finale di Champions League. Con una tripletta CR7 ribalta da solo il 2-0 dell’andata e, con le mani in orbita genitali, restituisce al Cholo Simeone, tecnico dell’Atletico, il gestaccio de “los huevos” di Madrid.Questo doveva fare l’eroe, così lo aspettava il popolo: Achille, figlio di una dea, che vince la guerra da solo ed abbatte le mura di Troia che resistevano da dieci anni. E invece Achille Ronaldo, che non hai legato con Agamennone (Allegri, Sarri, Pirlo), amico del solo Patrocolo-Pinsoglio, ha ripreso il mare senza aver vinto la guerra. LEGGI TUTTO

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    La doppietta del Tucu e l’addio di CR7: il campionato ritrova più equilibrio

    Nell’Inter cresce la consapevolezza di poter difendere lo scudetto. E a questo ha contribuito anche l’uscita di Ronaldo dalla Juve. Il risultato? La A potrebbe essere più equilibrata, avvincente e divertente…Dalla LuLa alla CoLa. Se l’esordio con il Genoa era stato quello dei sogni per l’Inter, cosa dire di quello di Correa ieri a Verona? Il Dio del calcio bacia i nerazzurri e i suoi nuovi protagonisti. Dopo aver celebrato Calhanoglu e Dzeko nella prima giornata, nella seconda il mondo interista si gode il Tucu, acquisto dell’ultim’ora. LEGGI TUTTO

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    Giorni caldi per Berardi. Poi può scattare l'effetto domino

    Se la Fiorentina punterà sull’esterno campione d’Europa, il Sassuolo andrebbe su Messias, alternativa anche per la Viola. Milan, suggestione Faivre Il ballottaggio degli ultimi giorni, un classico di calciomercato. Se non riesci a sbloccare entro il venerdì, con una partita alle porte, vai alle ultime 48 ore sperando che tutto fili nel migliore dei modi. Domenico Berardi è forse la sintesi perfetta di un discorso del genere. Ma anche Gianluca Scamacca non scherza, deve andare a giocare, non può fare più panchina. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Empoli del 1988, la notte in cui Magrin sembrò davvero il nuovo Platini

    L’ex centrocampista era arrivato a Torino con un paragone fin troppo pesante sulle spalle, ma in quel 4-0 occupò con merito il trono del re Ci sono istanti che, trascurabili per i più, diventano magici per altri, magari pochi. Ad esempio Juventus-Empoli del 31 gennaio 1988: chi se ne ricorda? Restano tracce soltanto negli almanacchi e nei libri di storia bianconera, non si tratta certo di una partita memorabile. Eppure c’è qualcuno che quel giorno, forse quel giorno, s’illuse di poter essere ciò che non era: un re. LEGGI TUTTO