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    Un anno di Friedkin: il colpo Mou non basta, la rivoluzione è ancora a metà

    L’Europa che conta è lontana e il cambio di passo (stadio e ricavi) non è arrivato. Dopo lo Special One i tifosi aspettano colpi di spessore Da un po’ di tempo in giro per Roma si sente una cantilena che suona più o meno così: “Non parlano mai, ma almeno i fatti li fanno”. Già, solo che adesso anche i fatti iniziano ad essere meno luccicanti di quanto poteva sembrava all’inizio del loro percorso. Certo, hanno avuto il merito di portare José Mourinho nella Capitale, che non è una mossa da poco. Anzi. E anche quello di aver preso la Roma in una situazione economica a dir poco disastrosa, caricandosi sulle spalle debiti ed impegni futuri. LEGGI TUTTO

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    Vendesi Tiraggir. Il Napoli ha deciso: se Insigne non rinnova può partire

    Restano le distanze sull’ingaggio tra vari malumori. Senza Champions il club ridimensionadal nostro inviato Mimmo Malfitano10 agosto
    – CASTEL DI SANGRO (AQ)Cedere per poi, eventualmente, acquistare. Le direttive impartite da Aurelio De Laurentiis non prevedono eccezioni. Un esempio? Semplice, se oggi arrivasse un club disposto a spendere 25 milioni per il cartellino di Lorenzo Insigne, il presidente lo infiocchetterebbe e lo consegnerebbe all’acquirente, con tanti ringraziamenti. Sì, avete capito bene, il capitano è sul mercato, così come lo sono tutti gli altri componenti l’attuale organico. Soltanto la cessione di uno dei giocatori più importanti, tipo Koulibaly, oppure Fabian Ruiz o, appunto Insigne, potrà sbloccare il mercato in entrata. Diversamente, non sono in programma investimenti nell’immediato, perché il club ha la necessità di sistemare il passivo in bilancio e non ha nessuna intenzione di aggravarlo. Tanto più che dirigenti e staff tecnico ritengono già competitiva la rosa così com’è. LEGGI TUTTO

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    Messi, Lukaku e Donnarumma, lacrime milionarie e strategia: a chi credere?

    Il pianto della Pulce, l’astuzia di Romelu, il grazie un po’ studiato di Gigio. Tre addii pesanti e altrettanti modi per comunicarliLe lacrime di Messi, l’astuzia di Lukaku, il compitino di Donnarumma. Tre modi differenti di dire addio, di andarsene da una squadra in cui si è cresciuti e si è diventati fenomeni nei rispettivi ruoli (Messi e Donnarumma) o si è stati molto bene (Lukaku). L’arte di lasciare declinata in vari modi, con un’avvertenza: non parliamo di migranti mossi dalla fame o dall’istinto di sopravvivenza, ma di sportivi plurimilionari, attesi da contratti inimmaginabili per la gente comune. Le tragedie sono altre e altrove. LEGGI TUTTO

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    Bonucci: “Dopo l'Europeo anche lo scudetto. Io sono un leader, con o senza fascia”

    Il difensore si confessa: “Voglio restare protagonista, pure in Champions. E al Mondiale andremo per vincere. Pjanic? Se torna sarà un valore aggiunto”Dal nostro inviato Andrea Pugliese10 agosto
    – ViterboUn’emozione infinita, come quando ti senti importante per le grandi cose, ma anche per quelle più piccole. Perché poi i campioni sono fatti così, non dimenticano il passato, gli affetti, gli inizi. Che siano stati campi polverosi o stadi già affermati. Così ieri Leonardo Bonucci si è goduto una giornata di gloria a Viterbo, la sua città, che lo ha voluto omaggiare con qualcosa di speciale (di cui potete leggere nel pezzo a fianco). Ma è stata anche l’occasione per parlare di tante altre cose, dalla Juventus al prossimo Mondiale in Qatar. LEGGI TUTTO

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    Bernardeschi e la stagione che verrà: nuovo numero e nuova vita alla Juve

    La sensazione, tre mesi fa, è che Bernardeschi e la Juventus fossero due rette parallele. Entrambe le parti lo sapevano: non si sarebbero mai incontrate a metà strada, non c’era più un desiderio reciproco di rendersi felici. Alle soglie del divorzio, che resta con data di scadenza 2022, l’esterno si è guardato attorno e h ascelto un paio di opzioni possibili, preparando anche il terreno “comunicativo” dell’addio. E’ arrivata la Nazionale e dalla Nazionale è arrivato il contrattacco a Pirlo, reo di avergli dato poco spazio. E’ arrivato l’Europeo e lì si è sentito nuovamente un talento con un paio di promesse da mantenere. E’ arrivato Allegri e ci ha subito ripensato: forse la storia con la Juve non è finita. CONTINUA A LEGGERE SU ILBIANCONERO.COM  LEGGI TUTTO

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    Quando Giorgio Chinaglia scoprì l'America (tradendo la Lazio)

    Alla fine di aprile del 1976, con il campionato ancora tutto da decidere e una salvezza da conquistare, l’attaccante dello scudetto biancoceleste lascia Roma per andare ai Cosmos e diventare il testimonial del nuovo Soccer. Dietro a questa scelta contestazioni, risse, una moglie gelosa e molto altro Il campione tormentato una notte di fine aprile del 1976 sale sul volo Roma-New York con scalo a Parigi e va alla conquista dell’America del Soccer. Parte maledicendo tutti, scrollandosi di dosso i veleni, tirandosi dietro un trolley pieno di gol e di gloria, soffiando rabbia dalle narici, come quel bisonte imbizzarrito che è, quando avanza a testa bassa verso la porta avversaria, calcia – tutto storto, con la testa incassata tra le spalle – fa gol e intanto in curva, dopo il boato liberatorio parte il coro: “Giorgio Chinaglia/Il grido di battaglia”. LEGGI TUTTO

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    Juve, da Dybala a Locatelli: ecco l'agenda di mercato della settimana

    Cherubini entro metà settimana presenterà l’ultimo, definitivo rilancio al Sassuolo, mentre per l’argentino è previsto un incontro mercoledì o giovedì: i bonus al centro della discussioneSettimana calda in agenda per la Juventus, tra mercato, fronte rinnovi e campo. L’ultimo test europeo con il Barcellona ha fornito indicazioni più significative su alcuni giocatori che Max Allegri vorrebbe adattare in ruoli più funzionali al progetto tattico nascente, e in qualche caso le risposte non sono state convincenti. Ramsey regista? “Ha fatto una buona partita davanti alla difesa – ha spiegato il tecnico bianconero -. È stato bravo nella fase d’interdizione ma deve migliorare tanto nella gestione della palla”. LEGGI TUTTO

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    Gabigol la combina grossa: applausi all'arbitro e rosso immediato

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