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    Sorpresa Juve, Kaio Jorge arriva subito a Torino: ecco perché

    Intesa raggiunta con il Santos: così i bianconeri hanno convinto i brasiliani. Il 19enne attaccante, che aveva già l’accordo con la Juve, arriva in settimanaIl ragazzo è sempre andato di fretta e così ne ha bruciato un altro. Sorpasso Kaio Jorge su Locatelli: i due obiettivi del mercato della Juventus ovviamente non sono in competizione né alternativi, però l’indicazione delle ultime ore è che si risolverà prima la trattativa relativa al 19enne attaccante brasiliano. Il numero 9 del Santos sarà presto a Torino: questione di giorni. Se per Manuel Locatelli, l’altro acquisto “designato” di questa fase del mercato (e forse di tutto il mercato, a meno di cessioni importanti) si registra una giornata di attesa, se non di stallo, senza contatti e con dichiarazioni da braccio di ferro, il passaggio dell’attaccante del 2002 ai bianconeri sta per diventare realtà, con un rilancio decisivo per portarlo a Torino sei mesi prima della scadenza del contratto. LEGGI TUTTO

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    Juve, lo stallo nella cessione di Ramsey rallenta il mercato in entrata

    Un mese per dirsi addio, ma la strada per il divorzio è tutta in salita. Aaron Ramsey non rientra nei piani della Juventus, le due stagioni deludenti a Torino hanno convinto la società bianconera di dover trovare una soluzione in uscita per il gallese, una mossa fondamentale anche per il mercato: se l’obiettivo è completare il doppio affare Locatelli-Pjanic, è necessario liberare spazio sia dal punto di vista numerico a centrocampo sia dal punto di vista salariale. L’ex Arsenal, in questo senso, è l’indiziato numero uno e lo stesso Ramsey ha lasciato intendere di non vedere di cattivo occhio la possibilità di cambiare aria. Unione di intenti, ma per concludere la separazione non basta. LEGGI TUTTO

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    Dinamismo e efficacia in campo aperto: Shomurodov è l'attaccante che manca a Mou

    ‘HabeMOUs papam’, ‘habemus squadra’ e ora, molto probabilmente anche ‘ShoMOUrodov’. Il giochino funzionava ancora meglio con AzMOUn, il preferito a quanto pare del tecnico portoghese. E come dargli torto, grandissimo giocatore l’iraniano. Invece arriva a Trigoria, salvo colpi di scena, l’uzbeko passato dal Genoa di Ballardini. Ma è un invece debolissimo in fin dei conti, perché Eldor Shomurodov ha molte delle caratteristiche che tanto piacciono di Azmoun. Segnale inequivocabile che si stanno facendo le cose con la zucca. I nomi indicati da Mourinho portano tutti novità grosse, il timbro dello Special One da qualche parte sul corpo: valeva per Xhaka, ma vale anche -attenti bene- per Shomurodov. Un attaccante come lui alla Roma non c’è. Dzeko e Mayoral sanno fare altro, inutile girarci intorno. COL PORTO –  Si prenda per iniziare a capire la Roma di Mourinho la poco amichevole partita col Porto. Non il gioco, il tecnico giallorosso ha organizzato una specie di Fight Club col suo vecchio amico Pepe. Una prova del fuoco più che una verifica tecnico-tattica. Il 4-2-3-1 sceso in campo non aveva la pretesa di imporsi o mostrare chissà quali automatismi. Doveva innanzitutto essere all’altezza mentalmente. Perché la Roma degli ultimi anni è lì che è mancata.La struttura è presto detta: classico centrocampo muscolare alla Mourinho, un trequartista-centrocampista (altrettanto mourinhano), Zaniolo a destra e Mkhitaryan a sinistra sotto il centravanti Dzeko. E si sviluppava gioco così (vedi sotto), salida lavolpiana con Diawara a costruire tra i centrali e Pellegrini che scendeva accanto a Darboe, gli esterni offensivi dentro.Il sogno dei romanisti era ammirare Xhaka in un’immagine del genere, magari a impostare lo stesso pallone che vedete ai piedi di Diawara. Ma Shomurodov in questo contesto? Vice Dzeko solo e soltanto? Sicuri sicuri?ELDOR È UNA PRIMA PUNTA? – Shomurodov ha giocato nel Genoa anche da prima punta, ma la maggior parte delle volte no. Una di queste eccezioni è l’ultima di campionato contro il Cagliari, dove l’uzbeko era, fra i giocatori più offensivi in campo, il più centravanti di tutti. Shomurodov è un attaccante da ripartenza, che dà il meglio di sé a campo aperto. Questo a prescindere dagli affiancamenti, dai compagni di reparto. Lo dimostra chiaramente proprio il gol che decise la partita di Cagliari. Eldor e Pandev in questa circostanza sono piuttosto ‘bassi’, raccolti a difendere con la squadra nella propria metà campo. C’è una palla persa dai sardi e Rovella che innesca subito centralmente il macedone. Shomurodov è addirittura sotto di lui, defilato a sinistra. Transizione.Pandev aggredito scarica allo stesso Rovella. Shomurodov vede campo alle spalle di Klavan e accelera.Poi taglia verso la porta sverniciando il centrale estone. Rovella lo mette in porta. Dulcis in fundo, il tocco sotto su Perin. Tutto molto semplice e diretto, il tipo di gamba che piace a Mou. Altra roba rispetto a Dzeko e Mayoral.NEL 3-4-2-1 – Una funzione analoga la vediamo qui sotto contro il Verona, in una fase di 3-4-2-1 del Genoa. Ballardini oltre a cambiare spesso gli interpreti davanti, sapeva anche essere più o meno offensivo, a seconda dei momenti della partita. Qui c’è Destro prima punta, supportato da Shomurodov e Pjaca. È un rinvio di Perin che pizzica la testa di Destro, per Shomurodov in profondità. LEGGI TUTTO

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    Il Tottenham fa sul serio per Romero: ecco la lista dei sostituti per l'Atalanta

    Nella giornata di ieri c’è stata un’accelerata importante del Tottenham per Cristian Romero: gli Spurs hanno alzato il pressing avvicinandosi a quei 50/55 milioni che vuole l’Atalanta. Una cifra alla quale il nuovo ds degli Spurs Fabio Paratici si sta avvicinando e nei prossimi giorni la trattativa potrebbe arrivare a un punto di svolta. Se l’operzione dovesse andare in porto, il primo obiettivo dei nerazzurriper sostituire l’argentino è Takehiro Tomiyasu del Bologna.LA CESIONE DI ROMERO – Prima di venderlo, l’Atalanta dovrà prendere Romero a titolo definitivo dalla Juventus a 16 milioni, come da accordi stabiliti l’estate scorsa quando arrivò in prestito biennale con diritto di riscatto. Al Cuti però è bastata una sola stagione per convincere tutti, nerazzurri e non solo. La vittoria della Coppa America è stata la consacrazione finale e ora il Tottenham – che dall’Atalanta ha già preso Gollini – è pronto ad affondare il colpo. Sullo sfondo il Barcellona, che non ha mai fatto proposte concrete ma si è interessata al giocatore. LEGGI TUTTO

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    Batistuta, così il Re Leone è entrato nel cuore di Firenze

    Trent’anni fa lo sbarco alla Fiorentina, una scommessa di Cecchi Gori. Coraggio, velocità e gol (168 in 9 stagioni): così è diventato un simbolo della Fiorentina Quando trent’anni fa Gabriel Omar Batistuta non ancora Re Leone arrivò a Firenze era un ragazzone di 22 anni che ripassava le frasi da dire in aereo – “Sono qui per dare tutto alla Fiorentina” – e che prima di posare per le foto si sistemava il ciuffo. Sbarcò nella città che avrebbe conquistato come uno studente Erasmus, nemmeno uno di quelli con le credenziali migliori: Omar Sivori disse che di centravanti più forti di lui in Argentina ce n’erano parecchi, si potevano pescare a occhi chiusi. Nato a Reconquista, nella pampa, figlio di un macellaio e di una segretaria scolastica, appassionato di basket, adolescente con la tendenza a mettere su chili superflui, allievo di Marcelo Bielsa al Newell’s di Rosario, apparso al Torneo di Viareggio nel 1989 con il Deportivo Italiano, squadra semi-dilettantistica del quartiere di Ciudad Evita di Buenos Aires, bocciato dal River Plate con l’ex viola Daniel Passarella che lo osteggia, capocannoniere con il Boca Juniors, sposato da sei mesi con la fidanzatina conosciuta da ragazzo, Irina Fernandez, e infine – eccola la scintilla – capocannoniere nella Coppa America del 1991, vinta dall’Albiceleste. LEGGI TUTTO

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    Ibra-Giroud, la fabbrica del gol: sono oltre 400 (senza coppe…)

    Considerando le presenze nei top 5 campionati europei, i due mettono insieme 416 reti (che salgono a 503 con Champions/Europa League) e 149 assist: chi può vantare un potenziale simile?Pensare di vederli insieme è intrigante. Decisamente. Ma sarà anche complicato che succeda. Potrà magari capitare in caso di necessità (estrema) o di esigenze molto particolari. D’altra parte Zlatan Ibrahimovic e Olivier Giroud sono, proprio per specifica missione di mercato, alternativi. Una coppia di vecchi saggi amici del gol che si esibirà in base alle condizioni dell’uno e dell’altro. E’ chiaro a tutti – Pioli in primis – che Zlatan avrà una cartucciera di partite per forza di cose limitata e Olivier sarà il suo alter ego. Da considerare come un’alternativa alla pari ovviamente, e non come qualcuno che dovrà sperare di raccattare le briciole altrui. “Non vedo l’ora di giocare con lui e allenarmi insieme, spero ci divertiremo”, ha detto il francese appena sbarcato a Milano. Ecco, vedendoli uno accanto all’altro verrebbe da cancellare la parola “spero”. Sembra più che altro una certezza, una sentenza: quei due nella stessa squadra offrono un potenziale offensivo che, sulla carta, nessun altro può permettersi. LEGGI TUTTO

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    Inter-Cagliari, ore calde: Nandez “dista” 2 milioni. Lunedì si chiude?

    Affare complessivo da 26 milioni più bonus. Giulini ne vuole 5 per il prestito, nerazzurri fermi 3. E l’uruguaiano resta in vacanza…Un permesso che allunga l’attesa, ma non cambia la sostanza. Anzi, sembra l’ultimo mossa che spinge Nahitan Nandez verso l’Inter. L’uruguaiano era atteso ieri in Italia insieme a Diego Godin, con tanto di scalo a Milano prima del trasferimento in Sardegna. Ma il Cagliari – impegnato oggi in amichevole in Germania – ha dato al suo centrocampista un altro weekend di ferie, che il giocatore ha deciso di sfruttare per starsene anche qualche giorno in famiglia nella sua Uruguay. LEGGI TUTTO