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    Inter, ecco perché l'azionariato popolare è affascinante ma improbabile

    Gli esempi di Bundesliga e Liga non sono assimilabili (e certi modelli sono comunque in crisi). Ma sarebbe prezioso coinvolgere i tifosi nelle scelte del club. Un modo c’èNon c’è dubbio che l’azionariato popolare sia la forma più elevata di partecipazione dei tifosi alla vita e alle scelte delle società di calcio. Ma fra il dire e il fare c’è di mezzo un mare di problematiche e di guai. Un viluppo di regole e di buchi di bilancio che rendono l’iniziativa dei tifosi celebri dell’Inter, capitanati dal professor Cottarelli, tanto sentimentalmente intrigante quanto realisticamente improbabile. LEGGI TUTTO

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    Milan, i tre motivi per cui non puoi mollare Kessie

    I rossoneri non possono permettersi un altro caso come quelli di Donnarumma e Calhanoglu, né di rischiare che finisca a una rivaleMeglio portarsi avanti con le preoccupazioni, anche se dovessero rivelarsi esagerate. Perché alla scadenza del contratto che lega Franck Kessie al Milan manca ancora un anno esatto, è vero, ma le recenti vicende legate ai rinnovi dei big rossoneri sono finite male. Il feeling tra il “Presidente” e il Diavolo è perfetto ogni volta che si tratta di calcio giocato, un po’ meno quando si esce dal campo e ci si sposta sulle scrivanie. Così, quella che inizialmente sembrava una formalità sta diventando un problema più consistente. LEGGI TUTTO

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    Arsenal e Dortmund piombano su Locatelli: la Juve deve accelerare

    Il Sassuolo vuole 40 milioni cash e arrivano segnali di offerte importanti dall’estero. I bianconeri devono trovare in fretta la formula per il centrocampista L’appuntamento è solo rimandato, ma la volontà resta invariata: Federico Cherubini e Giovanni Carnevali non si vedranno oggi a Rimini, in occasione della cerimonia di apertura del calciomercato, per parlare di Manuel Locatelli, perché il dirigente bianconero non sarà presente, ma sicuramente verrà fissata una nuova data, perché la Juventus vuole regalare a Massimiliano Allegri il suo centrocampista italiano preferito. LEGGI TUTTO

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    Juve, per Pellegrini terza e ultima chance come vice Alex Sandro

    E siamo al terzo tentativo: anche quest’anno Luca Pellegrini si appresta a fare il ritiro pre-campionato con la Juventus, con la speranza di restare in pianta stabile a Torino per un’intera stagione, dopo i prestiti del 2019-20 (al Cagliari) e del 2020-21 (al Genoa). Nell’ottica di un abbattimento dei costi, e di una rinuncia agli acquisti laddove non sia assolutamente indispensabile, il mercato della Juve di questa estate sarà improntato sul risparmio e sul massimo tentativo di valorizzazione di tutti gli elementi che sono già di proprietà del club (a parte quelli per i quali è già stata decisa la cessione, come Ramsey). Classe 1999, in scadenza di contratto con i bianconeri nel 2025, Pellegrini arriva da una stagione con più ombre che luci al Genoa (solo 12 presenze, 0 gol), e in casa Juve al momento è stato individuato come il più probabile vice di Alex Sandro per la stagione 2021-22. Per la Juve si tratta di una scelta low cost, per il giocatore invece si tratta dell’ultima chance per provare a rilanciarsi ad alti livelli, questa volta con Allegri, dopo aver fallito il tentativo con Sarri e con Pirlo. A margine, ci sono i tifosi della Juventus, che ammirando le prestazioni di Spinazzola agli Europei, ancora rimpiangono lo scambio fra quest’ultimo e Pellegrini nel 2019, un’operazione fatta nel mome delle plusvalenze, ma discutibile sul piano tecnico (dal punto di vista bianconero, naturalmente). A Pellegrini ora spetta il compito di ribaltare anche questo refrain.      LEGGI TUTTO

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    Cottarelli: “Il progetto Interspac non si pone limiti! Arrivano altri 7-8 nuovi vip”

    Un nuovo modo di vedere il calcio, rigorosamente dalla prospettiva dei tifosi, e di pensare al rapporto tra il semplice appassionato e la sua squadra del cuore. Secondo una logica che esuli dalla relazione sempre più di attualità tra il fornitore e il consumatore, che ha davvero poco di romantico e che realtà come Interspac e il progetto dell’azionariato popolare potrebbero, se non contrastare, quanto meno limitare. A capo del consorzio c’è il professor Carlo Cottarelli (foto Ansa), economista di fama riconosciuta con incarichi di responsabilità nel Fondo monetario Internazionale, nonché commissario alla spending review per il governo Letta nel 2013. Ma soprattutto grande tifoso dell’Inter.40 tifosi vip che hanno già aderito all’iniziativa e sono stati svelati e alla stampa e circa 55.000 risposte al questionario messo a disposizione dallo scorso venerdì: professore, si aspettava un avvio di questo tipo per il progetto Interspac?“Assolutamente no, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla risposta avuta presso i tifosi. Non credevo che potessimo registrare questi numeri in così poco tempo e, a coloro i quali ancora domandano dove possano trovare il link al questionario, ricordo come sia sufficiente accedere al sito Interspac.eu e da lì direttamente alla pagina del sondaggio”.Nei giorni scorsi è spuntato il nome di Valentino Rossi come possibile prossimo socio aderente all’iniziativa. Può confermarci che siate al lavoro per altri nomi di questo spessore, anche tra grandi calciatori del passato nerazzurro?“Assolutamente. Nella giornata di giovedì confidiamo di annunciare un gruppo più limitato rispetto a quello precedente di nuove adesioni. Comunicheremo l’ingresso di 7-8 nuovi tifosi vip”.Professor Cottarelli, il modello di riferimento a cui guardate e vi ispirate è quello dell’azionariato popolare presente al Bayern Monaco. Cosa vi spinge a ritenere che possa funzionare anche in una realtà come quella italiana?“Io credo che questo tipo di modello si possa sposare non solo con l’Inter, ma con diverse realtà del panorama italiano. Anche nel Milan, per esempio. L’Inter è una squadra che raccoglie un numero di tifosi molto importante semplicemente nell’ambito di presenze allo stadio e che ha una platea molto significativa nel raggio di poche centinaia di chilometri. Per questo motivo, mi aspetto che la risposta definitiva a un progetto come questo possa essere di grande interesse”.I prossimi passaggi formali quali saranno? Anche sui social network, si riscontra il desiderio di tanti tifosi stranieri di aderire a questa idea di gestione del club. Pensate a breve di allargare la platea dei vostri sondaggi uscendo dai confini nazionali?“Il questionario che abbiamo aperto si concluderà il prossimo 15 luglio e a quel punto sarà il tempo di raccogliere e analizzare tutti i dati e fare delle riflessioni. Per comprendere dove potremo spingerci. Per ora, abbiamo deciso di limitarci ad un sondaggio nazionale perché, prima di aprirci all’estero, servirebbe un’adeguata campagna promozionale. Che non escludo, in assoluto, che possa avvenire più avanti”.Veniamo, professore, alle domande che in tanti hanno rivolto su ciò che ne sarà della quota associativa necessaria per aderire ad Interspac. In molti si chiedono come verranno utilizzati questi soldi, quale ritorno avrà il tifoso che vorrà credere in voi?“Non si tratta di un investimento a fondo perduto. Dando il proprio contributo economico, il tifoso avrebbe la “ricompensa” di comprare un pezzettino della sua squadra del cuore, di essere parte di un club come l’Inter. In un’eventualità futura di una quotazione della società in Borsa, a quel punto il tifoso potrebbe averne anche un ritorno in termini economici, ma non credo che la prima preoccupazione possa essere di fare della speculazione”.L’idea di contribuire alle attuali esigenze economiche del club, avete sottolineato in questi giorni. Nei vostri piani, quale potrebbe essere il vostro ruolo in caso di una fetta consistente del pacchetto azionario?“Oggi è difficile dirlo, dipenderà dal tipo di risposta e di raccolta che riusciremo a portare a compimento di qui ai prossimi mesi. Ovviamente nessuno investe i propri soldi senza un piano, senza conoscere i termini di questo progetto. Una volta conclusa la campagna promozionale e verificati i numeri che avremo raccolto, avremo un nuovo contatto con i rappresentanti dell’Inter e illustreremo maggiormente nel dettaglio le nostre intenzioni”.A proposito della risposta dei vertici societari, ha già avuto modo di dichiarare come questa sia stata tutt’altro che di chiusura…“Abbiamo informato l’Inter di questa iniziativa, dei nostri propositi e ci hanno ascoltato con interesse. La definirei una reazione tutt’altro che negativa”.L’azionariato popolare in essere al Bayern Monaco prevede la presenza anche di core partners come Adidas, Audi e Allianz. Per lo sviluppo di Interspac, avete già avuto contatti con soggetti economicamente importanti disposti a fare la loro parte?“Sì, abbiamo una lista di potenziali imprenditori e top manager che sarebbero interessati ad aderire a questa iniziativa. L’idea è che in Interspac possano esserci pochi soggetti che possano immettere più risorse economiche e magari una fetta più ampia di investitori che diano un contributo inferiore”.Professor Cottarelli, rispondono al vero i rumors circa la vostra ambizione e intenzione di raccogliere una quantità di denaro tale da diventare un socio di minoranza forte dell’Inter, con una quota molto significativa?“Non ci poniamo alcun limite. Ovviamente tutti questi discorsi sono strettamente legati a quella che sarà la risposta, a quelli che saranno i termini concreti della vicenda e a quello che avremo saputo e potuto raccogliere ad un certo punto. Dipenderà da quella che sarà, come la chiamano gli inglesi, la nostra fire power, la potenza di fuoco”.Il nuovo stadio e l’esigenza di rivedere i costi di gestione sono i paletti imposti da Suning in questo preciso momento storico e di sofferenza per il club. Sono priorità che voi di Interspac condividete?“Sono un tifoso nostalgico, ma sono assolutamente aperto alla realizzazione di un nuovo impianto rispetto all’attuale San Siro. La mia convinzione è che un club come l’Inter abbia ancora tantissime potenzialità rispetto all’aumento dei suoi introiti e che un’iniziativa come l’azionariato popolare non possa che essere fonte di nuovi guadagni e di nuove entrate per rendere la società ancora più competitiva sotto l’aspetto finanziario”. LEGGI TUTTO

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    La Lazio e il ritorno di Felipe Anderson. L'agente glissa: “Chi lo sa…”

    Felipe Anderson sente la saudade, ma stavolta ad attirare l’attenzione del classe ’93 non sono il verde e l’oro del suo Brasile, ma il bianco e celeste della Lazio. Da venerdì è emersa la possibilità concreta che Pipe possa tornare nella capitale e questa sembra essere la volta buona. L’ex numero 10 del club capitolino è rimasto sempre legato a Roma. Un filo mai spezzato che già la scorsa estate avrebbe potuto ricongiungersi. Felipe Anderson e Inzaghi avrebbero messo da parte i disguidi passati per tornare a cooperare nel Lazio Training Center, ma alla fine la società fece altre scelte. L’arrivo di Sarri però, da sempre estimatore del brasiliano, ha riacceso definitivamente la miccia e ora vedere Pipe di nuovo con la maglia biancoceleste non è più un miraggio.CHE INIZIO – Al momento Felipe Anderson è legato al West Ham fino a giugno 2022. Gli Hammers nell’estate del 2018 versarono 31 milioni di euro più 6 di bonus per strapparlo alla Lazio. Nella prima stagione il brasiliano ripagò tutti gli sforzi del nuovo club venendo eletto da compagni di squadra e tifosi “Top goalscorer” insieme ad Arnautovic e vincendo anche il “Goal of the season” grazie ad un meraviglioso destro a giro nella sfida casalinga contro il Crystal Palace. LEGGI TUTTO

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    Inter, Bellerin per il dopo Hakimi: si tratta con l’Arsenal

    Lo spagnolo è il preferito, ma i nerazzurri lo vogliono in prestito con diritto di riscatto. Zappacosta l’alternativaAchraf Hakimi ha fatto rotta su Parigi alla solita velocità: visite probabilmente già oggi, domani firma su un contratto da 8 milioni più 2 di bonus l’anno, ed ecco servito il trasferimento più remunerativo in 113 anni di storia interista. Se nell’immediato il Psg non arriverà ai 70 milioni richiesti dall’Inter, con bonus non troppo complicati toccherà la quota fatidica: solo Ibra, valutato 69,5 milioni nell’anno incantato 2009-10, si era avvicinato a queste altezze. LEGGI TUTTO

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    Mammì saltò e fece la storia: 50 anni fa il Catanzaro in Serie A

    Il centravanti reggino, detto “Caribù”, e una rete storica nello spareggio col Bari a Napoli. Una storia con un centravanti pingue, una vecchia gloria, una tassa sul vino e una regione martoriata che esplode di gioia A contrastare l’idea di un Sud che in quell’alba degli anni 70 – visto dal Nord dell’Italia – era ancorato al passato e immobile in ogni sua posa sociale, arrivò il gol di testa di un centravanti che in un pomeriggio di fine giugno saltò come un capretto in mezzo all’area, colpì il pallone di testa e quando atterrò scoprì di aver portato – per la prima volta nella storia – il Catanzaro in Serie A. Per la città di Catanzaro – anzi per l’intera Calabria – quel volo a planare ebbe la stessa valenza dell’atterraggio sulla Luna, avvenuto soltanto un paio d’anni prima. LEGGI TUTTO