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    Inter, bivio Vecino. A Inzaghi piace, ma il contratto è un problema

    Un mese per decidere il futuro. O forse meno, molto dipenderà dal cammino dell’Uruguay in Coppa America. Matias Vecino non sa ancora dove giocherà la prossima stagione, di certo si sta avvicinando a un bivio della sua carriera. Due le opzioni possibili, restare in nerazzurro o cambiare aria. Nessuna decisione è stata presa, di certo dopo un anno difficile, condizionato dall’infortunio al ginocchio, il centrocampista della Celeste ha voglia di giocare con continuità, di sentirsi utile, di far parte sul campo di un progetto, non solo sulla carta.FATTORE INZAGHI – Cederlo quest’estate, per l’Inter, vorrebbe dire centrare una plusvalenza. ​Prelevato dalla Fiorentina nell’estate del 2017 per 25.047 milioni di euro, al 30 giugno prossimo il costo del suo cartellino a bilancio sarà ammortato per 20,6 milioni, di fatto il residuo, sarà di circa 4,7 milioni di euro. I club interessati non mancano, soprattutto il Napoli, ma occhio al fattore Inzaghi. Il nuovo allenatore nerazzurro è un estimatore di Vecino e spinge per tenerlo in rosa.RINNOVO – L’eventuale conferma di Vecino, che prima di qualsiasi scelta parlerà con Inzaghi, implica il rinnovo del contratto, in scadenza nel 2022 (attualmente guadagna 2,5 milioni di euro netti all’anno).  L’Inter non può permettersi di tenere in rosa un giocatore che tra sette mesi può firmare gratis per un altro club, così come non può rimandare la decisione in autunno. Insomma, si tratta di un dentro o fuori.   LEGGI TUTTO

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    Il no del Tottenham? Gattuso paga anche il difficile rapporto tra club inglesi e tifosi

    Quella di Rino è una storia sgradevole e sbagliata. Ma ripropone con forza il tema del coinvolgimento degli appassionati nel presente e nel futuro del calcioE’ stato detto che è tutta colpa dei social e degli odiatori da tastiera. La vicenda del mancato approdo di Gattuso sulla panchina del Tottenham è però un po’ più complessa. Non c’è dubbio che l’hashtag #notogattuso, entrato rapidamente in tendenza non appena si è diffusa la voce di una firma imminente, abbia avuto un peso. Ma non determinante. O meglio, non lo sarebbe stato se la ferma opposizione della tifoseria del club londinese non si fosse espressa anche attraverso canali più ufficiali. Nello specifico, è stato il Tottenham Supporters’ Trust a mettersi in contatto con gli alti dirigenti della società per bloccare l’operazione. LEGGI TUTTO

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    Da Seedorf a Cassano: tutti i “tradimenti” sull'asse Milan-Inter prima di Calhanoglu

    Trasferimenti casalinghi, Milano-City. Dal Milan all’Inter, senza salti temporali, prima di Calhanoglu, vediamo chi ha fatto lo stesso (breve) viaggio e scopriamo come è andata, se nel passaggio ha migliorato il proprio livello. Occhio: non abbiamo preso in considerazione quei giocatori – Baggio, Ibra, Ronaldo, Crespo, Balotelli solo per citare i più noti – che il «salto» l’hanno fatto a distanza di anni.Mercato di riparazione del novembre 1967, Mario Barluzzi si sfila la maglia rossonera e indossa quella nerazzurra. Barluzzi chi? Veneto, 32 anni, portiere, soprannome «Scossa» per le uscite spericolate. La chiamata dell’Inter arriva all’improvviso, dopo un’onorata militanza al Milan (1962-1967), prima da riserva di Ghezzi poi da titolare. All’inter per un solo anno farà la riserva di Sarti, giocherà una sola partita, in Coppa Italia. Per Barluzzi, molto meglio l’esperienza milanista. Il salto del 1982 è quello di Fulvio Collovati. Nell’estate che lo porta a vincere il Mondiale, l’allora 25enne difensore passa dal Milan appena retrocesso in B – dove è cresciuto e dove ha vinto nel 1978-79 lo scudetto della Stella – all’Inter. La rottura col Milan è dolorosa, nella trattativa entrano anche Pasinato, Serena (che l’anno dopo torna all’Inter) e Canuti, che fanno il viaggio inverso. Se il trasferimento di Barluzzi era sembrato occasionale e riguardava un calciatore a fine carriera, quella del 1982 è la prima campagna acquisti che vede i due club cittadini lavorare ad un vero scambio.La storia si ripete quasi vent’anni dopo. Nel 2001 Guglielminpietro passa dal Milan all’Inter, con Brocchi che cambia binario. Per l’argentino meglio l’esperienza col Milan. Nell’anno dello scudetto di Zaccheroni 1998-99, aveva contribuito alla causa con buona frequenza. Più o meno è quello che accade l’anno dopo (2002): il rossonero Coco passa all’Inter, l’interista Seedorf va al Milan. Il Coco del Milan – seppure a fasi alterne – è un terzino che si guadagna la Nazionale e la convocazione al Mondiale di Corea-Giappone 2002, quello dell’Inter (2002-2005) gioca solo un campionato, appena dignitoso, ma senza squilli, per poi timbrare una manciata di presenze prima di congedarsi. Il terzino danese Thomas Helveg milita nel Milan, che lo acquista dall’Udinese prima dei Mondiali di Francia del 1998, per cinque stagioni (tre da titolare), vincendo anche uno scudetto (con Zaccheroni in panchina). All’inter il suo apporto è molto più modesto: un solo campionato, prima di lasciare l’Italia – ci era arrivato nel 1993 – tentare l’avventura tra Norwich e Borussia Mönchengladbach e chiudere la carriera in patria, con l’Odense, la squadra della sua città. LEGGI TUTTO

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    Stimato da Rino, continuo con Pioli, 5 ruoli e 4 allenatori: cos’è stato l'Hakan rossonero

    Il fantasista turco lascia i rossoneri dopo 32 gol e 48 assist in 4 stagioni: dalle polemiche con Montella e Giampaolo ai troppi alti e bassi. La sua storia in rossoneroAlmeno stavolta non ha cambiato numero, non ha inventato scuse, non ha inviato fax. Sono bastate poche parole: “Lascio il Milan, ho firmato con l’Inter”. Così, a bruciapelo, tant’è che i tifosi non gliel’hanno perdonata. LEGGI TUTTO

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    L'operazione Calhanoglu svela la debolezza economica della Milano calcistica

    L’Inter ha fatto un affare, De Paul sarebbe costato molto di più, ma sono tempi duri per le finanze dei due club meneghini. Non c’è da stare allegri Sotto il profilo tecnico, e data la situazione finanziaria in cui versa l’Inter, l’a.d. Beppe Marotta ha fatto un bel colpo. Ha preso a zero euro un buon giocatore, a fine contratto con il Milan. Forse ha sovrastimato Hakan Calhanoglu quanto a ingaggio, non siamo convinti che il turco avrebbe strappato altrove in Europa un contratto da cinque milioni di euro a stagione, ma ha acquisito un centrocampista/ trequartista che dovrebbe integrarsi bene nel calcio di Simone Inzaghi, il nuovo allenatore. LEGGI TUTTO

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    Milan senza “cose formali”: Kessie unico superstite di Fassone-Mirabelli. E Conti…

    Con l’addio ormai a un passo di Hakan Calhanoglu, destinazione Inter, il Milan si prepara a salutare anche il nono acquisto sugli undici delle “cose formali” degli ex dirigenti rossoneri Marco Fassone e Massimo Mirabelli, arrivati nell’estate 2017/2018, sotto l’egida di Yonghong Li. KESSIE L’UNICO SUPERSTITE, GLI ALTRI… – Tre anni dopo, soltanto Franck Kessie è al Milan, per restare, anche se il rinnovo di contratto andrà ridiscusso a breve. L’unico altro superstite è Andrea Conti, in uscita però dal club rossonero dopo il prestito a Parma. Oltre a Calhanoglu, sono andati via anche tutti gli altri: ​Mateo Musacchio, l’anno passato alla Lazio, Ricardo Rodriguez, ora al Torino, Andrè Silva, in Bundes all’Eintrach Francoforte, Fabio Borini e Lucas Biglia, in Turchia al Fatih Karagumruk, Antonio Donnarumma, in scadenza di contratto, Leonardo Bonucci, tornato alla Juve, e Nikola Kalinic, l’anno passato al Verona.  LEGGI TUTTO