consigliato per te

  • in

    Valore d'impresa: i primi 32 club bruciano 6 miliardi. Juve nella top 10, ecco l'Atalanta

    Lo studio europeo di Kpmg Football Benchmark riflette l’emergenza Covid: calo generalizzato con l’eccezione dei bergamaschi che entrano per la prima volta in classifica. Sartori: “C’è bisogno di riforme strutturali” Real Madrid, Barcellona e Manchester United si confermano sul podio, la Juventus torna tra le top 10, l’Atalanta entra per la prima volta nella classifica delle prime 32. LEGGI TUTTO

  • in

    Cudicini: “Milan, ti sei meritato tutto. Gigio super… delusione”

    Il portiere che arrivò in cima al mondo coi rossoneri negli anni Sessanta: “Terrei Brahim Diaz, è un fuoriclasse. Pioli? Unico, ma in certe cose mi ricorda…”Domenica sera ha sofferto davanti alla televisione con l’energia di un ragazzino, Fabio Cudicini. Perché la passione per il calcio non invecchia, è la stessa con cui ha vissuto una carriera lunghissima, spalmata su tre decadi (dal ’55 al ’72). Il Ragno Nero – soprannome condiviso col mitico Lev Jascin – ha trepidato per il suo Milan, il club con cui negli anni Sessanta ha vinto tutto ciò che c’era da vincere. Lo voleva in Champions e sapeva che con l’Atalanta sarebbe stata “dura, durissima, perché Gasperini ha costruito una corazzata fortissima, stagione dopo stagione”. È andata bene. LEGGI TUTTO

  • in

    Ecco come sarebbe l’Inter nelle mani di Allegri, Sarri, Inzaghi o Mihajlovic

    Con Max Hakimi giocherebbe alto e Lautaro alla Mandzukic. Maurizio vuole il regista basso, Simone ama il 3-5-2 caro a Conte. Sinisa passerebbe da Palacio a LukakuTutti gli indizi lasciano pensare che Inter e Conte si separeranno dopo la vittoria dello scudetto. Tra i nomi dei successori circola in primis quello di Allegri, seguito da Sarri, Mihajlovic e Simone Inzaghi, che però oggi potrebbe essere confermato alla Lazio. Proviamo dunque a capire come l’Inter potrebbe giocare con ciascuno di questi allenatori. Esercizio reso ancora più difficile dall’incertezza legata al mercato. LEGGI TUTTO

  • in

    “Voleva fare l'attaccante, l'ho messo in porta: vi racconto il mio Maignan”

    Romain Damiano l’ha seguito dai 10 ai 14 anni a Villiers-le-Bel: “Il Milan ha fatto un gran colpo. Ha carattere e testa, per andare al Psg migliorò in un lampo i suoi voti a scuola” Così “rompiscatole” da stringere un patto. “Mike voleva fare l’attaccante, ma giocava in porta…”. E insisteva, pregava, si arrabbiava. “Mi tirava la giacchetta dicendomi che avrebbe voluto fare la punta”. Una stretta di mano sancì la via di mezzo: “Promisi che l’avrei alternato. Un po’ davanti, un po’ tra pali”. Così fu. Alla fine ha vinto il mister, Romain Damiano, allenatore di Maignan quand’era ragazzino: “L’ho seguito dai 10 ai 14 anni a Villiers-le-Bel”. LEGGI TUTTO

  • in

    In stanza con Facchetti, il soprannome di Picchi, i silenzi: ecco il vero Burgnich

    Scomparso nel giorno del 50esimo anniversario della morte di Armando Picchi, in campo era sempre corretto e leale. L’esempio di difensore perfetto Più che una Roccia, un Monumento del calcio italiano: cinque scudetti, due Coppe Campioni, due Coppe Intercontinentali, una Coppa Italia, campione d’Europa con gli azzurri del 1968 e vice campione del mondo 1970. Tarcisio Burgnich si è arreso nella notte a una malattia che lo aveva colpito da qualche tempo. Aveva 82 anni. Nato a Ruda, in Friuli, viveva in Toscana. Roccia fu il soprannome datogli dal suo compagno e capitano dell’Inter Armando Picchi (morto oggi 50 anni fa), dopo una partita contro la Spal. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, sempre più Allegri: Agnelli stringe per anticipare gli altri grandi club

    Durante la Partita del Cuore contatto con il tecnico, cercato anche da Real Madrid e Psg. E Pirlo sembra più lontano F. Della Valle – C. Laudisa26 maggio
    – MilanoLa maglia è quella blu della nazionale cantanti, il numero è il 5, quello che alla Juventus indossava Miralem Pjanic nell’ultima stagione di Massimiliano Allegri in panchina. L’allenatore dei 5 scudetti di fila è tornato allo Juventus Stadium in una serata speciale, quella della partita del cuore: lui da una parte e Andrea Pirlo dall’altra, schierato nella squadra dei campioni per la ricerca insieme a John Elkann, Andrea Agnelli e Pavel Nedved. LEGGI TUTTO

  • in

    De Zerbi va lontano, Gotti va altrove: due favole (finite) di genio e passione

    Ci sono due distacchi che affascinano: il primo vola allo Shakhtar Donetsk, il secondo può lasciare Udine dove il suo segno è rimasto bello profondoUna delle scene più belle di un certo tipo di cinema/documentario è la sequenza finale di “Essere e avere”, piccolo e meraviglioso film francese di vent’anni fa, che gira intorno alla vita di una scuola elementare e del paese che la ospita fra i monti del Massiccio Centrale (titolo originale: Être et avoir). LEGGI TUTTO