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    Anima italiana e linea verde: così la Juve va rifondata (ma senza processi)

    La fine del ciclo ha sottolineato gli errori tecnici e strategici del club: ora è necessario cambiare. Scegliendo l’allenatore e ricordando gli insegnamenti della tradizione bianconera L’addio alla Juve di Gigi Buffon, “tolgo il disturbo”, è un’ulteriore testimonianza del clima difficile che si respira oggi alla Continassa. Un ciclo, dice il portiere dei record, si è chiuso. E ha ragione. La Juventus non aveva mai conosciuto, nella sua storia, un record di nove scudetti consecutivi. LEGGI TUTTO

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    Il vero Milan va al ritmo di Bennacer. Ora la clausola non fa più paura

    Equilibrio, ritmo, precisione. In tre parole, la prestazione maiuscola offerta da Ismael Bennacer all’Allianz Stadium contro la Juventus, una delle chiavi del successo che ha rilanciato prepotentemente il Milan nella lotta Champions League. Un segnale importante da parte del centrocampista algerino, condizionato nei primi mesi del 2021 da infortuni muscolari e ricadute che hanno privato Pioli di un giocatore unico per caratteristiche in rosa: Tonali e Meite si sono alternati per sostituirlo quando assente o poco performante per una condizione inevitabilmente precaria, senza però riuscire a compensare il lavoro su più fronti dell’ex Empoli. E la differenza si è vista tutta nel big match di Torino. JUVE DOMATA, KESSIE A LUCIDO – Non ha avuto bisogno di strafare Bennacer, contro la Juve ha fatto quello che sa fare meglio: dettare i tempi di gioco alternando ritmi più elevati per i contropiedi e altri più blandi per addormentare la partita; facilitare le uscite dalla difesa dando scarichi giusti ai centrali; gestito il posizionamento del reparto e il pressing sugli avversari. Un lavoro pulito, sufficiente per domare i bianconeri e stravincere il duello con il dirimpettaio Rodrigo Bentancur, in netta difficoltà anche sulle giocate più semplici. Bennacer ha deciso il ritmo della partita, mostrando livelli che non si vedevano dallo scorso autunno, non è un caso dunque che la squadra di Pioli sia tornata a mostrare un gioco fluido ed efficace come nella prima fase della stagione. Il vero Milan va a tempo con il suo metronomo, migliora di squadra e nei singoli come si nota dalla prova di Franck Kessie, che per caratteristiche si completa alla perfezione con l’algerino e raggiunge i livelli più alti di rendimento in una stagione comunque mediamente di qualità elevata. LEGGI TUTTO

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    Flop Juve, di chi la colpa? Mauro: “Errori di progetto, ma squadra senza anima”

    L’ex bianconero: “Provare a vincere giocando in maniera diversa avrebbe potuto essere una buona idea, ma l’attualità ha bocciato il progetto. E ora ne serve uno nuovo, oltre a una profonda rivisitazione della rosa…””È difficile giustificare qualcosa di così negativo come la partita giocata dalla Juve contro il Milan – parte forte l’ex centrocampista bianconero ora opinionista Massimo Mauro -: è come se i bianconeri non avessero giocato la partita, dopo lo svantaggio anziché riversarsi in area avversaria hanno assistito impotenti al secondo e poi al terzo gol rossonero. Molto è stato merito del Milan, che sembrava in superiorità numerica in ogni zona del campo, in ogni azione. Nemmeno Ronaldo e De Ligt sono riusciti ad esprimersi sui loro standard, è significativo”. LEGGI TUTTO

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    Età, potenziale e “peso” economico: Inter, Dimarco è la scelta giusta

    Nerazzurri al lavoro per riportare a Milano l’esterno sinistro: l’Hellas non lo riscatterà, in cambio potrebbe avere il portiere Radu Federico Dimarco vede nerazzurro. Dopo una stagione di altissimo livello agli ordini di Juric, il laterale mancino è pronto a riabbracciare l’Inter. Questione di esigenze tattiche, ma anche economiche: i campioni d’Italia non possono permettersi spese folli e hanno bisogno di una pedina affidabile a sinistra, in grado anche di giocare nei tre dietro. Dimarco è dunque il profilo giusto e l’incastro con il Verona sta per essere trovato. LEGGI TUTTO