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    Tardelli: “Juve, centrocampo senza qualità. Servirebbe Barella e… un Pirlo”

    L’ex campione del Mondo boccia il reparto di mezzo bianconero: “Bentancur l’unico che salverei, ma servono due innesti. Locatelli? Un buon giocatore, ma…”Di lui resta indimenticabile il famoso urlo. Non quello di Munch, ma – appunto – quello di Marco Tardelli, e si parla naturalmente dell’esultanza al secondo gol nella finale di Spagna ’82 con la Germania Ovest. Cinque volte campione d’Italia con la Juventus, in maglia bianconera ha vinto anche tutte e tre le principali competizioni Uefa per club, divenendo uno dei primi tre giocatori (assieme ai suoi compagni di squadra e nazionale Antonio Cabrini e Gaetano Scirea) ad aver centrato il record, nonché il primo centrocampista in assoluto. E proprio di centrocampo parliamo oggi, centrocampo della Juve si intende.Marco, sei d’accordo con chi sostiene che il centrocampo è stato l’anello debole della Juve di questa stagione?“Sì, l’ho sempre detto che la Juve ha delle difficoltà a centrocampo: è il reparto che dovrebbe proteggere la difesa e aiuta l’attacco, se manca quello, o ha limiti di qualità o fisicità il risultato è quello che abbiamo visto in questa stagione”.Secondo te è stato più un problema di uomini o di schemi?“Secondo me il problema principale è stata la qualità, elemento fondamentale in mezzo al campo: non credo che al momento la Juve abbia un centrocampo di grandissima qualità”.In una sorta di radiografia, quali sono i punti deboli e i punti di forza dei singoli centrocampisti che hanno giocato di più? Partiamo ad esempio da Arthur…“Punti di forza ne vedo pochi… il maggior punto debole è l’assenza di un regista come Pirlo, in grado di dettare i tempi, quando tenere la palla e quando darla, sapeva lanciare e giocare corto. Un giocatore con queste caratteristiche oggi manca alla Juve, ed è un’assenza molto pesante”. Provando a zoomare sui vari centrocampisti, analizzando le caratteristiche di ciascuno…”Faccio fatica a ricordare tutti i nomi (ridacchiando, ndr), come a dire che manca il giocatore importante, da ricordare, quello che si è distinto per qualità. Nessuno è stato all’altezza della situazione, di una squadra che deve vincere tutto”. LEGGI TUTTO

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    C'erano una volta le bandiere. Se i giovani fatti in casa fossero la soluzione?

    Da noi ancora si pensa di poter risolvere tutto con il cambio di un allenatore della prima squadra. Come se non fossero sempre i grandi giocatori – come Maldini, Totti, Bergomi o Marchisio – a fare la differenza C’erano una volta i giocatori del vivaio. E c’erano, soprattutto, le bandiere. Ecco perciò il Milan di Baresi e Paolo Maldini. L’Inter di Bergomi, per fare un nome soltanto. La Juve di Marchisio. La Roma di Totti e De Rossi. La Lazio di Nesta e di Canio. Quando un giocatore, dopo aver fatto la trafila nelle giovanili, arrivava in prima squadra, allora sì che era una festa doppia. LEGGI TUTTO

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    Kessie-Bennacer, Pioli ritrova i suoi angeli custodi. Con loro solo un k.o.

    Sabato contro la Samp il tecnico rossonero potrà schierarli dall’inizio: non succedeva da metà febbraio. Con loro in campo insieme titolari (11 volte), la sconfitta di La Spezia e 7 vittorie Cambia il Milan con due nomi: Kessie e Bennacer. La coppia che Pioli ha reso “perfetta” con lavoro, impegno e magari qualche tirata d’orecchie. Soprattutto all’ivoriano, ma soltanto all’inizio. “Abbiamo avuto delle discussioni, poi ci siamo capiti”. E anche bene. Il “maestro” e il “presidente”, ovviamente Franck, chiamato così perché nello spogliatoio comanda lui. Parole sue. La rimonta del Franchi ha dato morale, tre punti, tre gol e soprattutto una notizia: il rientro di Bennacer dopo l’ennesimo infortunio. Il regista ha giocato mezz’ora, si è ripreso il posto accanto a Kessie e ha dato ottimi segnali per Pioli. Nel rush finale il Milan riavrà la coppia perfetta, partendo dalla Samp. LEGGI TUTTO

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    Rampulla controcorrente: “Buffon? Per me resta alla Juve. Un anno in campo, e poi…”

    L’ex portiere bianconero guarda al domani: “Abbiamo un’ottima generazione di giovani portieri: da Audero a Cragno, quanti nomi da Juve…”Al suo arrivo alla Juve, nel 2001, c’era già Michelangelo Rampulla ad attenderlo, nella sua ultima stagione da calciatore: il neo arrivato si chiamava Gigi Buffon, già formato dagli anni di Parma. Un’amicizia dunque ventennale, cresciuto nel periodo in cui Rampulla è diventato allenatore dei portieri bianconeri e oltre. LEGGI TUTTO

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    Donnarumma, il rinnovo una questione morale: oggi 10 milioni non sono troppi?

    Il giovane portiere è fondamentale per il Milan, le sue parate garantiscono vittorie come i gol di un attaccante. Ma in questa situazione, l’ingaggio pare spropositato Il virus e la crisi, l’emergenza bilanci e i conti sballati, gli stadi vuoti. È un anno che andiamo avanti con questa litania. Analisi accurate e buoni propositi. Poi basta dare un’occhiata a certe trattative di mercato, per esempio ai rinnovi contrattuali, per rendersi conto che nulla è cambiato, che molti attori del calcio continuano a fare il proprio gioco, come se la pandemia non avesse sconvolto il mondo. LEGGI TUTTO

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    Inter, ecco cosa c'è dietro alla rivoluzione del logo

    Legame con Milano e identità globale. L’altro scudetto dei nerazzurri nasce con la I e la M. Cambia il marchio, caccia a nuovi mercati . Anche Zhang tra i volti della campagnaFilippo Conticello e Vincenzo D’Angelo30 marzo
    – MilanoOggi l’Inter atterra su un nuovo pianeta. Lascia la comfort zone e, come tutte le big d’Europa, smette di essere solo una squadra di pallone. Diventa un brand globale, con l’ambizione di sedurre altri consumatori, soprattutto i giovanissimi della cosiddetta Generazione Z. LEGGI TUTTO

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    Criscito, il Genoa sulla pelle: “Ballardini ti cambia la testa, Strootman è un esempio”

    Il capitano suona la carica: “Sono arrivato a 14 anni, sento l’appartenenza. Qui è dove è nato il calcio in Italia: un orgoglio. E voglio la salvezza, in fretta”Chi meglio di lui può capire il tormento interiore di Cesare Prandelli? Mimmo Criscito lasciò lo Zenit nel 2018 per tornare dopo sette anni al Genoa, casa sua. Al Grifone era cresciuto, a Genova aveva messo su famiglia. Il 6 giugno 2018 è ricomparso sulla tolda del Museo del Mare – luogo scelto non a caso dal club per riaccogliere uno dei suoi simboli – e la storia è ricominciata. LEGGI TUTTO

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    Dagli stipendi ai ricavi: tutti i conti delle squadre di Serie A / Il grafico

    I bilanci della Serie A club per club: scoprite i numeri dell’ultima stagione con i nostri grafici animati dedicati alle squadreDalla Juventus ancora in testa come fatturato alle cinque squadre (più una retrocessa) che hanno chiuso in utile l’ultimo bilancio: Atalanta, Cagliari, Genoa, Sassuolo e Verona. Ecco le tabelle dei singoli club della Serie A 2019-20, con tutti i numeri di bilancio e le comparazioni con l’anno precedente. LEGGI TUTTO