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    Kumbulla, un'aquila a due teste: “Diventare grande per l'Albania e per la Roma”

    Da Sportweek le parole del difensore giallorosso nato in Italia da genitori albanesi: “Voglio essere un riferimento per i tanti connazionali che vivono qui e diventare un pilastro di questa squadra, aiutandola a vincere” L’orgoglio di sentirsi albanese glielo leggi negli occhi quando Anila Bitri, l’ambasciatrice albanese in Italia, gli racconta del trentennale dei primi sbarchi in Italia, oltre ventimila albanesi sulle coste della Puglia, tra Bari e Brindisi. Era il 7 marzo 1991. Cinque anni dopo su un gommone arrivò in Italia anche suo padre, Lin, sfidando il muro del mare per dare un futuro diverso alla famiglia. Forse è anche per questo che Marash Kumbulla sente il dovere di fare tutto per la sua Albania. LEGGI TUTTO

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    Ibra va all-in: gol, nazionale, Champions e rinnovo

    Zlatan davanti ai due mesi cruciali della stagione. Snodi sotto ogni aspetto, ma i fatti dicono che Milan e svedese hanno ancora un forte bisogno l’uno dell’altroÈ arrivato il momento di non fermarsi più. Di farsi questa tirata lunga due mesi sino al 23 maggio e capire poi che cosa rimarrà in mano. Non fermarsi più nel caso di Ibrahimovic ha innanzitutto un valore molto pratico: delle 42 partite stagionali giocate dal Milan, Zlatan ha preso parte soltanto a 22, quindi praticamente la metà. LEGGI TUTTO

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    I demoni di Pagotto: “Serate, coca, squalifiche, non mi alzavo dal letto. E il calcio mi abbandonò”

    Nell’Italia Under 21 mandava in panchina Buffon e disse no alla Juve, poi è precipitato in un gorgo autodistruttivo: “Sono finito a fare il pizzaiolo in Germania, oggi sono rinato all’Avellino”“Il mio primo angelo custode? Ginulfi. Moggi e Perinetti cercavano un portiere per gli Allievi del Napoli, lui mi portò al provino e diventai azzurro”. Angelo Pagotto di angeli custodi ne ha avuti pochi nella sua carriera, ma quelli che gli hanno allungato la mano nei momenti difficili li ricorda bene. E ricorda bene anche il dolore del suo amore spezzato, quello coi guanti. Ora è rinato, dopo 10 lunghissimi anni lontano dal calcio. Ma per rinascere si è sentito morire più volte. LEGGI TUTTO

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    La Viola di Hamrin, il Milan di “Mazzola” Altafini e quel sogno (infranto) di Montanelli

    Nella sfida al vertice del campionato 1958-1959, il giornalista sognò che la sua Fiorentina batteva i rossoneri 8-7. Ma le cose andarono diversamente… La notte di venerdì 10 aprile 1959 Indro Montanelli fece un sogno meraviglioso: la sua amata Fiorentina batteva il Milan 8-7 nella sfida al vertice del campionato, aumentava il vantaggio sui diretti concorrenti per lo scudetto e lui, il principe del giornalismo italiano, non voleva saperne di riaprire gli occhi: com’era dolce e rassicurante vedere Montuori che domava il pallone, Hamrin che volava come una farfalla sulla corsia di destra e Lojacono che staffilava in porta. LEGGI TUTTO

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    Vota Donadoni: “Inter e Juve più attrezzate ma il Milan può crescere. E Vlahovic…”

    Parla l’ex rossonero: “Inserendo 2-3 talenti la squadra di Pioli sarebbe in grado di compiere il salto di qualità. La punta viola può funzionare” Roberto Donadoni osserva il suo Milan da due prospettive. La prima è quella delle certezze: “Sono sicuro che nessuno, oggi, nello spogliatoio di Milanello pensi che la squadra stia facendo più di quello che ci si potesse aspettare. LEGGI TUTTO