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    Conte, Pioli e Pirlo: perché spostano più di Lukaku, Ibra e CR7

    Gli allenatori, nel bene e nel male, sono stati un fattore decisivo nel campionato più imprevedibile della storia. Quanto hanno dato (o tolto) a Inter, Milan e Juve?

    Nel campionato più assurdo e meno pronosticabile della storia, gli allenatori sono un fattore decisivo. Le partite ravvicinate impongono la necessità del turnover e logorano psicologicamente. Fondamentale azzeccare la rotazione dei giocatori e trovare le chiavi per mantenere alte le motivazioni. Guardiamo Inter, Milan e Juve. Conte, Pioli e Pirlo hanno determinato finora più di Lukaku, Ibra e CR7. LEGGI TUTTO

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    Zhang, scudetto e futuro: l’arrivo a Milano, i dossier su nuovi partner

    Ad aprile il presidente ritornerà dalla Cina: Suning fiduciosa di conservare la maggioranza, la vittoria del titolo darebbe molta più solidità. E intanto…

    Mai come in questi mesi all’Inter si è avvertito il senso di una mancanza. Qui attorno la fiducia cresceva ad ogni punto recuperato ai cugini, il sogno scudetto diventava reale man mano che Conte costruiva una squadra da combattimento. La proprietà, invece, era lontana ottomila chilometri, schiacciata dall’angoscia dei conti, divisa tra le conseguenze del covid e i diktat di regime. Eppure, nonostante la distanza obbligata, Suning ha sempre voluto tenersi stretta l’Inter, giocattolo costato 712 milioni dal 2016 al 2020. LEGGI TUTTO

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    L'Euro-Milan è tornato, parola di Sheva: “Ma occhio a Gattuso, è un leader nato”

    L’ex fuoriclasse ucraino: “A Manchester i rossoneri hanno giocato un match da grande squadra. Non sono sorpreso perché Pioli ha idee, resti ambizioso”

    Il primo pensiero è un guaio da risolvere: l’emergenza Covid complica la vita del c.t. dell’Ucraina Andriy Shevchenko. Le qualificazioni mondiali partono in casa della Francia, poi il gruppo si sposterà a Kharkiv per gli appuntamenti successivi, ma è difficile organizzare tutto, con il virus che muta, sfugge, si estende. “Sono totalmente concentrato su queste qualificazioni, perché in questo periodo non è semplice giocare con le nazionali”, dice Sheva. La vita non è semplice neppure in Inghilterra, dove l’ex attaccante del Milan vive con la famiglia, ma c’è sempre spazio per i ricordi e per qualche telefonata agli amici. Oggi due di loro si affrontano: Paolo Maldini, dirigente del Milan, e Rino Gattuso, allenatore del Napoli. Inutile chiedere a Sheva con chi si schiera: “Paolo è quasi un fratello e il Milan è il Milan, ma sono affezionato a Rino, che sta facendo un bel percorso da allenatore”. LEGGI TUTTO

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    Roma, tifosi inferociti sui social: “Vogliamo rispetto, qua si cambiano le regole”

    La Roma tuona contro la Lega per il rinvio di Juventus-Napoli e scrive una dura lettera in cui chiede chiarimenti, correzioni e l’eventuale spostamento di Roma-Napoli. Il club giallorosso si fa sentire e raccoglie anche le richieste dei tifosi che sui social hanno dato vita a un tam tam da più di 10mila tweet, entrando anche in trending topic. Rinviate Roma-Napoli, è il grido del popolo romanista e non solo, anche per salvaguardare la “credibilità del calcio italiano”. “Vogliamo rispetto!”, è stato il leit motiv dei migliaia di pensieri e commenti circolati in queste ore. “Il rinvio di Juventus-Napoli è illegittimo”, “La Roma tira fuori i denti, il rispetto prima di tutto!”, “La Roma ha ragione, la Lega Calcio cambia le regole in corsa“. La parola ‘rispetto‘ ricorre davvero tante volte, per i colori giallorossi sì, ma anche per tutti i tifosi e per il calcio in generale.

    La lettera inviata dalla società è circolata subito in maniera virale sui social e ha reso anche orgogliosi i tifosi, che per la prima volta da tanti anni si sono sentiti difesi dai Friedkin. “Un club che tiene ai tifosi e alla squadra, sono orgogliosa”, “La morale è che al cavaliere nero non dovete dare fastidio”, scrive un utente citando una storica barzelletta del grande Gigi Proietti ma associandola alla foto di Dan e Ryan Friedkin. “Fiero di voi, cazzuti!”, “Era tanto che non veniva difesa la Roma”, commentano altri citando invece delle parole di Dino Viola. LEGGI TUTTO

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    Benevento, Foggia: “Non si può perdere così. Tutti in ritiro. E Inzaghi resta”

    BENEVENTO, ITALY – NOVEMBER 28: Filippo Inzaghi Benevento Calcio coach gestures during the Serie A match between Benevento Calcio and Juventus at Stadio Ciro Vigorito on November 28, 2020 in Benevento, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

    La sfida con la Fiorentina era uno spartiacque stagionale per il Benevento. E il verdetto del campo lascia poco spazio alle interpretazioni. I sanniti dovranno sudarsi la salvezza. Impresa diventata molto più complicata nelle ultime giornate e resa ancor più difficile dal poker servito dalla Fiorentina che permette ai viola di incamerare tre punti pesantissime e portarsi anche in vantaggio negli scontri diretti. Parla la società. Foggia  analizza la sfida ai microfoni di Sky Sport.

    APPROCCIO – La chiave è nel primo tempo, disastroso, del Benevento. Approccio totalmente sbagliato. Il direttore ha preso provvedimenti. “In questo momento allenatore e squadra devono isolarsi. In questi momenti parla la società. Da domani inizierà un ritiro. Inzaghi è confermato, non è la prima volta che un allenatore non si presenta ai microfoni dopo una partita, ma è giusto che ci sia un confronto da uomini da parte di tutti. Il momento dura da un po’ troppo. Quindi è evidente che ci sono delle difficoltà che ci stiamo trascinando. Questa squadra deve farsi un esame di coscienza e trovare la soluzione. Allenatori e giocatori sono gli stessi del girone d’andata. Quindi il problema è mentale. Da uomini è il momento di uscirne, se si è capaci di farlo”.

    SALVEZZA – La permanenza è ancora possibile, ma non è più così scontata. L’effetto sorpresa sembra svanito ed ha lasciato in eredità una squadra in grave difficoltà. La squadra non vince da gennaio. Foggia recrimina anche su qualche episodio come il presunto fallo di mano di Caceres ma non accampa scuse. “La mano non è attaccata al corpo. Noi sbagliamo i gol, li prendiamo, ma gli arbitri perlomeno potrebbero andare a rivedere certe immagini. Se c’è il Var usiamolo. Comunque non cerchiamo alibi. La nostra prestazione è e resta incolore al netto dell’episodio puntualizzato. Abbiamo 26 punti, non sono pochi per l’obiettivo che ci siamo prefissati, ma c’è modo e modo per non fare punti. Queste sono sconfitte che pesano per come arrivano. Non si può iniziare a giocare dopo aver preso tre gol. E la prova è nel secondo tempo, quando la squadra ha quasi riaperto la partita. Bisogna anche saper perdere, e questo non è modo”. LEGGI TUTTO