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    Si fa presto a dimenticare l’eliminazione in Coppa Italia e dalla Champions League. O meglio, in casa Inter questo è l’obiettivo: magari piazzando in bacheca uno scudetto che varrebbe tantissimo. Sportivamente (così si interromperebbe il dominio della Juventus, assoluta dominatrice in Italia da nove stagioni), di conseguenza dal punto di vista economico. Quanti sono i calciatori della rosa che peserebbero parecchio in ottica mercato? Quanti, già oggi, valgono di più rispetto all’inizio della stagione? L’elenco è ricco e lungo. E parte dalla difesa. LEGGI TUTTO

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    L’ex bomber sul reparto offensivo nerazzurro: “Tutti sanno bene come muoversi”

    L’eco della gioia ha scavalcato l’oceano ed è arrivata dall’altra parte del mondo, fino in Sudamerica. Hernan Crespo le ha sentite bene quelle urla, Lukaku e Lautaro che festeggiavano i gol e la straripante vittoria nel derby, e, incollato alla televisione, ha visto nei loro occhi la fama di gloria che vale quanto una promessa. LEGGI TUTTO

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    Pessina: “Ecco perché al Milan non è andata come volevo”

    Matteo Pessina (centrocampista Atalanta), obiettivo di calciomercato del Milan | AC Milan News (Getty Images)

    Atalanta, le parole di Pessina sulla sua esperienza al Milan

    Matteo Pessina, classe 1997, si sta mettendo in luce in Serie A nelle ultime due stagioni. Prima con la maglia dell’Hellas Verona di Ivan Jurić, quindi con quella dell’Atalanta di Gian Piero Gasperini

    Il club orobico detiene la proprietà del cartellino di Pessina dall’estate 2017, ovvero quando il giocatore, con un trascorso nelle giovanili del Milan, fu inserito nell’operazione che portò Andrea Conti in rossonero per un totale di 27 milioni di euro.
    24 milioni Conti, 3 milioni Pessina: queste furono le valutazioni dei cartellini dei due ragazzi. Ed il Milan, oggi, si mangia le mani perché Pessina, a Bergamo, è definitivamente esploso. In questa stagione ha già segnato 3 gol in campionato ed uno in Coppa Italia.
    Ma perché il Milan, all’epoca, non credette nelle qualità di questo calciatore? Lo stesso Pessina, in un’intervista esclusiva rilasciata ai microfoni del quotidiano ‘Repubblica‘ oggi in edicola, ha provato a dare uno spiegazione a questa situazione. Senza nessun rimorso o rammarico.
    «Ero giovane e senza esperienza, era giusto che la facessi altrove. Col Milan ho cercato di fare i passi più giusti in quel momento: non è andata nel migliore dei modi, ma nel calcio succede. Oggi sono contento di essere all’Atalanta e di tutto il mio percorso. Credo anche di avere lasciato buone tracce ovunque io sia stato».
    Ricordiamo, comunque, che il Milan vanta il 50% su un’eventuale, futura rivendita di Pessina e, dunque, qualora l’Atalanta decidesse di metterlo in vendita, i rossoneri ci guadagnerebbero. O incassando metà dei proventi della sua cessione, oppure riportando a casa il ragazzo, in scadenza con la ‘Dea‘ il 30 giugno 2022, a metà prezzo. Crisi Romagnoli, Maldini individua il sostituto. Vai alla news > > > LEGGI TUTTO

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    Careca ricorda Diego: “Era un leader. Andrò in Argentina per salutarlo al cimitero”

    Antonio Oliveira, meglio noto come Careca, è stato uno dei compagni più vicini a Diego Armando Maradona nei suoi anni al Napoli.

    Maradona, la rivelazione di Griselda Morel: “Gli scioglievano le pillole nella birra per farlo stare buono”

    I due hanno vinto insieme una Coppa Uefa e lo scudetto 1989/1990, ed erano amici anche fuori dal campo. L’ex attaccante brasiliano ha voluto omaggiare il Pibe De Oro con delle parole toccanti, sottolineando come fosse un leader nato: “Diego era sempre presente, nelle ore più difficili, era sempre lì. Sapeva della sua responsabilità. Sapevamo tutti che poteva risolvere solo una partita . Ma che una squadra si costruiva con un intero gruppo. Diego chiamava responsabilità, pretendeva qualcosa e i difensori prurivano. Incantava tutti. Dentro e fuori dal campo si batteva per il sostegno, il massaggiatore, per il quale non giocava ed era in panchina. Era un leader nato, era nato con la leadership”.
    Careca vuole in tutti modi offrire un ultimo saluto a Maradona, e nelle prossime settimane vorrebbe recarsi a Buenos Aires per visitare la tomba del Diez: “Ho intenzione di andare a Buenos Aires, andrò con mia moglie per due, tre o quattro giorni. Voglio andare in Argentina per salutare Diego al cimitero. Diego ha detto, quando è venuto a casa mia in San Pablo, quella la prima cosa che volevo vedere la tomba di Ayrton Senna. Era un idolo, gli piaceva molto Ayrton. Questo lo ha segnato molto. Ha sempre idolatrato le persone che davano gioia al mondo. Voglio andare a Buenos Aires per vedere la sua famiglia”. LEGGI TUTTO

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    Da pazza a gruppo: il primato dell'Inter nasce così. Ibra, prima San Siro poi Sanremo

    Il fattore Conte c’è stato, certo. E in assenza dell’azionista (Zhang ormai è in Cina da mesi) il club nerazzurro ha fatto da sé. In casa rossonera invece, tiene banco il caso del suo centravanti…

    Un anno fa tra metà febbraio e i primi di marzo, l’Inter con due sconfitte (Lazio e Juve) rinviava l’assalto allo scudetto tra gli sfottò dei tifosi avversari che assistevano all’ennesimo naufragio delle illusioni nerazzurre. LEGGI TUTTO

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    Juve, sei tu l'anti-Inter. Ma il Milan c'è

    Conte ha migliorato tutti i suoi giocatori. Dietro la Juve corre veloce e Pioli deve trovare una chiave tattica

    Antonio Conte è come il lavoratore che ha fatto fortuna, ma preferisce i panni di un tempo alle stoffe pregiate da nuovo benestante. Si è sempre tenuto stretto chi rinnovava il sacrificio e l’umiltà dei Giaccherini e dei Padoin. Poi però ha capito che questa Inter aveva bisogno di una veste più sciccosa per crescere e, come un artigiano di San Gregorio Armeno, si è messo a lavorare su tre statuine: Hakimi, che ha imparato a difendere; Perisic, diventato un sapiente equilibratore; Eriksen, che ha aggiunto corsa e sacrificio tattico al talento. LEGGI TUTTO