consigliato per te

  • in

    Declino Cagliari: un mercato di figurine e il disastro Di Francesco

    I nomi dell’organico dei sardi sulla carta sarebbero da ben altra posizione classifica, ma la realtà è diversa. Il tecnico non è nemmeno la brutta copia di quello visto a Roma. E ora rischia, con Semplici alla porta

    Il terribile declino del Cagliari, la salvezza oggi è a cinque punti, contiene un mix di errori con pochi precedenti. Il peggior Di Francesco in carriera, il bis sardo dopo l’incompiuta in casa Samp, è il primo e non trascurabile aspetto. Un mercato fatto di figurine ma che fin qui non ha consentito di arrivare a metà dell’album. LEGGI TUTTO

  • in

    Paura in Ascoli-Salernitana: Dziczek esce in ambulanza

    Tragedia sfiorata al Del Duca di Ascoli, dove il 22enne Patryk Dziczek è stato costretto a lasciare il campo in ambulanza nel finale del match di Serie B vinto oggi dalla Salernitana sul campo dei marchigiani. È l’86’ quando il centrocampista polacco della squadra campana, entrato un quarto d’ora prima al posto di Capezzi, si accascia a terra senza sensi. 

    Momenti di panico
    La formazione ospite è avanti 2-0 grazie alla doppietta segnata da Tutino nel primo tempo, ma in quegli attimi nessuno pensa più al risultato. C’è il panico tra i giocatori con l’arbitro che interrompe il gioco per far entrare l’ambulanza, i sanitari possono così prestare i primi soccorsi al giocatore polacco, che riprende conoscenza e viene trasportato all’ospedale dove verranno svolti i necessari accertamenti.

    Guarda la gallery
    Paura in Ascoli-Salernitana: malore per Dziczek e ambulanza in campo

    Episodio simile a settembre
    “Dziczek è cosciente e in questo momento si trova in ospedale”, ha confermato dopo il match Epifanio D’Arrigo, medico sociale della Salernitana. “A settembre ha avuto lo stesso episodio, simile nella forma – ha aggiunto il dottore prima di raggiungere il calciatore presso il nosocomio marchigiano -. Allora furono fatte tutte le indagini con esito negativo. Oggi Dziczek non è stato defibrillato, ha solo perso i sensi”. LEGGI TUTTO

  • in

    Baresi: “Milan da scudetto? Può giocarsela, senza avere paura di dirlo”

    Il vicepresidente onorario rossonero: “Ce la giocheremo fino in fondo. Sui rinnovi il club farà di tutto per trovare gli accordi giusti. Ibra-Lukaku: non succederà nulla. Pioli? Merita un 8”

    Ne ha giocati oltre trenta sul campo e vissuti ancora di più dalla tribuna, soffrendo ed esultando lungo una sorta di corridoio spazio-temporale da cui Franco Baresi non ha mai deviato. La sua è una strada lastricata di interminabile asfalto rossonero, iniziata a metà degli Anni Settanta. Prima da calciatore, poi da allenatore e infine da dirigente. Lui, che nell’immaginario collettivo e nella mitologia del popolo rossonero rappresenta da sempre “il” Capitano, ovviamente con la C maiuscola, qualche mese fa è stato nominato vicepresidente onorario del club. Perché se è vero che il nuovo Milan di Elliott deve necessariamente guardare avanti, è vero anche che se il Milan a un certo punto è arrivato sul tetto del mondo lo ha fatto grazie a giocatori come lui. LEGGI TUTTO

  • in

    Da Thorpe a Rapinoe e Egonu: quanti coming out nello sport, non sempre facili

    Le parole di Lahm, che consigliava ai calciatori di non rivelare la propria omosessualità, hanno scatenato una bufera. Ma sono tanti gli atleti ad averlo fatto: per alcuni è stato semplice, altri sono stati discriminati e c’è pure chi è arrivato al suicidio

    Uno dopo l’altro, tutti muri vengono abbattuti. Divisioni, discriminazioni, limiti culturali derivanti dal passato e ancora difficili da superare. Le parole dell’ex capitano della nazionale tedesca Philipp Lahm su quanto sia opportuno per un calciatore omosessuale fare coming out hanno scatenato fiumi di proteste, passando dalla constatazione di un ambiente ostile, a un’offesa verso il mondo gay. LEGGI TUTTO

  • in

    Antonelli: “Gigio? Il segreto è la famiglia. E il Milan dovrebbe fare una statua a Sinisa”

    L’ex difensore rossonero era titolare quando Mihajlovic fece debuttare Donnarumma in Serie A: “È diventato il più forte portiere al mondo. Il derby? Spero vinca l’unica squadra di Milano…”

    Ventisette gradi la massima, ventuno la minima. Le temperature a Miami non sono malaccio, per chi – come Luca Antonelli – sta per partire in direzione Florida per lavoro. L’ex terzino del Milan, uomo da 214 presenze in A in una carriera che s’è tinta anche d’azzurro, ha firmato per il Miami FC: “Conosco il presidente, a fine gennaio s’è concretizzata l’opportunità della Mls e sarà un’esperienza splendida per la mia famiglia”. A 34 anni è il momento giusto. LEGGI TUTTO

  • in

    Parma, D'Aversa: “Gli errori sono colpa mia. Convinto di poter salvare la squadra”

    VERONA, ITALY – FEBRUARY 15: Roberto D’Aversa, Head Coach of Parma Calcio looks on prior to the Serie A match between Hellas Verona FC and Parma Calcio at Stadio Marcantonio Bentegodi on February 15, 2021 in Verona, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images) LEGGI TUTTO

  • in

    Il primo maestro di Gigio: “L'ho visto crescere. Fosse per lui, firmerebbe per il Milan a vita”

    Donnarumma nel derby farà 200 partite in A. Parla Magni, l’ex preparatore dei portieri con cui debuttò nel 2015: “Emozione incredibile”

    La cifra è rotonda, robusta e stupefacente: 200 presenze in campionato a nemmeno 22 anni. Presenze che Gigio Donnarumma toccherà domenica nel derby, mentre il compleanno lo festeggerà in campo giovedì 25 febbraio, giorno di Milan-Stella Rossa. Esatto, 200 partite in Serie A a un’età straordinariamente giovane. Tanto da essere il più piccolo nella storia del calcio italiano ad aver raggiunto questo traguardo. Se c’è una bandiera a scacchi, però, c’è anche un inizio. Nel caso di Gigio è stato il 25 ottobre 2015, giorno di Milan-Sassuolo, quando Mihajlovic si prese la responsabilità di farlo debuttare in prima squadra a 16 anni. La favola di Donnarumma è nata quella domenica, frutto di un lavoro iniziato nelle giovanili e portato avanti in prima squadra da Alfredo Magni, preparatore dei portieri rossoneri. Magni, al Milan dal 2014 al 2018, ama definirsi un “tutor” nei confronti di Gigio, perché l’ha allenato, preparato e “costruito” nell’età in cui Donnarumma ha iniziato a studiare da campione ma era ancora ragazzino. E adesso che sta per toccare questa cifra quasi imbarazzante, per quanto è pazzesca, l’emozione è comprensibile. LEGGI TUTTO