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    Altafini: “Vi spiego perché Rivera è il più grande insieme a Baggio”

    Ricorda José: “Gianni era fortissimo. Aveva grandi intuizioni. In più, segnava! E quell’assist col Benfica…”

    Nel Milan che abbracciava il ragazzino Gianni Rivera c’era un giovanotto di ventidue anni che qualcosina aveva già vinto: un Mondiale col Brasile, uno scudetto col Milan… José Altafini, con la sua travolgente vivacità, ritorna con la mente a quei giorni: “Gianni lo segnalò Franco Pedroni, libero e allenatore dell’Alessandria, cognato del nostro difensore Alfio Fontana. Così fu organizzato un provino: si capiva che aveva qualcosa di speciale. Alla prima partita del campionato successivo (1959-60, n.d.r.) andammo in trasferta proprio ad Alessandria, perdendo 3-1, e Gianni giocò benissimo. Al ritorno a San Siro, stesso risultato, ma stavolta per noi: Rivera segnò il loro gol. L’anno dopo era in squadra con noi”. LEGGI TUTTO

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    Rivera-Milan, un amore lungo 60 anni: ecco come Gianni è diventato una leggenda

    Il 1960-61 è la prima stagione rossonera di un ragazzo diventato fuoriclasse e leader. Dal provino sotto il diluvio ai trionfi: la sua storia

    Rivera uguale bandiera, è tutta un’era rossonera. Potrebbe essere uno striscione della Curva Sud a San Siro, è il succo dell’avventura di Gianni nel Milan, un amore che resiste da una vita. Sono passati sessant’anni dal primo campionato di Rivera con il Diavolo, il 1960-61, la rivelazione di un fuoriclasse diventato simbolo indiscusso almeno per due decenni in campo, nei primi Ottanta da dirigente. Ancora oggi, l’ex capitano è un totem: quando parla del Milan non usa il loro, ma sempre il noi. LEGGI TUTTO

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    Almeyda: “Che carattere Conte e Simone Inzaghi. E vorrei Moratti presidente”

    L’ex di Inter e Lazio: “Se un mio giocatore rubasse il cartellino all’arbitro come ho fatto io lo appenderei al muro. Ma poi ci parlerei”

    Era il 2003 e Matias Almeyda, di nerazzurro vestito, incrociò la sua cara vecchia Lazio: “Trefoloni mi caccia e io che faccio? Gli tolgo il cartellino e scoppia il putiferio”, ricorda l’argentino dalla California. Era fatto così, tutto sangue e follia, ma adesso ha scoperto nuova saggezza zen da allenatore dei San José Earthquakes in Mls. A Roma dal 1997 al 2000, poi a Milano dal 2002 al 2004: per questo stasera a San Siro si gioca la “sua” partita e Matias non la perderà “per niente al mondo”. LEGGI TUTTO

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    Il sabato nero di Pioli e Pirlo. Conte vede la vetta e il derby

    Milan troppo brutto per essere vero. Juve battuta da un Napoli che he messo in campo la stessa grinta dei bianconeri. E che disparità di trattamento tra il bianconero e Gattuso…

    La caduta degli dei. Crolla il Milan capolista, preso a pallate da uno Spezia favoloso. Cade a Napoli la Juve dei 9 scudetti. Un sabato rivoluzionario che incendia un campionato fantastico. Tutto ancora più compresso e in bilico. Stasera l’Inter, battendo la Lazio, può passare al comando (+1) e lasciare i bianconeri a -8. Ma la Lazio (come la Roma) giocherà ingolosita dalla prospettiva del terzo posto. LEGGI TUTTO

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    Gattuso l'ammazzaJuve, eppure lascerà comunque il Napoli: ecco perché

    Dal gennaio 2020 Rino ha battuto 3 volte su 4 la Juve, ma il rapporto con De Laurentiis si è rotto definitivamente

    Dall’inizio del 2020 c’è un solo allenatore che ha battuto tre volte (su quattro) la Juventus: il suo nome è Lando Buzzanca, pardon Rino Gattuso. Eppure a sentire certe correnti di pensiero napoletane, sembra che il tecnico calabrese abbia fatto solo disastri in questi 14 mesi di gestione della squadra azzurra. LEGGI TUTTO