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    Milan, Giroud non può far tutto: servono i gol di Okafor e Jovic

    Per preservare il francese spazio al turnover, ma i sostituti per ora non sono stati all’altezza

    Sabato 30 settembre, quando il Milan ospiterà la Lazio, Olivier Giroud festeggerà 37 anni. Difficile che Pioli gli regali un po’ di riposo: contro una big vorrà schierare i suoi uomini migliori. Il punto è che dietro Giroud, c’è il vuoto di gol. Olivier compensa e riempie l’area, ma non può bastare: la carta d’identità e il numero di candeline sulla torta non mentono. Finora, a 36 anni, 11 mesi e 21 giorni, il 9 rossonero è stato impegnati in cinque partite con il club e in una con la nazionale francese. Con il Milan è sempre partito titolare: nelle quattro di campionato (sostituito quando il risultato era ormai indirizzato) e nell’ultima sfida Champions, in cui è rimasto per 90’ in campo. Nel tempo a disposizione ha segnato 4 gol e servito 2 assist. Con la Francia aveva giocato i primi 26 minuti di gara con l’Irlanda e uscito per via di una caviglia dolorante. «Si gioca tanto, specie i nazionali, e i rischi aumentano», ha ammesso Pioli. Il suo problema è trovare valide alternative: Giroud l’infaticabile avrà necessariamente bisogno di rifiatare. Se servirà contro la Lazio e certamente nella successiva trasferta Champions contro il Dortmund, è ipotizzabile un turnover mercoledì, a Cagliari. 

    SOSTITUTI—  A chi affidare i compiti d’area? Okafor ha quattro presenze in Serie A ma occorre fare bene i conti: è rimasto in campo per un totale di soli 67 minuti, tutti da subentrato. Poco più di un’ora senza mai lasciare il segno. Curiosità: Okafor aveva convinto il Milan a investire su di lui dopo aver segnato un gol da avversario a San Siro. 

    FERMI A ZERO—  In rossonero non ha ancora concesso il bis e a parte un cartellino giallo contro la Roma, gara in cui aveva offerto un contributo da mediano aggiunto più che da attaccante di razza, poche altre note da segnalare. Un jolly d’attacco, ma non un cannoniere: al massimo è arrivato a quota 9 in campionato con il Salisburgo. Mai in doppia cifra. Dell’avventura rossonera di Jovic ancora meno da segnalare: 13 minuti nel derby, entrato sul 3-1 per provare a riaprire la partita, e spettatore due minuti dopo del poker nerazzurro. Per caratteristiche tecniche e fisiche Pioli lo considera il vero vice Giroud. Senza però aver avuto tempo di indirizzarlo secondo le necessità di squadra: il serbo è arrivato nell’ultimo giorno di mercato e ripartito subito dopo per rispondere alla chiamata della nazionale. Nel 2018-19 la sua miglior stagione: 17 gol con l’Eintracht Francoforte in Bundesliga. Poi 2 in Liga con il Real e 6 con la Fiorentina in A. Motivo per cui non era la prima scelta del club, fino a poche ora dalla fine delle trattative impegnato a convincere il Porto a cedere il bomber Taremi. Uno dei due potrebbe giocare a Cagliari: ballottaggio da 50 e 50, o da 0 a 0. LEGGI TUTTO

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    È un Mkhitaryan mai visto: l’Inter accelera per il suo rinnovo

    Il contratto dell’armeno è in scadenza a giugno, ma il club non aspetterà il finale di stagione (come successo con Dzeko, Handanovic e D’Ambrosio, tutti partiti, o con De Vrij, trattenuto): Micki può firmare in tempi brevi il nuovo accordo e con lui anche Dumfries, vincolato fino al 2025

    La doppietta (più assist) nel derby di sabato è stata il punto esclamativo sull’ottimo inizio di stagione di Henrikh Mkhitaryan. Inzaghi considera l’armeno un giocatore talmente fondamentale e, per utilizzarlo sempre nelle prime quattro partite di campionato, ha sistematicamente mandato in panchina l’acquisto più costoso dell’estate nerazzurra, Davide Frattesi. A gennaio l’ex Roma compirà 35 anni, ma l’Inter non ha nessuna intenzione di perderlo. Per questo a breve porterà avanti i contatti con Rafaela Pimenta, l’agente di Micki, per il prolungamento del suo contratto. LEGGI TUTTO

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    Lazaro: “Questo è il posto ideale per me”. Soppy: “Walker e James i miei modelli”

    Esperienza ed esplosività per Juric: i due nuovi acquisti granata si sono presentati ai tifosi in conferenza stampa

    Inviato a Torino Mario Pagliara
    20 settembre

    – torino

    Oltre il ruolo, c’è un sorriso grande così a tenere insieme l’esperto Valentino Lazaro e il giovane, giovanissimo, Brandon Soppy. A Salerno, il primo ha inciso partendo titolare, il secondo è entrato in corsa cominciando a far brillare il suo potenziale. “Abbiamo sicuramente iniziato bene il campionato – racconta Valentino Lazaro -, ma il nostro obiettivo resta quello di ragionare partita dopo partita. Adesso il nostro imperativo è testa bassa e pedalare, poi a febbraio potremmo cominciare a ragionare sugli obiettivi”. Lazaro è reduce già dallo scorso campionato con il Torino, ma da quest’estate è di proprietà dei granata. “Quest’estate ho voluto fortemente il Toro e volevo solo il Toro, perché qui conosco tutti e mi trovo benissimo con tutti. E sapevo che questo è il posto ideale per me”.

    talento—  Soppy, classe 2002, ha invece messo piede da poche settimane al Filadelfia, dopo le esperienze italiane a Udine e a Bergamo. “Nelle mie prime esperienze italiane, pur avendo giocato poco, ho imparato molte cose – riflette Soppy -, ma ora mi sento sicuramente pronto. Il Torino è stata la scelta giusta in questo momento della mia carriera, perché un allenatore come Juric mi potrà aiutare sicuramente tantissimo nella crescita. Ovviamente, i gol e gli assist sono importanti, ma io voglio aiutare la squadra a vincere perché questo mi rende felice”. Soppy sprigiona positività da ogni lato, con quel suo sorriso che emana felicità. Si riconosce l’attitudine naturale ad essere un uomo spogliatoio. “A me piace lavorare tantissimo, nella mia vita sono molto concentrato sul calcio. I miei modelli da bambino? Walker e Reece James”. LEGGI TUTTO