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    Mendicino, baby prodigio tutto libri e gol che ha stregato Gasp

    Dalla Dominante (come Pessina) al Renate, poi dal 2017 è nel vivaio nerazzurro. A 17 anni è un pilastro dell’Under 23 della Dea e il primo 2006 titolare in questa Serie C

    Bruciare le tappe non è mai stato un problema per Leonardo Mendicino, il nuovo che avanza in casa Atalanta. A soli 16 anni ha stregato mister Gasperini, che lo ha convocato in Serie A. E ora, a 17 compiuti meno di tre mesi fa, è diventato il primo classe 2006 titolare in questa edizione della Serie C. Pilastro della linea mediana della neonata Under 23, Mendicino è il classico centrocampista moderno, ambidestro, che abbina forza fisica e senso tattico. Contro la Virtus Verona, nell’esordio assoluto tra i professionisti, s’è imposto in mezzo al campo, contro avversari più grandi ed esperti, impressionando gli addetti ai lavori e figurando tra i migliori del match, nonostante la sconfitta per 2-3 della squadra B della Dea, al debutto in Serie C. LEGGI TUTTO

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    Il Rabiot di Sarri contro il Rabiot di Allegri: due calciatori diversi a confronto

    Il centrocampista francese arrivò in bianconero dal Psg insieme all’attuale tecnico della Lazio. E allora pareva tutto un altro giocatore

    Il ritorno di Maurizio Sarri all’Allianz Stadium riporta indietro di qualche anno. In particolare a quel mercato estivo del 2019, quando la Juventus aveva deciso di affidare al tecnico toscano le trame del suo cambiamento. Dopo Aaron Ramsey, Fabio Paratici piazzò il secondo parametro zero nella sera del 29 giugno: la storia bianconera di Adrien Rabiot comincia proprio da quel blitz parigino dell’ex uomo mercato juventino, abile a bruciare sullo sprint il Barcellona e qualche altro club. Quattro anni dopo, il centrocampista ha rinnovato per un altro anno (e potrebbe anche prolungare ulteriormente nei prossimi mesi) consolidando la sua posizione nel gruppo: in assenza di Alex Sandro è il vice di capitan Danilo, ma è soprattutto il riferimento principale di Max Allegri, che lo ha cambiato sensibilmente fino ad accompagnarlo l’anno scorso lungo la sua migliore stagione in carriera. Tra il prima e il dopo c’è un processo di crescita lento e articolato, messi a confronto i due punti estremi del percorso sembra vedere due giocatori completamente diversi tra loro. E invece si tratta solo del passaggio alla piena maturità calcistica.  LEGGI TUTTO