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    Udinese, fatta per il ritorno di Pereyra. Per il Tucu un anno di contratto

    Il centrocampista argentino vestirà la maglia bianconera anche in questa stagione: da luglio era svincolato, oggi il nuovo accordo con i friulani

    “Fanno dei giri immensi e poi ritornano”. In questo caso non è stato proprio un giro immenso, ma la storia tra l’Udinese e Roberto Pereyra continuerà almeno per un altro anno. Il “Tucu”, il cui contratto era scaduto il 1 luglio scorso, ha trovato un nuovo accordo con i bianconeri dopo aver trascorso l’estate da svincolato. Protagonista di una grande stagione nello scorso campionato con Sottil (5 reti e 9 assist in 36 partite), l’argentino ha collezionato 200 presenze in maglia Udinese, condite da 23 gol e 33 assist. LEGGI TUTTO

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    Delusione Juve Women: sconfitte ai rigori dall’Eintracht, già fuori dalla Champions League

    A Francoforte, bianconere out nella finale del primo turno della manifestazione dopo una maratona: 1-1 a fine supplementari, decisivo l’errore dal dischetto di Nystrom

    Era una trappola grande così, la Juve ci è rimasta impigliata. Finisce già a settembre il cammino in Women’s Champions League delle bianconere, eliminate dall’Eintracht Francoforte nella finale del mini torneo di primo turno riservato alle piazzate nei rispettivi campionati. Sono serviti 14 rigori, nel gran caldo del Frankfurt Stadion (27 gradi alle 13), per risolvere la sfida – 1-1 dopo i supplementari – tra le vice campionesse d’Italia e la terza forza dell’ultima Bundesliga: nella serie di tiri a oltranza, decisivo l’errore della subentrata Nystrom che si fa ipnotizzare da Johannes. L’Eintracht guadagna così l’accesso al secondo turno di ottobre, bivio che qualificherà alla fase a gironi. Quella che la Juventus non potrà raggiungere, per la prima volta da quando la Champions al femminile ha questa formula. Le speranze italiane di entrare tra le top 16 d’Europa – dove nessuna delle nostre squadre ha il posto garantito – restano a questo punto legate alla Roma (che un anno fa, di questi tempi, festeggiò invece dal dischetto contro il Paris Fc): le giallorosse, campionesse d’Italia, conosceranno il 15 settembre dall’urna di Nyon le avversarie nel playoff riservato alle squadre vincitrici dei tornei nazionali. 

    LA PARTITA—  I 120 minuti scorrono nel segno dell’equilibrio, anche se l’Eintracht colpisce nel primo tempo supplementare ben due traverse e va vicino a chiudere i giochi. I primi 45’ sono una lunga fase di studio – Beerensteyn, anticipata di un soffio in area, non sfrutta l’occasione migliore – ma la Juve ha comunque il merito di dare la scossa a inizio ripresa: su angolo battuto da Caruso, Girelli (totalmente dimenticata nelle marcature) calcia impegnando Johannes, con Cantore bravissima però a coordinarsi sulla ribattuta. Un gol che premia le letture di Montemurro – fresco di nuovo contratto fino al 2026 –, perché la giocatrice bianconera aveva preso all’intervallo, pochi minuti prima, il posto di Bonansea. L’Eintracht – evoluzione del club capace di vincere quattro Champions, l’ultima nel 2015, quando si chiamava solo Francoforte – resta però attaccato alla partita: da una palla persa da Boattin nasce la ripartenza letale condotta da Anyomi, che batte in velocità la già ammonita Cascarino e manda in porta (66’) Prasnikar per l’1-1. La parità dura fino al 90’, poi i supplementari che – come accennato – vedono la Juve all’angolo: l’unico squillo bianconero è un colpo di testa di Girelli, ma l’Eintracht arriva ai rigori mangiandosi le mani dopo i legni colpiti prima da Dunst, poi da Freigang (lob sulla traversa, nel tentativo di scavalcare il portiere). Dagli 11 metri sbagliano Cascarino da una parte, Hamshaw e Pavolek dall’altra, mettendo il match point per la Juve sul destro di Beerensteyn: Johannes, però, nega la gioia all’olandese. Si va a oltranza con altri quattro tiri, fino al destro scarico e centrale di Nystrom che si parcheggia lentamente tra i guantoni dell’efficacissimo portiere tedesco. La delusione è significativa. Dal prossimo weekend, per Sara Gama e compagne tornerà il campionato (debutto sul campo del Pomigliano). L’unico fronte su cui riversare, con innegabile amarezza, rabbia ed energie. LEGGI TUTTO

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    Gioco, nuova leadership e…: Juve, le quattro differenze tra quest’anno e l’anno scorso

    Crescita del gruppo dopo le difficoltà della scorsa stagione, novità proposte dall’allenatore e non solo: come sta prendendo forma il progetto 2023-24 della Signora

    Dove potrà arrivare la Juve di quest’anno lo si capirà strada facendo. Allegri ha fissato al 30 dicembre la deadline per esprimersi sull’obiettivo realistico, ben consapevole che non si possa scendere sotto il quarto posto per le esigenze economico-finanziare del club. Il progetto sta prendendo forma pian piano, rispetto alla passata stagione ci sono diversi aspetti nuovi, almeno in parte completamente differenti dal passato. Alcuni fanno capo allo stesso allenatore, altri sono da legare alla crescita del gruppo che può adesso ottimizzare gli insegnamenti presi nel periodo di difficoltà vissuto l’anno scorso.      LEGGI TUTTO

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    Pulisic: “Il Milan è arrivato al momento giusto. E se penso al futuro sono entusiasta”

    L’attaccante rossonero dal ritiro della nazionale Usa: “Per me è una bella ripartenza, mi sto divertendo e sono entusiasta per il futuro”

    Per uno come lui che era in cerca di riscatto, non poteva esserci inizio di stagione migliore. Christian Pulisic è uno dei nuovi eroi della gente rossonera, e non potrebbe essere diverso da così visto il suo impatto: tre partite da titolare, due gol, la media voto migliore della rosa (un lussuosissimo 7,16). Ma soprattutto una comprensione agile e veloce di ciò che gli chiede Pioli, agevolato dall’essere uno dei nuovi acquisti arrivati prima a Milanello.

    Per Christian una nuova vita, una rinascita dopo una parabola calante al Chelsea che era arrivata al punto di non ritorno. La voglia di tornare ai suoi livelli è immensa e il Milan è arrivato nel momento giusto: esigenze dall’una e dall’altra parte che hanno creato l’alchimia perfetta. Non stupisce quindi che dal ritiro della nazionale Usa, il fantasista rossonero spenda parole importanti per il Diavolo: “Per me è una cosa bella, una bella ripartenza. Sicuramente è stato il momento giusto, mi sto divertendo a giocare. Ora devo solo continuare e sono molto entusiasta per il futuro al Milan”. LEGGI TUTTO

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    L’ambizione dei Friedkin e i conti della Roma: come cresce il monte ingaggi giallorosso

    Con Dan al vertice, nell’era Usa la media del del club è passata da 124 a 154 milioni

    Interpretazioni. Se il denaro nel calcio diventa sinonimo di forza potenziale, la sensazione forte è che la famiglia Friedkin col passare del tempo abbia sempre più voglia di battere i pugni sul tavolo. A dimostrarlo, c’è il denaro che spende per la Roma. E non ci riferiamo agli oltre 750 milioni che, in poco più di tre anni, ha investito per il club tra acquisizione e ricapitalizzazioni. C’è anche altro, ovvero la materia prima del calcio del Terzo Millennio insieme al costo dei cartellini: gli stipendi.  LEGGI TUTTO

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    La Roma riposa e Mou vola dalla famiglia: prima in Portogallo e poi a Londra

    Il tecnico giallorosso, in due giorni, prima a Setubal dalla madre e poi nella capitale britannica da moglie e figli. Uno stop per staccare dalle preoccupazioni dopo il brutto avvio in campionato

    Benedetta sia la sosta. Deve aver pensato qualcosa del genere in questi giorni José Mourinho, che ieri ha concesso uno stop di un paio di giorni ai suoi giocatori. Non solo per il possibile recupero degli infortunati, ma anche per riuscirsi a godere almeno un po’ la sua famiglia. Lo Special One è partito venerdì pomeriggio da Fiumicino con un volo per il Portogallo. La prima tappa di questo particolare weekend è infatti Setubal, la sua città, dove ha potuto trascorrere del tempo con la madre Maria Julia. Oggi altro spostamento, aeroporto di Lisbona e nuovo volo, stavolta per Londra. La città dove – è cosa nota – vivono moglie e figli, ed è qui che Mou corre ogni volta che può. Di certo anche lui ha bisogno di distrarsi.

    classifica e infortunati—  La situazione della Roma lo preoccupa parecchio. Al di là dell’unico punto in classifica conquistato in tre giornate e del gioco che continua a latitare, a tenere sulle spine il tecnico giallorosso è la situazione infortunati. L’ultima situazione da chiarire è quella di Lorenzo Pellegrini, rientrato anzitempo da Coverciano per un risentimento muscolare al flessore destro. Ma da verificare ci sono anche le condizioni di Aouar e Renato Sanches che continuano a lavorare a parte, nonostante da Trigoria si dicano ottimisti rispetto al loro recupero. Quadro simile anche per quanto riguarda le condizioni di Zalewski e Dybala, che saranno valutati lunedì alla ripresa degli allenamenti. LEGGI TUTTO

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    Fabbian: “Io, le lacrime di nonno, le visite aspettando Samardzic. E ora volo col Bologna”

    Il protagonista della vittoria sul Cagliari si racconta: “Da piccolo studiavo Pogba, ho passato due giorni a Roma facendo gli esami per l’Udinese. L’Inter? C’è una recompra, ma per ora non ci penso…”

    dal nostro inviato Matteo Dalla Vite
    9 settembre

    – casteldebole (bologna)

    c i sarebbero i contorni per una sceneggiatura da film: il nonno ex calciatore cercato da Rocco, il primo gol in A al novantesimo, un’esultanza old style (un po’ alla Tardelli? Andiamoci piano…), quel sentirsi sballottato e in sala d’attesa per l’affare Samardzic-Inter mai andato in onda, lo scudetto con l’Inter Primavera, le lacrime da quindicenne quando la stessa Inter pareva sfumata, un allenatore che ti convince elencandoti non i pregi ma i difetti, poi l’errore da “Serie-tv” di Radunovic che ti apre un altro mondo. A vent’anni. “Certo che me la ricordo quella scritta sui muri in cui un innamorato scrive ‘Sei bella come un gol al novantesimo’. Ecco, il mio è stato pazzesco e bellissimo. Oltre che il primo in A. Un sogno vero realizzato”. Giovanni Fabbian è alto e tosto, tenace e sobriamente sfacciato, non ha tatuaggi (“Mi piace essere pulito…”), è un centrocampista interventista e in Bologna-Cagliari ha esordito al Dall’Ara così: entra sull’1-1 e in tre minuti fa il 2-1. Gol, gioco, incontro. Al minuto novanta. “E fra l’altro è successo davanti ad Alberto, Annalisa e Alessia, papà, mamma e mia sorella. Ah: in quello scorcio di gara ho preso anche una botta che mi ha fatto saltare l’Under 21: non mi sono fatto mancare nulla, ecco…”.  LEGGI TUTTO

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    Stesso ruolo, filosofie opposte: Calha e Krunic, il derby del regista diverso

    Prima di essere collocati al centro della mediana entrambi hanno fatto un lungo pellegrinaggio per il campo. Adesso per Inzaghi e Pioli sono indispensabili davanti alla difesa. Ma ognuno… a modo suo

    Li accomuna il fatto che nessuno dei due nasce lì. In quei metri quadrati delicati, preziosi e bollenti. Lì – ovvero al centro della mediana, davanti alla difesa – Hakan Calhanoglu e Rade Krunic ci sono finiti nel corso del loro pellegrinaggio tattico. Per merito, ovviamente, perché da quelle parti c’è una delle porte di ingresso della squadra, e possederne le chiavi è una responsabilità grande. Li accomunano anche i trascorsi da trequartista, per qualcuno di più (Calha) e per qualcuno di meno (Krunic). Modi diversi di intendere il ruolo, perché diversi sono i giocatori. Una diversità che rimane anche ora, nel cuore del centrocampo. Nel cuore del derby. LEGGI TUTTO