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    Il giocoliere, il “matto”, l’incompreso: i 10 olandesi indimenticabili dell’Inter

    Klaassen è il dodicesimo “oranje” a vestire nerazzurro. Il primo fu Wilkes, a fine anni Quaranta. Da Sneijder a Bergkamp, San Siro ha esultato e fischiato

    L’arrivo di Davy Klaassen porta a dodici gli olandesi che hanno vestito la maglia nerazzurra. La Top 10+1 parte dal primo, Wilkes Faas, e arriva al penultimo, Denzel Dumfries. Un paio di fuoriclasse, un rimpianto grandissimo e tanti buoni/ottimi giocatori. Con una meteora dimenticata da tutti.  LEGGI TUTTO

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    Il segreto del Milan d’assalto di Pioli: come funzionano i terzini-mediani

    Pioli chiede a Theo e Calabria di avanzare molto di più diventando centrocampisti aggiunti e dando slancio alla manovra

    La parola chiave è verticalità. Che non a caso, fa rima con imprevedibilità. Il dizionario del nuovo Milan parte da qui e da concetti di gioco chiariti dalle prime tre vittorie in campionato. La ricostruzione rossonera passa poco o nulla dallo scambio orizzontale: la squadra di Pioli si diverte soprattutto alzando la testa e andando all’attacco. Per farlo, uno dei cambiamenti più evidenti è nel lavoro dei terzini. Sempre più proiettati in avanti.  LEGGI TUTTO

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    Da Facundo Gonzalez a Yildiz: la Juve di oggi pensa a domani, puntando sui giovani

    I bianconeri si sono assicurati il difensore campione del mondo Under 20: Facundo Gonzalez. L’uruguaiano è arrivato dal Valencia, operazione da 3 milioni bonus compresi: prospettiva da prima squadra. Per questo il classe 2003 è stato dirottato immediatamente alla Sampdoria, in prestito, così per avere la possibilità di giocare molto e fare esperienza. Con l’addio di Alex Sandro previsto per l’estate prossima, il centrale mancino potrebbe candidarsi anche al rientro alla Juventus. LEGGI TUTTO

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    Il Genoa compie 130 anni. Buon compleanno, “guasto d’amore”

    È il titolo della recente canzone di Bresh, tifoso rossoblù la cui storia s’incrocia (anche) con quelle di De André, Brera, Sinatra ed è stata segnata dalle tante disillusioni che si racchiudono in una domanda: “Sei genoano e vuoi anche vincere?”

    Primi a nascere, ultimi a morire. Così recita uno slogan dei tifosi del Genoa. Sul primo assunto, nessun dubbio: il Genoa è il club calcistico più antico d’Italia. Nato il 7 settembre 1893, tra pochi giorni festeggerà il 130esimo compleanno. Quanto al resto, chi lo sa, ma se morisse, il Genoa rinascerebbe un attimo dopo perché ha radici ultracentenarie e profonde, impossibili da estirpare. Genoa è l’equivalente inglese di Genova. A volte qualche telecronista o opinionista disattento ci casca e lo chiama Genova, in italiano, come ai tempi del ventennio fascista, quando le parole straniere erano vietate. Il Genoa si chiama Genoa perché venne fondato da un gruppo di cittadini di sua maestà la regina Vittoria, all’epoca regnante sulla Gran Bretagna e sul relativo impero. Accadde appunto il 7 settembre 1893, alle ore 21, nella sede del consolato britannico di Genova, in via Palestro 10 interno 4. Lo battezzarono Genoa Cricket and Athletic Club: quei signori, per lo più armatori e imprenditori legati ai traffici del porto, erano appassionati di cricket e di atletica. Dal primo giorno prese però corpo una sezione dedicata al pallone, un ramo che diventò via via preminente, fino a determinare il cambio di nome della società, nel 1899: Genoa Cricket and Football Club. Cricket e calcio, un binomio molto british. A Genova resiste il vezzo di dire “Cricket” per dire Genoa. Il simbolo è il grifone, mutuato dallo stemma della città. LEGGI TUTTO

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    Roma, ok Lukaku ma cresce il malumore. E Mourinho finisce nel mirino

    Un punto in tre partite e gioco che non convince. L’arrivo del bomber belga non basta più. E sul tecnico portoghese piovono critiche

    L’arrivo di Lukaku aveva elettrizzato l’ambiente  giallorosso, ma i risultati della squadra, un punto in tre partite. stanno smorzando l’entusiasmo. E sui social, in questo momento, il responsabile è solo lui: José Mourinho. 

    le critiche—  Lo Special One è bersagliato da critiche: “Partita indecenete”; “Preparazione atletica ridicola”;  “Un tiro in porta e la colpa è dell’arbitro”; “La squadra non ha un gioco, non c’è un’identità”; “Non arriva a mangiare il panettone, sono solo alcuni dei tweet, quelli meno duri, contro il tecnico. E Mourinho come ha reagito?

    in silenzio—  Il portoghese al termine della partita ha deciso di non parlare. Mou nel primo tempo aveva protestato e criticato la decisione di concedere il rigore al Milan per fallo di Rui Patricio su Loftus-Cheek. Una scelta che sui social in molti non approvano: “Deve metterci la faccia!”.  LEGGI TUTTO