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    Roma, tre giovani da lanciare: chi sono e cos’ha in mente Mou per loro

    Dopo aver ceduto Tahirovic, Volpato e Missori, i giallorossi hanno altri ragazzi buoni per la prima squadra

    C’è un tesoro che non si consuma, un pozzo dei desideri a cui poter sempre attingere. Non nascondiamolo, da quando il settore giovanile della Roma è stato ristrutturato, in ogni stagione sembra possibile tirare fuori dei piccolo gioielli da lucidare in prima squadra, per poi decidere come valorizzarli al meglio. Negli ultimi giorni, infatti, hanno fatto rumore le cessioni di Bejamin Tahirovic all’Ajax, Cristian Volpato e Filippo Missori al Sassuolo: tre ragazzi che, pur avendo accumulato meno di mille minuti complessivi in prima squadra, hanno portato nelle casse del club giallorosso ben 18 milioni, più una serie di bonus e variabili percentuali sulle future rivendite. Un segnale chiaro della bontà del lavoro portato avanti dall’area tecnica diretta dal general manager Tiago Pinto, in sinergia con il coraggio di José Mourinho nel dare spazio ai più giovani ogni volta che ce ne sia la possibilità. Non è un caso che due come Nicola Zalewski ed Edoardo Bove, entrambi appena ventunenni, siano ormai dei punti fermi della prima squadra, tanto da aver attirato anche l’attenzione di società italiane e straniere. Ma il passato è passato. Per questo adesso la società lucida tre delle possibili nuove perle del prossimo futuro: Giacomo Faticanti, Niccolò Pisilli e Luigi Cherubini.  LEGGI TUTTO

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    Barzagli: “Giuntoli sa di calcio. Zaniolo è un’occasione, terrei Vlahovic”

    L’ex difensore bianconero: “Allegri ha rifiutato l’Arabia perché vuole far bene con la Juve e zittire i critici”

    Andrea Barzagli, il professore della difesa per dirla alla Mourinho, ha appena terminato un giugno da studente sui banchi del Master per allenatori di Coverciano. “Nei giorni scorsi — racconta l’ex difensore della Juventus, campione del mondo con l’Italia di Lippi 2006 — ci ha fatto lezione anche Sarri. E alla fine Maurizio e io ci siamo ritrovati a parlare di Rabiot…”. LEGGI TUTTO

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    Il trionfo dei Coldplay è una lezione di calcio

    La band inglese ha conquistato San Siro con intensità, fantasia e appartenenza. La polemica di Briatore e il buon esempio di Weah

    I Coldplay hanno chiuso la stagione di San Siro con quattro concerti sold out, per un totale di oltre 230 mila spettatori. Epilogo festoso per il Meazza che, in quest’annata di calcio, ha raccolto regolarmente un pubblico numeroso attorno a Milan e Inter e ha celebrato due derby da Champions League, dopo 20 anni.  LEGGI TUTTO

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    Zappacosta: “L’Europa è come tornare a casa. Gasp via? Macché, era il primo a spingere”

    L’esterno che ha sposato la Dea per la seconda volta e domani si sposa: “Bergamo mi ha riaccolto, adesso è davvero nel mio cuore”

    d opo aver sposato Bergamo per la seconda volta, due estati fa, Bergamo diventerà la città dove Davide Zappacosta vivrà da sposato. E domani il suo matrimonio con Camilla Morelli potrebbe essere una sorta di preraduno dell’Atalanta, otto giorni prima di quello ufficiale dell’11. “Doveva essere ai primi di giugno, ma non ci siamo stati dentro con i tempi. Ora ci sono le vacanze e la cerimonia sarà a Sora: un po’ scomodo, ma qualche compagno dovrebbe esserci”.  LEGGI TUTTO

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    Giuntoli, e poi? Juve, come cambia la squadra dirigenziale

    L’arrivo del nuovo uomo mercato cambia l’organizzazione bianconera: i ruoli di Manna, Cherubini e…

    L’arrivo di Cristiano Giuntoli alla Juventus apre una nuova era del club. L’ex dirigente del napoli andrà a capo dell’area sportiva bianconera, con una visione quasi esclusiva – almeno nel primo periodo – sulla prima squadra. Il suo ingresso in società sarà graduale e andrà avanti per priorità: il primo nodo da sciogliere per il neo direttore sarà riportare la Signora a una dimensione vincente. Ovviamente per opera dell’allenatore che dovrà supportare e della squadra che – conti alla mano – dovrà mettere nelle condizioni di essere competitiva nonostante un ridimensionamento dei costi. LEGGI TUTTO

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    D’Amico, talento espresso solo in minima parte. Era il ragazzino della Lazio ’74

    Per il campione scomparso il calcio e la vita andavano presi con leggerezza e divertimento. Amatissimo dai tifosi, è il giocatore forse più sottovalutato del calcio italiano

    Vincenzo D’amico, 68 anni, bandiera della Lazio – con cui ha vinto lo scudetto nel ’74 – è scomparso ieri a Roma. Gran parte della sua carriera è stata con la maglia biancoceleste, con ben 336 presenze e 49 gol. Ma ha giocato anche nel Torino, che aveva puntato forte sul suo talento. All’inizio di maggio aveva annunciato su Facebook di avere un tumore. “Mi dicono che i malati oncologici tirano fuori forze inaspettate. Io ci sto provando”.  LEGGI TUTTO

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    Da Re Cecconi a D’Amico, Lazio campione e maledetta

    Tra i biancocelesti che conquistarono lo storico scudetto del 1974 sono tanti quelli scomparsi troppo presto: è la più straziante Spoon River del calcio italiano

    Di maledetto c’è solo il destino. Quella Lazio, quella squadra. Una formazione-calvario, da recitare sottovoce, con il groppo in gola, l’anima rigata e le lacrime a invadere gli occhi. Dormono sulla collina, dormono in tanti, troppi, tutti strappati con violenza dall’album dei ricordi, figurine scollate dalla vita, fiori recisi in un campo seminato a dolore. Quella Lazio, la più straziante Spoon River del calcio italiano. LEGGI TUTTO