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    Capitano coraggioso dalla tecnica sopraffina: la carriera di D’Amico

    Vincenzo D’Amico è scomparso a 68 anni. All’inizio di maggio aveva annunciato su Facebook di avere un tumore. Campione d’Italia nel 1974 con la grande Lazio di Maestrelli e Chinaglia, D’Amico è stato una bandiera biancoceleste per sedici anni (dal 1971 al 1986 con solo una breve parentesi nel Torino) con ben 336 presenze e 49 gol: ripercorriamo la sua carriera LEGGI TUTTO

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    Samaden: “Dal provino a Cassano al sogno Donnarumma, vi racconto la mia Inter”

    L’ex responsabile del settore giovanile passa all’Atalanta dopo tre decenni ai nerazzurri cominciati come allenatore degli Esordienti: “Qui i ragazzi possono crescere serenamente, è il segreto per vincere. E quei cross di Dimarco…”

    Ieri sera ha fatto come sempre: è rimasto a lavorare nel suo ufficio al Centro Giacinto Facchetti fino alle 18, poi è uscito chiudendo la porta. Per l’ultima volta perché, dopo 33 anni trascorsi tra panchina (16) e ruoli dirigenziali (17), Roberto Samaden ha lasciato l’Inter. In nerazzurro ha vinto 17 scudetti e giocato 24 finali, ha scoperto e/o fatto crescere nel vivaio talenti come Federico Dimarco, Federico Bonazzoli, Cristiano Biraghi, Nicolò Zaniolo, Andrea Pinamonti, Davide Faraoni, Cesare Casadei, Alfred Duncan, Daniel Bessa, Marco Benassi, Wilfried Gnonto, Giovanni Fabbian e Michele Di Gregorio oltre ai fratelli Esposito e ai fratelli Carboni. LEGGI TUTTO

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    Scalpita l’esercito dei prestiti: da oggi l’Inter ha 26 giocatori in più

    Il 1° luglio è il giorno in cui rientrano ufficialmente alla base tutti i calciatori che anno trascorso la stagione altrove a titolo temporaneo: quasi nessuno resterà nerazzurro nella prossima stagione e altri sono già stati ceduti

    Presi tutti insieme sarebbero troppi per formare una sola rosa, figuriamoci a completamento di quella che già è a disposizione di Simone Inzaghi. Oggi è il 1° luglio e rientra ufficialmente alla base tutta la trentina di calciatori che l’Inter ha mandato in prestito nella scorsa stagione. Alcuni di loro sono già partiti a titolo definitivo senza passare dal via, ma i 28 restanti sono ancora troppi e molti di loro saranno ceduti anche in virtù delle sempre più stringenti limitazioni sui prestiti. LEGGI TUTTO

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    Mercato, gioco e rapporti: Giuntoli-Allegri, le tappe per costruire il nuovo asse Juve

    Il primo nodo da sciogliere è relativo al progetto tattico. L’intenzione di Allegri, trapelata da alcuni incontri di mercato, sarebbe quella di dare continuità al 3-5-2, cioè il modulo che nella passata stagione ha ridato equilibrio alla squadra. Con questo sistema, il tecnico ha ottimizzato le caratteristiche di Bremer e rimediato con Alex Sandro all’assenza di un difensore mancino. Il restyling sulle corsie è già stato avviato ma va ora rifinito, Giuntoli dovrà poi prendersi carico della trasformazione dell’attacco: dopo la cessione di Di Maria, anche Vlahovic e Chiesa non sembrano così certi di rimanere a Torino. E allora bisogna capire prima di tutto come si vuole giocare il prossimo anno, per preparare le contromisure senza dover poi schierare giocatori fuori ruolo. LEGGI TUTTO

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    Quando i calciatori in vacanza andavano a Rimini

    O a Lignano Sabbiadoro, in Versilia, in Sardegna: non erano divi, potevi passeggiare per Rapallo e incrociare Mario Corso o prendere un gelato con Schiaffino. Sportweek ti porta in viaggio negli anni 50

    I nostri Anni Cinquanta, poveri ma belli. Dietro un’apparenza di grigiore sono anni gloriosi, di fermento, di scoperte e di conquiste. Si corre, si costruisce e quando un muratore lavora, lavorano tutti. Si lavora e si va, anche, persino, in ferie. La Riviera romagnola è il centro internazionale per le vacanze. Rimini, in attesa di diventare la capitale italiana del divertimento, accoglie non solo famiglie italiane, ma anche viaggiatori di ben tredici nazioni d’Europa: un punto di riferimento per il turismo estero.  LEGGI TUTTO

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    Torricelli: “Ero uno scarpone che correva tanto. Devo tutto a Trap, la mia è una favola”

    L’ex terzino lavorava da falegname e passò dai dilettanti della Caratese alla Juve: “Il primo contratto l’ho firmato sul cofano di una macchina. Vivo vicino Grassoney, ma voglio tornare a parlare di sport”

    La coincidenza è sorprendente. Geppetto intercettato “dentro” il suo mondo antico. “Ho appena finito di installare delle finestre”. Moreno Torricelli di nuovo falegname, lavoro con cui da ragazzo si guadagnava da vivere nei dilettanti. E finì in cima all’Europa con la Juve. Una favola dei tempi moderni. Chiamato a ricordare, Torricelli riempie il racconto con risate ed entusiasmo. “La mia è una storia eclatante. Tanti giocatori sono cresciuti in grandi club, altri hanno fatto la gavetta. Io in un mese sono passato dalla Caratese, Serie D, al debutto con la Juve a Monaco con il Bayern per l’addio di Augenthaler”. LEGGI TUTTO