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    Caso Leao, lo Sporting riceve 19 milioni dal Lilla. Ma ne chiede 45

    I portoghesi hanno incassato la cifra indicata dal Tas, ma continuano la loro battaglia giudiziaria per avere un risarcimento superiore

    C’è un nuovo capitolo nel caso che coinvolge Rafael Leao e lo Sporting Lisbona. I portoghesi, stando a quanto riporta il comunicato ufficiale, hanno ricevuto dal Lilla i 19 milioni previsti per il trasferimento del calciatore in Francia nel 2018. Tuttavia, lo Sporting punta a chiederne di più.

    45 milioni—  Intanto ricordiamo il contesto: cinque anni fa l’esterno d’attacco rossonero ha rescisso il contratto con lo Sporting dopo l’aggressione subita dai tifosi al centro sportivo. Dopo aver salutato Lisbona, Leao si è accordato con il Lilla. Il Tas ha condannato i francesi a pagare lo Sporting. La vicenda si è conclusa in modo positivo per il calciatore, esentato dal pagamento. Ora, secondo quanto riportato dal comunicato, i portoghesi hanno incassato la cifra prevista, ma puntano a ottenere 45 milioni in totale: “Lo Sporting ha ricevuto dal Lille un compenso pari a 19.670.443,70 euro. Il trasferimento è stato effettuato spontaneamente per azione unilaterale del club francese, senza alcun accordo preventivo con lo Sporting, che però continua a chiedere al Lilla il pagamento di un risarcimento dell’importo minimo di 45.292.516,00 euro, nell’ambito della risoluzione unilaterale del contratto di lavoro”. LEGGI TUTTO

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    Inter, l’indizio social: saluta tutti gli svincolati tranne Handanovic

    Il 30 giugno come ultimo giorno ufficiale della stagione 2022-2023: quindi, la consueta raffica di saluti per tutti quei giocatori che stavano vivendo le ultime ore in squadra. Lo ha fatto anche l’Inter, che ha ringraziato Milan Skriniar diretto al Paris Saint-Germain, Roberto Gagliardini nel radar del Monza e Danilo D’Ambrosio il cui futuro è tutto da decifrare. E a loro si sono aggiunti i cerimoniali per l’addio di Roberto Samaden dopo 33 anni in società, ormai ex responsabile del settore giovanile. Ma in casa nerazzurra non erano soltanto tre i calciatori in scadenza: Henrique Dalbert è passato sottotraccia dopo un’ultima stagione fuori dal progetto, mentre Stefan De Vrij e Alex Cordaz sono in aria di rinnovo. All’appello manca però Samir Handanovic, il capitano.

    No, tu no—  L’assenza dello sloveno dalla lista dei partenti non può certo essere un caso e non è passata inosservata. Gli exit poll sulla sua permanenza sono stati altalenanti e ondivaghi, ma nell’ultimo mese di calcio giocato le probabilità di un rinnovo sembravano tendenti allo zero. Ovviamente questo indizio non significa certo che il prolungamento di contratto di Handanovic sia imminente, ma la porta è evidentemente il reparto con meno certezze della rosa. André Onana partirà? Se sì, chi arriverà al suo posto? Solo un titolare o un giovane abbinato a un esperto? Insomma, tutto è ancora da definire e il capitano potrebbe senz’altro tornare utile. A cifre ridotte rispetto al contratto appena scaduto e con un dichiarato ruolo di secondo portiere, ma la storia tra Handanovic e l’Inter potrebbe non finire dopo 11 anni. LEGGI TUTTO

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    Zola: “Kvara è il nuovo Best. Napoli da bis? Sì, ma l’Inter…”

    L’ex fantasista: “Dai nerazzurri mi aspetto di più, molto dipenderà dal mercato e da Onana. La Premier è come la Serie A vent’anni fa, Scamacca dovrebbe restarci”

    Dal nostro inviato Matteo Dalla Vite
    1 luglio

    – rimini

    Il Napoli sarà ancora da scudetto. E Kvaratskhelia è il George Best moderno”. Ha la stessa sobrietà e magia di pensiero di quando giocava: palloni lievi allora, concetti chiari e incisivi ora che è vicepresidente di Lega Pro e che soprattutto è sempre lui, Sir Gianfranco Zola, uno che può guardare con occhio da esperto anche quella Premier League che si prese anche lui nel 1996.  LEGGI TUTTO

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    Inter, che festa al matrimonio di Correa!

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    Allegri-Giuntoli: l’intesa che deciderà il futuro della Juve

    Nonostante il ruolo del direttore sportivo stia perdendo il suo storico lustro, l’ultimo scudetto è passato dall’asse Giuntoli-Spalletti. Succederà la stessa cosa a Torino?

    Il rischio che i direttori sportivi possano finire presto nel ripostiglio dei mestieri estinti, accanto a spazzacamini e accenditori di lampioni, esiste eccome. In qualche modo, la sorte toccata a Paolo Maldini e Ricky Massara nel Milan di RedBird, ha anticipato i tempi. C’era una volta la saga degli Allodi, Moggi, Braida, Marotta… profondi conoscitori del gioco, in genere ex calciatori, che ricevevano dai proprietari un tesoro da investire e, insieme all’allenatore, si preoccupavano di progettare la squadra. Ora la fase di costruzione rischia di spostarsi molto più a monte. Il fondo d’investimento, che decide di rilevare la proprietà di un club, si presenta con un suo progetto tecnico, con un suo team di esperti, più o meno dotato di algoritmi, che individua i giocatori da acquistare. Al nuovo d.s., degradato dall’antico fascino carismatico di mammasantissima del mercato con pieni poteri e outfit abbagliante, resterà solo il compito di fare la spesa per conto terzi. Questo in un futuro prossimo, già cominciato. Intanto però l’ultimo scudetto, quello del Napoli, è nato sull’antica direttrice direttore sportivo-allenatore. LEGGI TUTTO