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    Gli Autogol: “Che risate con Immobile. E quella volta che Zanetti giocò con noi…”

    Da domani il trio nel Tim Summer Hits su Rai 2 e Radio 2. E il 18 luglio serata all’Arena Milano Est. “Javier arrivò nel nostro paesino, i nostri amici non ci volevano credere. Uno se ne accorse in ritardo”

    Il terzetto di amici è pronto a tornare alle origini. A quando gli Autogol erano soltanto Alessandro Iraci, Michele Negroni e Alessandro Trolli, per tutti “Rollo”, pronti a tornare sul palco dopo dodici anni. Su il sipario: “Eravamo appena maggiorenni e ci divertivamo con degli spettacoli in provincia di Pavia. Li scrivevamo tutti noi. Se chiudo gli occhi ci vedo ancora lì, con gli stessi occhi e la stessa passione di sempre”. La data cerchiata in rosso è il 18 luglio, Arena Milano Est, il tutto con qualche capello bianco in più sopra i soliti volti spensierati. Fanno da contorno sei occhi buoni, quelli di tre amici sbarcati sul web per raccontare il calcio attraverso la satira e le parodie, un marchio di fabbrica indelebile che strappa un sorriso a più generazioni: “Anche se in realtà siamo partiti citando Dante e Omero”, racconta “Rollo”, la voce narrante di un’amicizia che dura da un decennio. “Il calcio è arrivato dopo, attraverso la radio”. Da domani il trio comico da più di otto milioni di follower tra Instagram, YouTube e Facebook sarà tra i protagonisti del Tim Summer Hits, in programma su Rai 2 e Rai Radio 2 dopo il successo dell’anno scorso. Con loro ci saranno anche Andrea Delogu e Nek, mentre da metà luglio i tre torneranno tutti sul palco. “Rollo” ci risponde prima delle prove, orgoglioso e fiero di poter raccontare la storia di una scalata tra amici partita da un paesino e arrivata a coinvolgere milioni di utenti. LEGGI TUTTO

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    Iervolino: “Sousa confermato, ora riscatto Dia. Voglio far crescere la Salernitana”

    Il presidente spiega: “C’è una strategia sostenibile per salire un gradino alla volta senza alimentare aspettative eccessive”

    Niente panico: la mentalità di un uomo d’affari e del leader di un gruppo di lavoro consente di vivere con la giusta dose di serenità ogni imprevisto. Così, quando Paulo Sousa ha incontrato Aurelio De Laurentiis per discutere della panchina del Napoli, Danilo Iervolino non ha reagito d’istinto: ha aspettato, valutato, riflettuto. E poi ha chiarito direttamente con il portoghese, che resterà alla guida della Salernitana anche nella prossima stagione. In pratica è accaduto quello che voleva Iervolino, che adesso si concentra sul mercato e sulla prossima stagione senza mai dimenticare l’obiettivo della sua società: un obiettivo sportivo, ma anche sociale. Perché la soddisfazione della gente di Salerno è importante quanto la salvezza. LEGGI TUTTO

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    Simeone scatenato a Formentera col fratello

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    Totti, che gol! Punizione imparabile

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    Milan, marasma in mediana: da Frattesi a Loftus-Cheek, servono uomini e qualità

    L’addio di Tonali apre una voragine in un reparto che ha perso due giocatori a fine prestito e Bennacer per infortunio. Kamada resta un nome valido. Dal Portogallo: Diavolo su Florentino Luis

    Si pensava soprattutto alla trequarti: De Ketelaere che non ingrana, Diaz che resta anzi no, Adli disperso a Milanello. Poi i pensieri si sono concentrati sull’attacco: Ibra che smette, Giroud che avrà un anno in più, Rebic e Origi adagiati comodamente sul rispettivo Iban. Ora però il focus si sposta inevitabilmente e inesorabilmente sul centrocampo. Che a un certo punto pareva più o meno indirizzato – rinforzi con nomi e cognomi confermati – e che poi è piombato nel marasma. Un po’ perché l’allontanamento di Maldini e Massara ha prodotto un passaggio di consegne – e di filosofia – di una certa entità e un po’ perché a salutare è stato un giocatore che fino a una manciata di giorni fa pareva destinato a rimanere (molto) a lungo). LEGGI TUTTO

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    Non solo figlio di George: chi è e come gioca Weah, l’uomo del dopo Cuadrado

    All’ombra di un papà che è stato una leggenda del calcio è cresciuto ereditando fisicità e progressione per svilupparle da uomo di fascia, nato attaccante e diventato terzino 

    Il nome entra nell’immaginario collettivo perché è quello di una leggenda del calcio degli Anni ‘90, tra le altre cose Pallone d’oro, vincitore di due scudetti, capocannoniere di una Champions League e uomo simbolo del pallone di un intero continente. Ad accendere le fantasie per l’arrivo alla Juventus di Timothy Weah ci si è messa anche la dichiarazione di voto di papà George, la leggenda di cui sopra, Presidente della Repubblica della Liberia: “Sono sempre stato juventino, mi sono innamorato della Juve con Platini e se mi chiede con quale altra squadra avrei voluto giocare dico Juve – ha detto solo pochi giorni fa alla Gazzetta -. E spero tanto di vedere Timothy giocare in Italia prima o poi”. Inevitabilmente all’ombra di cotanto genitore, con la necessità di uscirne, c’è un giocatore da scoprire.  LEGGI TUTTO

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    “Garcia a Napoli scoprirà la capitale dell’accoglienza”

    Sylvain Bellenger è il direttore del museo di Capodimonte: “È un uomo determinato, raffinato, forte. Il legame fra Francia e Napoli è profondo e scoprirà che qui ogni straniero è un vicino di casa”

    Sylvain Bellenger ne ha colto l’essenza. Si è immerso nell’abbraccio di Napoli andandole incontro e se ne prende cura attraverso la valorizzazione del Museo e Real Bosco di Capodimonte, di cui è direttore generale dal 2015. Quando De Laurentiis l’ha chiamato per chiedergli di aprire le porte del complesso per ospitare la presentazione di Rudi Garcia, non se l’è fatto dire due volte. “Non gli feci nemmeno finire la frase, gli risposi immediatamente di sì”.  LEGGI TUTTO