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    Da “plusvalenza” a sostituto di Paredes e ora chiave per Milinkovic: la parabola di Rovella

    Ai tempi dell’arrivo dal Genoa l’affare finì sotto i riflettori per costi e modalità. Dopo la stagione al Monza è pronto per la Juve, a meno che…

    Di lui si parla da anni, e ne ha solo 21. Dal 2018 è nel giro delle nazionali, allora l’Under 17, già dopo il primo dei suoi anni al Genoa dove, nato a Segrate, era arrivato dopo essere cresciuto tra Accademia Inter e Alcione all’ombra di San Siro. Nicolò Rovella in carriera ha giocato 24 minuti in partite ufficiali con la maglia della Juventus e 173 contro solo nell’ultima stagione, quando l’ha affrontata tre volte. Eppure, di nuovo in vetrina oggi per il possibile coinvolgimento nella trattativa Milinkovic, i primi titoli in orbita bianconera il centrocampista se li è presi già dai tempi del suo acquisto dal Genoa due anni e mezzo fa. A partire dalla quotazione.  LEGGI TUTTO

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    Magnanelli-Juve, è fatta. L’ex Sassuolo entra nello staff bianconero

    Adesso é fatta, lo slot lasciato libero da Paolo Bianco sarà occupato da Francesco Magnanelli. L’ex Sassuolo, dunque, farà parte dello staff tecnico agli ordini di Massimiliano Allegri per la stagione 2023/2024. Scelta fatta e accordo raggiunto ,manca solo l’ufficialità.                                                                                                                                  Carica altri LEGGI TUTTO

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    Napoli, e se parte Osimhen? Le alternative a confronto

    De Laurentiis spara altissimo per il nigeriano, conteso da mezza Europa. Intanto scatta il piano B degli eventuali sostituti: in lizza c’è anche Beto

    Spera per il meglio, ma preparati al peggio. Un adagio universale, che si applica in ogni ambito, dalla filosofia di vita alle strategie di calciomercato.  LEGGI TUTTO

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    Da Cevenini e Malatrasi a Pirlo e Seedorf: quanti passaggi (e sgarbi) tra Milan e Inter

    Il possibile approdo di Lukaku al Milan rievoca altri trasferimenti celebri sotto la Madonnina. E in certi casi non mancò il pepe…

    Il primo fu Aldo Cevenini, detto “Cevenna”. Centravanti dal gol facile, cresciuto nel Milan improvvisamente, nell’anno di grazia 1912, passò all’Inter. All’epoca, non essendoci il professionismo, i trasferimenti venivano decisi dagli stessi calciatori che si accordavano con i dirigenti dei club sullo stipendio, premi a vincere, un posto fisso in qualche ufficio pubblico, magari un’assicurazione. Figlio di un lattaio, il Cevenna ai soldi badava parecchio e, siccome i nerazzurri gliene garantivano a sufficienza, ecco il primo tradimento sotto la Madonnina. Aldo fu il capostipite di una dinastia: in seguito vennero i fratelli Mario, Luigi, Cesare e Carlo. Il calcio li sfamò, negli anni duri dell’Italia del primo Novecento, e pazienza se per farlo qualche volta si dovette cambiare casacca.  LEGGI TUTTO

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    Trasferito Tacconi, parla il figlio: “È migliorato molto, lo porterò allo stadio”

    L’ex portiere bianconero, colpito un anno fa da un’emorragia cerebrale, da ieri fa riabilitazione a San Giovanni Rotondo

    A più di un anno dall’emorragia cerebrale che lo aveva colpito a un evento benefico, con in mezzo il coma e  una lunga battaglia per la vita, Stefano Tacconi, 66 anni, continua il percorso dei miglioramenti. E da ieri lo proseguirà a San Giovanni Rotondo, alla Casa Sollievo della sofferenza, dove resterà fino a settembre.  “È molto determinato. Cammina sempre con un supporto, però è migliorato molto”, ha raccontato il figlio Andrea all’Ansa. “Ultimamente mi ha detto ‘me la sono vista brutta’, ha capito che è stata una cosa grave quella che ha avuto”. 

    sogno e realtà—  Andrea ha raccontato anche il suo sogno: “Portarlo allo stadio per fare un giro di campo, così almeno saluta tutte le persone che gli sono state vicine in questo periodo. Ci sono milioni di persone anche dall’estero: amici, tifosi, ex calciatori con un affetto incredibile che non ci aspettavamo e che ci aiuta molto”. Come già emerso, il background da sportivo aiuta: “Essere abituato ad allenarsi lo aiuta ad affrontare la riabilitazione. Anche i dottori dicono che la sua fortuna è aver sempre giocato a calcio, il suo fisico è diverso da quello degli altri pazienti. Ci vorrà del tempo, però ci sta mettendo la buona volontà come quando giocava”. E sul trasferimento dice la moglie Laura: “Abbiamo la consapevolezza che per Stefano sia stata la decisione migliore. Il tragitto sarà ancora lungo ma essere in questo posto ci dà molta forza e molto coraggio”. LEGGI TUTTO