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    Inzaghi, il piano Lukaku: al suo ritorno troverà un’altra Inter

    Con il Sassuolo primi indizi di un nuovo assetto più funzionale al bomber belga. Così Romelu può fare come fece con Conte da metà stagione in poi, fino allo scudetto. Per la gioia anche di Lautaro…Baricentro basso, feroce difesa del recinto, compattezza nella propria metà campo per limitare gli spazi. E, di conseguenza, un Barcellona tanto avviluppante quanto sterile, al di là delle emozioni da check al Var. Già martedì scorso il risultato della strategia di Simone Inzaghi era stato evidente: tre punti all’Inter, rischi minimi rispetto alle previsioni e squadra fuori da una crisi profonda. Con tutti gli impacci trasformati in manifestazioni di carattere e personalità. In casa del Sassuolo non si è ovviamente assistito allo stesso atteggiamento tattico, ma la squadra è stata comunque mediamente più bassa e accorta, con l’esordiente André Onana che tutto sommato ha avuto poco da fare mentre gli spazi offensivi si sono dilatati. A molti può essere tornata in mente la metamorfosi della seconda Inter di Antonio Conte concepita per favorire Romelu Lukaku. LEGGI TUTTO

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    Juve, il soldato Vlahovic non può salvarsi da solo

    Protagonista per indole e talento, solo e in crisi in una squadra in difficoltà: può tornare leader e bomber, ma c’è una sola strada Per ribellarsi a una partita che si stava allontanando da lui, e che lui non aveva saputo trovare, capire, vivere, Dusan Vlahovic è sceso nella mischia, cercando di aiutare la manovra: il risultato è un racconto di dieci secondi del disarmo juventino. Passaggio superficiale verso il centrocampo, dove si era proposto l’altro centravanti, Milik, anch’esso vittima di marasma. E Brahim Diaz che vola verso la vittoria, saltando Bonucci fisso e inerme come un semaforo spento in mezzo a una pista di Formula Uno. LEGGI TUTTO

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    Ajax, Cruijff non ti ha insegnato nulla? Lui avrebbe accettato la maglia di Kvara

    Lo sgarbo dopo la sconfitta col Napoli ferisce lo spirito del Profeta olandese molto più dei sei gol della banda SpallettiChe delusione l’Ajax… Quelle maglie del Napoli rifiutate a fine partita. Per noi che eravamo ragazzini mentre Johan Cruijff faceva la rivoluzione è stato un trauma, come vedere Babbo Natale che si scaccola davanti al camino. Ma perché restituirle, egregi Lancieri? Solo perché avrebbero ricordato una disfatta storica? Per fare un dispetto al mare azzurro di Spalletti che vi ha inondato di gol? LEGGI TUTTO

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    Zico: “L'Udinese può fare ancora meglio. Sottil bravo davvero, non è un caso”

    Lo storico ex spiega il momento magico dei friulani prima del match con l’Atalanta. “E oggi basta vincere 1-0, come avevamo fatto noi contro la Roma campione d’Italia, con un mio gol su assist di Causio”Dal Festival di Trento, dove è stato grande protagonista con Falcao, al Giappone che ormai è la sua terza patria, scoperta dopo il Brasile e l’Italia. Zico a 69 anni non smette di insegnare calcio ai ragazzi e agli allenatori. Amato ovunque, a Rio de Janeiro, Kashima e ovviamente a Udine, dove anche oggi nello stadio in cui giocò sarà esposto lo striscione “Zico club Orsaria”. LEGGI TUTTO

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    Il gol, lo “shampoo” di Pioli, la rimonta su De Ketelaere: Diaz, con la Juve una serata da 10

    Lo spagnolo ha indicato il numero sulla maglia dopo il 2-0, prendendosi un giallo che ha fatto arrabbiare il suo allenatore. Obiettivi chiari: insidiare il belga per il posto da titolare e guadagnarsi il riscatto del clubE pensare che a fine partita si è preso anche lo shampoo da Pioli: “Ma che c…o ti togli la maglia…”. È il perfezionismo tipico degli allenatori, soprattutto quando sono ancora in trance agonistica. Perché logica avrebbe voluto che Pioli sollevasse Brahim Diaz di peso – non serve uno sforzo sovrumano – e lo riempisse di complimenti invece di parole poco soavi a causa di quell’ammonizione ricevuta… per una nobile causa. D’altra parte bisogna anche mettersi nei panni dell’allenatore: Orsato aveva appena fischiato la fine di una partita attesa con ansia e tensione: doveva essere il match della riabilitazione pubblica, del ritorno alle vecchie e buone abitudini, del riaccendere quella luce rimasta completamente spenta a Londra. LEGGI TUTTO

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    Juve, manca più il gioco che i giocatori. La pazienza di Agnelli ha un limite: perché Allegri rischia

    La sconfitta con il Milan aggrava la posizione di Max: l’esonero costa, perdere la Champions di più. E la sosta mondiale è l’occasione per cambiare Allegri sa quanto è importante che i presidenti abbiano pazienza. Quattordici anni fa, alla sua prima esperienza in A, perse con il Cagliari le prime cinque partite di campionato ma ebbe la fortuna di trovare il Cellino meno iracondo di sempre: non lo licenziò (di solito lo fa per molto meno), gli dette la possibilità di lavorare, così Max ripartì conquistandosi prima il Milan, poi la Juve. Chissà cosa sarebbe stato di lui se fosse stato mandato via dalla Sardegna avendo addosso il peso di un fallimento. LEGGI TUTTO