consigliato per te

  • in

    Pirlo traballa, Turchia bollente: che succede col Karagumruk?

    ISTANBUL (Turchia) – Tempi duri per Andrea Pirlo. Il tecnico, dopo l’esperienza vissuta alla Juventus, ha accettato una nuova avventura in Turchia. Ma dalle parti del Bosforo, le cose non stanno andando al meglio. Il Karagümrük non vince dallo scorso 27 agosto con l’Ankaragücü, ma quel successo è rimasto finora l’unica affermazione della squadra allenata dall’ex allenatore della Juventus.Guarda la galleryPirlo in Turchia: quante stelle giocano e allenano in Super Lig
    La sconfitta nel derby
    Una vittoria, tre pareggi e tre sconfitte. Nelle prime sette partite di campionato la formazione di Andrea Pirlo ha conquistato soltanto sei punti. L’ambiente non risparmia critiche all’allenatore. La sconfitta nel derby contro l’Istanbulspor è stata l’ennesima prova scarsamente convincente; una partita persa nonostante il vantaggio iniziale che ha palesato tutte le criticità della formazione rossonera. “La nostra prestazione è stata molto brutta” – ha commentato Pirlo – dopo il vantaggio avremmo dovuto chiudere la partita, ma non c’è stata la voglia di farlo: in circostanze simili, risultati del genere diventano inevitabili”.

    Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Higuain shock: “Il calcio è tossico. Juve, Napoli e Argentina, vi svelo tutto”

    MIAMI (Usa) – Il centravanti argentino Gonzalo Higuain torna a parlare dopo l’annuncio del proprio ritiro. Il calciatore ha rilasciato una lunga intervista in cui parla delle sue esperienze nel mondo del calcio. “Ho iniziato a giocare per amore del gioco – afferma in esclusiva a Goal – sono stato spinto dalla passione. Speravo che crescendo e diventando un calciatore professionista, avrei provato le stesse cose, ossia che fosse molto simile alla passione e all’amore che avevo da bambino, ma poi ti accorgi che non è la stessa cosa. L’amore per lo sport non è lo stesso per tante altre cose: soldi e finanze, direttori sportivi e contratti. La tua vita cambia completamente, quindi ho dovuto conviverci. Nel calcio devi essere mentalmente forte, altrimenti non arrivi in alto. Serve una grande forza mentale per poter raggiungere la vetta”.
    “Le mie squadre? Real, Napoli e Juve”
    In carriera Higuain ha vestito la maglia di diverse squadre giocando nella Liga, in Serie A e in Premier League. ”La squadra dove ho giocato più a lungo è stata il Real Madrid – sottolinea il centravanti argentino – poi sono stato quattro anni alla Juve, tre anni al Napoli, sei mesi al Milan e sei mesi al Chelsea. Se devo giudicare in base al tempo che ho passato in un club, posso dire Real Madrid, Napoli, Juve per l’affetto reciproco che mi lega a queste piazze. Ho vissuto bei momenti in tutti i club, ho giocato in molte squadre perché volevo spostarmi, provare cose diverse, sfidare me stesso giocando per club differenti e mostrare cosa potevo fare ovunque ed essere in grado di vincere ovunque”.
    L’argentino più costoso di sempre
    “Quando sei il numero 9 sei costantemente nell’occhio del ciclone – confessa Higuain – a volte fai tre goal, e sbagli il quarto ed è quello che ricordano, ma sono più che orgoglioso e contento del successo che ho avuto. Dai brutti momenti impari a maturare, a crescere e io personalmente non rimpiango niente. Io ho perso, molte finali: Copa America e Coppa del Mondo. E ho avuto la sfortuna di essere quello che ha fallito un occasione da goal importante. Importante. Erano tempi duri, ma poi un anno dopo sono stato venduto per 90 milioni alla Juventus e sono diventato l’argentino più costoso di sempre. Ed proprio lì che capisci che nulla può distrarti dal tuo obiettivo”.
    Guarda la galleryHiguain, da Dybala a Cuadrado: quanti messaggi social dagli “juventini”Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

  • in

    Thiago Motta, Stankovic e… De Rossi: diamo una chance ai “Mister Futuro”

    Nel weekend scontro fra due eroi del Triplete, ma anche l’ex bandiera della Roma scalpita per una chiamata Bologna-Sampdoria è una partita piena di significati, con due allenatori chiamati a dare immediatamente una sterzata. Da una parte Thiago Motta, dall’altra Stankovic: due grandi calciatori, addirittura compagni di squadra all’Inter, che da non molto hanno cominciato la loro carriera di tecnici. LEGGI TUTTO

  • in

    Zaccheroni: “Juve più carica, ma Pioli ha l'arma segreta Maldini: il Milan non si ferma”

    L’allenatore romagnolo, ex di entrambe le squadre, fa le carte al big match di San Siro: “I bianconeri stanno trovando la quadra a centrocampo, ma devono ricostruire la mentalità. Per Leao e C. occhio ai cali di tensione”Lo aspetta una giornata con gli amici a Comacchio, a base di anguilla e chiacchiere. Ma Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Milan e Juventus fra le altre, ha la disponibilità di sempre, oltre a un occhio che vede oltre le apparenze, quando si parla di calcio in generale e big match in particolare. LEGGI TUTTO

  • in

    Ribery, il ribelle del calcio: cicatrici, scandali, dribbling e… bistecche

    Si è ritirato a 39 anni uno dei pochi fuoriclasse del calcio: dalla Champions al Pallone d’oro sfiorato storia di un campione fuori dagli schemiA 39 anni dà l’addio al pallone quello che è stato uno dei pochi fuoriclasse fuori catalogo in un calcio – quello del Duemila – che ha vissuto la fantasia come un fastidio, piegandosi spesso (non sempre) all’ordine stabilito della trama del gioco senza contemplare la scintilla dell’imprevedibilità. In ogni dribbling, in ogni scatto, in ogni assist Frank Ribery ha messo in circolo la dote preziosa della diversità. Ora è arrivato il momento di abdicare, rescindendo il contratto che lo lega alla Salernitana. Troppi acciacchi, troppa la fatica – mentale e fisica – di pensarsi ancora giocatore. I trentasei minuti giocati contro la Roma al debutto in campionato – il 14 agosto – rischiano di diventare gli ultimi della sua straordinaria carriera. Ci sta pensando – al ritiro – da allora. L’infiammazione al ginocchio – e la conseguente usura della cartilagine – non gli danno più scampo. Potrebbe rimanere a Salerno come dirigente, chissà. Resta il fatto che è calato il sipario. LEGGI TUTTO

  • in

    La storia di quel Pioli diciottenne riccioluto destinato all’Inter e poi finito alla Juve

    Era il 1984, la cessione fruttò 996 milioni di lire al Parma. Nel viaggio verso Milano con Stefano e il padre, Sogliano si fermò per una telefonata in una cabina, e alla fine comunicò che la destinazione era cambiata: Torino. E qualche mese dopo Pioli iniziò la sua avventura con Scirea, Platini, Tardelli, Boniek, Paolo Rossi… Questa sì che fu una plusvalenza: 996 milioni di lire pulite pulite, il risultato tra il miliardo incassato per la cessione e i 4 milioni spesi per l’acquisto, qualche anno prima, da una società dilettantistica. E così il Parma di allora, presidente il mitico Ernesto Ceresini e direttore sportivo Riccardo Sogliano, uno cui non mancava il fiuto per gli affari, grazie a quel difensore talentuoso dai riccioli ribelli e dai modi gentili, mise a posto il bilancio e potè costruire la squadra per partecipare al campionato di Serie B. LEGGI TUTTO

  • in

    Theo: numeri e personalità, il Milan ritrova il motore di sinistra

    Palloni recuperati, tocchi in area di rigore, falli subiti: l’ex Real è (anche) l’uomo in più in attacco Il rientro di Theo è una vela spiegata appena usciti dal porto con la barca. Il Milan ha veleggiato in sicurezza contro l’Empoli, tre gol al Castellani con protagonista Ballo-Touré, il sostituto di Hernandez sbucato all’improvviso, ma contro il Chelsea è andato incontro alla tempesta. La banda Pioli è stata travolta da un’onda e ora deve uscirne, ma contro la Juve tornerà uno dei top player. Theo ha smaltito l’infortunio ed è pronto a prendersi un posto in prima fila sul ponte di comando. LEGGI TUTTO