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    Inter, mossa anticrisi. Confronto squadra-dirigenza: ecco cosa si sono detti

    Dal mea culpa dei giocatori alla carica di Inzaghi: i dettagli del faccia a faccia che può cambiare la stagione nerazzurra Magari un giorno l’8 settembre sarà ricordato come la data della svolta dell’Inter. L’intento è quello, già domani contro il Torino si capiranno gli effetti di una mattinata che normale non è stata, ad Appiano. Stati Generali o Unità Anticrisi, si può scegliere la definizione più appropriata. Di sicuro serviva una scossa e allora così è andata: prima dell’allenamento, nella sala riunioni del centro sportivo si sono riuniti i dirigenti – Marotta, Zanetti, Ausilio, Baccin e Ferri -, Inzaghi con il suo staff e la squadra al completo (ad eccezione di Lukaku, ancora in Belgio). LEGGI TUTTO

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    Chimica, età, modulo, ricambi: Juve, tutte le spine di una difesa che balla

    La prova di Champions del Parco dei Principi ma non solo: a livello di gestione il reparto arretrato è quello che dà più da pensare ad Allegri La sfida al tridente Messi-Mbappé-Neymar era la prova più dura possibile al mondo in questo momento, ma i due gol in venti minuti che hanno steso subito la Juve sono nati dalla scaltrezza di uno scavetto e di un passaggio in profondità contro una marcatura non pronta, più che dalle prodezze individuali e dalla classe degli attaccanti del Psg, con palloni a scavalcare un’impreparata retroguardia bianconera che hanno portato alla rete. LEGGI TUTTO

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    Non sparate su De Ketelaere: dopo la Champions, primi brusii sul trequartista rossonero

    La prova anonima a Salisburgo del baby fenomeno belga, poco avvezzo a lavorare molto sulla tattica come accade abitualmente in Italia, ha aperto una crepa nell’entusiasmo che lo accompagnava sin da quando è arrivato al Milan: dategli tempo, la classe è cristallinaDue partite, seppur importanti, un po’ così e sono già iniziati i dubbi, i distinguo, i “bravo, però…” su Charles De Ketelaere, l’acquisto più importante, dal punto di vista tecnico ed economico, dell’estate rossonera. Contro Inter e Salisburgo il nuovo trequartista del Milan ha inciso meno di quanto si potesse prevedere o sperare. LEGGI TUTTO

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    Finalmente mister 100 palloni: così Paredes si è preso la Juve

    L’argentino anche contro il Psg ha mostrato di essere il regista che i bianconeri non aveva da tempo. Ecco com’è entrato così in fretta nei meccanismi di Allegri Partiamo dai riferimenti: 102 palloni toccati, 82 passaggi positivi. A guardare solo i numeri ci sarebbe già da fermarsi per riflettere: l’uomo d’ordine piazzato davanti alla difesa da Max Allegri a Parigi ha inciso più del doppio rispetto a quello di Firenze, e la Juve è parsa già un’altra Juve. LEGGI TUTTO

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    Il salto di qualità dell'Inter passa anche dal salto di qualità di Inzaghi

    Non si può mettere in discussione tutto il lavoro fatto ma l’allenatore nerazzurro deve correggere la rotta, dalla tattica allo spogliatoio La premessa è fondamentale per non cadere in equivoci: Simone Inzaghi è un bravo allenatore e non si può mettere in discussione tutto il suo lavoro all’Inter alla luce delle difficoltà – anche grandi – di questo avvio di stagione. Può succedere, ed è successo a tutti i tecnici, di dover fare i conti con un momento di calo generale, legato anche alla scarsa brillantezza della squadra, agli infortuni (non può non pesare quello di Lukaku), ad una questione anche psicologica. LEGGI TUTTO

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    La tragedia comica del presidente con le gomme lisce

    Il Parma, sull’orlo del collasso, termina il campionato grazie alla dignità di Donadoni e dei giocatori che si autotassano. Intanto Manenti, il nuovo proprietario, si presenta a Collecchio con una utilitaria sgarrupata… “E di chi è quella macchina?”. “Del presidente…”. “Del presidente?!?!”. La macchina era un’utilitaria sgarrupata come poche, rigata sul fianco destro – la piccola vendetta di un creditore? – e con ammaccature varie sparse qua e là, tipiche di chi parcheggia senza farci poi tanto caso, massì che ci stiamo. LEGGI TUTTO

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    La Champions pesa, Pioli cambia: pronti Origi e Pobega, spazio a Kjaer

    Stefano Pioli nella notte di Salisburgo ha convocato l’impresa per la ristrutturazione. Lo ha detto lui stesso: “Mi sembrava che tutti avessero recuperato dopo il derby, poi ho visto che per qualche giocatore non era così. Magari cambierò qualcosa tra Sampdoria, Dinamo Zagabria e Napoli”. Quel “magari” si può leggere anche con un altro avverbio: “probabilmente”. Era ancora piena estate quando Pioli, in privato, confessava di avere grandi pensieri per le 21 partite in tre mesi, dal 13 agosto al 13 novembre. Il senso del discorso: si gioca tanto, si rischiano tanti infortuni, bisognerà cambiare molto. E il dilemma dell’allenatore qui è evidente: fare turnover col rischio di perdere punti o affidarsi ai titolari col rischio di avere cali di rendimento e (soprattutto) infortuni? LEGGI TUTTO