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    Milan e Torino, a tutto pressing: ecco il segreto del loro successo

    I rossoneri aggrediscono a tutto campo, i granata strappano palloni: nessuno ha pressato meglio di loro nella prima giornata La pressione toglie ossigeno, e senza ossigeno è complicato pensare. Non è una legge della fisica ma un principio che regola quegli organismi viventi che sono le squadre di calcio. Gli esempi di successo degli ultimi anni hanno questo in comune: aggressività e intensità una volta persa palla. Pensiamo alla miglior Atalanta di Gasperini, al calcio heavy metal di Juric prima al Verona e poi al Torino, lo stesso Hellas di Tudor. E, sorpresa, è il segreto del successo anche del Milan di Stefano Pioli. Una tendenza ribadita dalla prima giornata di campionato, per quanto appena novanta minuti non siano indicativi nella raccolta dei big data. Anche perché in certi casi certi numeri sono condizionati dall’andamento della partita (la Lazio che gioca a lungo in inferiorità numerica o la Juve in vantaggio di due gol nel primo tempo). LEGGI TUTTO

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    Le ragioni di Rabiot: ecco perché ha detto no allo United. A tre mesi dal Mondiale…

    Il francese aveva informato in primavera la Juve della volontà di cambiare maglia, ma la chiamata da Manchester è arrivata tardi, dopo il ritiro e a soli tre mesi dal Qatar: così si è chiusa la finestra Alla fine, resta. Adrien Rabiot non andrà al Manchester United. Troppo stretti i tempi, poco convincente l’approccio, tra l’altro viziato da voci e speculazioni che poco hanno a che vedere con la reale situazione. In ogni caso, il francese, salvo sviluppi per ora improbabili, andrà al termine del suo contratto con la Juventus, felice di continuare a lavorare con Max Allegri. Anche perché il Mondiale è alle porte e il centrocampista non può permettersi passi falsi. Di futuro se ne riparlerà dunque solo dopo il Qatar, dove Rabiot avrà un ruolo chiave, soprattutto se Pogba dovesse rimanere a casa, come scrive oggi l’Equipe. LEGGI TUTTO

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    Dybala, Bremer, Milenkovic e ora Akanji? L'attendismo sul mercato non aiuta Inzaghi

    Lo svizzero è l’obiettivo primario per la difesa nerazzurra, ma la richiesta del Borussia Dortmund è troppo elevata. E Acerbi è seguito anche dalla JuventusAvere un déjà vu è come amplificare la eco di un episodio del passato: se non era stato piacevole ai tempi, vivere un flash di quell’avvenimento non sarà piacevole. In casa Inter, dopo la raffica iniziale di trattative in entrata, i déjà vu si susseguono. L’affondo che non arriva per Akanji – e le voci su Acerbi – si incasellano perfettamente in questa casistica. A furia di tentennare, si rischia di restare a mani vuote. LEGGI TUTTO

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    Un mese di Dybala a Roma: ecco la sua nuova vita in giallorosso

    Il 18 luglio scorso il fantasista argentino arrivò nel ritiro giallorosso in Portogallo: da allora è iniziato un lungo idillio con una piazza che ne ha già fatto il proprio indiscusso idolo. Dopo una minivacanza a Capri, ora dovrà scegliere la sua nuova casa a Casal PaloccoUn mese d’amore. Un mese per sognare ad occhi aperti e cercare un nuovo simbolo da coccolarsi come si fa con le cose più importanti della propria vita. Oggi è esattamente un mese che Paulo Dybala è si vestito di giallorosso. Successe il 18 luglio scorso, quando il fantasista argentino sbarcò ad Albufeira, in Portogallo, con un aereo privato da Torino, in compagnia di tutto il suo entourage e del general manager giallorosso Tiago Pinto. LEGGI TUTTO

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    Milan, obiettivo difensore: come rinforzare il muro spendendo poco

    La strategia del club rossonero è chiara: i (pochi) milioni di budget rimanenti sono destinati alla mediana. E Pioli vuole una rosa non superiore ai 27 giocatoriL’effetto “cascata” l’ha innescato Botman. O meglio, il mancato arrivo di Botman. E la cascata è la serie di conseguenze che questa sliding door di mercato ha provocato nelle strategie del club. Col senno del poi, probabilmente, si può anche dire che la fumata nera con il difensore olandese sia stato un bene. Perché? Semplice: il Milan non aveva in canna il potere di spesa per portare a Milanello due acquisti cash di livello, e quindi molto difficilmente sarebbe stata chiusa l’operazione De Ketelaere (l’offerta per Botman era di oltre 35 milioni). LEGGI TUTTO

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    Cannavaro: “Napoli, ora per lo scudetto ci sei. E in prospettiva Raspadori meglio di Dybala”

    L’ex difensore: “L’Inter è la più attrezzata, ma i cavalli di ritorno non mi convincono. Lukaku è fortissimo: vedremo… Pogba? A Manchester curava troppo i capelli, ma credo nella sua voglia di rivincita”“Avevo detto tempo fa che il Napoli doveva tenere Koulibaly. Ma vista l’occasione col Chelsea, la volontà del giocatore e la soluzione del club dico bravo al Napoli. Perché dei difensori che ci sono in giro secondo me Kim Min Jae è il migliore. Lo avrei preso per la mia squadra. Il coreano è forte fisicamente e tecnicamente, deve crescere come attenzione e può diventare un top player. Capisco i tifosi, da un punto di vista affettivo, perché sono partiti giocatori cui erano legati, ma il club si sta muovendo benissimo”. Fabio Cannavaro, dal suobuen ritirodi Ibiza allarga il suo sguardo al campionato italiano. LEGGI TUTTO

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    Inter, senti Van der Meyde: “Non vendere Dumfries, ti serve per lo scudetto”

    L’ex interista sul suo connazionale: “Guai a darlo al Chelsea, è un top d’Europa. E se Cucurella è costato 65 milioni…”L’amico Denzel, cresciuto libero nella selvaggia Aruba, ama la natura e gli animali, ma mai arriverebbe ai suoi livelli: non troverete mai un cammello nel giardino di casa Dumfries. Quello, invece, faceva compagnia a Andy Van der Meyde, esterno olandese e campione di bizzarrie, che all’Inter correva sulla stessa faccia del connazionale. Oggi Andy è analista in tv, ma un tempo ha fatto pure lo Youtuber: in Olanda portava in auto calciatori da intervistare e quattro anni fa aveva accanto un laterale dell’Heerenveen in ascesa verticale. LEGGI TUTTO

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    Da papà Diego a Maradona, perché Napoli è sempre stata nel destino di Simeone

    Nessun argentino aveva più giocato ai piedi del Vesuvio dopo la morte del Pibe de oro, che era stato compagno del padre. Nello stadio che ora di Maradona porta il nome, deve fare gol il figlio del Cholo Non più tardi di quattro anni fa, un qualsiasi tifoso del Napoli vi avrebbe mandato al diavolo al pensiero di dover sostenere Giovanni Simeone. Perché il suo nome è indissolubilmente legato ad una delle più grandi delusioni della storia del club, lo scudetto sfumato nella primavera del 2018. LEGGI TUTTO