consigliato per te

  • in

    Torino, un autogol dopo l’altro: i timori di un Fila aperto per la “prima” con Juric

    TORINO – È sempre difficile capire da dove cominciare quando bisogna analizzare – cioè, inevitabilmente, criticare – la situazione del Torino Football Club: perché appena pensi a una cosa che non funziona te ne viene subito in mente un’altra che funziona ancora peggio, o che magari proprio non esiste. D’altra parte, però, è tutto sommato anche semplice: perché qualsiasi cosa peschi va bene, nel senso che va male di sicuro. Insomma, ‘ndo cojo cojo. E ci acchiappi. Sbagliano talmente tanto, Cairo e i suoi sodali, da trasferirsi sulla riva del torto anche quando (raramente) hanno ragione: vedi la gestione controproducente della vicenda Lotito/Immobile a margine dell’ultimo Lazio-Toro, con la penosa rissa verbale in tribuna (niente è più triste di uomini ricchi e in teoria distinti che si accapigliano) e, negli spogliatoi, le accuse a Ciro di essersi impegnato (ohibò) per vincere la partita. Ma restiamo all’attualità.

    Guardi al mercato, e vedi il deserto, tra commedia e tragedia, a volta scadendo nella comica: tanto che se un giorno dovessimo scrivere un articolo pubblicando le risposte informali dei vari addetti ai lavori interpellati sulle manovre di Vagnati & C. ci sarebbe davvero da ridere.

    Guardi alle ambizioni di rilancio del club – dal settore giovanile alla fidelizzazione dei piccoli calciatori/tifosi, dalle proprietà immobiliari allo sfruttamento del merchandising – e trovi il nulla: perché nulla è davvero proprietà e capitale del Torino (nemmeno lo stadio, nemmeno il Filadelfia, nemmeno il Robaldo: what’s Robaldo?). Nemmeno il Museo della Leggenda Granata: anzi, quello lo gestiscono dei volontari in periferia e i tesserati di Cairo neppure vanno a visitarlo, forse qualcuno manco sa dove sia (glielo ricordiamo: a Grugliasco, in via Giovan Battista de La Salle numero 87, in un posto chiamato Villa Claretta). Lo sono i giocatori proprietà, sì, la maggior parte dei quali però vale oggi una frazione del prezzo d’acquisto (alcuni costano più d’ingaggio di quanto si ricaverebbe vendendoli) oppure, vedi Belotti, più o meno un quinto della propria quotazione ai tempi d’oro (per il Gallo; per il Toro, gli ultimi tempi d’oro sono quelli di Mondonico).

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Se Ronaldo lascerà la Juve ecco le possibili alternative: da Vlahovic fino a Gabriel Jesus

    TORINO – La Juventus aspetta Cristiano Ronaldo, ma in realtà è pronta a tutto. Le manovre per l’attacco sono cominciate da un po’, alla Continassa, e proseguono a fari spenti. Il dg Federico Cherubini sotto traccia sta portando avanti due piani: uno con CR7 e uno senza. Nel primo caso – quello preferito – è probabile che il reparto offensivo venga completato con un talento under 23 (Kaio Jorge e Scamacca tra i papabili) da far crescere senza troppe pressioni accanto a CR7, Paulo Dybala e Alvaro Morata, fresco di conferma sotto la Mole per altri dodici mesi. Discorso completamente diverso se, come potrebbe anche accadere nei prossimi giorni, il fuoriclasse portoghese dovesse optare per l’addio alla Juventus con un anno d’anticipo rispetto alla scadenza del contratto (2022). A quel punto a Massimiliano Allegri bisognerebbe garantire un centravanti pronto e con un bel po’ di gol nei piedi. Se un altro Cristiano Ronaldo non esiste, è complicato anche trovare un cannoniere da 35-40 gol a stagione, dal momento che i super bomber Robert Lewandowski e Erling Haaland sono inarrivabili. LEGGI TUTTO

  • in

    Sirigu, Cagliari richiama: l'arrivo di Berisha certifica l'annunciata partenza

    TORINO – Chiuso il discorso Berisha, per il quale si attende soltanto l’apertura ufficiale del mercato fissato giovedì 1° luglio così da depositare i contratti, alla voce portieri la dirigenza granata si trova con l’esigenza di cedere Sirigu. Portiere che con il Toro avrebbe ancora un anno di contratto, ma per il quale si procederà con la rescissione di contratto, nel caso in cui non si dovesse trovare un acquirente. Potere delle tensioni che si sono accomulate nelle ultime due stagioni, e che in società nessuno ha avuto l’autorevolezza per sanare. E così il Torino si trova nell’imminenza di cedere la riserva di Donnarumma nell’Italia, dopo che nel 2017 lo aveva prelevato – pagando solo le commissioni – dal Psg.

    Sirigu, le offerte per assicurarselo non mancano

    Fenomenale nel corso della prima stagione, tendente al miracoloso nelle due successive e nuovamente azzurro a partire dal 1° giugno 2018, a Sirigu nell’ultima annata è come fosse scesa la catena. Un po’ la garanzia del posto nel gruppo dei 23 che si sta giocando gli Europei, un po’ il desiderio non assecondato di lasciare il Toro nella scorsa estate hanno finito per togliere smalto al numero 39 granata. Il quale si sarà espresso sui suoi precedenti livelli in quattro o cinque partite. Non di più. Sirigu resta comunque un elemento di valore, e le offerte per assicurarselo non mancano. Ci ha pensato la Juve quale riserva di Szczesny, e pure il Genoa se i rossoblù non riuscissero a confermare Perin. Poi resta in piedi l’interesse della Roma, detto che in questo frangente è il Cagliari che sta aspettando l’offerta giusta per Cragno, la società più interessata all’azzurro. E, dopo talune perplessità, adesso risulta che anche Sirigu sarebbe felice di chiudere la carriera nell’isola che gli ha dato i natali.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Voci dalla Turchia: “Con Juric al Toro può tornare Ljajic”

    TORINO – Al momento non succede: non esistono spiragli concreti in tal senso. Ma se davvero dovesse succedere i tifosi del Toro di sicuro lo accoglierebbero nuovamente a braccia aperte. Già, perché chi indossa la maglia numero dieci alla maniera di Adem Ljajic non può che far felice la gente. Come una bella birra ghiacciata sul divano, con vista sulla partita in televisione. Il serbo è uno di quei talenti che, soprattutto in un contesto di medio-alta classifica, può far saltare il banco. E in effetti Sinisa Mihajlovic, quando nel 2016 convinse Gianluca Petrachi a prenderlo dalla Roma per quasi 9,5 milioni di euro, ne era assolutamente consapevole. Sfacciataggine, scarsa attitudine al sacrificio, sbalzi d’umore continui. Ma anche tecnica allo stato puro, giocate illuminanti e la sensazione che, sui piedi di Adem, la palla fosse sempre al posto giusto.

    Ljajic al Toro: per adesso è solo un sogno di mezza estate

    Rivederlo con la maglia granata addosso è però, almeno per adesso, soltanto un sogno di mezza estate. Perché le ragioni per far sì che non torni sotto la Mole, dopo l’ennesima esperienza agrodolce al Besiktas, sono molteplici. Innanzitutto il nodo relativo all’ingaggio. Il serbo classe ’91 percepisce circa tre milioni di euro l’anno più bonus. Cifra che al Toro sogna pure Andrea Belotti, giusto per far capire il tenore dello stipendio di Ljajic, certamente inarrivabile sia per la portata del denaro attualmente percepito che per la salvaguardia dei già precari equilibri di spogliatoio. E poi c’è il ruolo che andrebbe a ricoprire nello scacchiere di Ivan Juric, allenatore che comunque lo stima molto, ma non per questo lo ha messo in cima alla lista della spesa di Davide Vagnati. Ljajic può diventare il nuovo Zaccagni o il nuovo Barak, peccato che alla soglia dei 30 anni debba adattarsi ad assomigliare sempre di più ad uno dei due. Se puntasse ad essere come il primo, dovrebbe intensificare non poco la propensione ad adattarsi ad una snervante fase di copertura. Se puntasse ad emulare il ceco, invece, avrebbe il compito di migliorare corsa e tempi di inserimento, due caratteristiche essenziali nel gioco di Juric.

    Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport LEGGI TUTTO

  • in

    Mercato, Juve in attesa della decisione di Ronaldo: ecco le ipotesi

    Gli sforzi in entrata di Cherubini sono concentrati su Locatelli e sul rinnovo di Paulo Dybala. Le antenne restano dritte anche sull’attacco, ma prima di affondare per uno tra Dusan Vlahovic (Fiorentina), Gabriel Jesus (Manchester City) o Mauro Icardi (PSG) alla Continassa attendono di conoscere con certezza le intenzioni di Cristiano Ronaldo. In caso di separazione da CR7, la Juventus si muoverà per un nove top. Altrimenti l’obiettivo sarà una punta Under 23 (da Scamacca a Kaio Jorge) da aggiungere ai vari Ronaldo, Dybala e Morata. Intanto negli ambienti bianconeri continuano a lavorare sulle uscite: se a Merih Demiral i corteggiatori non mancano (Atalanta, Roma, Everton e Leicester), Aaron Ramsey insiste per il ritorno all’Arsenal. In attesa c’è anche Daniele Rugani, oggetto di sondaggi da parte di Fio-rentina, Bologna, Genoa, Besiktas e Betis. Per Gianluca Frabotta è sfida tra Atalanta e Genoa, mentre su Mattia De Sciglio sono attive Everton e Villarreal.

    Juve, il futuro di Ronaldo

    Dopo l’eliminazione del Portogallo a Euro 2020, Ronaldo è pronto a sciogliere i suoi dubbi e a decidere se il suo futuro sarà a Torino o altrove. La Juve resta in attesa della decisione del fuoriclasse portoghese e in base alla sua scelta valuterà le mosse per l’attacco. Nel frattempo, Max Allegri ha deciso che a metà luglio ci sarà il ritiro alla Continassa, dove si svolgerà tutta la preparazione in vista della prossima stagione. Ora non resta che aspettare per capire cosa deciderà CR7. LEGGI TUTTO