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    Juve stile Guardiola. E Danilo dà l'esempio

    Tra gli obiettivi della serata: ripensare al Barcellona. E dimostrare di avere imparato la lezione. Il Barcellona che ha messo in crisi il gioco bianconero lo scorso mercoledì, innanzitutto: il 2-0 subito in casa risuona ancora come un campanello d’allarme e di buono ha soltanto il fatto di esser capitato ad inizio stagione (nella seconda giornata della fase a gironi) eppertanto di essere potenzialmente privo di qualsivoglia effetto collaterale irreparabile in termini di classifica, qualificazione al turno successivo, prosieguo della stagione. A patto di non ripetersi questa era, ovviamente, tanto per cominciare.
    Ma in realtà, attenzione: sottolineando che bisogna “ripensare” al Barcellona e dimostrare di avere impararto la lezione, si fa riferimento anche ad un Barcellona più datato, quello dei tempi di Guardiola, che più o meno sta alla base del calcio che ha in mente Andrea Pirlo (molto tiqui taqua style)e che deve essere ad esempio per i bianconeri chiamati ad attuarlo.
    Anche in fase difensiva. Baricentro alto, intensità, immediata ricerca di recuperare il pallone in caso di perdita di possesso (entro 6 secondi, la regola magica).
    Inoltre, sempre restando alle peculiarità della difesa ma passando alla fase di possesso, attenzione all’input di partecipare all’azione, di stare dentro al giro palla e mantenere costante la propenione all’attacco. Con tutti i rischi che la cosa comporta (le infilate prese ultimamente in Europa e in Serie A), ma anche con i vantaggi annessi: ripensare, ad esempio, al modo in cui Danilo ha propiziato il gol dell’1-0 di AlvaroMorata contro lo Spezia ma anche ai lanci per i vari Chiesa e, ancora, Morata.
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    Diretta Ferencvaros-Juve ore 21: probabili formazioni, dove vederla in tv e in streaming

    BUDAPEST (Ungheria) – “Va alzata l’attenzione”, ha avvertito il tecnico Andrea Pirlo prima della gara di Champions League tra il Ferencvaros e la sua Juve: “Una partita molto importante, ci serve una prestazione pesante nel possesso. Essere padroni del gioco ci dà più forza per vincere. Il Barcellona ci ha fatto capire che dobbiamo essere più determinati e più organizzati. Ci ha fatto bene e ci servirà al ritorno al Camp Nou”. Prima però c’è da disputare la partita in Ungheria, dove i bianconeri devono vincere per ipotecare il discorso qualificazione.
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    Dove vedere in tv Ferencvaros-Juve
    Alle 21 inizia la partita alla Puskas Arena di Budapest e sarà trasmessa in tv da Sky Sport 1 e Sky Sport 252. Possibile anche seguirla in streaming sul servizio SkyGo.
    Tutte le partite di oggi
    Le classifiche dei gironi
    Le probabili formazioni
    FERENCVAROS (4-3-3): Dibusz; Lovrencsics, Blazic, Kovacevic, Heister; Laidouni, Kharatin, Somalia; Zubkov, Isael, Nguen. All.: Rebrov.
    JUVE (4-4-2): Szczesny; Cuadrado, Bonucci, Chiellini, Danilo; Kulusevski, Arthur, Rabiot, McKennie; Morata, Cristiano Ronaldo. All.: Pirlo.
    ARBITRO: Grinfeld (Israele). LEGGI TUTTO

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    Inter, Conte non ci sta: “Sul primo gol c'era fallo su Hakimi”

    L’Inter goca bene, ma esce sconfitta contro il Real Madrid, sfiorando la rimonta. Ancora una volta il risultato non premia lo sforzo della squadra di Antonio Conte, che nel post partita analizza il 3-2: “Questa, nel bene e nel male, è la mia Inter. Ci vogliono anche questi step di crescita, non so quante squadre sono venute qui a Madrid giocando in questo modo. Certo che si può migliorare, però abbiamo recuperato due gol e abbiamo rischiato di fare il terzo. I risultati non ci stanno premiando, ma al tempo stesso ci dimostrano che i dettagli spostano la partita” sottolinea il tecnico nerazzurro a Sky. 
    Real Madrid-Inter 3-2: Rodrygo condanna Conte all’ultimo posto
    Atalanta-Liverpool 0-5: Klopp a valanga, Gasperini travolto

    Inter, Conte: “Su Hakimi era fallo”
    Poi prosegue: “Sul retro passaggio penso ci fosse un fallo su Hakimi, mentre bisognava marcare meglio sul gol di Ramos. La mentalità però mi lascia soddisfatto, la crescita è esponenziale sotto questo punto di vista. Ora torniamo a casa con un risultato penalizzante. Per noi non ci sono scorciatoie, stiamo facendo il nostro percorso e se confrontiamo con l’anno scorso l’Inter è cresciuta tanto. Sono step di crescita che aiutano a capire dove migliorare, al tempo stesso c’è molta amarezza perché per quello che produciamo i risultati ci dicono male. Mancano tre partite, la squadra può giocarsi la qualificazione e con un po’ di fortuna in più possiamo portarci a casa un buon risultato”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Gasperini: “Abbiamo perso male, c'è da riflettere…”

    BERGAMO – Campanello d’allarme per l’Atalanta che sapeva sarebbe stata difficile con il Liverpool, ma non così tanto, dopo il 5-0 con cui Klopp ha sbancato il Gewiss Stadium: “Dovremo riflettere, è capitato di perdere male l’anno scorso a Manchester, ma avevamo la sicurezza che migliorando certe cose avremmo migliorato anche noi, cosa che poi è avvenuta. Questa sera invece il divario è stato pesante e bisogna riflettere sull’assetto tattico in certi tipi di partite. Stasera è stata veramente difficile” ha detto il tecnico ai microfoni di Sky Sport. “Non credo ci sia stata paura del Liverpool, venivamo da due buoni risultati e non c’era nessun timore, li abbiamo affrontati con fiducia di poter reggere e poter magari essere pericolosi… e invece andavano troppo più forte di noi. Abbiamo visto anche in campionato che non siamo più la squadra che gioca intensamente, abbiamo modificato un po’ le nostre caratteristiche ed è anche giusto riflettere su come comportarci contro questo tipo di avversari”.
    ATALANTA-LIVERPOOL 0-5: LA CRONACA
    “Questo era un altro livello, devo riflettere…”
    Ancora Gasperini: “In altre circostanze c’era la sensazione di avere margine, mentre il tempo è passato anche per noi e ora non teniamo certe intensità… dobbiamo considerarlo e fare le valutazioni del caso, ma c’è tempo. L’Ajax? Lì c’è stato un campanello, poi l’abbiamo raddrizzata con merito, ma qui abbiamo trovato un altro livello… molto più alto. Proprio in funzione di questo dobbiamo trarre indicazioni e vedere cosa fare. Delle cose ce le portiamo dietro anche dal campionato, stiamo prendendo troppi gol al di là del valore dell’avversario, segnando un po’ meno e correndo meno di prima. È giocando contro i migliori che si trovano altre soluzioni, ci siamo sempre ripresi dopo le scoppole. Troppe gare ravvicinate? Assolutamente sì, giocare di fila in Champions ti porta via energie e il nostro campionato è più impegnativo di quello delle altre. Noi invece incontriamo la Samp che la preparare una settimana mentre noi siamo tornati alle 4 di notte…”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta-Liverpool 0-5, il tabellino

    BERGAMO – Caduta fragorosa per l’Atalanta di Gasperini, annientata dal Liverpool. Uno straordinario Diogo Jota (tripletta) e le reti di Salah e Mane condannano i bergamaschi allo 0-5 finale.
    ATALANTA-LIVERPOOL 0-5: NUMERI E STATISTICHE
    ATALANTA (3-4-1-2): Sportiello; Palomino, Djimsiti, Toloi; Hateboer (81′ Depaoli), Freuler, Pasalic (63′ Malinovskyi), Mojica (81′ Ruggeri); A.Gomez (81′ Lammers); Muriel (53′ Pessina), Zapata. A disposizione: Gollini, Ilicic, Miranchuk, Romero, Rossi, Scalvini, Traore. Allenatore: Gasperini.
    LIVERPOOL (4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold (82′ N.Williams), J.Gomez, R.Williams, Robertson (66′ Keita); Henderson (66′ Milner), Wijnaldum (82′ Tsimikas), Jones; Salah, Jota (65′ Firmino), Mane. A disposizione: Cain, Kelleher, Matip, Minamino, Origi, Adrian, Shaqiri. Allenatore: Klopp.
    ARBITRO: Hategan (Romania).
    MARCATORI: 16′ e 32′ Jota (L), 46′ Salah (L), 48′ Mane (L), 54′ Jota (L)
    NOTE: Ammoniti Wijnaldum, Jones (L). Recupero: 1′ – 2′. LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Inter 3-2, il tabellino

    MADRID – Una rimonta da 0-2 a 2-2 non basta all’Inter per portare via punti da Valdebebas. Vince 3-2 il Real Madrid, avanti con Benzema e Ramos e ripreso dai gol di Lautaro Martinez e Perisic. Decide a 10′ dal termine il gol di Rodrygo.
    REAL MADRID-INTER 3-2: NUMERI E STATISTICHE
    REAL MADRID (4-3-3): Courtois; Lucas, Ramos, Varane, Mendy; Kroos (78′ Modric), Casemiro, Valverde; Asensio (63′ Rodrygo), Benzema, Hazard (63′ Vinicius). A disposizione: Isco, Altube, Mariano, Jovic, Lunin, Marcelo, Santos. Allenatore: Zidane.
    INTER (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella (77′ Gagliardini), Brozovic, Vidal (86′ Nainggolan), Young; L.Martinez, Perisic (77′ Sanchez). A disposizione: Darmian, Eriksen, Kolarov, Padelli, Pinamonti, Ranocchi, Skriniar, Stankovic. Allenatore: Conte.
    ARBITRO: Turpin (Francia)
    MARCATORI: 24′ Benzema (R), 32′ Ramos (R), 34′ L.Martinez (I), 67′ Perisic (I), 80′ Rodrygo (R)
    NOTE: Ammoniti Mendy, Valverde, Casemiro, Courtois (R); Brozovic, Vidal, Barella (I). Recupero: 0′ – 3′ LEGGI TUTTO

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    Real Madrid-Inter 3-2: Rodrygo condanna Conte all’ultimo posto

    MADRID (Spagna) – La volata europea di Conte si fa tutta in salita. A Madrid serviva l’impresa, una vittoria che potesse portare alla svolta, e invece non è arrivato neanche il pari. I soliti noti (Benzema e Sergio Ramos) in compagnia della stellina Rodrygo hanno condannato l’Inter a Valdebebas, firmando il 3-2 Real che la relega all’ultimo posto nel Gruppo B dopo la goleada del Moenchengladbach in Ucraina. Le reti nerazzurre sono state di Lautaro Martinez e Perisic in una partita che nella ripresa è stata quasi sempre in bilico fino all’80’, il minuto in cui il giovane brasiliano ha calato il tris. Adesso ci si giocherà tutto a San Siro: il ritorno del big match è in programma il prossimo 25 novembre.
    Real Madrid-Inter 3-2: tabellino e statistiche

    Primo tempo show. E che tacco di Barella!
    Come da previsione, quella tra Real Madrid e Inter, è stata una partita ad alto tasso di spettacolarità. La squadra di Zidane ha tentato sin da subito di imporre il proprio gioco, impaurendo la difesa nerazzurra con le occasioni di Asensio e Valverde mentre quella di Conte ha risposto con Barella prima (colpo di testa sulla traversa) e Lautaro dopo. Il momento chiave lo ha regalato il grande ex Hakimi che con un retropassaggio ha servito sciaguratamente l’1-0 a Benzema al 24’. E se la forza dei blancos s’è fatta palese con il raddoppio di Sergio Ramos (zuccata prepotente da calcio d’angolo al 32’), l’inventiva dell’Inter ha riaperto la sfida: tacco magico di Barella e destro vincente di Lautaro due minuti più tardi.
    Inter a un passo dal ribaltone
    Il lavoro nerazzurro è stato evidente, la cattiveria in zona gol all’inizio della ripresa un po’ meno. Nel Real da applausi le prestazioni di Benzema e Lucas Vazquez: il francese si è confermato su livelli universali, lo spagnolo ha dimostrato la solita versatilità partendo dall’out basso di destra e tagliando spesso e volentieri verso il centro per provare la conclusione. Ma alla lunga la migliore gamba della squadra di Conte ha portato i suoi frutti: Perisic ha superato Courtois con un diagonale per il pareggio (69’), Lautaro e ancora il croato sono andati a un passo dal clamoroso ribaltone. Che non è arrivato, anzi. Doccia fredda per l’Inter all’80’ (Rodrygo-gol), 3-2 e ultimo posto. LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo da primato: sfida Puskas a casa sua

    TORINO – Josef Bican appare lontano, con i suoi 805 gol, però non si possono porre limiti al Cristiano Ronaldo attuale. Con la doppietta di domenica allo Spezia CR7 è salito a quota 744 e se pensiamo che, da quando è arrivato alla Juventus, ha viaggiato alla media di 32 gol a stagione (e non contiamo il bonus Portogallo), allora il formidabile attaccante austro-cecoslovacco non è poi così distante. Bican detiene il primato mondiale di reti segnate in carriera con la maglie di club e Nazionale (escludendo, per tutti, giovanili e rappresentative olimpiche): 805, per l’appunto. Ma Ronaldo incalza e, ora che è tornato a pieno servizio, si appresta a scalare posizioni, con l’obiettivo di cominciare a salire sul podio.

    L’occasione è ghiotta, con un risvolto ricco di fascino. CR7 può provare l’aggancio, o addirittura il sorpasso, domani sera a Budapest in casa del Ferencvaros: nel mirino la coppia formata da Romario e Ferenc Puskas (746), ed è il secondo nome quello che ci interessa di più. Puskas è stato infatti il simbolo di un calcio capace di attraversare tre decenni, dal 1943 al 1966. Due le vite dello straordinario attaccante. Prima quella con la Honved, guidata al primo titolo nel 1950, interrompendo l’egemonia di altre tre squadre della capitale: il Ferencvaros, l’Mtk e l’Ujpest. Eccellenza nel club che andava in parallelo con una formazione altrettanto straordinaria, talmente forte da essere soprannominata Aranycsapat, la squadra d’oro.
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