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    Libertadores: finale Flamengo-Athlético Paranaense, duello David Luiz-Fernandinho

    TORINO – Flamengo e Athlético Paranaense stasera alle 22 si contendono la Copa Libertadores nella versione derby do Brasil 3.0. Il duello finale tra i due club rossoneri sarà l’occasione per una reunion tra due ex compagni di Nazionale che sono stati, a livello di club, da sempre fieri avversari. E la partita di stasera non farà eccezione. David Luiz e Fernandinho, attualmente simboli di Mengão e Furacão sono pronti a una nuova battaglia, dopo quelle sostenute ai tempi di Chelsea e Man City.
    Quei trionfi in verdeoro
    Pur avendo condiviso la maglia della Seleção, non hanno in comune gioie e trionfi con la VerdeAmarela, ma solo un’enorme delusione. Anzi, la Delusione con la D maiuscola, quella per antonomasia per tutto il Paese, a pari merito con il disastro del 1950. David Luiz ha sollevato al cielo la Confederations Cup nel 2013, Fernandinho invece è stato campione della Copa América nel 2019. Mai insieme nella felicità, ma fianco a fianco nel dolore della figuraccia epocale nel Mondiale casalingo del 2014, in cui il Brasile è stato eliminato in semifinale con l’indimenticabile 7-1 subito dalla Germania. A livello di coppe vinte in Inghilterra domina Fernandinho: due FA Cup a zero, con David Luiz che si deve accontentare della medaglia d’argento sia nel 2018 sia nel 2019.
    Da Londra a Rio de Janeiro
    Diventato star nel Chelsea, David Luiz ha concluso la sua avventura europea all’Arsenal la scorsa stagione. Quindi s’è imbarcato su un volo per Rio de Janeiro e ha accettato il contratto del Mengão nel settembre 2021, debuttando nelle semifinali di Libertadores contro il Barcelona Guayaquil. Vicecampione in Libertadores e Brasileirão nel 2021, in questa stagione è a un passo dalla gloria continentale, è a un passo da trascinare il Fla a essere un autentico Time das Copas, una squadra implacabile nelle Coppe: l’accoppiata Coppa del Brasile-Libertadores sarebbe da sogno. Sulla sua strada, c’è ancora Fernandinho. E sì, David Luiz sta facendo gli scongiuri, sta pregando che non finisca, anche stavolta, come nelle due finali di FA Cup…
    Estadio Monumental Banco Pichincha, Guayaquil, Ecuador Ore 22, diretta Dazn
    FLAMENGO (4-4-2): Santos; Rodinei, David Luiz, Léo Pereira, Filipe Luís; Thiago Maia, João Gomes, Éverton Ribeiro, De Arrascaeta; Gabriél Barbosa, Pedro. All. Dorival Júnior.
    ATHLÉTICO PARANAENSE (4-3-3): Bento; Khellven, Matheus Felipe, Pedro Henrique, Abner; Hugo Moura, Alex Santana, Erick; David Terans, Pablo, Vitinho. All. Luiz Felipe Scolari.
    ARBITRO: Patricio Loustau (Argentina) LEGGI TUTTO

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    Copa Sudamericana: ops, l'Independiente del Valle l'ha fatto ancora!

    TORINO – Non serve scomodare Davide contro Golia per capire la portata dell’impresa compiuta, poche ore fa, dall’Independiente del Valle, laureatosi bicampione della Copa Sudamericana dopo il trionfo sul San Paolo allo Stadio Mario Alberto Kempes di Córdoba, Argentina. Per rendersi conto di quanto realizzato basta dare un’occhiata a come erano, fino a stanotte, le bacheche delle due contendenti: un trofeo internazionale per gli ecuadoriani, 12 per il Tricolor, una delle grandi del Brasile. Ma non solo: 92 anni di storia per i paulisti, 64 per il Matagigantes, l’ammazzagrandi. E mai soprannome fu più azzeccato: agli scalpi di Boca Juniors, River Plate e Flamengo si è aggiunto quello della banda di Rogério Ceni.
    PRETATTICA VINCENTE La domanda ricorrente della vigilia riguardava le condizioni della coscia di Lautaro Díaz, col giocatore in dubbio fino all’ultimo e miracolosamente recuperato a pochi minuti dal fischio d’inizio. La prima chance è per l’Independiente del Valle e proprio con l’argentino: tiraccio sul primo palo e Felipe Alves costretto a smanacciare in angolo. Al 13′ l’avviso diventa un pugnale conficcato nel petto del Tricolor: uscita pressapochista della difesa brasiliana, palla recuperata dall’indivaolato Faravelli, assist modello caramella per Díaz, che controlla di destro e in diagonale porta avanti gli ecuadoriani.
    DOMINIO COSTANTE Il vantaggio dell’Independiente del Valle non scuote più di tanto né cambia l’attitudine del San Paolo: gli uomini di Rogério Ceni appaiono svagati, distratti, poco concreti, con Patrick unica eccezione. Proprio da un’iniziativa di Patrick nasce la macro chance per il pari brasiliano, ma Jonathan Calleri spara fuori da buonissima posizione al 28′. Nella ripresa il San Paolo carica a testa bassa: prima Rodrigo Néstor si fa bloccare il tiro a colpo sicuro da Moisés Ramírez, poi Calleri, totalmente smarcato, la mette a lato di testa. La legge del calcio è universale e il LatinoAmérica non fa eccezione: gol sbagliato, gol subito. Al 22′ l’asse magico del primo gol dell’Independiente del Valle concede un clamoroso bis, ma a parti invertite: l’assist è di Lautaro Díaz, il 2-0 è griffato da Lorenzo Faravelli. Aveva ragione Martín Anselmi, il tecnico degli ecuadoriani: «Il Matagigantes è diventato grande». Sì, il gigante ora è l’Independiente del Valle.
    SAN PAOLO-INDEPENDIENTE DEL VALLE 0-2
    MARCATORI: pt 13′ Díaz; st 22′ Faravelli
    SAN PAOLO (4-4-2): Felipe Alves; Igor Vinicus, Diego Costa, Leo, Reinaldo; Alisson (30′ st Galoppo), Pablo Maia, Rodrigo Néstor (30′ st Igor Gomes), Patrick (30′ st Eder); Luciano, Calleri. All. Rogério Ceni
    INDEPENDIENTE DEL VALLE (5-3-2): Ramírez; Chavez (50′ st Caicedo), Segovia Vega, Schunke, Carbajal, Fernandez; Faravelli (50′ st L. Ortiz), Pellerano, Angulo (35′ st Gaibor); Díaz (28′ st J. Ortiz), Sornoza (34′ st Ayovì). All. Anselmi
    ARBITRO: Wilmar Roldán (Colombia)
    NOTE: espulsi al 48′ st Calleri per doppia ammonizione, al 51′ Diego Costa per comportamento non regolamentare. Ammoniti: Carbajal, Reinaldo, Schunke, Calleri, Pellerano, Diego Costa. Calci d’angolo: 6-3 per il San Paolo. Recupero tempo: pt 3′; st 8′ LEGGI TUTTO

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    Finale Copa Sudamericana: l'Independiente del Valle per una nuova clamorosa impresa

    TORINO – L’ammazzagrandi, l’incubo dei top club del continente stasera può entrare nella storia. Dalla porta principale. Sì, perché alle 22 italiane, allo stadio Mario Alberto Kempes di Córdoba, Argentina, va in scena la finale di Copa Sudamericana: l’Independiente del Valle cerca una nuova clamorosa impresa contro il San Paolo, favorito. Il tecnico degli ecuadoriani, l’argentino Martín Anselmi, non si nasconde: «Ci chiamano ammazza giganti. Ebbene la musica è cambiata. L’Independiente del Valle è una grande: ora tocca ai brasiliani calarsi nei panni del giant killer». Sì, perché la finale vinta nel 2019 contro il Colón ha rappresentato la prova provata del ??fatto che, quando le cose sono fatte bene dal punto di vista istituzionale e societario, i risultati sportivi arrivano da soli. Ancora in ballo su tutti i fronti possibili (LigaPro, Copa Ecuador e Copa Sudamericana) El Tornado de Sangolquí stasera può tornare prepotentemente sotto i riflettori.
    TUTTO O NIENTE Come ormai da 3 anni la Copa Sudamericana si assegnerà al termine della finale unica con, in caso di parità al 90′, supplementari e rigori. Anselmi ha un problemone davanti: l’infortunio di Lautaro Díaz. Il bomber 24enne ha avuto problemi alla coscia durante l’ultimo match di campionato, sabato scorso contro il Macará ed è in dubbio. Non averlo toglierebbe agli ecuadoriani un’arma micidiale: Díaz sta attraversando un ottimo periodo di forma e sta segnando a raffica, soprattutto in Copa Sudamericana dove ha realizzato 4 reti in 5 partite e tutti dai quarti di finale in poi. Ci sarà? Non ci sarà? Alla vigilia lo staff tecnico ecuadoriano ha mantenuto al riguardo una segretezza degna del Kgb, probabilmente per generare incertezza nel rivale e complicare le scelte del tecnico paulista Rogério Ceni. Di sicuro nelle ultime ore Díaz non s’è allenato col gruppo limitandosi a corricchiare… «Ci sarà: quello che non sappiamo è se potrà giocare 20, 30 o 90 minuti. In questi giorni abbiamo portato con noi uno specialista argentino per lavorare sui suoi muscoli, cercando di averlo a disposizione per la finale», ha detto Andrés Larriva, direttore generale del club. Nel caso in cui l’ex attaccante dell’Estudiantes de La Plata dovesse alzare bandiera bianca sono due le opzioni per sostituirlo: Jonathan Bauman o Jaime Ayoví. Ha meno problemi il San Paolo: Rogério Ceni non ha voluto confermare ufficialmente il suo starting eleven, gli 11 che cominceranno il match, lasciando un dubbio su chi agirà come esterno destro di difesa: Rafinha o Igor Vinicius.
    Estadio Mario Alberto Kempes, Córdoba, Argentina, ore 22, diretta Dazn.
    SAN PAOLO (4-4-2): Jandrei; Rafinha, Diego, Léo, Reinaldo; Alisson, Rodrigo Néstor, Pablo Maia, Patrick; Calleri, Luciano. All. Rogerio Ceni.
    INDEPENDIENTE DEL VALLE (4-4-2): Ramírez; Carabajal, Shunke, Segovia; Fernández, Angulo, Pellerano, Faravelli, Chávez; Júnior Sornoza, Díaz.? All. Anselmi
    ARBITRO: Wilmar Roldán (Colombia).
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    Copa LIbertadores: Flamengo ok, la finale sarà ancora tutta brasiliana

    SCELGO DI CREDERCI Dopo il 4-0 dell’andata in Argentina al Vélez sarebbe servito molto più di un’impresa: non è arrivata. Il magico ottimismo che aveva accompagnato, nei giorni scorsi, il club e la tifoseria argentina sono stati brevi come un sogno. E destinati a svanire sul far del mattino. Certo, pensare che il Vélez fosse in grado di ribaltare il 4-0 patito all’Amalfitani sarebbe come essere convinti di trovare un unicorno giallo che pascola di fronte a casa vostra. Ma nel Barrio Liniers avevano scelto la strategia del “yo eligo creer”, io ho scelto di crederci. La squadra del Cacique Medina ci ha provato, con orgoglio, fin dal fischio d’inizio. Ha giocato un gran primo tempo, tutto cuore, grinta, pressing. Ha trovato pure il gol del vantaggio, al 21′ con El Oso Lucas Pratto: l’ex River Plate, servito da Lucas Janson, si beve Pablo e batte Santos. Il mantra fortinero “Yo eligo creer”, ho scelto di crederci, sembrava prendere forma. Ma era, come detto, un sogno che svanisce all’alba. Dopo solo 20′ cross velenosissimo di Everton Ribeiro dalla sinistra ed ecco riapparire l’incubo degli argentini nella gara d’andata: Pedro, autore di 3 gol 7 giorni fa, si ripete anche al ritorno, colpo di testa imperioso, palla che sbatte sulla faccia inferiore della traversa e Burian battuto. Il Maracanã esplode, il Fla ha pareggiato.   
    PIETRA TOMBALE Il secondo tempo scorre via con un Mengão padrone del gioco e con un Vélez in cui sembra essersi spento definitivamente il sacro fuoco del “Yo eligo creer”. I rubronegros carioca macinano occasioni da gol in serie e al 23′ trovano il gol che chiude definitivamente partita e discorso qualificazione, la pietra tombale sulla doppia sfida grazie a un golazo di Marinho su assist con tunnel del solito Pedro. Divino, semplicemente divino. Ai tifosi del Vélez resta l’orgoglio d’essere arrivati a un passo dal riscrivere la storia, la Pandilla de Liniers esce sconfitta sì, ma a testa alta. La verità è, però, che in questo momento sociale, economico e calcistico, le squadre brasiliane sono ingiocabili: la Copa Libertadores, infatti, sarà per il terzo anno consecutivo, una sorta di Taça do Brasil, di Coppa del Brasile.
    FLAMENGO-VÉLEZ SARSFIELD 2-1
    MARCATORI: pt 21′ Pratto, 42′ Pedro; st 23′ Marinho
    FLAMENGO (4-2-3-1): Santos; Rodinei, Fabricio Bruno, Pablo, Filipe Luis (18′ st Ayrton Lucas); Joao Gomes, Vidal (18′ st Pulgar); Everton Ribeiro (39′ st Varela), De Arrascaeta (39′ st Diego), Everton Cebolinha (18′ st Marinho); Pedro. A disp. Diego Alves, Hugo Souza, Kayke, Mateusao, Matheuzinho, Petterson, Cleiton Santos. All. Dorival Júnior
    VÉLEZ SARSFIELD (4-2-3-1): Burian; Jara, de los Santos, Brizuela, Ortega; Garayalde, Caseres (25′ st Seoane); Orellano (14′ st J. Fernandez), Florentin Bobadilla (15′ st Osorio), Janson (39′ st Castro); Pratto (15′ st Bou). A disp. Hoyos, Diaz, D. Fernandez, Guidara, Insua, Menendez, Muet. All. Medina
    ARBITRO: Maza (Cile)
    NOTE: ammoniti Filipe Luis, Vidal, Garayalde, Seoane, Brizuela. Calci d’angolo: 7-3 per Flamengo. Recupero tempo: pt 2′; st 6′ LEGGI TUTTO

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    Copa Libertadores: impresa Athletico Paranaense, rimonta il Palmeiras e va in finale

    11 EROI Se volessimo definire la prova del Furacão con un aggettivo, quello più corretto sarebbe eroica e questo nonostante il fatto che, nella partita di andata, i rossoneri di Curitiba avessero vinto 1-0. Il match dell’Allianz Parque s’è messo subito in salita per la banda di Felipão: il Palmeiras ci mette soltanto 3′ a riportare la doppia sfida sul piano dell’assoluta parità. La difesa ospite si impappina sul cross di Ze Rafael, non riuscendo a spazzare: Gustavo Scarpa può solo dire muito obrigado, grazie mille, e scaricare l’1-0 alle spalle di Krepski. Non c’è partita, tutto come calcolato da Abel Ferreira, tecnico portoghese del Verdão: i paulisti sono troppo superiori e Dudu è in un momento di forma semplicemente divino. L’unica mezza speranza per il Furacão rossonera si concretizzava al 3′ di recupero del primo tempo: rosso sventolato dall’arbitro uruguaiano Ostojich dopo consulto con il Var davanti al naso di Murilo Cerqueira per un fallaccio su Vitor Roque e padroni di casa con un uomo in meno per un tempo intero.
    IL MATTONCINO Proprio da questo piccolo mattoncino l’Athletico Paranaense inizia a costruire l’impresa. Nonostante l’uomo in meno, al 10′ della ripresa il Palmeiras trovava il gol della momentanea qualificazione grazie al cabezazo, al gran colpo di testa di Gustavo Gómez su cross pennellato da Marcos Rocha. L’Athletico ci crede e non vuole smettere di lottare. Fernandinho si carica sulle spalle la squadra e Pablo trova i suoi 20′ di gloria: il numero 5 prima fa 2-1 su imbeccata di Vitor Roque, poi, a 5′ dalla fine trova l’assist per Terans che realizza il 2-2. Sull’Allianz Parque cala il gelo: la festa è tutta del Furacão, che stacca il pass per la finale dell’Estadio  Monumental Isidro Romero Carbo di Guayaquil, Ecuador e tra poche ore saprà chi dovrà sfidare tra Flamengo e Vélez Sarsfield.
    PALMEIRAS-ATHLETICO PARANAENSE 2-2
    MARCATORI: pt 3′ Gustavo Scarpa; st 10′ Gustavo Gómez, 19′ Pablo, 40′ Terans
    PALMEIRAS (4-2-3-1): Weverton; Marcos Rocha (34′ st Mayke), Gustavo Gómez, Murilo Cerqueira, Piquerez (42′ st Merentiel); Gabriel Menino (42′ st Atuesta), Ze Rafael; Dudu, Tabata (1′ st Luan), Gustavo Scarpa; Rony (34′ st Wesley). A disp. Marcelo Lomba, Breno Lopes, Fabinho, Kuscevic, José Lopez, Rafael Navarro, Vanderlan. All. Abel Ferreira
    ATHLETICO PARANAENSE (4-3-3): Krepski; Khellven, Pedro Henrique, Heleno, Abner (1′ st Pedrinho); Fernandinho, Erick (18′ st Pablo), Santana (1′ st Terans); Canobbio (1′ st Romulo), Vitor Roque (45′ st Matheus Fernandes), Vitinho. A disp. Anderson, Cuello, Leo Cittadini, Matheus Felipe, Nicolàs Hernàndez, Orejuela, Vitor Bueno. All. Felipão Scolari
    ARBITRO: Ostojich (Uruguay)
    NOTE: ammoniti Santana, Gabriel Menino, Canobbio, Pedrinho, Heleno, Weverton. Calci d’angolo: 6-3 per il Palmeiras. Recupero tempo: pt 4′; st 6′ LEGGI TUTTO

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    Libertadores: il Flamengo è devastante, umiliato il Vélez

    TORINO – Pietà l’è morta: nell’andata delle semifinali di Copa Libertadores il Flamengo travolge 4-0 il Vélez Sarsfield e mette molto più di una ipoteca sulla finale. I tifosi del Fortín avevano preparato una festa coi fiocchi per celebrare degnamente il ritorno nel penultimo atto della competizione per club più importante del continente: 11 anni prima l’ultima volta. Nella mente dei tifosi biancoblù ritornavano le immagini dell’indimenticato e indimenticabile trionfo del 1994, ancora contro una brasiliana: con il Virrey Carlos Bianchi in panchina, infatti, il Vélez riuscì a imporsi nella pentola a pressione del Morumbì, zittendo 100 mila torceadores del San Paolo. La scorsa notte, però, il calcio brasiliano ha dimostrato una volta di più, semmai ce ne fosse bisogno, di non avere rivali, di essere troppo superiore, innanzitutto sotto il profilo economico, rispetto a qualsiasi rivale latinoamericano.
    BRUSCO RISVEGLIO A nulla dunque, sono servite le trovate del Cacique Medina, il tecnico uruguaiano degli argentini: negli ultimi giorni aveva chiesto ai giardinieri che curano il terreno dell’Estadio José Amalfitani di non bagnare il campo, rendendolo, di fatto, ai limiti dell’impraticabilità. «Il gioco del Fla ne risentirà, loro scambiano veloce e non potranno farlo», questa era l’opinione diffusa nel Barrio de Liniers a poche ore dall’inizio della semifinale. Sì, sì, l’importante è crederci. La Pandilla, il gruppo più caldo del tifo del Vélez, e tutti gli aficionados argentini ci hanno messo 32 minuti a realizzare che no, non aver fatto bagnare il campo non avrebbe portato alcun beneficio. E così, dopo il vantaggio griffato da Pedro Guilherme Abreu dos Santos, colpevolmente dimenticato dalla difesa argentina su cross di Léo Pereira, i rossoneri carioca trovavano nel recupero, al 46′, il raddoppio: sombrero in area del Vélez di Gabigol, palla a Everton Ribeiro e golazo da applausi.
    STERILITA’ TOTALE In apertura di ripresa il Fortín cerca il gol che riapra la sfida, non riuscendo però mai a farsi pericoloso dalle parti di Santos. Chi dalle parti della porta argentina si presenta, spesso e volentieri, e fa paura è il solito Pedro: logica conseguenza il 3-0 in contropiede. A 7′ dalla fine è sempre lo scatenato bomber carioca a mettere la pietra tombale su match e serie con il 4-0 finale. Tra 7 giorni, al Maracanã, la sfida di ritorno: il Vélez cerca il miracolo. «Lo faremo con l’1% di possibilità e il 99% di fede», giurano gli argentini. La realtà è altra: la realtà dice che, anche quest’anno, in finale ci saranno due brasiliane.
    VELEZ SARSFIELD-FLAMENGO 0-4
    MARCATORI: pt 32′ Pedro, 46? Everton Ribeiro; st 16′, 38′ Pedro
    VELEZ SARSFIELD (4-2-3-1): Hoyos; Jara, de los Santos, Gomez, Ortega; Garayalde, Caseres (20′ st Seoane); Orellano (30′ st J. Fernandez), Bou (20′ st Osorio), Janson; Pratto. A disp. Burian, Brizuela, Castro, D. Fernandez, Bobadilla, Guidara, Insua, Menendez, Mulet. All. Medina
    FLAMENGO (4-3-1-2): Santos; Rodinei, David Luiz, Leo Pereira, Filipe Luis; Everton Ribeiro (40′ st Diego), Thiago Maia (26′ st Vidal), Joao Gomes (40′ st Victor Hugo); De Arrascaeta (34′ st Pulgar); Pedro, Gabriél Barbosa (40′ st Everton Soares). A disp. Hugo Souza, Ayrton Lucas, Fabricio Bruno, Lazaro, Matheuzinho, Pablo, Varela. All. Dorival Junior
    ARBITRO: Wilmar Roldàn (Colombia)
    NOTE: ammoniti Gabriél Barbosa, Gomez, Thoago Maia, de los Santos, David Luiz, Leo Pereira, Pulgar, Seoane. Calci d’angolo: 5-5. Recupero tempo: pt 4′; st 3′ LEGGI TUTTO

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    Coppa Libertadores: Scolari fa piangere il Palmeiras

    TORINO – Mentre, da questo lato dell’Oceano, la Champions League scalda i mototri e si prepara al debutto della fase a gironi, dall’altra parte dell’Atlantico la Copa Libertadores, la manifestazione per club più importante del LatinoAmérica, è arrivata al penultimo atto: si sta giocando l’andata delle semifinali. In attesa della sfida argentino-brasiliana tra Vélez Sarsfield e Flamengo che si giocherà alle 2.30 della notte italiana tra mercoledì e giovedì, poche ore fa è arrivata la sorpresa: i campioni in carica del Palmeiras sono caduti 1-0 in trasferta all’Arena da Baixada di Curitiba nel derby brasiliano contro l’Athletico Paranaense. Finisce così, per il Verdão, una striscia di risultati positivi che sembrava infinita: 18 match senza sconfitte in questa edizione e ben 20 trasferte senza perdere, contando anche le gare delle passate edizioni. L’ultima volta prima fu il 2 aprile del 2019 contro il San Lorenzo de Almagro di Jorge Almirón.
    LO SCHERZETTO DI SCOLARI I rossoneri, guidati in panchina da un santone come Felipão Scolari, pur non avendo dimostrato una manifesta superiorità nei confronti del club paulista, hanno messo in campo personalità e grinta, spinti da un tifo incessante. Pericoloso in avanti, bravo a occupare gli spazi, cinico: l’Athletico Paranaense è riuscito a non andare in sbattimento nemmeno quando è rimasto in inferiorità numerica per il rosso sventolato dall’arbitro cileno Tobar Vargas sotto il naso di Hugo Moura. Il Palmeiras ha cercato negli ultimi 20′ il pari con ogni mezzo, ma sono mancate lucidità e precisione in zona gol. E così alla banda di Abel Ferreira tra una settimana servirà un successo in casa per continuare a difendere il torfeo conquistato lo scorso anno.
    ALTA TENSIONE Tra poche ore, all’Estadio José Amalfitani di Liniers, Buenos Aires, si gioca la seconda semifinale: il Vélez Sarsfield di Alexander Medina riceve il Flamengo dei mille crack. Un match che rischia di essere caldissimo, come tutte le sfide, di club e nazionali, che vedono gli argentini incrociare i tacchetti con i brasiliani. Un esempio? Beh, probabilmente il più clamoroso coinvolge proprio Vélez e Fla: Recopa 1995, con la partite che si trasforma prima in un match di pugilato tra Zandonà ed Edmundo e poi in un autentica rissa da strada con tutti, ma proprio tutti, in campo, anche la polizia.

    ATHLETICO PARANAENSE-PALMEIRAS 1-0
    MARCATORI: pt 23′ Santana
    ATHLETICO PARANAENSE (4-3-3): Krepski; Khellven, Pedro Henrique, Heleno, Abner; Fernandinho (51′ st Leo Cittadini), Hugo Moura, Santana (46′ st Erick); Cannobbio (40′ st Romulo), Vitor Roque (40′ st Pablo), Vitinho (41′ st Cuello). A disp. Anderson, Matheus Felipe, Nicolàs Hernàndez, Orejuela, Pedrinho, Terans, Vitor Bueno. All. Scolari
    PALMEIRAS (4-2-3-1): Wéverton; Marcos Rocha (39′ st Mayke), Gustavo Gomez, Murilo Cerqueira, Piquerez; Gabriel Menino, Ze Rafael (39′ st Atuesta); Dudu, Rafa Veiga (7′ st Tabata), Rony (39′ st Rafael Navarro); José Lopez (19′ st Wesley). All. Abel Ferreira
    ARBITRO: Tobar Vargas (Cile)
    NOTE: 38.963 spettatori. Espuslo: al 25′ st Hugo Moura per doppia ammonizione, al 30′ Scolari, tecnico dell’Athletico Paranaense, per proteste. Ammoniti: Ze Rafael, Hugo Moura, Vitinho. Calci d’angolo: 7-5 per il Palmeiras. Recupero tempo: pt 2′; st 8′ LEGGI TUTTO

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    La nonnina del Talleres allo stadio con l'ossigeno: e il bomber si commuove

    TORINO – La passione batte tutto. Quella per il fútbol, poi, può più di ogni cosa: supera persino le difficoltà di una malattia, persino la debolezza, l’età. Perché è nelle difficoltà più insormontabili che l’animo dell’essere umano, per trovare forza, si aggrappa agli amori che non passano, alle passioni più profonde. E sì, il sentimento che lega ogni persona al club del suo cuore è molto più che indissolubile. In Argentina cantano: “de la cuna hasta el cajón”: si può tradurre con “dalla culla alla tomba”. E non è soltanto un coro da stadio, un modo di dire. All’Estadio Mario Alberto Kempes, Córdoba, nella parte bassa della Tribuna Gasparini, prende posto, da lustri, Elvira Reyna, 80 anni, Definirla fedelissima, aficionada, sarebbe riduttivo. Elvira è diventata virale grazie a una foto: va allo stadio con la bombola ad ossigeno. Da moltissimo tempo, infatti, l’adorabile nonnina cordobesa conduce una lotta durissima contro la fibrosi cistica: , racconta circondata dall’amore dei nipoti Oscar Plaza e Carla Salinas, che la accompagnano sugli spalti ogni volta che giocano i biancoblù. E quando il Talleres segna, lei salta in piedi manco avesse una molla e inizia a festeggiare, sfoderando un magnifico, ma sdentatissimo, sorriso. E’ diventata una mascotte: adorata dagli altri tifosi, dai media, dalla società e dai giocatori. .
    BEAU GESTE DE COLOMBIA
    Elvira ha rischiato, però, di perdersi una sfida storica: quella del ritorno dei quarti di finale mercoledì scorso al Kempes contro il Vélez Sarsfield. A causa dell’incredibile richiesta di biglietti da parte dei tifosi della T, infatti, la nonnina biancoblù non era riuscita ad assicurarsene uno. La notizia è giunta alle orecchie di Diego Luis Valoyes: l’attaccante colombiano del Talleres ha iniziato a cercare di mettersi in contatto con lei o con qualche suo familiare tramite le reti social. , questo il messaggio social di Valoyes. Tanta generosità è stata ricompensata: a colpi di tweet e retweet finalmente il messaggio è arrivato alla nipote Carla che ha comunicato a Elvira la lieta novella. La Pantera Valoyes mi ha commosso: ora tocca a lui e ai suoi compagni portarci in semifinale. Io farò il mio dagli spalti, su questo nessun dubbio >. Sul campo, però, nessun lieto fine: passa il Vélez. A Elvira non importa più di tanto: per lei il Talleres rimarrà per sempre il grande amore della vita, l’unico che le dà tante soddisfazioni e non la tradirà mai. De la cuna hasta el cajón, dalla culla alla tomba. 

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