consigliato per te

  • in

    Fiorentina, Commisso: “Chiesa alla Juve? Ce l'hanno rubato”

    ROMA – “Chiesa ce l’hanno rubato perché hanno molti soldi che noi non possiamo fare perché non abbiamo ricavi”. Così Rocco Commisso torna sulla cessione dell’attaccante alla Juventus avvenuta l’anno scorso: “Più ricavi e più puoi spendere: questa è la differenza fra noi e loro – ha detto il presidente della Fiorentina a Marina di Gioiosa Ionica (Calabria), dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria -. Ci sono club come la Juventus, come il Barcellona, come l’Inter, che sono indebitate per un lavoro ‘sporco’”.
    Vlahovic e Milenkovic ‘blindati’
    E per quanto riguarda la vittoria del prossimo campionato di Serie A, secondo Commisso “la Juve è sempre favorita. Quando loro hanno 300 milioni di monte stipendi e io ne ho 70, loro sono sempre favoriti. I soldi contano in questo mondo”. Infine sul calciomercato, con il numero uno viola che ‘blinda’ Vlahovic: “Credo che resterà, questa è la mia intenzione – ha detto Commisso -. Ora vediamo… Oggi abbiamo ufficializzato che Milenkovic resterà e che Pezzella forse andrà via”.
    Guarda la galleryMaglia Fiorentina, ritorno agli anni ’80: Vlahovic come Socrates LEGGI TUTTO

  • in

    La Fiorentina fa muro su Vlahovic. E l'Inter si aggrappa a Lautaro

    Per ora la Viola resiste alle avances per l’attaccante serbo, che interessa ad alcuni top club anche all’estero come Tottenham e Atletico MadridUn’estate così non si potrà dimenticare. Perché, continuando a dire che non c’è un euro, poi quelli che vogliono spendere ci riescono davvero. Il Paris Saint-Germain ha fatto bisboccia, aggiungendo Leo Messi come se fosse una montagna di panna sulla torta, altro che semplice e banale ciliegina. LEGGI TUTTO

  • in

    Fiorentina, addio a Milenkovic: il serbo si avvicina al West Ham. E la Juve…

    Nelle ore dell’addio più inaspettato, quello di Leo Messi al Barcellona, ce n’è un altro che si sta consumando alla Fiorentina. Con meno sorpresa, perché il contratto di NikolaMilenkovic è in scadenza 2022 e da mesi era chiaro che non sarebbe stato rinnovato. Ora, però, siamo davvero nelle fasi decisive per la cessione del difensore, che negli ultimi mesi è stato seguito da diversi club, in Italia e all’estero: Inter, Milan, Manchester United, Siviglia e Juventus, la squadra di cui si è parlato maggiormente negli ultimi tempi. Nel futuro del classe ’97 ci sarà, invece, il West Ham, pronto a investire oltre 15 milioni di euro su di lui. LEGGI TUTTO

  • in

    Fiorentina, ecco il nodo sugli esterni: 5 o 4+1? Intanto Orsolini intriga

    “Io l’ho detto ai dirigenti, voglio 5 esterni, al limite 4 più un giovane, perché è un ruolo dispendioso e serve anche qualità”: così Vincenzo Italiano al termine dell’ultima amichevole del ritiro concluso sabato scorso. Un indizio di mercato concreto, visto che gli esterni in rosa, escludendo i giocatori aggregati dalla Primavera ed includendo Saponara, reinventato in quel ruolo proprio dall’ex tecnico dello Spezia, sono quattro. A Saponara, Sottil, Callejon e Gonzalez, dunque, si aggiungerà presumibilmente una quinta ala da qui a fine mese.GIVE ME FIVE – Va capito se serve un esterno che possa fare da titolare oppure semplicemente una pedina che sia in grado di rientrare nelle rotazioni e rendere la stagione meno dispendiosa per il pacchetto avanzato. Callejon ha convinto tutti finché è stato in campo in Trentino, Saponara gode della fiducia dell’allenatore, per Sottil e Gonzalez sono stati fatti investimenti importanti. Convogliare un’altra ingente somma di denaro su un quinto profilo di rilievo esporrebbe le cinque ali al rischio della svalutazione, cosa che in questo periodo specialmente non è consigliabile. E allora ecco che, secondo quanto raccolto da Calciomercato.com, prende piede l’opzione numero due, quel “4+1 giovane” che Italiano ha concesso a microfoni accesi. LEGGI TUTTO

  • in

    Biraghi: “In passato vicino al Milan. Per tanti sono il cane da bastonare ma in realtà…”

    La Fiorentina è di scena oggi pomeriggio a Moena per la terza amichevole del ritiro, ma prima c’è spazio per le parole di Cristiano Biraghi in conferenza stampa dopo l’allenamento del mattino a porte chiuse:Bilancio del ritiro? “Siamo partiti bene, c’è grande entusiasmo per l’allenatore. I tifosi lo hanno chiamato l’anno zero, credo sia il termine giusto. Le nuove idee del Mister ci fanno divertire, è importante, poi sarà il campo a parlare. I presupposti per fare bene ci sono. Ho avuto un problemino, ma sono stato fermo solo per precauzione”.Rapporto con Firenze? “Per tanti sono il cane da bastonare, preferisco che sia così per me che per altri che magari le soffrono. So chi sono e cosa valgo, posso accettare giudizi ma per me non è un problema. In passato Gerson, Pjaca, giocatori di grande qualità, sono stati etichettati male da tifosi e giornalisti e non hanno dimostrato quello che potevano dimostrare. Io ho raggiunto negli anni un equilibrio, vado per la mia strada nel bene e nel male, perché fa tutto parte del gioco. Anche quando le cose andavano bene, se si doveva trovare il pelo nell’uovo ero sempre io. Ma se il prezzo da pagare per la carriera che ho avuto è questo io sono contento. L’importante è la Fiorentina, che non merita quello che ha ottenuto negli ultimi anni. Non è giusto vedere la Fiorentina arrivare alla fine della stagione con l’acqua alla gola, continui cambi di allenatore e giocatori che non si comportano correttamente. Io sono sempre stato sincero: per me la Fiorentina è un punto d’arrivo, come lo è stato l’Inter. Quest’anno ho avuto qualche offerta, ma ho detto ‘Declinate tutto, non mi muovo’. Voglio prendermi le mie responsabilità e insegnare ai giovani cosa significa indossare la maglia della Fiorentina. Adesso ripartiamo da zero, tutti insieme”.Rimpianti? “Non ne ho. Tornare all’Inter era una mia priorità, dopo essere cresciuto in Primavera. Il Milan? C’è stato un contatto in passato, ma io credevo e credo nella Fiorentina. Questa è una famiglia che vive di sani principi, non cerco altro”.Nazionale? “Ci ho sperato fino all’ultimo, è normale, se non ci sono andato è perché evidentemente ci sono atleti migliori di me al momento. L’ho tifata come tutti, ovviamente”. LEGGI TUTTO

  • in

    Amrabat, per la Fiorentina è un rebus senza fine. Tra nuovo modulo e infortuni

    I tempi cambiano. Un anno fa, Sofyan Amrabat era uno dei centrocampisti migliori, se non per certi aspetti il migliore, del nostro campionato; acquistato a peso d’oro dalla Fiorentina, in quello che è stato per un paio di sessioni l’affare più costoso della storia viola, ha alimentato le speranze dei tifosi durante tutto l’arco dei sei mesi in cui è rimasto a Verona in prestito. 365 giorni dopo, l’esaltazione ha lasciato spazio alla sostanziale indifferenza, per un giocatore che, all’ombra del Cupolone, non ha mostrato praticamente nulla della sua versione gialloblu. Una manciata di partite su 38 giocate all’altezza non possono essere abbastanza. EQUIVOCI TATTICI – Come mai a Firenze abbiamo visto il cugino impacciato del trattore ammirato in Veneto? Probabilmente ci sono molte ragioni che concorrono, ma una di queste è senz’altro il diverso ambiente tattico nel quale il marocchino è stato inserito fin da subito. Dal 3-4-2-1, in posizione di interno con un “cervello” come Veloso accanto, al 3-5-2 in cui il cervello doveva farlo lui stesso. Una trasformazione difficile da assorbire, ma accolta con entusiasmo: “Io posso giocare sia regista che mezzala. Deciderà il Mister. In questo momento mi sto allenando di più come regista davanti alla difesa e credo che sarà il ruolo che coprirò visto il nostro modulo”. L’esperimento da regista ha avuto vita breve, e da mezzala nella seconda parte di stagione la situazione non è migliorata granché: prestazioni normali, quasi mai pessime, ma che non hanno restituito la portata dell’investimento voluto in prima persona dal presidente Rocco Commisso. Con l’avvento di Gattuso in panchina sembrava poter tornare quel centrocampo a 2 che tanto lo aveva esaltato, ma le cose, per usare un eufemismo, non sono andate come previsto. Italiano ha cambiato praticamente tutto: modo di attaccare, di difendere, di stare in campo, ma non la disposizione della mediana a 3 uomini: un regista e due mezzali. Gli stessi ruoli che lo hanno visto annaspare nella prima annata viola. EQUIVOCI COMUNICATIVI – A complicare ulteriormente l’approccio con Mister Italiano ci ha pensato un principio di pubalgia che Amrabat, d’accordo con la società, ha deciso di risolvere con un’operazione, sacrificando il ritiro di Moena. Può essere un handicap, ma di certo è meglio che rischiare più di prolungare lo stop. Particolare piuttosto strano: la notizia è venuta fuori il giorno dopo che la Fiorentina ha fatto sapere di avergli concesso tre giorni ulteriori di ferie. Chiaramente il giocatore è ai box da ben più di tre giorni… E non è uno stop così sereno, soprattutto dal punto di vista delle voci di mercato. HERO TO ZERO – Da eroe a nullità, ribaltando un detto anglofono? Non esageriamo: Amrabat rimane un centrocampista possente e appetibile per una squadra che voglia inserirlo nel giusto contesto tattico. Il Galatasaray, che ha tra i suoi miti recenti Selcuk Inan, sa bene quale possa essere l’importanza del mediano tutto dinamismo, dunque si è fatto avanti tramite l’entourage del giocatore con la Fiorentina: mancano le liquidità necessarie. Nel frattempo, i viola hanno speso 27 milioni bonus compresi per Nico Gonzalez, stracciando il record dei 20 investiti su Amrabat. Tutto questo ha acceso i riflettori sul numero 34 gigliato, protagonista suo malgrado di un inizio di stagione complicato. VECCHIE FIAMME – Quando, a gennaio 2020, la Fiorentina si è assicurata Amrabat per il giugno successivo, lo ha fatto bruciando l’importante concorrenza del Napoli. Che nel frattempo ha consegnato la panchina a Spalletti, da sempre incline al 4-2-3-1 e, raccontano fonti vicine al ritiro di Dimaro, interessato all’ex Verona. Ma c’è di più: se ritorno alla mediana a 2 deve essere, allora perché non farlo nella mediana a 2 dello stesso allenatore che l’ha lanciata? Ivan Juric ha lasciato il Verona ed è approdato al Torino, e naturalmente, notando come Amrabat non si sia espresso sui suoi livelli a Firenze, ha cercato di capire se ci siano margini per riabbracciarlo. Pochi. Perché per adesso si ragiona solo di formule deboli come il prestito con diritto di riscatto, visto che gran parte dei soldi che arriverebbero dalla cessione di Meité al Benfica dovrebbe essere girata al Crotone per Messias. E d’accordo che adesso l’acquisto più caro della storia della Fiorentina è un altro, ma si tratta pur sempre di non svalutare un esborso importantissimo, completato solo una dozzina di mesi fa. Il mercato è ancora lungo, la stagione è già partita. Ce la farà Amrabat a recuperare?   LEGGI TUTTO

  • in

    Fiorentina-Simy, nel cast per il vice Vlahovic potrebbe spuntarla… Kokorin

    Il 4-3-3 su cui Vincenzo Italiano sta lavorando in questi primi giorni di ritiro della Fiorentina a Moena presuppone almeno quattro giocatori in rosa capaci di giocare sugli esterni d’attacco: a meno che non si voglia adattare in fascia l’eclettico (ma fin qui più ectoplasmatico) Kokorin, ne manca uno – gli altri tre sono appunto Gonzalez, Sottil e Callejon. RICHIESTE ESOSE – Per quel che attiene all’esterno offensivo, Zaccagni e Messias sono i nomi più insistenti nelle ultime settimane sulle frequenze di radio mercato. Il primo è valutato dal Verona 15 milioni, non troppi, e può aspettare la mossa dei viola, pur interessando molto a diversi club: i vari ritiri stanno rallentando un po’ tutti. Il brasiliano del Crotone, invece, deve fare i conti con una situazione un po’ più complessa. La certezza è che Messias rimarrà in Serie A dopo l’ottimo campionato disputato lo scorso anno in Calabria, che però ha fatto impennare il suo valore. Pagare intorno ai 10 milioni un giocatore alla soglia dei trent’anni con una sola stagione ad alti livelli in una realtà senza pressioni sembra eccessivo, e non solo alla Fiorentina. Che rimane ad osservare, mentre il Torino si ingegna per trovare una soluzione a questo rompicapo. La chiave? Potrebbe essere la cessione di Meité al Benfica per una cifra di poco inferiore a quella che serve per assicurarsi Messias. La Fiorentina è l’unica ad avere le risorse per inserirsi nella trattativa, ma, sebbene i primi contatti esplorativi risalgano già a prima dell’arrivo di Gattuso, e nonostante Italiano gradisca Messias ancora di più sul piano squisitamente tecnico, i viola, stando a quanto raccolto da Calciomercato.com, non sono più interessati a partecipare alla corsa. Non a queste condizioni. UNA RISERVA DA 20 GOL? – …per un titolare da 21. Basterebbe solo questo per avanzare qualche ragionevole dubbio sulle possibilità di vedere Nwankwo Simy con la maglia della Fiorentina. Il giocatore, 29 anni, con alle spalle la stagione migliore della propria vita chiusa a un passo dal record assoluto di gol da parte di un africano in Serie A (Eto’o, 21 centri nel 2010-2011), ha offerte da squadre di discreto livello che gli garantirebbero la guida del reparto offensivo. La Fiorentina, nel migliore dei casi, potrebbe accoglierlo come alternativa a Vlahovic, ma nulla più. E sarebbe un peccato non poter sfruttare per ragioni di modulo una coppia da 41 reti complessive. In effetti, Italiano sta cercando di capire se il bomber di scorta non sia già a sua disposizione: non può lavorare con Kouamé, che non sembra nei piani della società, ma sta provando Kokorin solo come centravanti, nella squadra opposta a quella del numero 9 nelle partitelle. Se il russo sarà considerato all’altezza, e se Vlahovic come sembra non riceverà offerte fuori mercato, allora la pista Simy, già complicata, diventerebbe da cestinare.  LEGGI TUTTO