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    Gnonto sbarca in Premier League: giocherà con il Leeds

    LEEDS – Trasferimento all’ultimo secondo per Wilfried Gnonto, che nell’ultima giornata di calciomercato è passato dallo Zurigo al Leeds. L’esterno azzurro, 19 anni da compiere il prossimo novembre, vola così in Premier League, dove ha firmato un contratto quinquennale con il club inglese. Il Leeds ha pagato allo Zurigo 4,5 milioni di euro più bonus e una percentuale sulla futura rivendita L’azzurro. Dopo i primi anni nelle giovanili dell’Inter ed aver iniziato proprio in Svizzera, Gnonto si è messo in mostra con l’Italia di Roberto Mancini, dove ha giocato da titolare due volte in Nations League contro Ungheria e Germania. LEGGI TUTTO

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    Pronostico Zurigo-Linfield, svizzeri favoriti

    I turni preliminari delle coppe europee entrano sempre più nel vivo. Al termine delle gare di ritorno del terzo turno di qualificazione, infatti, l’Europa League sceglierà le squadre che prenderanno parte ai playoff. Una delle sfide in programma vede in campo un italiano, si tratta di Wilfried Gnonto. Il suo Zurigo affronta in casa il Linfield.
    Zurigo-Linfield, indovina il risultato e vinci i premi in palio!
    Per le quote ok segno 1 e Over 2,5
    Lo Zurigo sta faticando in avvio di campionato ma in Europa ha dato vita a prestazioni di spessore. Nel turno precedente di Champions gli svizzeri hanno perso col Qarabag al termine di un doppio confronto ricco di reti, con eliminazione incassata solo ai tempi supplementari. L’avventura europea prosegue dunque in Europa League, per adesso con ottimi risultati visto il 2-0 inflitto ai nordirlandesi del Linfield all’andata.
    Una prova di concretezza quella offerta dagli elvetici (tre tiri nello specchio della porta e due gol), che si sono imposti con un gol per tempo il secondo dei quali è a firma azzurra, quella di Wilfried Gnonto.
    Da vedere se lo Zurigo si accontenterà di gestire il vantaggio oppure se non vorrà fare calcoli, facendo la sua partita.
    Per le quote nessun dubbio a riguardo, partita da segno 1 e Over 2,5. Per chi non è interessato a questi due esiti, il consiglio è di provare l’opzione “Over 0,5 primo tempo+Over 0,5 secondo tempo”.
    Ovvero, almeno una rete (a prescindere dalla squadra che la metterà a segno) in ciascuna delle due frazioni di gioco.
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    Italia, quanto manca Chiellini. E lui avrebbe salutato i tifosi…

    INVIATO A MONCHENGLADBACH – Questa Italia in trasformazione sembra uno di quei frutti con un poco di polpa all’interno, ma racchiusa dentro a una scorza talmente fragile che rischia di spaccarsi al primo scossone, con il rischio che tutto quanto vada perduto senza che ne nasca nulla. Come è successo, appunto, contro Argentina e Germania: la prima e l’ultima gara di questo “mini ciclo” di 5 partite successivo all’eliminazione Mondiale contro la Macedonia. Tracciare un bilancio è complesso, anche perché ci si deve districare tra commenti eccessivi nell’uno o nell’altro senso: non era vero che dopo la vittoria contro l’Ungheria a Cesena l’Italia era rinata (o dopo il pari contro l’Inghilterra che solo tre giorni dopo ne ha prese quattro – quattro a zero – dall’Ungheria) così come non sono affatto stupefacenti le sconfitte contro Argentina e Germania che hanno aperto e chiuso il ciclo regalandoci un passivo i 8 gol subiti a zero. Ecco, se coltivassimo di più la misura e l’equilibrio nelle analisi non dovremmo ogni volta affannarci nel ricorrere a iperboli per ri-posizionarci tra esaltazione e catastrofismo. Basterebbe, per esempio, ricordare sempre che da dopo l’a vittoria contro la Spagna all’Europeo del 2016, l’Italia nei tempi regolamentari ha battuto solo una Nazionale (il Belgio che incarna il mistero gaudioso del ranking) tra le prime cinque del mondo. Insomma, ogni volta che si alza l’asticella si fatica a rimanere competitivi e lo conferma il fatto che si è perso male sia con i veterani in campo (contro l’Argentina) sia con i giovani (contro la Germania la formazione con l’età media più bassa dell’era Mancini).
    GIOVANI NON BASTA Perché, e questa è la riconferma di un assioma che dovrebbe contribuire a smontare parecchia retorica, la giovinezza non è un valore in assoluto se non abbinato al talento e a molto altro. Intendiamoci: Mancini fa bene a percorrere la strada del rinnovamento che in queste 4 gare di Nations League ha portato avanti in maniera massiccia: 12 esordienti che portano a 50 il numero totale. Ma alla fine si è forse un poco fatto prendere la mano contro una Germania troppo consolidata e più forte per potersi permettere degli esperimenti. La verità è che, esordi a parte, la Nazionale ha funzionato quando hanno giocato coloro che più hanno qualità e che le hanno già mostrate fuori dal recinto azzurro, con Pellegrini esempio più fulgido. Poi, certo, queste gare lasciano in eredità la buona prova di Gatti (ma anche lì: che Inghilterra è questa?) e la scoperta di Gnonto che, gol estemporaneo a parte, contro la Germania ha però trovato pane durissimo. E, infine, la certezza che il futuro sarà ancora un mix con il re inserimento di coloro che hanno vinto l’Europeo. Al Borussia Park, in ogni caso, si è avuta la conferma plastica di quanto mancherà Chiellini. Non solo in campo per qualità e temperamento, ma anche fuori: lui, ne siamo certi, dopo la partita si sarebbe fermato per salutare i connazionali che vivono in Germania e che, loro sì avviliti prima e derisi poi, chiedevano soltanto un gesto di amicizia. Ecco, si cresce anche così. LEGGI TUTTO

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    Gnonto: Mancini lo esalta, il mercato lo chiama. In lizza Toro, Friburgo, Hoffenheim, Fiorentina…

    INVIATO A MONCHENGLAGBACH – «Quello che mi ha colpito di Gnonto, a parte che fisicamente è molto forte, è che sa giocare. Fa le cose con logica, non sembra che abbia solo 18 anni». Così, a poche ore dalla sfida contro la Germania al Borussia Park, Roberto Mancini ai microfoni di Rai Sport ha nuovamente sottolineato le qualità di Wilfred “Willi” Gnonto, una delle grandi sorprese della rivoluzione giovane avviata dal ct. Non che fosse uno sconosciuto agli addetti ai lavori – ha percorso la trafila delle Nazionali giovanili ed è stato uno dei migliori giocatori al Mondiale Under 17 – ma lo era certo al grande pubblico, anche per la sua scelta di lasciare le giovanili dell’Inter e andare a giocare nello Zurigo dove ha potuto giocare3 in prima squadra con ben maggiore continuità. Il coraggio di Mancini, come già era successo con Zaniolo e ben più massicciamente in questa fase della sua gestione (da Gatti a Zerbin a Esposito) è stato quello di farlo esordire in Nazionale senza che il ragazzo avesse messo piede su un prato di Serie A sebbene arrivasse comunque da un campionato professionistico di discreto livello come quello svizzero. Quella azzurra, ovviamente, si è trasformata in una vetrina luccicante per le dinamiche di mercato, anche perché il suo contratto con lo Zurigo scadrà il prossimo anno e il club non ha intenzione di perderlo a zero: dai 6 iniziali, ora si discute sopra i 10 milioni. In Italia si è mosso per primo il Sassuolo a cui si sono accodati il Torino e i sondaggi di Fiorentina. Più concreta, però, la pista che porta in Bundesliga al Friburgo e soprattutto all’Hoffenheim del suo ex allenatore, André Breitenreiter. La Germania, del resto, è nel suo destino: dopo l’esordio in azzurro a Bologna contro i tedeschi (25 minuti scoppiettanti con tanto di assist per il gol di Pellegrini) stasera gli tocca il secondo esordio da titolare dopo quello con l’Ungheria: al Borussia Park esaurito con 44.144 spettatori di cui 360 dall’Italia. Ma saranno moltissimi gli italiani immigrati che tiferanno per gli azzurri e che sperano in una vittoria per lenire l’amarezza e dimenticare le prese in giro che tocca loro subire per la mancata qualificazione al Mondiale. E uno dei più attesi sarà proprio il folletto Willi, uno di quelli a cui Mancini chiede di ridare alla Nazionale «Lo spirito e il gioco dominante che aveva la squadra che ci ha portato in cima all’Europa». LEGGI TUTTO

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    Anche Juric vota Gnonto: Torino in pole con altri tre club

    Da Pellegri a Gnonto, passando per Gabriel. […] È stato sufficiente fare qualche telefonata ad un paio di dirigenti, a un intermediario elvetico in collegamento diretto con lo Zurigo e possedere un buon gancio mediatico in Svizzera per appurare quanto si era già scritto a inizio settimana: anche il Torino si è iscritto alla corsa per Gnonto, 18enne stellina appena esplosa in azzurro, dopo che già aveva confezionato una stagione sopra le righe con ben 33 presenze (9 da titolare), 8 reti e 3 assist (più 3 gettoni, altri 2 gol e altrettanti assist nella Coppa nazionale). In testa su tutto, la vittoria del campionato. Alla sua età, un decollo fin impetuoso, pur in un torneo non esattamente probante qual è quello elvetico. Un rendimento, dunque, che l’aveva posto in una tale condizione da meritarsi anche la fiducia di Mancini. E, adesso, l’interesse diretto di un nugolo di squadre anche straniere, ovviamente. Ma l’Italia è nel cuore di Gnonto. Un bel punto di partenza per il Torino, ma anche per il Sassuolo, il Bologna, il Verona. Lo Zurigo ha alzato le barriere: chiedendo cifre subito maggiorate, 10 milioni più bonus.Sullo stesso argomentoToro, Belotti non dà segnali: Vagnati cerca un nuovo bomberCalciomercato Torino

    Un’ esagerazione, tenuto conto sia della volontà del giocatore di spiccare ancor meglio il volo nella prossima stagione, sia della situazione contrattuale in essere. Il legame tra Gnonto e lo Zurigo scadrà già nel 2023. Gli svizzeri non sono mai riusciti a procedere attraverso un prolungamento. Lo avevano messo sul mercato, per recuperare il recuperabile senza rischiare di perderlo a parametro zero. E tempo fa si discorreva di cifre ben più basse: i media elvetici meglio informati parlavano di un’operazione possibile intorno ai 4, 5 milioni. Sono poi bastate due presenze con Mancini (in specie l’esordio del 4 giugno con l’assist vincente per Pellegrini contro la Germania) e a Zurigo hanno subito ribaltato i cardini della questione. Per la serie: ora vale come minimo 10 milioni. Per carità, chiedere si può chiedere: anche quanto si vuole. Il problema, però, è ottenere, alla fine: e tra 4 e 10 milioni esiste un’ampia scala di grigi.

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