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    Di Maria vede la Juve: l’argentino vuole Torino

    TORINO – Scherza con Paulo Dybala e Leandro Paredes, s’allena al fianco del Papu Gomez e di Rodrigo de Paul: c’è stata e c’è tanta Italia tra i compagni di Angel Di Maria, nel ritiro dell’Albiceleste. Stasera a Londra sfiderà gli azzurri nella Finalissima, di fronte Italia e Argentina, i vincitori dell’Europeo e della Copa America. Prima di scendere in campo, però, si gioca un’altra partita nella capitale inglese, quella tra l’agente dell’ala argentina e il ds della Juventus Federico Cherubini.Guarda la galleryPre Italia-Argentina: Di Maria con Florenzi, Chiellini “marca” Lautaro

    La missione

    Il dirigente bianconero unisce l’utile al dilettevole nel viaggio a Londra: prima il dovere, cioè il vertice con il procuratore dell’ex Psg per portare a casa il primo colpo del mercato estivo, poi il piacere di assistere al big match di Wembley dove potrà applaudire Giorgio Chiellini nell’ultima partita del difensore anche con la maglia azzurra.

    Sensazioni della vigilia in chiave mercato? Conta molto la volontà di Di Maria, che ha individuato nella Juventus la destinazione giusta per chiudere la sua esperienza in Europa. Una carriera lunga e luccicante, iniziata al Benfica, che lo prese a 19 anni dal Rosario Central, proseguita al Real Madrid, con cui ha vinto Champions e Supercoppa Europea, al Manchester United e, soprattutto, al Psg, dove c’è rimasto per sette stagioni, fino alla scadenza del contratto.

    Adesso vuole vivere un’ultima grande avventura europea in Italia (uno dei top campionati che ancora gli manca) prima di fare ritorno a casa, come ha ribadito nell’intervista a Olé. «Il mio sogno è quello di finire la carriera al Rosario central». La Juventus, che resta l’unica concreta possibilità in mano all’argentino, ha deciso di accontentarlo accettando la firma soltanto per un anno, consapevole che in questo modo non potrà sfruttare il Decreto Crescita, lo sconto fiscale che si applica nei contratti pluriennali. Il club avrebbe preferito un accordo biennale, ma Di Maria si è reso disponibile ad abbassare leggermente le cifre dell’ingaggio (7 milioni più bonus) per far combaciare le sue esigenze (restare in Europa soltanto un anno) a quelle bianconere. Insomma, a meno di clamorose sorprese, oggi potrebbe già esserci la fumata bianca di una trattativa decollata ormai un mese fa, con continui contatti tra le parti per valutare se domanda e offerta collimavano, se i desideri del giocatore potevano coincidere con le necessità del club.

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    Juve, Allegri si racconta: “De Ligt leader, Locatelli capitan futuro. Conta solo vincere”

    Un gioco da tavola, versione calcistica del Monopoli, si alzano le carte e si fanno le domande, Andrea Barzagli nella veste di giornalista, Massimiliano Allegri in quello dell’intervistato, protagonisti dello speciale di Dazn “TeoreMax – La versione di Allegri” in esclusiva sulla App da oggi. L’allenatore della Juventus si racconta parlando di passato e futuro, di rimpianti e gioie, di Dna e leadership, di addii e ritorni con il contorno di battute e sorrisi. «L’unico che mi è mancato allenare è Messi – confessa -. Ho allenato anche CR7. Poi Ibrahimovic, Ronaldinho, Robinho, Cassano, Seedorf, Pirlo, Buffon, un fuoriclasse, a parte quando si metteva in porta e non si buttava…».Sullo stesso argomentoLa Juve di Allegri, il Real di Ancelotti, il vincere e il bel giocoJuventus

    I campioni

    Si parte in salita, con la Juventus che non ha battuto in questa stagione le prime tre in classifica. «No, non ci erano superiori, ma se non abbiamo mai vinto, qualcosa c’è mancato sotto l’aspetto caratteriale o della gestione» dice Allegri. E si entra subito nel vivo della discussione, affrontando la questione della leadership: «O ce l’hai o difficilmente ti viene a una certa età. In questo gruppo, Chiellini è stato importante, come anche te Andrea, come Buffon o Marchisio, parlando degli italiani». Il Conte Max indica chi potrà diventare leader. «Per il futuro ce ne sono due, De Ligt e Locatelli. Manuel è stato un ottimo acquisto, potrà esse re il capitano, ha le caratteristiche tecniche e morali per stare tanti anni alla Juve. Poi, quest’anno è stata una piacevole sorpresa Danilo: quando parla non è mai banale e mette davanti la squadra. Un vero leader è silenzioso, deve parlare poco e deve mettere sempre davanti la squadra. È la squadra che ti riconosce come leader».

    Sullo stesso argomentoVlahovic e Dybala come Tevez e Baggio: la Juve sceglie i five momentsJuventus

    E Dusan Vlahovic come rientra in questa classifica, bomber o leader, o entrambi. «Vlahovic può essere un leader a modo suo, ha un carattere leale, vuole sempre vincere, più che con le parole, diventerà un leader carismatico in campo a livello caratteriale. Mi emoziono ancora se penso alle annate trascorse con grandi giocatori che mi hanno insegnato e dato tanto. Con loro ho avuto anche degli scontri, ma il campione non è quello che esce dallo spogliatoio, sconsolato, e chiama il procuratore. È quello che tira fuori l’orgoglio, ti dimostra che è ancora un campione e così in campo vince le partite».

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    L’Under 23

    Dai campioni ai talenti in crescita: Allegri ha un’attenzione particolare verso i giovani visto che quest’anno ne ha fatti debuttare cinque in prima squadra. «L’Under 23 è un passaggio molto importante per la crescita dei ragazzi, il distacco tra Primavera e prima squadra, soprattutto quando si parla di una grande squadra come la Juventus, è troppo ampio. Sono più pronti ma è un discorso che riguarda anche la prima squadra: quando vengono con noi, hanno un livello più alto e quindi riescono a tenere i ritmi fisici e tecnici, quindi anche l’allenamento della prima squadra non si abbassa di livello. Miretti ha fatto 4 partite, buone, è stato molto bravo. La sua qualità è l’affidabilità». I due anni di stop «mi sono serviti, mi sono riavvicinato alla famiglia, a casa, agli amici. Ho apprezzato alcune cose che quando siamo nella “centrifuga” diventa difficile. Ora però avevo bisogno di rientrare». Allegri si lascia così andare a pensieri filosofici su gioco, vittorie e obiettivi.

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    Juve, Morata via? Occhio a Milik, Muriel e Martial

    TORINO – Incontri, cene, contatti. La finale di Champions League di questa sera allo Stade de France tra Real Madrid e Liverpool ha trasformato Parigi nella capitale del mercato. Un vertice importante, non ancora risolutore, ha visto spettatrice interessata anche la Juventus. Già, perché ieri sotto la Tour Eiffel l’entourage di Alvaro Morata ha avuto un primo colloquio con l’Atletico Madrid, club proprietario del cartellino dell’attaccante juventino. Gli spagnoli, come ripetuto più volte pubblicamente anche dal presidente Enrique Cerezo, vogliono sapere se la Juventus riscatterà Alvaro dopo il prestito biennale (prezzo fissato a 35 milioni) o se alla Continassa faranno un passo indietro. 
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    Il post Morata
    In casa Juve non ci si illude troppo, anche per questo sono già cominciati i ragionamenti e i sondaggi per l’eventuale post Morata. I dirigenti stanno valutando due tipologie di attaccante: un centravanti più classico in grado di dare il cambio a Dusan Vlahovic oppure un giocatore più simile a Morata, cioè abile sia da punta esterna sia da centrale. Il preferito del primo gruppo è il vecchio pallino Arkadiusz Milik, già vicino alla Juventus ai tempi del Napoli e oggetto di interessamenti anche in inverno. Il polacco a giugno sarà riscattato dall’Olympique Marsiglia, ma in caso di offerta da parte di un top club potrebbe anche partire. Senza contare che i rapporti tra l’OM e la Juve sono ottimi grazie al passato bianconero del presidente dei francesi, lo spagnolo Pablo Longoria. Alla Continassa, però, stanno pensando anche ad attaccanti più duttili, alla Morata appunto. Meglio se in saldo o in prestito. Come potrebbero essere Luis Muriel dell’Atalanta e Anthony Martial del Manchester United, di rientro dal prestito al Siviglia e già trattato dalla Juventus a gennaio prima della virata su Vlahovic.
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    Guarda la galleryMorata, tra il futuro incerto e la voglia di Juve: social tutto in bianconero FOTO LEGGI TUTTO

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    Mercato Juve, Koulibaly in bianconero agita Napoli

    TORINO – A trent’anni, e con gli ultimi otto passati a trascinare una piazza tanto esigente quanto stimolante ricavando (anche) la delusione di uno scudetto che sembrava in pugno, sei il primo a guardarti allo specchio per capire cosa sarà del tuo destino. Pensi al futuro, ti fai domande, ti dai risposte. Ora, non è detto che Kalidou Koulibaly lascerà sicuramente il Napoli, perché nel mercato l’imprevisto è quasi una regola, tuttavia il rischio esiste. E non è il frutto di quelle indiscrezioni che poi il vento d’estate si porta via. Qui si tratta di numeri e intenzioni che parlano e urlano più forte di qualsiasi eventuale riflessione: il difensore franco-senegalese ha il contratto in scadenza il 30 giugno 2023 e non sembrano esistere spiragli in vista di un prolungamento. Ipotesi da non escludere completamente, per carità, ma che trova sempre meno sponsor in circolazione. È in previsione un contatto tra le parti, con il presidente Aurelio De Laurentiis già chiaro sul tema («Non posso obbligarlo a rimanere») e l’agente del 30enne che fa il suo mestiere, mentre il giudizio di Luciano Spalletti non è un mistero, neanche per i più testoni: «Per me è incedibile, Koulibaly è un leader».Guarda la galleryJuve, chi resta, chi è in bilico e chi parte: le mosse per Allegri

    C’è anche la Juve su Koulibaly

    La Juve in questa situazione s’è tuffata come avrebbe fatto qualsiasi società bisognosa di un centrale di livello top. A maggior ragione se è vero che ADL a un bonifico da 35 milioni direbbe sì. E i 100 rifiutati a suo tempo? Passato remoto. Trentacinque milioni, comunque non lo “zero” che scatterebbe in caso di conferma dell’ex Genk fino alla scadenza: ma sarebbe un atto di masochismo puro da parte della società liberare il giocatore in regime di svincolo. Se poi KK andasse alla Juve, apriti cielo: l’ombra del ricordo di Gonzalo Higuain incombe, ecco perché Napoli s’interroga e cerca certezze che ora non può avere.

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    Marca: “Solo Juve, l'Atletico Madrid dice no all'acquisto di Di Maria”

    Angel Di Maria non andrà all’Atletico Madrid. Il Fideo, che non rinnoverà il suo contratto con il Psg in scadenza il 30 giugno, è pronto per una nuova avventura. Su di lui si sono puntati i riflettori di diversi top club europei, con la Juve che sembrerebbe vicinissima a portarlo a Torino.Guarda la galleryL’Argentina si prepara per l’Italia, per Di Maria ‘lezioni’ di Juve da Dybala
    Atletico Madrid, le ragioni del no a Di Maria
    Secondo Marca l’ex Real Madrid sarebbe potuto anche tornare nella capitale spagnola, sponda rojiblanca, ma il club avrebbe deciso di non andare a fondo per due ragioni: la prima sarebbe legata alla carta d’identità del calciatore (34 anni), la seconda alle richieste salariali, con Di Maria che sarebbe subito rientrato tra i calciatori più pagati del club. Per tali ragioni, l’Atletico Madrid avrebbe deciso di lasciar stare l’operazione Di Maria. In realtà, come spiega il quotidiano spagnolo, ci sarebbe anche un’altra motivazione, e sarebbe legata alla firma di Samuel Lino, il brasiliano classe ’99 che il club ha acquistato dal Gil Vicente. Un ipotetico arrivo di Di Maria, infatti, avrebbe di fatto costretto il giovane a partire dietro nelle gerarchie e faticare parecchio per ritagliarsi una maglia da titolare. Scongiurato l’approdo al Wanda Metropolitano, la Juve è pronta ad accogliere il Fideo.  LEGGI TUTTO

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    La Juve ricorda Umberto Agnelli: “Una guida esemplare”

    TORINO – Cade oggi il 18° anniversario della scomparsa di Umberto Agnelli e la Juventus ha voluto rendere omaggio ad una delle figure più importanti della sua storia. Umberto, fratello maggiore di Gianni, scrisse una pagina importante della storia del club bianconero diventando a soli 22 anni il presidente della società, il più giovane di sempre ad assumere la massima carica dirigenziale nella storia del club. Sotto la sua supervisione i arrivarono a Torino giocatori del calibro di John Charles e Omar Sivori. Il “Dottore” lasciò nel 1962 (dopo 3 scudetti compreso quello della prima stella) il ruolo di presidente tornano poi nel 1994 come presidente onorario.
    Juve: “Una guida esemplare”
    Questo il messaggio dei bianconeri all’ex presidente: “Oltre i successi, ciò che rimarrà per sempre indelebile nelle nostre menti e nei nostri cuori è il suo amore per questa maglia. Una passione che lo portò nuovamente a legarsi alla Juventus negli anni 90 e gli permise di vivere in prima persona uno straordinario ciclo di vittorie: cinque Scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe italiane, una Supercoppa europea, una Champions League e una Coppa Intercontinentale. Umberto Agnelli è stato una guida esemplare e, ancor di più oggi nell’anniversario della sua scomparsa, lo ricordiamo con enorme affetto perché la sua presenza continua a essere per noi un punto di riferimento costante”. LEGGI TUTTO

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    Lapo Elkann, stoccata a Boniek: “Con Andrea Agnelli uniti fino alla fine”

    Botta e risposta infuocato su Twitter tra Lapo Elkann e Zibì Boniek. Prima della finale di Conference League contro il Feyenoord, infatti, l’imprenditore aveva fatto un post di incoraggiamento indirizzato alla Roma e al tecnico giallorosso: “Boa sorte grande mister Mourinho e alla Roma unica italiana nelle coppe europee”. Immediata è arrivata la risposta dell’ex calciatore polacco, che nella sua gloriosa carriera ha indossato anche le maglie di Juve e Roma. Una replica che, però, sembra piuttosto pepata: “Attenzione che tuo cugino non ti fa entrare allo stadio”. In serata, la controreplica di Lapo Elkann: “Caro Boniek ti apprezzo molto come giocatore e lo sai, ma ti assicuro che la famiglia è più unita che mai. Io e Andrea Agnelli ci sosterremo sempre fino alla fine”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Cerri gigante d'oro: tutto sul bomber della Primavera

    Non è il solo Pioli a essere “on fire” in questa settimana del pallone. Negli spogliatoi dello Stadio Ricci di Sassuolo, dove sono in corso le fasi finali del campionato Primavera 1, la colonna sonora dello scudetto del Milan è stata infatti adattata alle circostanze. Diventando, inevitabilmente, “Cerri is on fire”, celebrazione di quel gigante gentile che risponde al nome di Leonardo Cerri e che, con una rete in pieno recupero contro l’Atalanta, martedì ha trascinato la Juventus alla qualificazione per le semifinali tricolori. Un appuntamento, quello in programma per domani alle 18, che vedrà i bianconeri sfidare la Roma dominatrice della stagione regolare. In una sorta di derby per il romanissimo attaccante di 198 centimetri, che però ha già dimostrato di non patire l’incrocio con i colori giallorossi: in Under 19 alla banda di De Rossi ha segnato un gol lo scorso anno e uno in questa stagione.Sullo stesso argomentoPrimavera, colpaccio Juve: Atalanta eliminata al 92′, è semifinale!Primavera

    Con la letale conclusione mancina di due giorni fa, invece, ha raggiunto la doppia cifra stagionale, come già aveva fatto al primo anno a Vinovo (12 gol in Under 17) e in precedenza nell’ultimo al Pescara (14 gol in Under 16), club da cui la Juventus lo ha prelevato a fronte di un investimento di poco superiore al milione di euro. Prima aveva vestito le maglie di Unicusano Fondi, Lupa Roma e Atletico Torrino, con cui aveva mosso i primi passi nel calcio a 5. Senza mai indossare i colori giallorossi.

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