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    Torino-Juventus, derby senza scampo: anche con Sonego e Tortu

    TORINO – Tutto pronto o quasi per il derby dei brividi. Tra Torino e Juventus (tre sconfitte nelle ultime 4 partite per i granata, due ko di fila per i bianconeri) la stracittadina può essere l’occasione del rilancio ma anche la partita in cui finire dentro un tunnel ancora più buio. Juric e Allegri hanno cercato di spronare i propri giocatori e non si devono escludere colpi di fantasia nelle due formazioni.
    Sonego contro Tortu: chi vince?
    Il derby si potrebbe provare a vincere a tavolino anche se per come nasce, questa sfida si dovrà conquistare soprattutto con il cuore. Allo stadio Grande Torino alle 18 si potrebbe registrare l’esaurito visto che ci sono pochissimi tagliandi ancora in vendita. Il derby lo abbiamo fatto giocare da un tennista che più granata non si può e da un velocista col sangue bianconero. Lorenzo Sonego contro Filippo Tortu per un match di parole che vi invitiamo a leggere su Tuttosport. LEGGI TUTTO

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    Tudor sulla crisi Juve: “Sta sembrando la fine del mondo…”

    MARSIGLIA (Francia) – Igor Tudor ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della partita di campionato tra il Marsiglia e il Psg. Inevitabile una domanda sul difficile momento della Juve, reduce dal ko in Champions League contro il Maccabi Haifa: “La Juve è la squadra che ha vinto dieci anni di fila in campionato. E’ una società troppo forte, che sicuramente uscirà presto da questo periodo che ci può stare. Quando fai bene per dieci anni di fila e poi per due o tre anni non vinci sembra la fine del mondo. Invece è una cosa naturale, che va accettata. E siccome conosco come ragiona la società, sono sicuro che presto torneranno a fare ciò che hanno sempre fatto nella storia. E questo vuol dire vincere, ovunque”. LEGGI TUTTO

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    Torino-Juve, un derby da doppi ex: i dieci che non ricordate

    Dopo 9 anni alla Lazio l’attaccante nativo di Robbio torna al Nord giocando la stagione 1943-44 con il Torino Fiat realizzando 27 gol in 23 presenze nel campionato d’Alta Italia. Nella stagione successiva Piola cambia maglia e si aggrega alla Juventus dove giocherà la Divisione Nazionale 1945-1946 e il torneo 1946-1947. In entrambi, la squadra bianconera ha conteso senza successo il titolo al Grande Torino. Per Piola due annate in bianconero (dal 1945 al 1947) con 26 gol in 57 presenze. LEGGI TUTTO

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    Juventus, Gallardo, le parole di Trezeguet e quella profezia di Cassano

    BUENOS AIRES (Argentina) – Marcelo Gallardo dirà addio al suo River Plate a dicembre 2022: l’allenatore argentino, dopo 8 anni e mezzo di trionfi (tra i quali anche due Libertadores) ha deciso di lasciare i Millionarios alla fine dell’anno e di aprirsi ad una nuova avventura. Cosa c’entra la Juventus? Nulla, ma vista la grande carriera finora in Sudamerica non sarebbe strano vedere Gallardo presto in Europa a cercare di dimostrare di poter vincere anche dall’altra parte del globo. Uno degli estimatori è tra l’altro una leggenda della Juve, che è andato a chiudere la carriera proprio a Buenos Aires tra le fila del River: David Trezeguet parlava così di Gallardo un anno fa alla televisione argentina. “Marcelo non avrebbe problemi a dirigere una squadra e un club di questa portata. Ha la personalità manageriale per dimostrare che è un allenatore capace. Come ha fatto ad esempio Zidane, che allenava la Primavera e quando il Real Madrid lo ha promosso a guidare la prima squadra, ha dimostrato al mondo la sua stoffa”.Guarda la galleryTrionfo River Plate, festa grande per Julian Alvarez e Gallardo
    Gallardo-Juventus, la profezia di Cassano
    Prima ancora di Trezeguet fu Antonio Cassano a proporre il nome di Gallardo come possibile sostituto di Allegri sulla panchina bianconera. Tra le tante sparate di Fantantonio, questa avrebbe davvero il peso di una profezia incredibile: “Come lo vedete Gallardo alla Juve? Se la Juve non arriva tra le prime quattro è un bagno di sangue. Lo dico oggi: Gallardo andrà alla Juve l’anno prossimo”, le parole di un anno fa. E chissà che penserebbe Adani, acerrimo critico di Allegri e grande tifoso del River…

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    Dylan Dog, Allegri horror e la Juve Oscura Signora: tifosi scatenati

    TORINO – Dylan Dog incontra Massimiliano Allegri? Incredibile ma vero, perché tutto è possibile per il celebre Indagatore dell’Incubo e tutto è utile ai tifosi della Juventus per stemperare la rabbia e la delusione per il momento sportivo che definire complicato è un eufemismo. L’account Twitter RicSpada ha scovato una somiglianza pazzesca del tecnico bianconero con un personaggio del famosissimo fumetto targato Sergio Bonelli.

    Allegri e Dylan Dog nell’albo l’Oscura Signora…

    Si tratta del numero 161 del febbraio 2000, intitolato “Il sorriso dell’oscura signora” – e già da qui è da non credere l’associazione con la Juventus e il suo soprannome: in una vignetta, Dylan parla con “La vita” che ricorda proprio nelle espressioni quelle dell’allenatore bianconero. La scoperta ha scatenato ovviamente i commenti, con l’humour che come al solito la fa da padrone: “La halma dei morti viventi”, o anche “Sei intenditore di incubi”, “ha ucciso il calcio” o un fantastico “Halma Dylan, halma”.

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    Torino-Juventus, conferenza Allegri: data e ora, dopo l'allenamento

    TORINO – Iniziato il ritiro della Juventus che nella giornata odierna ha sostenuto una doppia seduta di allenamento. La squadra bianconera si è ritrovata alla Continassa per preparare il derby contro il Torino (sabato ore 18 all’Olimpico) concentrandosi in entrambe le sessioni (mattina e pomeriggio), sulla fase di sviluppo dell’azione ed esercitazioni sulla fase difensiva. L’allenatore Massimiliano Allegri parlerà venerdì alle 13:30, dall’Allianz Stadium diretta su Juventus Tv, nella protocollare conferenza stampa della vigilia. LEGGI TUTTO

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    La Juventus, Di Maria e il rompete le righe a sorpresa

    TORINO – La Juventus è tornata al suo quartier generale. I bianconeri sono atterrati a Caselle poco dopo le cinque e alle 17:21, sopra il pullman della società, hanno varcato i cancelli del centro di allenamento. Giusto il tempo di un piccolo confronto, ma in realtà si era parlato già in aereo, e si è deciso di posticipare l’inizio del ritiro vero e proprio alla giornata di domani. Mano a mano i giocatori hanno lasciato la struttura sulle proprie vetture, dando appuntamento a tra poche ore agli ordini di Massimiliano Allegri. LEGGI TUTTO

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    Questa non è Juve

    Ci si aspettava una reazione da parte della Juventus, dopo il ko subito contro il Milan, e ad Haifa una reazione c’è stata. Non quella attesa, però. Contro il Maccabi la squadra di Allegri è scesa in campo sfiduciata, molle, disattenta, spenta, finendo battuta e raggiunta in una classifica che ora vede a rischio anche l’Europa League. Come se la sconfitta incassata a Milano avesse definitivamente sgretolato autostima, determinazione, entusiasmo, grinta, già di per sé apparse fragili e intermittenti in questo inizio di stagione. Finora, però, per quanto a sprazzi, spezzoni, momenti, una Juventus si era vista. Anche a San Siro, dove nei primi 20 minuti era stata superiore al Milan.Sullo stesso argomentoJuve, Capello: “Squadra demoralizzata, Vlahovic isolato”Juventus

    Ad Haifa la squadra bianconera è stata superiore al Maccabi per un minuto, il tempo di un lancio in profondità per Di Maria, fermato in area da Goldberg. Poi gli israeliani hanno preso possesso della partita mentre i giocatori bianconeri (ma in completo fucsia) arrivavano secondi su ogni pallone, sbagliavano la maggior parte dei passaggi e concedevano occasioni a ogni cross dalla trequarti. Tanto che, oltre alla doppietta segnata contro un’opposizione irrisoria da Atzili, il Maccabi avrebbe potuto aver realizzato almeno un altro paio di reti in un primo tempo in cui il terzo infortunio muscolare di Di Maria (sostituito da Milik) ha completato il quadro da incubo. Incubo da cui non sono bastati gli innesti di Locatelli e Kostic per Paredes e McKennie, né quelli successivi di Kean e Soulé, per svegliare la Juventus. Un accenno di reazione a inizio ripresa, qualche altro nel finale, ma nulla che abbia impensierito il Maccabi se non un rigore ingenuo quanto clamoroso di Cornud su Cuadrado non rilevato da Mateu Lahoz. Nulla di buono, più in generale: sul piano mentale, atletico, tecnico, tattico. Tanto che la «Fiducia assoluta» in Allegri dichiarata da Arrivabene prima della partita, e soprattutto ribadita con forza da Andrea Agnelli dopo, non potrà non essere messa in discussione senza una svolta. Il tecnico non è certo l’unico colpevole, ma la squadra vista ieri è sembrata non credere minimamente in se stessa, né in quello che faceva: o Allegri riesce a riprenderne le redini oppure un cambio di guida può diventare l’unica soluzione per evitare che l’incubo di Haifa si allunghi per tutta la stagione. Intanto la Juventus deve provare a uscirne nel derby di sabato.

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