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    Nazionali, club, infortuni che scompaiono e riappaiono. Chi paga?

    TORINO – (e.e.) E’ sempre più difficile capirci qualcosa. Arriva la chiamata della Nazionale, ed ecco il fuggi fuggi. Sì, anche degli infortunati. Insomma, già la sirena del Mondiale mette il freno, magari emotivo, ora anche la sosta per le prove generali ha il potere di far sbraitare i dirigenti e gli allenatori dei club. Ci sono malesseri che scompaiono, altri che riappaiono. E certo, anche guai reali con gente che non parte o ritorna subito dopo la visita fiscale. Ma insomma, il caos è caos. E vedere Dybala sorridente che pedala a fianco di Messi, Di Maria e soci a Miami fa sbraitare i romanisti, ad esempio. Loro non hanno potuto applaudire la Joya nel match perso contro l’Atalanta: stava in tribuna. Che dire di Roberto Mancini? Marco Verratti, che dovrebbe essere il perno e il leader dell’Italia, continua il suo rapporto ondivago: è l’ennesimo forfait del cemntrocampista del Psg. Sfortuna… Poi c’è chi in Nazionale ritrova il sorriso (Bremer, ma non solo: quasi tutti quelli della Juventus) e chi ne approfitta per rigenerarsi. Insomma, il campionato quasi finisce per essere una parentesi. Ma chi passa lo stipendio?Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Lewandowski: “Milik? La maglia della Juve gli sta bene”

    Sono 14 i giocatori della Juve convocati dalle rispettive nazionali per amichevoli e gare di Nations League, tra cui anche Milik con la Polonia. Sul centravanti bianconero, che nella crisi che sta vivendo la squadra di Allegri comunque si è messo in luce, dando il suo apporto in termini di gol, ha parlato il suo compagno di reparto in nazionale Lewandowski: “Gli ho detto che la maglia della Juventus gli sta bene. La cosa più importante è che facciamo bene: siamo sempre andati d’accordo dentro e fuori dal campo”, ha detto dal ritiro a Varsavia. “Tenendo presente che giochiamo entrambi regolarmente e siamo in forma, potrebbe essere un vantaggio per la Nazionale e spero che in queste partite si veda”, ha aggiunto la punta del Brcellona. LEGGI TUTTO

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    Juve, quell'equilibrio da spezzare

    TORINO – L’equilibrio è uno dei concetti più cari a Massimiliano Allegri, ma non quello che caratterizza l’avvio di stagione bianconero. A essere in sostanziale equilibrio, in questo caso, sono infatti i tiri fatti e i tiri subiti in campionato dalla Juventus: 82 i primi, 88 i secondi. Equilibrio che per giunta si spezza guardando alla Champions, dove le conclusioni effettuate dai bianconeri sono state nettamente meno, 22, di quelle subite, 34 (peggio solo i Rangers con 40). In Europa però la Juve ha giocato solo due partite e una contro una delle principali favorite, il Paris Saint-Germain dal tridente stellare: il bilancio non è certo bello (e d’altra parte lo sono ancora meno i risultati), ma lo si potrà riguardare più avanti.
    IL BILANCIO in equilibrio del campionato, invece, è decisamente più preoccupante: intanto perché l’equilibrio è sostanziale, ma i tiri subiti sono comunque più di quelli fatti, poi perché è frutto di sette giornate e perché in queste sette la Juve ha affrontato sei squadre che al momento si trovano dal 10° posto in giù in classifica. E oltre il 10° posto è la squadra bianconera sia per quanto riguarda le conclusioni verso la porta avversaria, sia per quanto riguarda quelle concesse verso la propria: per la precisione dodicesima per tiri fatti, tredicesima per quelli subiti. E’ chiaro che il numero di tiri, fatti e subiti, incide su quello dei gol, realizzati e incassati, e dunque sui risultati. In questo senso la Juve è riuscita anche a sfruttare bene quanto creato e limitare quanto concesso, visto che ha l’ottavo attacco della Serie A con 9 gol e la seconda difesa con 5 reti subite. Il rapporto tra le due, però, ossia il +4 della differenza reti, resta però troppo stretto: il Napoli ha una differenza reti di +10 e le altre squadre ai primi quattro posti, Atalanta, Udinese e Lazio, tutte di +8. E hanno tra 7 e 4 punti in più della Juve. Che deve segnare di più, oppure subire di meno: ma di certo spezzare quell’equilibrio tra tiri fatti e concessi.
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    Chiellini vola in Mls. Comanda Los Angeles, l'ex capitano Juve esulta: “Primi! E resteremo in testa!”

    TORINO – Mentre dall’altra parte del mondo la tifoseria della Juventus s’interroga su errori e omissioni della squadra di Allegri, inclusa l’evidente assenza di personalità, negli Stati Uniti c’è un club, il Los Angeles Fc in testa alla classifica della Western Conference del massimo campionato di calcio. E chi, per associazione d’idee, ha pensato non casualmente a Giorgio Chiellini – a proposito di giocatori e uomini forti in ogni senso – non sbaglia. «Primi ad Ovest! E non ci fermeremo!», è l’urlo di battaglia dell’ex capitano della Juve, tutto sorrisi e abbracci con i compagni di squadra per il successo conseguito nella notte italiana tra domenica e lunedì contro lo Houston Dynamo (3-1 con doppietta del messicano Carlos Vela, non una novità). La squadra californiana ha nove punti di vantaggio (64-55) in classifica sui texani di Austin dopo 32 giornate di campionato. Chiellini, giustamente, se la gode. L’obiettivo è il titolo: Los Angeles ha tutto per riuscirci.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Pogba parla da 10: il post social che dona speranza ai tifosi

    TORINO – Nonostante l’infortunio che lo terrà lontano dai campi di gioco ancora per diverso tempo, Paul Pogba non vuole perdersi d’animo e cerca di scuotere l’ambiente Juve dopo il pesante ko con il Monza. Il centrocampista francese ha pubblicato un doppio scatto sul proprio profilo Instagram: il primo è un’esultanza di gruppo dei compagni di squadra, mentre il secondo lo raffigura di spalle con la sua numero dieci bianconera.

    La didascalia è inequivocabile, da autentico leader pronto a prendere per mano la squadra non appena gli sarà possibile: “Non molliamo mai. La stagione è ancora lunga. Siamo la Juve!”. Un messaggio che ha donato un po’ di speranza ai tanti tifosi bianconeri accorsi a commentare il messaggio del Polpo. LEGGI TUTTO

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    La Juve in Nations League e amichevoli nazionali: date e orari dei bianconeri

    “Dopo un avvio su ritmi forsennati, con tante partite concentrate nel primo mese di stagione, i campionati si fermano per fare spazio agli impegni delle Nazionali, tra Nations League e amichevoli. Sono 14 i giocatori della Juventus che risponderanno alla chiamata delle loro selezioni”. Con questa nota pubblicata sul proprio sito ufficiale, il club bianconero rende noti i calciatori convocati dalle rispettive rappresentative e il programma dei match validi per le amichevoli internazionali o per la Nations League cui prenderanno la parte. LEGGI TUTTO

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    Di Maria difeso dalla moglie: «Chiedere scusa è una virtù di pochi». Ma il popolo juventino s'interroga sull'argentino

    TORINO – A poche ore dal brutto gesto, il tifoso juventino non ha dimenticato ed è probabile che a poco serva il post di Jorgelina Cardoso, moglie di Angel Di Maria, scritto nella serata di domenica e dato in pasto ai followers in attesa. «Sbagliare è un difetto di tutti, accettare l’errore e chiedere scusa è una virtù di pochi…», seguito da un inequivocabile «continuare a lavorare sempre»: non c’è dubbio, infatti, che il Fideo dopo i 40 minuti scarsi di Monza raggiungerà gli Stati Uniti dove la sua Argentina giocherà un’amichevole di preparazione al Mondiale contro l’Honduras nella notte italiana tra venerdì e sabato all’Hard Rock Stadium di Miami, prima di bissare il mercoledì successivo contro la Giamaica.
    AutogestioneIl problema è lì, non si scappa. Perché, fermo restando l’impatto dell’argentino sui destini bianconeri e ammettendo che nei rarissimi momenti in cui la Juventus si è accesa in quest’avvio di stagione, lo ha fatto soprattutto grazie alla fantasia dell’ex Psg (la pennellata per Bremer contro il Benfica non è roba consentita a molti), il sospetto che gravita intorno a una buona fetta della tifoseria è che il Fideo abbia anticipato quell’autogestione dei propri muscoli, che lo porterà dritto dritto alla rassegna iridata in Qatar. Attenzione: è altamente sconsigliabile farsi trascinare dall’onda di pessimismo acuto che s’è preso il cuore del popolo bianconero in questi ultimi giorni, meglio mettersi a cercare un pertugio che assomigli seppur lontanamente a un barlume di riscatto, però è evidente che nel momento in cui il genio del campione deve accendersi per provare a risollevare una squadra dominata anche dall’ultima in classifica del campionato di Serie A, ecco, quel tocco non c’è. L’ultimo esempio? Ieri, prima della meritata espulsione per la gomitata di reazione nei confronti di Izzo, Di Maria non ha lasciato tracce, visto che l’unico segnale di vita del Fideo nel report della Lega è incasellato nella classifica dei falli commessi: due. L’ex difensore del Toro ha montato una guardia «provocatoria» (Landucci l’ha spiegata così) sull’argentino che c’è cascato in pieno.
    ProspettiveE sarà pur vero che Di Maria in Francia fosse abituato a giocare “in avanti” assieme a Messi e Neymar e che prima di sbarcare a Torino non conoscesse il significato dell’espressione “fase difensiva”, dovendosi allineare ad abitudini a lui ignote, però insomma: il Fideo a Monza l’ha fatta grossa, ha perso la testa, si è doverosamente scusato assumendosi tutte le responsabilità della prova fallimentare in Brianza, ma deve fare di più. Ora l’argentino rischia di saltare Bologna, Milan e il derby (difficile, non impossibile che accada) riservandosi solamente il doppio incrocio di Champions con il Maccabi Haifa nei trenta giorni che verranno da oggi in poi. Non benissimo.
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    Monza-Juve 1-0: ko senza reagire

    E’ finita come contro il Benfica, con la Juventus sconfitta a prendere i fischi della curva, questa volta quella dello U-Power Stadium di Monza, comunque gremita di tifosi bianconeri che avevano contestato anche prima del fischio d’inizio, placati da Danilo. Fischi che la squadra di Massimiliano Allegri, in tribuna perché squalificato, come Cuadrado e Milik, prenderà di certo anche allo Stadium alla ripresa contro il Bologna. Starà al tecnico e ai giocatori, tra i quali oltre agli squalificati dovrebbero rientrare Locatelli, Rabiot e Alex Sandro, provare a spegnerli battendo i rossoblù e cominciando a risalire una classifica che comincia a farsi preoccupante. A preoccupare, però, più ancora della classifica e della sconfitta, sono la prestazione e l’atteggiamento dei bianconeri: Di Maria in primis, che ha fatto la differenza al contrario facendosi cacciare con un fallo di reazione di incredibile ingenuità.Guarda la galleryLa Juve paga l’ingenuità di Di Maria: fallo di reazione su Izzo, espulso al 40′

    JUVE MOLLE Spenta, forse intimidita e sfiduciata (e non sarebbe un bel segnale) dalla contestazione, la Juventus ha iniziato lasciando l’inziativa al Monza, che ha recepito la richiesta di coraggio da parte del nuovo tecnico Palladino provando a pressare alto. Nello specifico, le punte Mota Carvalho e Caprari attaccavano i centrali Gatti e Bremer, il trequartista Pessina puntava Paredes che si abbassava per costruire, mentre gli esterni Ciurria e Carlos Augusto e i mediani Rovella e Sensi curavano terzini e mezzali bianconere, ossia De Sciglio e Danilo e McKennie e Gatti. Un pressing non certo ossessivo, ma che è comunque bastato per impedire alla squadra bianconera di prendere l’iniziativa – 42% il possesso juventino nel primo tempo – e soprattutto di creare pericoli: 6 i tiri bianconeri, 7 quelli biancorossi, solo uno per parte nello specchio. Nessuno, né da una parte né dall’altra, pericoloso. Una sterilità, quella bianconera, frutto anche di tanti, troppi errori in fase di circolazione di palla, soprattuto da parte di McKennie e Kostic, forse stanchi dopo tante partite (il serbo era alla quinta da titolare in 15 giorni, lo statunitense alla quarta, più 45 minuti a Parigi). Così Vlahovic e Di Maria hanno finito per restare isolati e quando il Fideo ha provato ad accentrarsi e abbassarsi non è mai riuscito a legare il gioco con efficacia. Anzi, proprio in una di queste occasioni, pressato probabilmente oltre il limite del fallo da Izzo, ha reagito con una gomitata tanto plateale quanto assurda che gli è giustamente valsa il cartellino rosso.

    Guarda la galleryMonza-Juve, Allegri al telefono in tribuna durante la partita

    IL CROLLO In 10, nella ripresa la Juventus ha mantenuto la difesa a tre a cui era passata nella seconda metà del primo tempo, schierandosi con un 3-5-1. Un assetto che avrebbe dovuto garantire almeno copertura, invece la squadra bianconera ha subito rischiato grosso quando, su cross da destra di Ciurria, Mota Carvalho ha anticipato Gatti sul primo palo senza trovare la porta da due passi, mentre Gytkjaer ha alzato troppo la mira di testa ancora su cross da destra, stavolta di Barberis. Questi ultimi messi dentro da Palladino assieme a Caldirola al 10’, per provare a sfruttare con forze fresche un eventuale calo atletico della Juventus in 10. Landucci, il vice di Allegri, ha invece mantenuto in campo i 10 rimasti degli undici iniziali, continuando a cercare di proteggere l’area per provare a colpire in contropiede. Dopo averne sprecato uno con un passaggio di Danilo intercettato da Pablo Marì, la Juventus è però capitolata all’ennesima occasione concessa al Monza: Gytkjaer ha ancora anticipato Gatti su cross da destra di Ciurria e stavolta ha battuto Perin. A questo punto è arrivato anche il primo cambio bianconero, con Kean per Kostic e il passaggio al 4-3-2. Proprio Kean di testa ha avuto l’unica occasione per pareggiare, ma ha girato troppo centralmente. E così il Monza si è preso la prima vittoria in Serie A, senza neppure tremare troppo nel recupero.

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