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    Juve, Dybala salta anche Bolivia-Argentina

    TORINO – Paulo Dybala salterà la partita delle qualificazioni sudamericane ai Mondiali del Qatar tra Argentina e Bolivia. L’attaccante della Juventus aveva già accusato un fastidio intestinale che lo aveva messo ko nella sfida di giovedì scorso contro l’Ecuador e ora non partirà per la trasferta in Bolivia per continuare il programma di recupero. Come riportato dalla nazionale argentina su Twitter, “Paulo Dybala non viaggerà con il resto della Nazionale verso la Bolivia, non essendo in condizioni fisiche idonee. Continuerà il suo recupero, a seguito del recente problema gastrointestinale”. Un problema fisico per l’argentino della Juve, che potrebbe anche rientrare prima in Italia e tornare a disposizione di Pirlo per il prossimo impegno nel campionato di Serie A. LEGGI TUTTO

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    Juve, Ronaldo e le voci sul Psg nel 2021: cosa c'è di vero

    Dicono gli spagnoli che Cristiano Ronaldo a fine stagione potrebbe lasciare la Juventus per andarsene al Paris Saint Germain. La Juventus – sempre secondo gli spagnoli – vuole svecchiare la squadra e CR7 è tentato dall’esperienza parigina. Lo scenario non è necessariamente inverosimile, anche se oggi non c’è alcun riscontro concreto che si possa realizzare ed è oggettivamente avventuroso spingersi in previsioni che vanno così lontano, in questo particolare (eufemismo) periodo storico. I fattori sono tanti e, soprattutto, estremamente variabili. «Come si concluderà questa stagione?». E’ la prima e fondamentale domanda, declinabile in due modi: sportivo e finanziario.

    Se la Juve vincesse la Champions…
    Se, per esempio, la Juventus vincesse la Champions non è da escludere che Ronaldo possa sentire il richiamo di nuovi stimoli e piantare una bandierina in un quarto campionato top d’Europa dopo Inghilterra, Spagna e Italia. Ma si può ragionare di successo in Champions prima di iniziare i gironi? E ancora: quali saranno le condizioni economiche della Juventus e del Psg a fine stagione? LEGGI TUTTO

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    Juve-Napoli, mercoledì la sentenza: ecco di cosa si terrà conto

    Pochi vorrebbero essere nei panni del giudice sportivo Gerardo Mastrandrea. Messo sotto pressione dal mondo del calcio, ma anche dalla politica. E alle prese con una sentenza che, comunque vada, farà storia (e giurisprudenza), visto che si tratta del primo caso di una squadra di Serie A che non si presenta a una partita nell’era moderna. Ha davanti a sé poco più di tre giorni, visto che dovrebbe ufficializzare il dispositivo (e probabilmente anche le motivazioni) mercoledì. Dal suo punto di vista di giudice sportivo, la situazione non sarebbe complicata: assenza di una squadra e un protocollo non applicato. Insomma, un’autostrada verso il 3-0 a tavolino e un punto di penalizzazione per il Napoli.
    Juve-Napoli, cosa sbaglia De Luca sul protocollo e Ronaldo

    Il memoriale difensivo del Napoli
    Tuttavia, non è così semplice, perché il Napoli ha presentato un dettagliato memoriale difensivo la cui carta fondamentale è l’e-mail della Asl2 del capoluogo campano, nella quale si fa esplicito divieto alla squadra di partire per Torino. Ora, al netto di come e perché quel documento sia stato prodotto, resta il documento di un’autorità sanitaria locale, che ha pieno diritto di vietare la trasferta alla squadra di Gattuso. Quindi il giudice dovrebbe concedere il «legittimo impedimento» e procedere con il rinvio della partita. Il nocciolo della questione, però, è la questione del protocollo Governo-Figc.
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    Danilo scala Juve e Brasile: titolare in bianconero e verdeoro

    TORINO – Alla soglia dei 30 anni Danilo può scrivere un nuovo capitolo della sua vita professionale. Da gregario di lusso a nuovo senatore, in grado di scalare le gerarchie alla Juventus e nel Brasile. In Nazionale (è sceso in campo nella notte contro la Bolivia per le qualificazioni mondiali) ha avuto il compito di sostituire Dani Alves, diventando il nuovo terzino destro della formazione verdeoro, in bianconero è stato scelto da Andrea Pirlo per giocare titolare nella difesa a 4 come terzino destro contro la Sampdoria e nella difesa a 3 da centrale destro nella sfida in casa della Roma. Con Maurizio Sarri il brasiliano veniva schierato nel suo ruolo naturale di terzino destro, anche se in emergenza ha giocato sulla fascia sinistra, totalizzando 32 presenze e 2 gol, adesso il reparto arretrato della Juventus si è presentato in una veste più moderna, nella quale c’è bisogno di elementi elastici, come il brasiliano che dà ampie garanzie proprio per la sua duttilità, per variare modulo e impostazione a partita in corsa. Danilo non è comunque nuovo nel ruolo: lo ha già provato sia ai tempi del Manchester City con Pep Guardiola sia nel Santos con Muricy Ramalho. E ha sempre funzionato bene. All’occorrenza, poi, potrebbe anche essere avanzato di qualche metro come esterno di centrocampo. Ma la crescita del brasiliano non è legata a una questione esclusivamente tattica. Anche come atteggiamento in campo Danilo è cambiato, lasciando spazio al suo altruismo nei confronti dei compagni e a un modo diverso di giocare la palla. «In questa fase della mia carriera – spiega – sono molto più interessato nel cercare di aiutare a costruire, toccare molto la palla, aiutare a dare la palla pulita ai centrocampisti offensivi e agli attaccanti e non soltanto a difendere o ad attaccare, correndo sempre avanti e in dietro, come ho fatto in Brasile e all’inizio della mia carriera. Mi piace molto la fase iniziale della costruzione e l’attenzione nei passaggi».
    Juve, Alaba a zero stuzzica Paratici: è l’ideale per Pirlo

    Continuità
    Dalle sue parole si vede già lo zampino della cura Pirlo: non soltanto la corsa, ma anche il possesso palla, i passaggi mirati, il dominio dello spazio. E’ soltanto da due mesi che Danilo lavora agli ordini di Pirlo, però il Maestro è riuscito a inculcare la sua lezione. Il brasiliano ha trovato anche dei punti in comune tra il suo nuovo tecnico alla Juventus e il ct del Brasile, Tite. «La cura dei dettagli è la principale somiglianza tra il Pirlo e il Tite». […]
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    Juventus, Khedira resta un grande problema

    TORINO – Ad ogni messaggio postato sui social la vena del tifoso juventino assuefatto all’arrabbiatura si gonfia un po’ di più. Ma Sami Khedira ha ormai deciso da un po’ che lasciare Torino non rientra nella sua agenda personalizzata di centrocampista in grado di far svoltare la squadra bianconera, in Italia e in Europa, quando i muscoli hanno retto all’incedere del tempo. Il problema è che i continui infortuni gli hanno puntualmente presentato il conto nell’arco di un quinquennio in cui ha raramente potuto giocare con continuità. Un dato spicca su tutto il resto: 92, come le partite saltate dall’estate 2015 a oggi, da quando salutò il Real Madrid da svincolato di lusso e si trasferì alla corte della Juventus.
    Juve, Alaba a zero stuzzica Paratici: è l’ideale per Pirlo

    Cinque anni dopo è tutta un’altra vita. Quella di un calciatore che, al netto di un destino particolarmente avverso, non ha futuro in bianconero e i 33 anni d’età non mitigano la portata di una partenza che resta in programma secondo i desideri della dirigenza juventina. Perché nel frattempo la mediana dei campioni d’Italia è stata rinfrescata con l’innesto di Arthur e di Weston McKennie, ma soprattutto perché Khedira guadagna 6 milioni netti da quando – settembre 2018 – firmò il prolungamento del contratto fino al 2021 con opzione 2022. E’ un ingaggio di cui alla Continassa farebbero a meno e la fresca esclusione dalla lista Champions è un ulteriore segnale della volontà, da parte della società, di separarsi. […]
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    Juve, Demiral freme: tocca a lui

    quasi certamente il giocatore per cui Fabio Paratici ha ricevuto più richieste nell’ultimo anno: una serie iniziata l’estate scorsa subito dopo averlo acquistato dal Sassuolo, prima ancora che debuttasse in bianconero. Un anno fa la risposta è stata «No, grazie» per tutti, dal Milan al Manchester United. Quest’anno ogni approccio è stato bloccato sul nascere, dai Red Devils che si sono rifatti vivi all’Everton, dal Wolverhampton al Leicester: «Non è in vendita». Merih Demiral, perché è di lui che parliamo, è uno dei pochissimi giocatori che la Juventus considerava incedibili nell’ultima sessione di mercato. Il ventiduenne turco è considerato il pilastro della difesa del futuro assieme al ventunenne De Ligt e la società bianconera per loro non è disposta a inziare trattative.

    Titolare della Turchia, con cui domani sera sfiderà la Russia alla VTB Arena di Mosca, corteggiato da mezza Premier League e pieno di estimatori anche nel resto d’Europa, Demiral freme per prendere quel futuro e trasformarlo in presente. Aveva cominciato a farlo nella scorsa stagione, quando dopo un pasticciato debutto contro il Verona il 21 settembre (fallo da rigore ingenuo su Di Carmine) Sarri lo aveva rilanciato a dicembre: cinque partite consecutive da titolare, in un crescendo di prestazioni culminato con il gol alla Roma all’Olimpico il 12 gennaio. E lì finito, con la rottura del crociato del ginocchio sinistro. Demiral ha fatto in tempo a giocare 31 minuti contro i giallorossi al ritorno il 1° agosto, ma la sua annata si è chiusa lì.
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    Juve, Bonucci e il benvenuto a Chiesa: “Preparati…”

    Federico Chiesa sta iniziando ad assaggiare a piccole porzioni un po’ di Juve. È diventato bianconero sul gong della chiusura del calciomercato, è stato il colpo dei colpi, quello chiuso all’ultimo dopo una lunga trattativa con la Fiorentina, ed ora per l’ex viola è tempo di sentirsi juventino. Non ha avuto il tempo di immergersi a pieno nella realtà della Continassa da subito per via dello stop del campionato e degli impegni delle nazionali, ma anche lontano da Torino c’è chi può trasmettergli cosa significa essere della Juve.
    Il caso Chiesa e l’indegnità dei social
    Juve, senti Lippi: “Pirlo talento e Chiesa giocherà attaccante”

    Bonucci dà il benvenuto a Chiesa
    Bonucci e Chiellini, chi meglio di loro può fare da insegnante a Chiesa. Nel ritiro dell’Italia il nuovo esterno di Pirlo s’è avvicinato a chi la Juventus l’ha vissuta per anni e continua a farlo da protagonista. L’ex difensore del Milan, soprattutto, ha scambiato risate e chiacchiere con Chiesa, e gli ha dato il benvenuto con una storia pubblicata su Instagram: “Preparati, in allenamento ci sarà poco da ridere”. Guanto di sfida lanciato a quando i due si affronteranno alla Continassa nelle partitelle di allenamento, quando Bonucci dovrà cercare di contenere l’esuberanza del giovane bianconero. Arriverà quel giorno, fino ad allora Chiesa prende confidenza col mondo Juve nel ritiro azzurro. LEGGI TUTTO

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    McKennie: “Juve meglio della Premier. Ronaldo? Ecco come mi chiama”

    TORINO – Weston McKennie torna a parlare del suo passaggio in bianconero: “Ho sempre sognato la Premier League, ma quando mi ha chiamato la Juventus mi ha intrigato – ha raccontato il centrocampista statunitense in un’intervista a Espn – e io voglio vincere e fare la storia del club”. Il centrocampista ha un debole per Andrea Pirlo: “È stato uno dei motivi per cui sono venuto qui, mi ha affascinato molto l’idea di essere allenato da uno come lui. Adesso siamo stati insieme in quarantena e, nonostante la delicatezza del periodo, è stato molto bello”. E Ronaldo? “Quando l’ho visto mi sono detto di stare calmo – l’aneddoto di McKennie sul fenomeno portoghese – ed è un onore essere con lui. È genuino e ti supporta molto, insieme scherziamo e mi chiama Texas Boy”. McKennie sta imparando l’italiano: “Ma la frase che uso di più è ‘ho fame’, è la verità” ha concluso con il sorriso. LEGGI TUTTO