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    Il primo pregio di Andrea l’allenatore: la chiarezza

    Delle strepitose qualità calcistiche di Andrea Pirlo sapevamo tutto. Del primo pregio di Andrea Pirlo allenatore, dobbiamo dire oggi. È la chiarezza. Ha scandito ogni risposta del nuovo tecnico bianconero durante la sua prima uscita pubblica nelle vesti che mai il 31 luglio avrebbe immaginato di indossare. Dal pudore del debuttante che aveva caratterizzato la presentazione quale successore di Pecchia alla guida dell’Under 23, alla determinazione che ha contraddistinto l’incontro di ieri alla Continassa, come se non fossero trascorsi soltanto venticinque giorni, ma venticinque anni di carriera. Né sicumera né iattanza, semplicemente lucidità di analisi e precisione di concetti, come precisi erano i lanci del Maestro e le sue aperture per mandare in gol Grosso nella semifinale mondiale o l’assist a Lichtsteiner per infilare il Parma l’11 settembre 2011 allo Stadium, teatro della prima rete ufficiale juventina nel nuovo impianto.
    Scegliendo Pirlo, la Juve ha fatto una mossa coraggiosa, ma anche il Maestro ha fatto altrettanto. «Non ho avuto tempo di pensare al passaggio dall’Under 23 alla prima squadra, è stato tutto molto veloce, mi sono buttato a capofitto, però, se ho fatto questa scelta è perché sono convinto di essere al posto giusto al momento giusto. Un predestinato anche alla panchina? Dipenderà dai risultati. Sono molto convinto delle mie possibilità». Anche noi. LEGGI TUTTO

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    Pirlo: “Voglio riportare entusiasmo. Dybala non è mai stato sul mercato”

    Buongiorno Pirlo, cosa pensa di portare?«Voglio portare, anzi riportare un po’ di entusiasmo che è mancato nell’ultimo periodo, voglio proporre un calcio propositivo con padronanza del gioco. Bisogna sempre avere il pallone e quando lo si perde bisogna recuperarlo velocemente, che sono le due cose in cui credo, e che sono da far entrare a livello mentale nella squadra».
    Ci sono nuovi Pirlo?«Nessuno ha le mie caratteristiche, ma tanti campioni da sfruttare nel migliore dei modi».
    Il ruolo di Arthur?«Arthur è un bravo giocatore, lo abbiamo visto e ammirato nel Barcellona negli ultimi anni. E’ un centrocampista di costruzione, può fare più ruoli: regista mezzala, ma anche giocare a due davanti alla difesa».
    Preoccupazione per la nuova avventura?«Non ho neanche avuto modo di pensarci troppo, quando mi hanno chiesto se fare l’allenatore della prima squadra mi ci si sono buttato a capofitto senza preoccupazioni. Credo di essere al posto giusto al momento giusto».
    Giocherai a tre in difesa?«Non ci sarà un modello fisso: sia a 4 che a 3, l’idea potrebbe esserci difenderci a 4 e impostare a 3. Penso a un calcio di rotazione, la gioia di riconquistare il pallone. Deve essere una cosa mentale, sulla quale lavorare tutti i giorni e vada avanti durante le partite. Poi i giocatori hanno le caratteristiche per variare il modello di gioco di partita in partita».

    Ha parlato con Ronaldo?«C’eravamo sentiti qualche giorno fa prima di iniziare, per dargli l’orario degli allenamenti, poi ieri abbiamo fatto una chiacchierata, parlato un po’ di tutto, del presente e del passato, da persone normali, nelle prossime settimane andremo in profondità sulla tattica».
    Cosa sarà di Dybala?«Non è mai stato sul mercato, è un giocatore importante come gli altri, appena rientrerà farà parte del progetto come gli altri».
    Siete ancora i favoriti in campionato?«Partiamo tutti a zero punti, non importa chi danno per favorita, quei punti vanno conquistati. E’ stato un anno difficile perché il Covid ha fatto saltare i piani, sia a livello di programmazione e partite. Abbiamo le persone adatte a questo e ci stiamo preparando».
    Che effetto ti ha fatto trovare i vecchi compagni dall’altra parte della barricata?«Ero a mio agio. Era un po’ strano per loro, ma non per me, mi sentivo bene, anche perché conoscevo tante persone all’esterno della squadra che avevamo lavorato per me e con me. Mi sentivo proprio bene»

    Ronaldo e Dybala insieme?«Non sono ancora tutti a disposizione insieme. Appena potremo ci metteremo in campo a preparare qualcosa ci ragioneremo: con sacrificio e abnegazione di tutti i giocatori di qualità possono giocare insieme sempre. Ma è necessaria la Voglia di lavorare per la squadra».
    Obiettivi?«Sono sempre quelli di cercare di vincere, non è facile, ma siamo qua per quello».
    Mercato: farà richieste? Di cosa c’è bisogno?«Normale che io voglia certi tipi di giocatori, ci sono obiettivi di cui non vi vengo certo a parlare».
    Vuole recuperare lo stesso spirito della prima Juve in cui ha giocato?«Magari. Quella era una grande squadra che aveva un grande spirito di sacrificio e voglia di lavorare l’uno per l’altro. L’obiettivo è quello».
    C’è pochissimo tempo per lavorare.«Vero. Alla fine dopo le nazionali ci saranno dieci giorni per lavorare prima dell’inizio del campionato. Dovremmo essere bravi e concentrati».
    Perché ha scelto Tudor come secondo?«E’ stata una mia scelta, avevo bisogno di un assistente con esperienza, che avesse già fatto l’allenatore in prima, che fosse stato un ex difensore per guardare la fase difensiva, che avesse un certo tipo di personalità all’interno dello spogliatoio e del campo, in più era anche un ex juventino era quindi perfetto per lo staff».
    Ha parlato con Higuain e Khedira?«Con Higuain ho parlato, è una persona che ammiro tantissimo, ha fatto un ciclo importante qui, è stato un grandissimo giocatore, abbiamo deciso che le strade si devono separare, i cicli finiscono, è stato messo da parte, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo preso questa decisione. Khedira è infortunato, vedremo quando starà meglio».
    C’è bisogno di stipulare un patto di spogliatoio con i veterani?«Nessun patto con i vecchi compagni, bisogna fare un patto con la squadra. Tornare ad aver voglia di fare sacrifici e lavorare duramente. Quando c’è un obiettivo bisogna raggiungerlo con tutti e parlare con tutti».
    La Champions League di quest’anno cosa lascia in eredità?«Il Bayern era la squadra più forte e si era già visto alla fine del lockdown, tutti con voglia di correre, buttarsi negli spazi, voglia di attaccare, se non corri, se non hai voglia di recuperare la palla velocemente fai fatica».
    Quando giocavi eri stato definito un predestinato, lo è stato definito anche da allenatore.«Ma solo i risultati possono confermare questa cosa, solo quello è il metro di giudizio. Mi era stata detto da giocatore ora spero di ottenere risultati anche in panchina. Credo nelle mie possibilità e ho voglia di lavorare». LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo ancora papà?

    Il web si interroga per alcuni indizi lasciati da Georgina Rodriguez, fidanzata di Cristiano Ronaldo, su Instagram. In particolare, ha fatto parecchio rumore la foto della coppia (lei fasciata di rosso, lui con indosso una camicia bianconera di Louis Vuitton) abbracciata con una dedica particolare da parte di Georgina che ha postato una rosa e la parola “yes”. Per alcuni la coppia starebbe aspettando il secondo figlio, dopo Alana Martina, di quasi tre anni (sarebbe invece il quinto per il penta Pallone d’Oro, papà anche di Cristiano jr. di 10 anni e dei gemelli Eva e Mateo, di 3 anni) altri invece ipotizzano che Georgina abbia detto sì alla proposta di matrimonio di CR7. Qualunque sia l’evento da annunciare, è una bella notizia vista la gioia che sprizzava la coppia. LEGGI TUTTO

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    Juve, Pirlo day: deve convincere gli scettici

    Stessa musica, Maestro. Da Andrea Agnelli all’ultimo tifoso, tutto il mondo bianconero si augura (e la società ne è anche convinta, altrimenti non lo avrebbe scelto) che Andrea Pirlo diriga la Juventus dalla panchina facendole suonare la stessa sinfonia vincente di quando la dirigeva dal centro del campo. Proprio il campo dirà se così sarà. Intanto, mentre da oggi il nuovo tecnico bianconero comincerà a impartire la sue lezioni ai propri musicisti, è lo stesso di allora il brusio in sottofondo, in cui tanto scetticismo si mescola alla curiosità e alla speranza. Scetticismo di buon auspicio, a questo punto.
    Locatelli in pole per il centrocampo

    Troppo vecchio…
    E’ uno scetticismo che nasce da ragioni opposte, quello che ha accompagnato e sta accompagnando l’inizio di entrambe le avventure bianconere di Pirlo, ma legate agli stessi argomenti: l’età e l’esperienza. Quando la Juventus il 24 maggio 2011 annunciò l’ingaggio dell’allora trentaduenne Pirlo, svincolato dal Milan che gli aveva offerto solo un rinnovo annuale, cortesemente rifiutato, erano tanti i dubbi che aleggiavano attorno alla scelta. Dubbi sul giocatore, reduce da un annata con appena 25 presenze complessive e da un lungo problema muscolare alla coscia destra, e sulla sua compatibilità con le idee tattiche di Antonio Conte, fino ad allora imperniate su un 4-2-4 con due centrocampisti muscolari dediti sopratutto alla fase difensiva. L’esatto contrario di Pirlo, insomma. Lo scetticismo di allora si dissolse come nebbia al sole. Proprio quello fu il Pirlo giocatore per la Juve: un sole. Il regista bresciano tornò a splendere come nei migliori anni milanisti, giocando 41 partite su 43, e Conte non esitò a metterlo al centro del suo nuovo sistema, quel 3-5-2 (alternato al 4-3-3) che è diventato da allora il suo modulo di riferimento. Una rinascita confermata anche nelle tre stagioni successive, le due con Conte e anche la terza con Massimiliano Allegri, col quale non era riuscito a esprimersi al meglio al Milan, tra infortuni e decentramento a mezzala, ma della cui Juve capace di vincere Scudetto, Coppa Italia e raggiungere la finale di Champions fu ancora un magnifico direttore d’orchestra.
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    Capello: “Coman come Henry, la Juve è recidiva”

    Frecciatina da parte di Fabio Capello alla Juve prima del fischio d’inizio della finale tra Psg e Bayern. “Coman è titolare nel Bayern Monaco in una finale di Champions League – ha detto l’ex tecnico bianconero dagli studi di Sky Sport – La Juve evidentemente è recidiva: Henry è arrivato giovane alla Juventus e poi è andato via. Stesso discorso per Coman. Quando vedi le qualità devi aspettare, non puoi chiedere ad un giovane di essere subito protagonista”. L’attaccante francese, in bianconero nella stagione 2014-15 e nelle prime settimane della seguente, ha deciso con un colpo di testa la finale di Lisbona regalando ai bavaresi la sesta Champions della loro storia.
    Tutto sulla finale di Champions tra Psg e Bayern LEGGI TUTTO

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    Juve, non c'è posto per Higuain: sarà rescissione

    TORINO – Gonzalo Higuain non farà più parte della rosa della Juventus. Non ci sono possibilità che il Pipita riesca, come l’anno scorso, a confermarsi in squadra, opponendosi a qualsiasi soluzione di mercato. Davanti al centravanti, ora, ci sono solo due strade: accettare la cessione (anche se in questo momento non ci sono offerte) o la rescissione del contratto con la Juventus. Ovviamente con una buonuscita ed è proprio quella l’oggetto dell’ultima trattativa fra Higuain e il club bianconero che, probabilmente, andrà in scena nei prossimi giorni. In teoria Higuain dovrebbe guadagnare 7,5 milioni di euro netti nell’ultimo anno di contratto: la trattativa dovrà stabilire che parte dell’ingaggio riceverà l’argentino. In ogni caso la Juventus segnerà una minusvalenza di 18 milioni, ovvero l’ammortamento residuo sul bilancio, ultima tranche dei 90 milioni pagati dalla Juventus nel 2016 per l’acquisto dell’argentino.
    Higuain: “Ho ancora un anno di contratto. Vediamo che succede con Pirlo”

    Insomma, sotto il profilo finanziario sarà un’operazione dolorosa per la Juventus, ma considerata necessaria dai vertici che non credono più nella possibilità che il Pipita possa dare un contributo tecnico alla squadra. Meglio un divorzio costoso che una convivenza forzata e improduttiva. Poi Higuain sarà padrone del suo destino e libero di trovarsi una squadra. Qualche mese fa, durante il lockdown, che Gonzalo ha trascorso a Buenos Aires vicino alla madre alla figlia, si era parlato con insistenza della possibilità di rivedere Higuain con la maglia del River Plate (e lo stesso ds Enzo Francescoli era stato possibilista). Negli ultimi due mesi l’ipotesi è stata più di una volta scartata dallo stesso Higuain e dal padre, ma il River potrebbe rispuntare nel momento in cui Higuain sarà libero. […]
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    Juve, Pirlo pronto a calare i jolly: c'è una nuova idea tattica

    TORINO – “Moduli ce ne sono tanti, quello che conta è l’occupazione degli spazi”, aveva spiegato Andrea Pirlo durante la sua presentazione da tecnico della Juventus Under 23. Panchina che non sarà mai sua, sostituita con quella ben più prestigiosa della prima squadra: cambierà drasticamente il contesto di lavoro, ma non i suoi concetti, a cominciare da quello citato che promette fluidità. A livello di modulo, di ruoli e di posizioni. Una fluidità che era stata maggiore di quanto tanti si aspettassero anche con Maurizio Sarri, molto meno integralista di quanto fosse stato dipinto sia in termini di sistema di gioco che di specializzazione dei giocatori, ma che dovrebbe ulteriormente aumentare. Pirlo, ad esempio, per quanto abbia detto di considerare il 4-3-3 il proprio sistema preferito, non è contrario all’utilizzo della difesa a tre che invece per Sarri rappresenta un tabù. «L’importante è mettere i giocatori nelle condizioni migliori per rendere».

    FASCE MOBILI – Per farlo potrà sfruttare la duttilità tattica di diversi elementi multiruolo, capaci di rendere al meglio in posizioni diverse e che quindi possono consentirgli di variare sistema a seconda dei giocatori in campo, esaltando anche quelli meno duttili. A cominciare da Juan Cuadrado, forse il più duttile di tutti, impiegato anche da Sarri da terzino, da ala e all’occorrenza pure da mezzala. Presumibilmente il colombiano ripartirà dalla posizione di terzino destro, anche perché in attacco su quella fascia al momento c’è addirittura abbondanza, con Kulusevski, Douglas Costa e Bernardeschi.
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    Juve, tweet di complimenti al Siviglia: bufera sui social

    La finale di Europa League è amarissima per i nerazzurri: il Siviglia vince 3-2 in rimonta e infila per la sesta volta il trofeo in bacheca, confermando il proprio feeling con la minore delle due competizioni europee. La LuLa si offusca sul più bello e affossa l’intera squadra: Lautaro non è pervenuto, Lukaku – autore del vantaggio illusorio su rigore – sciupa il terzo gol nella ripresa a tu per tu con il portiere ed è decisivo, in negativo, con una deviazione sfortunata sulla rovesciata di Diego Carlos nel momento topico del match. “Congratulazioni al Siviglia per la vittoria dell’Europa League” ha scritto la Juve sul proprio account Twitter dopo il fischio finale. Tanti i messaggi di risposta da parte dei tifosi bianconeri, che hanno festeggiato il ko degli eterni rivali: “Vi amo”, “Ci fate godere”, “Complimenti al Siviglia, è un’ottima squadra”. Quelli nerazzurri hanno invece replicato ricordando le finali di Champions perse dalla Juve: “Ma cosa parlate a fare? Ne avete buttate mille…” LEGGI TUTTO