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    Lo United cade con il Leicester: il titolo è del City

    MANCHESTER (Inghilterra) – Il City festeggia senza giocare. A ‘consegnargli’ il titolo di Premier League è il Leicester, che passa per 2-1 sul campo dello United secondo della classe e consente così a Pep Guardiola di laurearsi campione d’Inghilterra con tre giornate di anticipo nonostante la sconfitta incassata dal Chelsea in quello che è stato una sorta di di ‘anticipo’ della prossima finale di Champions League. Tre punti pesantissimi per le ‘Foxies’, che salgono montaneamente al terzo posto e vedono sempre più vicino un posto in Champions League, mentre i ‘Red Devils’ potranno ora iniziare a concentrarsi sulla finale di Europa League contro il Villarreal.
    Premier League, la classifica
    Pogba in panchina con Cavani
    Senza gli infortunati Martial, Maguire, Jones e James, il tecnico di casa Solskjaer non abbandona il 4-2-3-1 ma lascia inizialmente panchina Pogba, Rashford e Cavani (che intanto ha rinnovato fino al 2022): in mediana c’è van de Beek con Matic, mentre davanti tocca a Mata supportare il trio di ‘ragazzini terribili’ formato da Diallo, Elanga e Greenwood schiearto come centravanti. Sull’altro fronte indisponibili Morgan, Justin Evans e Barnes per Brendan Rodgers, che sceglie Vardy e Iheanacho per comporre il tandem d’attacco del suo 3-4-1-2. Sotto il diluvio di Old Trafford sono le ‘Foxies’ a partire meglio e a passare dopo appena dieci minuti: Thomas riceve palla da Tielemans e col sinistro la piazza sotto la traversa. Immediata la reazione dei ‘Red Devils’ che al 15′ pareggiano con Greenwood, bravo una volta innescatto da Diallo a trovare di destro l’angolino più lontano con un preciso diagonale. Il campo bagnato e la pioggia condizionano una gara equilibrata, con poche occasioni e che arriva all’intervallo con una punizione per gli ospiti calciata sulla barriera da Tielemans.
    Guardiola festeggia con le ‘Foxies’
    Come in avvio anche nella ripresa inizia meglio il Leicester, che schiaccia lo United e al 59′ mette Iheanacho davanti a De Gea, bravo però ad opporsi all’attaccante nigeriano. Solskjaer capisce che così non va e prova a correre ai ripari, togliendo Greenwood ed Elanga per gettare nella mischia Cavani e Rashford (sull’altro fronte dentro invece Maddison per Perez), ma sul successivo corner è proprio Rashford a perdersi Soyuncu che poi sovrasta Matic e di testa riporta avanti gli ospiti (66′). Lo United accusa il colpo e rischia ancora poco dopo, graziato però da Tielemans che manca la deviazione sul secondo palo dopo la sponda di Vardy su cross di Iheanacho (72′). Nei padroni di casa entra anche Bruno Fernandes (fuori Elanga) e per non rischiare niente Brendan Rodgers richiama allora in panchina Vardy per passare al 5-4-1 con l’ingresso di Choudury, con lo stesso Bruno Fernandes che poi spreca calciando a lato con il destro da buona posizione (84′) mentre al 90′ Rashford non inquadra la porta di testa. Sono gli ultimi brividi per il Leicester, che vince 2-1 e vede così sempre più vicino un posto in Champions League portandosi al terzo posto a +2 sul Chelsea e a +8 sul West Ham (entrambe però con una gara in meno) mentre lo United (già sicuro di rientrare tra le prime quattro) inizierà a concentrarsi sulla finale di Europa League in programma il 26 maggio contro il Villarreal.
    Manchester United-Leicester 1-2: tabellino e statistiche
    Ings riporta alla vittoria i ‘Saints’
    Nel match serale di oggi invece è tornato a sorridere il già salvo Southampton, che dopo quattro gare senza vittoria la ritrova in casa contro il Crystal Palace di Roy Hodgson, battuto 3-1 in rimonta e ora lontano solo un punto dalla squadra allenata dall’austriaco Ralph Hasenhuttl. Ospiti avanti dopo appena due minuti, con Benteke che sugli sviluppi di un calcio da fermo si avventa in area sul pallone per scaraventarlo in rete di sinistro. Strada in salita per i ‘Saints’ che al 19′ tornano però in carreggiata con la rete di Ings, servito da uno splendido assist di Redmond, e prima del riposo vengono salvati da Forster che pare a Milivojevic il rigore concesso per fallo dello stesso Redmond su Zaha. A inizio ripresa la squadra di casa può così effettuare il sorpasso con Adams, abile a finalizzare su uno schema da corner, per poi calare il tris a un quarto d’ora dalla fine ancora con Ings, che dopo l’imbucata dello scatenato Adams anticipa con una ‘puntata’ il portiere di casa Guaita e firma la doppietta che fissa il risultato sul 3-1.
    Southampton-Crystal Palace 3-1: tabellino e statistiche LEGGI TUTTO

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    Atalanta e Muriel da Champions, il Cagliari inguaia il Benevento

    TORINO – L’Atalanta non ‘stecca’ e passa sul campo del già retrocesso Parma, travolto dai goldi Malinovsky e Pessina, da una doppietta di Muriel (21 gol in campionato) eda la rete finale di Miranchuk. La ‘Dea’ conquista così una vittoria pesantissima nella corsa alla Champions League ed è ora seconda a +2 sul Napoli in attesa della sfida tra Juve e Milan (al momento appaiate a -3 dai nerazzurri) che chiuderà il programma della 35ª giornata di Serie A. Nello scontro diretto per la salvezza tra Benevento e Cagliari invece fanno festa i sardi, che vincono 3-1 (fa discutere il rigore dato e poi tolto dal monitor su indicazione del Var ai giallorossi nel finale, sul risultato di 1-2) e volano +4 sui sanniti terz’ultimi, scavalcando lo Spezia e agganciando il Torino rimontato sul pari a Verona.
    Serie A, la classifica
    Muriel fa 21, l’Atalanta è seconda
    Senza l’infortunato Toloi e con il portiere Gollini squalificato, Gasperini si presenta al Tardini con Sportiello tra i pali e un 3-4-1-2 in cui Maehle e Gosens sono gli esterni mentre davanti è Malinovskyi il trequartista dietro a Zapata e Ilicic, di nuovo titolare ai danni di Muriel. Molto più lunga la lista degli indisponibili nel Parma che D’Aversa schiera con il 4-3-3: Osorio e Bruno Alves centrali e Gagliolo e Busi ai loro lati, Kurtic e Grassi a supporto di Sohm in mezzo al campo, mentre tocca a Kucka con l’ex di turno Cornelius e Gervinho. Chiaramente superiori le motivazioni della ‘Dea’ contro i già retrocessi emiliani e al 12′ i nerazzurri sono già avanti: conclusione di Malinovsky deviata da Kurtic e palla alle spalle di Sepe. L’Atalanta non è una squadra che specula sul vantaggio e insiste: due azioni fotocopia intorno al 20′, sempre Ilicic al cross per la testa di Gosens, che prima manca la porta e poi trova il portiere di casa ben piazzato. Ilicic è ispirato e ispira i compagni: tacco per Freuler, cross basso per Zapata che calcia di prima e colpisce la traversa (31′) per poi testare ancora i riflessi di Sepe prima dell’intervallo (41′). Al rientro dagli spogliatoi subito due novità per Gasperini, che toglie Zapata e Ilicic per inserire Muriel e Pessina: una doppia mossa che paga subito, perché è proprio il colombiano a servire la palla che l’azzurro spedisce in porta con un preciso diagonale (52′). Ancora Muriel scatta poi in contropiede ma calcia a lato (57′), prima dell’uscita di Malinovskyi in favore di Miranchuk che manda subito al tiro Maehle (deviazone in corner di Sepe). D’Aversa allora risponde inserendo Pellè e Valenti (fuori Gervinho e l’ex atalantino Grassi) ma la gara già non ha più storia e Muriel (dopo un palo sfiorato di testa da Djimsiti) cala il tris su assist del neo entrato Pasalic (77′). E a riaprire il match non basta il gol segnato subito dopo dal Parma con l’argentino Brunetta, appena gettato nella mischia, perché la ‘Dea’ in contropiede serve il poker ancora con Muriel (21 gol in campionato) che insacca in tap-in sul palo colpito da Pessina. Non fa male (se non all’infuriato Gasperini) il gol di Sohm che su ‘imbucata’ di Pellè supera con un ‘tocco sotto’ Sportielo per poi spingere la palla in rete, perché ne recupero arriva la cinquina bergamasca con Miranchuk.
    Parma-Atalanta 2-5: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryParma-Atalanta 2-5: Gasperini vola con super Muriel
    Il Cagliari inguaia il Benevento e ‘vede’ la salvezza
    Con Moncini, Foulon e Sau ancora in infermeria Pippo Inzaghi sceglie il 4-3-2-1 con Schiattarella preferito a Viola in regia e Roberto Insigne a supporto dell’unica punta Lapadula insieme a Caprari. Sull’altro fronte out invece Pereiro, Sottil e Rog per Semplici, che conferma Ceppitelli nella difesa a tre (con Godin e Carboni) e ritrova dopo la squalifica Marin in una mediana completata dal playmaker Deiola e Nainggolan, con Joao Pedro-Pavoletti coppia d’attacco e sugli esterni Nandez e Lykogiannis. Ed è proprio greco, innescato su uno schema da corner, a trovare l’incrocio e il vantaggio per il Cagliari dopo nemmeno un minuto. Una doccia gelata per i padroni di casa, che faticano a entrare in una partita in cui vengono però ricatapultati improvvisamente da Ceppitelli: il difensore regala palla a Caprari che mette davanti alla porta Lapadula, freddo poi a battere Cragno. L’1-1 risveglia Pippo Inzaghi, rimasto fermo e incredulo dopo il gol dei rossoblù, e accende i tifosi giallorossi radunati fuori dal Vigorito per sostenere le ‘Streghe’. Ora il Benevento c’è e serve il miglior Cragno per fermare il sinistro di Caprari servito da Lapadula (30′), poi la deviazione di Schiattarella su punizione calciata ancora dal fantasista (37′) a cui il portiere dice ancora no su un colpo di testa da cross di Insigne prima del riposo. Semplici vede il suo Cagliari soffrire e corre ai ripari nell’intervallo, inserendo Zappa al posto di Carboni per sistemarsi a quattro in difesa. E proprio il terzino innesca al 54′ Pavoletti, che di testa non inquadra però la porta, mentre sull’altro fronte è ancora attento Cragno su Lapadula (59′). L’attaccante del Cagliari non può invece sbagliare al 64′, quando su cross di Nandez viene lasciato tutto solo da Glik e Depaoli e deve solo schiacciare in rete di testa la palla del 2-1. Arrivano così i cambi di Inzaghi: dentro prima Viola e Gaich (al posto di Schiattarella e Insigne) e poi Letizia, Improta e Di Serio (fuori Depaoli, Hetemaj e Caprari). È ancora Lapadula però a provarci al 78′, senza impensierire Cragno, con le speranze di Inzaghi che si spengono definitivamente quando l’arbitro Doveri assegna un rigore ai suoi ma torna poi sui suoi passi dopo aver rivisto al monitor (su indicazione del Var) il contatto in area tra Viola e Asamoah. Nel recupero arriva anche il tris cagliaritano con Joao Pedro in contropiede e per il Benevento si fa sempre più in salita la strada per una salvezza che i sardi ora vedono invece più vicina.
    Benevento-Cagliari 1-3: tabellino e statistiche
    Guarda la galleryColpo Cagliari! Gioiello di Lykogiannis, Pavoletti e Joao Pedro: Benevento ko LEGGI TUTTO

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    Arsenal-Villarreal 0-0: Gunners fermi al palo, Emery ancora in finale

    LONDRA – Due pali (colpiti entrambi da Aubameyang) fermano l’Arsenal a un passo dalla finale di Europa League: i Gunners non riescono infatti a ribaltare a Londra il 2-1 del primo round e al Villarreal basta lo 0-0 a Londra per volare alla finalissima a Danzica, dove il 26 maggio sfiderà il Manchester United. Prima storica finale europea per il ‘Sottomarino Giallo’, che guidato dall’ex Emery (vincitore del trofeo già vinto tre volte con il Siviglia) vendica il ko nella semifinale di Champions del 2006 (quando passarono i Gunners grazie anche a un rigore fallito, per gli spagnoli, da un certo Riquelme). 
    Arsenal-Villarreal 0-0: tabellino e statistiche
    Xhaka dà forfait nel riscaldamento
    Senza lo squalificato Ceballos e David Luiz infortunato, Arteta perde anche Xhaka nel riscaldamento ma non modifica il 4-2-3-1 sostituendolo con Tierney nel ruolo di terzino sinistro (dall’altra parte Bellerin), mentre in mediana c’è Smith Rowe con Thomas e davanti torna Aubameyang (panchina per Lacazette) con Saka e Pepé esterni altri. Sull’altro fronte Emery (che deve fare a meno dello squalificato Capoue e degli infortunati Iborra e Foyth) conferma il suo 4-4-2 con Mario Gaspar terzino destro, Chukwueze esterni alti Trigueros e Gerard Moreno a far coppia in attacco con Paco Alcacer.
    Aubameyang sbatte sul palo
    E a partire meglio sono proprio gli spagnoli, subito pericolosi con un tiro Chukwueze respinto con i pugni da Leno. Proprio la velocità del nigeriano e la lucidità dell’ex napoletano Albiol nel guidare la difesa, creano difficoltà a un Arsenal incapace di graffiare. Ed è ancora il Villarreal a provarci al 23′, stavolta su punizione con Parejo che supera la barriera con una conclusione a giro ma manca la porta di un soffio. A scuotere i Gunners ci prova allora Aubameyang, che prima scheggia il palo più lontano calciando al volo con l’esterno su una respinta corta dello stesso Parejo (26′) e poi con un destro dal limite mette in difficoltà Rulli, che nel tentativo di bloccare la palla se la fa passare tra le gambe ma poi riesce a recuperarla. Nel frattempo tra gli ospiti è uscito Chukwueze (fuori in lacrime sulla barella per un infortunio muscolare) ma il 18enne Yeremy Pino non mostra alcun timore reverenziale ed entra subito nel vivo del match, anche se a rendersi di nuovo pericolosi per gli spagnoli sono Gerard Moreno e Albiol, murati dalla difesa londinese poco prima del riposo. 
    Secondo legno, Emery in finale
    Nella ripresa si riparte senza cambi ma è un altro Arsenal quello che esce dagli spogliatoi: subito all’assalto con Pepé che calcia a lato da buona posizione e Smith Rowe che due minuti dopo non trova la porta quando cerca di superare con il pallonetto Rulli, uscito male su cross di Bellerin (50′). I ritmi dei londinesi sono ora forsennati e il Villarreal cerca così di rallentarli, affidandosi all’esperienza e al carisma di Albiol e Parejo e palleggiando per poi cercare l’improvvisa verticalizzazione come al 58′, quando smarca a destra Pino sul cui velenoso tiro-cross si salva in corner Leno. La strategia del ‘Sottomarino Giallo’ embra funzionare e Arteta cerca allora di sparigliare le carte dalla panchina: dentro Martinelli al posto di Odegaard (65′), ma è il difensore Holding a sfiorare la traversa di testa su calcio piazzato. La ‘contromossa’ di Emery è l’ex milanista Bacca al posto di Paco Alcacer, ma è di nuovo Holding a provarci invano di testa per l’Arsenal (74′) con Aubameyang che lo ‘emula’ poco dopo: palla sul palo (il secondo colpito dal gabonese) e poi sulla mano di Rulli che salva. Per la qualificazione serve un gol ai londinesi e arriva così il turno di Lacazette e Willian (fuori proprio Aubameyang e Tierney), ma i dieci minuti rimasti più i cinque di recupero non bastano ai nuovi entrati per cambiare il destino della sfida: finisce 0-0 e volare a Danzica è il Villarreal. LEGGI TUTTO

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    Pioli applaude il Milan: “Grande carattere. Ibra? Ci era mancato”

    MILANO – Gongola soddisfatto Stefano Pioli dopo il 2-0 sul Benevento, che rilancia il suo Milan dopo un momento difficile e ‘avvisa’ le agguerrite rivali nella corsa alla Champions League: “Questa partita non era facile dopo due sconfitte, dal punto di vista emotivo e della classifica – ha detto il tecnico rossonero -, ma abbiamo reagito e dimostrato carattere. Senza spirito di squadra del resto non si va da nessuna parte, tanto meno noi che siamo una squadra forte ma non abbastanza da rinunciare alle rincorse e al sacrificio”.
    Milan-Benevento 2-0: tabellino e statistiche
    Applausi per Ibra e ‘Cala’
    Uno spirito tornato insieme a Ibrahimovic, recuperato e di nuovo titolare nella sfida vinta contro i campani: “Stiamo parlando di un campione – ha sottolineato Pioli -, che fa crescere anche il valore dei suoi compagni. Gli piace agire da regista offensivo e così crea spazio agli altri, non averlo avuto per tanto tempo ci ha penalizzato ma ora per fortuna sta bene”. Di livello anche la prestazione di Calhanoglu, autore del primo gol rossonero dopo pochi minuti: “Non ha ancora espresso il massimo delle sue potenzialtà – ha detto il tecnico del Milan -. È un calciatore che mi piace tanto, che non dà riferimenti e si sacrifica ma ora sta migliorando anche dal punto di vista finalizzativo. Sta acquisendo la consapevolezza che magari in passato non aveva, deve capire che lui è un calciatore da doppia cifra, sia come gol che come assist”.
    Guarda la galleryMilan, con Ibra torna la vittoria: Benevento ko a San Siro
    Volata per la Champions
    Un pensiero poi per Paolo Maldini e per il resto della società, rimasta vicina alla squadra in un momento di difficoltà: “I dirigenti ci mettono nelle condizioni di lavorare al meglio, del resto parliamo di gente di calcio che capisce le situazioni e ci sta dando un grande supporto”. Ora un rush finale da brividi, con la prima di quattro ‘finali’ in programma allo Stadium contro la Juve, e Pioli indica la via al suo Milan: “Dobbiamo continuare a giocare la palla senza paura come stasera, ma migliorando dal punto di vista della solidità. Non è sempre facile ma il nostro obiettivo è grande e le prestazioni per raggiungerlo – ha concluso Pioli – devono esserlo altrettanto”. LEGGI TUTTO

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    La Lazio tiene il passo Champions, il Bologna vede la salvezza

    TORINO – Vittorie di Lazio e Bologna nei due match della 31ª giornata di Serie A giocati in contemporanea a quello perso dalla Juve sul campo dell’Atalanta. Tre punti sudati ma importantissimi per i biancocelesti, che avanti 4-1 rischiano di farsi rimontare ma battono 5-3 il Benevento (quinta vittoria di fila) e con una gara in meno (quella col Toro rinviata per Covid) restano così in piena corsa per un posto Champions League, a -4 dalla Juve di Pirlo. Un successo meno sofferto quello degli emiliani che dopo due ko di fila si rialzano e calano il poker in casa contro lo Spezia, volando così a +12 sul Cagliari terz’ultimo e archiviando in pratica il discorso salvezza.
    Serie A, la classifica
    Immobile torna al gol
    Simone Inzaghi, ancora assente dopo la positività al Covid, salta quella che sarebbe stata la terza sfida contro il fratello Pippo. Al suo posto come a Verona il vice Farris ma nel 3-5-2 c’è il rientro dalla squalifica di Correa (titolare al fianco di capitan Immobile in attacco, dove è invece out lo squalificato Caicedo) e dell’azzurro Lazzari, titolare a destra con Marusic in difesa e Fares a sinistra. Sull’altro fronte out (per squalifica) solo l’ex di turno Tuia: difesa a quattro con l’ormai recuperato Letizia di nuovo titolare a sinistra, in mediana Ionita e Improta ai lati di Schiattarella e il centravanti Gaich supportato da Roberto Insigne e Sau. Il Benevento prova subito a spaventare Reina con un colpo di testa alto di Ionita, ma la Lazio risponde con Immobile: cambio gioco di Milinkovic-Savic e cross al volo col sinistro di Fares per l’azzurro, che di testa colpisce il palo e poi sulla ribattuta lo sfiora col destro. Dopo 9 gare di digiuno Immobile ha fame, insiste e con la deviazione di Depaoli porta in vantaggio i suoi al ‘9, servito con un filtrante da Correa dopo un’intelligente giocata di Leiva. Il bomber non si accontenta però di un’autorete provocata, vuole il 150° gol in A e lo trova al 20′: assist smarcante di Milinkovic-Savic e palla alle spalle di Montipò. La reazione dei campani è in un sinistro a lato di Improta, mentre la Lazio fa male in contropiede e cala il tris: assist di Immobile per Correa, pallonetto su Montipò che tocca la palla in uscita ma poi stende l’argentino, a cui il capitano biancoceleste lascia calciare il rigore del 3-0 (36′). La gara sembra già chiusa ma non secondo Sau, che con uno splendido destro a giro riaccende le speranze dei suoi a un passo dal riposo (45′). 
    Guarda la galleryLa Lazio va con Immobile-Correa: Benevento battuto 5-3
    La Lazio soffre ma vince
    La ripresa inizia sotto il diluvio e con la Lazio di nuovo micidiale in contropiede: palla recuperata da Luis Alberto per Immobile, scarico per Correa che cerca il passaggio di ritorno per il compagni e trova invece il tacco di Montipò che fa autogol. Il portiere si riscatta però al 55′, quando para un rigore a Immobile (entrata a gamba tesa di Gaich su Milinkovic-Savic vista dal Var) e si supera sulla ribattuta di Fares. Il rigore (trattenuta di Marusic su Ionita, anche questa vista dal Var) non lo sbaglia invece il neo entrato Viola che al 63′ riporta il Benevento a -2. Nel frattempo i campani sono passati al 3-5-2 (dentro anche Lapadula e Caldirola) e iniziano a creare difficoltà alla Lazio (dentro Lulic e Parolo), che si fa sorprendere ancora al 66′: corner calciato di Viola e colpo di testa vincente di Lapadula, con il Var che vede però una spinta su Immobile e porta l’arbitro ad annullare il gol. Scampato il pericolo, Farris si affida ai muscoli di Akpa Akpro e Muriqi (fuori Luis Alberto e Correa) ma Caldirola spaventa di nuovo Reina, con un sinistro a lato ancora su azione da corner. Pippo Inzaghi si gioca anche la carta Iago Falque (fuori Ionita), ma dopo un colpo di testa mancato da Lapadula è Roberto Insigne a calciare in curva col sinistro da buona posizione. Il Benevento ci crede e all’85’ passa ancora: parata di Reina su Depaoli e altro angolo calciato da Viola per Glik che di testa la piazza all’incrocio. La Lazio, che nel finale perde per infortunio Akpa Akpro (appena entrato e già ammonito) e si copre con Hoedt, spreca due ripartenze con Muriqi e Lazzari ma alla fine la chiude con Immobile che fa 5-3 e blinda tre punti pesantissimi nella corsa alla Champions League.
    Lazio-Benevento 5-3: il tabellino
    Il Bologna parte forte
    Al Dall’Ara non c’è Mihajlovic (squalificato), che è senza Tomiyasu e Medel (infortunati come Hickey e Santander): nel suo 4-2-3-1 Orsolini vince il ballottaggio con Skov Olsen come esterno destro, mentre in mediana c’è Svanberg. Italiano può contare su Erlic, titolare in difesa anche se non al meglio, e in attacco conferma il tridente Verde-Nzola-Gyasi. La partita si mette subito in discesa per il Bologna, con Orsolini che prima spreca tutto solo davanti a Provedel (10′) ma due minuti trasforma il rigore concesso per un tocco col braccio in area di Simone Bastoni. Lo Spezia è già costretto a inseguire e lascia così spazio agli emiliani, che ringraziano e passano ancora al 18′: Soriano lancia Schouten in campo aperto, assist per Barrow che insacca a porta vuota e punisce ancora i liguri, a cui aveva già segnato all’andata e in Coppa Italia. 
    Guarda la galleryBologna, poker contro lo Spezia: Svanberg show nella ripresa
    Doppietta di Svanberg
    Ora sotto di due gol lo Spezia riparte all’attacco, ma Skorupski è attento sulla conclusione di Nzola (22′). Più impegnativo comunque l’intervento del collega Provedel al 32′, quando compie un mezzo miracolo su Dijks e tiene così a galla i suoi che prima del riposo tornano in partita: sul corner calciato da Simone Bastoni è Ismajili ad accorciare le distanze (34′). L’ultimo brivido prima dell’intervallo al 37′: schema su punizione che porta al tiro Barrow, con il palo che salva però lo Spezia. Il Bologna di oggi è però più forte della sfortuna e nella ripresa prende il largo, trascinato da Svanberg che prima cala il tris al 54′ (assist di Danilo sugli sviluppi di un corner) e poi serve il poker con un colpo di testa su cross di Barrow (60′). E con tre gol di vantaggio fa meno rabbia la traversa colpita poco dopo da Orsolini, bravo ad andare via in dribbling a Simone Bastoni prima di scaricare il sinistro sul montante. La gara si chiude praticamente qui, con la classica ‘girandola dei cambi’ che accompagna le squadre fino al triplice fischio finale.
    Bologna-Spezia 4-1: il tabellino LEGGI TUTTO