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    Juve-Chelsea, Chiellini l'anti Lukaku

    I confronti tra grandi corazzate del calcio europeo  aprono da sempre lo scrigno delle sfide nelle sfide,  quegli uno contro uno che  – sommati tra loro – finiscono sovente per far pendere  l’ago della bilancia dall’una o dall’altra parte. La gara di questa sera tra Juventus e Chelsea non è aliena alla dinamica, anzi: spalanca le  porte al più vitruviano dei duelli. Da una parte Giorgio Chiellini, dall’altra Romelu Lukaku. Ancora una  volta, addirittura la quinta soltanto nell’anno solare, per una ruvida contesa  che affonda le radici fino ad un Belgio-Italia del novembre 2015.

    Chiellini-Lukaku: il duello

    Una battaglia tutto muscoli ed agonismo che, però, racconta finora di un esito pressoché a senso unico. Il difensore bianconero e l’attaccante dei Blues, infatti, hanno condiviso il campo  prima di questa sera per la  bellezza di 503’ di gioco, in  un feroce corpo a corpo da cui Lukaku non è mai uscito con una rete su azione  nel taschino. In sette pre- cedenti, vissuti con le maglie di Manchester United Inter e Belgio, il 28enne di  Anversa ha racimolato appena due reti e in entrambi i frangenti (a maggio in  campionato contro la Juventus e a luglio nei quarti degli Europei contro l’Italia) su calcio di rigore.  Per il resto, in bianconero  come in azzurro, Chiellini  ha sempre trovato il modo di anestetizzarne la vena  realizzativa, a costo di qualche acciacco certo non inconsueto: «Ogni volta che  ci incontriamo, le partite finiscono con tanti lividi», la  confessione davanti ai microfoni del difensore della Juventus. LEGGI TUTTO

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    Inter, Dzeko: “Grazie Lukaku, ma io guardo avanti”

    “Lukaku ha fatto grandi cose, bisogna dirgli grazie perché ha fatto veramente bene. Però, non mi piace guardare indietro, io guardo avanti. Per me conta solo fare bene qui. So cosa posso dare e sono sicuro di poter dare tanto”. Lo ha detto l’attaccante dell’Inter, Edin Dzeko, intervistato da Dazn. “L’esordio a San Siro? Ero nervoso, anche se non è da me. Cercavo il primo gol, anche perché quando fai subito gol fa un effetto ancora maggiore. Alla fine ho segnato e mi sono rilassato – ha proseguiuto l’attaccante bosniaco -. Lautaro? È un grande giocatore, sono contento sia rimasto anche sapendo che ha avuto offerte importanti. Significa molto per questo club che i giocatori vogliono rimanere”. Testa poi alla partita di venerdì contro l’Hellas Verona. “Venerdì vogliamo fare bene e continuare il percorso iniziato con la vittoria con il Genoa”, le sue parole.
    Dzeko: “Inter piena di campioni, alla Roma non segnavo da un po’…”
    Edin Dzeko è poi intervenuto ai microfoni del canale tematico nerazzurro Inter Tv: “L’esordio in campionato con la maglia dell’Inter? È stato un giorno emozionante per me anche perché dopo aver giocato tutta la scorsa stagione senza tifosi vederli tornare sugli spalti è stato bello. È stata la mia prima partita con questa maglia, poi c’era anche mia mamma allo stadio, è stato un giorno importante che è finito molto bene con la nostra vittoria e il mio gol che ho cercato tanto. Non segnavo da tanto tempo in Serie A, gli ultimi gol con la Roma li ho segnati in Europa League e anche da quel punto di vista era importante sbloccarsi per me. Fare subito gol nella prima partita, nel mio nuovo stadio, davanti ai tifosi è stato bellissimo e mi ha dato ancora più fiducia per il futuro. Il feeling coi compagni? Sì, già contro la Dinamo Kiev ho visto questa cosa, l’ho sentito anche in campo, sembrava che stessi giocando con questi ragazzi da tanto tempo ma devo dire che non è difficile, qui ci sono tanti campioni ed è uno dei motivi per cui sono venuto qui. Mi sono divertito molto non solo nella partita contro il Genoa ma anche nella partita contro la Dinamo Kiev. Siamo una squadra forte e vogliamo continuare questo percorso che è iniziato veramente bene contro il Genoa. Il Verona? Ogni partita e ogni punto sono importanti, l’Inter è campione d’Italia e la prossima partita contro l’Hellas Verona non sarà facile. Conosco bene il loro allenatore e carica molto, però noi siamo l’Inter, siamo pronti e vogliamo fare bene prima della sosta per le nazionali”.
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    Inter, la verità di Marotta: “Lukaku via per sua decisione”

    MILANO – L’Inter campione d’Italia inaugura il campionato di Serie A 2021-22 ospitando il Genoa, il direttore sportivo Giuseppe Marotta ha parlato proprio di questo esordio. Intervistato da Dazn Marotta ha espresso ottimismo: “Le impressioni sull’allenatore sono estremamente positive – aggiunge – Conoscevamo le qualità, la serietà e la professionalità. Miglior profilo non c’era e siamo onorati di averlo. È il leader di questa squadra e credo che potremo toglierci delle grandi soddisfazioni”.
    Marotta: “Lukaku? Ha scelto lui”
    Inevitabile un commento sulla partenza del trascinatore della passata stagione, Romelu Lukaku, dove Marotta ha rivelato: “Davanti ad una decisione così esplicita di un giocatore come Lukaku di andare via, non c’è società che possa trattenere un giocatore. Ma questa cessione ha permesso di mettere in sicurezza il club alla luce della contrazione finanziaria degli ultimi tempi. Suning ha investito centinaia di milioni di euro. Michael Jordan diceva: ‘Il talento ti fa vincere una partita, la squadra il campionato'”. Sulla permanenza del Toro Lautaro Martinez: “Fa parte di quella categoria di calciatori che esplicitamente ha voluto rimanere pur avendo avuto offerte. Lautaro ha detto ‘sto all’Inter‘, siamo orgogliosi e c’è voglia di migliorarsi. Siamo contenti che possa crescere la sua qualità a disposizione del club”.
    Marotta: “Mercato aperto”
    Infine il Ds nerazzurro ha parlato degli obiettivi di mercato ancora sulla lista: “Siamo alla ricerca di un attaccante, lo stiamo cercando compatibilmente con le nostre possibilità. Siamo sicuri di fare la scelta migliore, ma voglio essere ottimista e voglio tranquillizzare i nostri tifosi. Dobbiamo dare il meglio di noi, solo così ci toglieremo delle soddisfazioni”.
    Guarda la galleryInter, l’entusiasmo dei tifosi per il debutto dei campioni d’Italia LEGGI TUTTO

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    Mentana: “L'Inter sbaglia se cede Lukaku, Zhang chieda aiuto”

    MILANO – Ansia nella Milano interista per l’assalto del Chelsea a Romelu Lukaku. Al momento i campioni d’Italia hanno rifiutato un’offerta da 100 milioni più il cartellino del jolly spagnolo Marcos Alonso (oltre ai 15 milioni all’anno offerti al centravanti belga che ci starebbe pensando), ma i londinesi sarebbero pronti a rilanciare fino a 130 milioni e a quel punto sarebbe difficile resistere per la dirigenza nerazzurra. Sui social intanto i tifosi restano in apprensione e sono tanti quelli che esprimono delusione per una cessione considerata ormai in dirittura d’arrivo.
    “Come sostituirlo adesso?”
    Tra questi ce n’è uno vip come il giornalista Enrico Mentana, che partecipa anche al progetto di azionariato popolare lanciato da Carlo Cottarelli e ha affidato il suo pensiero a un post pubblicato sul proprio profilo Facebook: “Ci avevano spiegato che per rimettere in sesto il bilancio era necessario un sacrificio, la cessione di Hakimi, strapagato dal Paris Saint Germain – scrive Mentana -. Invece non ci avevano spiegato perché se ne era andato Conte. Ora è inspiegabile la vendita di Lukaku, a 15 giorni dall’inizio del campionato. Nessun giocatore sul mercato è in grado di ricoprire lo stesso ruolo di sollevatore dell’attacco. Vuol dire arricchirsi finanziariamente e impoverirsi come valore della squadra, dovendo poi affannosamente rincorrere prime punte in svendita, che all’improvviso diventeranno costosissime”.
    “Se non ce la fa Zhang chieda aiuto”
    E ancora: “Per oltre 100 milioni una proprietà che sta in Cina, e non subisce la pressione dei tifosi, può anche pensare di vendere un Lukaku: ma allora potevamo tenere Hakimi, e comunque una cessione così non si fa senza aver prima bloccato un attaccante degno dei campioni d’Italia che devono affrontare la Champions. E per favore, non cominciamo a dare colpe a Marotta, Antonello o Ausilio: loro (e Conte) Hakimi e Lukaku li avevano portati a Milano. Coi soldi di Zhang, certo. Ma è la prima volta nella storia del calcio che una società dopo aver vinto il titolo nazionale vende i due giocatori decisivi nella conquista dello scudetto, e i più quotati sul mercato, e lascia andare (per lo stesso motivo?) l’allenatore che l’ha portata alla vittoria. In ogni realtà, dalla famiglia alle aziende – conclude Mentana -, se uno non ce la fa più da solo, anche dopo essersi indebitato, chiede aiuto, o lo accetta”. LEGGI TUTTO