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    Ronaldo alla Juventus la causa dell’addio? La verità di Marotta

    “All’interno di una struttura dirigenziale di un club ci sono posizioni differenti, ma questo non vuol dire che io fossi contrario all’operazione Ronaldo. Poi bisogna sempre valutare il lato economico. Ma non è stato certo quello il motivo di divorzio tra me e la Juventus. Credo che il mio ciclo fosse verso la fine, il mondo del calcio è bello anche da questo punto di vista”. Questa la versione dell’ad dell’Inter, Beppe Marotta, a Radio Anch’io Sport su Rai Radio1. Sulle parole di CR7 contro il Manchester United e il suo allenatore, Marotta ha aggiunto: “Questo fa parte dell’amore che Ronaldo ha verso la sua professione, è difficile perciò convivere con un declino fisico inevitabile, a 37 anni si fa più fatica e le scelte degli allenatori sono condizionate anche da questo. Non è facile per questi campioni accompagnarsi alla fine della carriera”.Guarda la galleryCristiano Ronaldo, le parole contro Ten Hag e lo United sui giornali di tutto il mondo

    Marotta: “Più rispetto per Zhang”

    “Bisogna dare molto rispetto alla famiglia Zhang, che ha profuso in questi anni tante energie finanziarie, più o meno 800 milioni, facendo molto per il calcio italiano. Dopo la pandemia è normale una contrazione e un ridimensionamento dei costi, e si deve fare il possibile per restare competitivi in un settore davvero complicato. Bisogna assolutamente ridurre i costi, è particolarmente pesante nelle società calcistiche il costo del lavoro”.

    Marotta sul caso D’Onofrio

    “Domani c’è il consiglio federale convocato d’urgenza, è una pagina molto triste, una delle più brutte pagine della storia del calcio italiano, sono sicuro che Gravina riuscirà a risolvere nella giusta maniera” ha detto Marotta commentando il caso D’Onofrio, il procuratore capo dell’Associazione arbitri arrestato per traffico di droga.

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    Inter, la nuova spina dorsale di Inzaghi

    MILANO – Romelu Lukaku domani tornerà in gruppo, mentre Marcelo Brozovic spera di esserci per la Juve. Bollettini dai lungodegenti che da un po’ fanno meno notizia e incutono meno apprensione tra i tifosi nerazzurri. Merito di Simone Inzaghi ma pure di Beppe Marotta e Piero Ausilio, perché questa Inter ha effettivamente due titolari per ruolo. Nell’ultimo campionato non era così ed è bastato non avere Brozovic per tre partite (Sassuolo e Fiorentina a San Siro, il Toro al Grande Torino) per perdere lo scudetto a causa dei due punti racimolati sui nove disponibili. Ora la musica è radicalmente cambiata e, come certificato da Marotta lunedì al Galà del Calcio: «È tornata la squadra che ci ha dato soddisfazioni nella passata stagione».

    Nuovi leader

    Un’Inter dove però sono nuovi i punti di riferimento in campo e all’interno dello spogliatoio. La “spina dorsale” nata a stagione in corso vede Onana come base (il camerunese ha dato coraggio a tutta la difesa e ha portato grande positività pure in campo), Acerbi al centro della difesa (non ha sbagliato una partita e conosce a memoria il calcio di Inzaghi) e Dzeko in attacco (doveva essere eclissato dalla LuLa invece è stato preziosissimo come regista alto). Un pensierò a sé lo merita Hakan Calhanoglu, non fosse perché si è rivelato uno straordinario alter-ego di Brozovic, il che ha permesso ad Asllani di non vivere schiacciato dalle pressioni: il turco – basta pensare alle due partite giocate con il Barça – è stato semplicemente straordinario per come ha guidato la squadra e per la qualità delle sue giocate. Questa varietà di soluzioni può rappresentare la forza di un’Inter che non ha per nulla perso l’ambizione di vincere il ventesimo scudetto, quello della seconda stella: fondamentale in tal senso, chiudere bene prima della maxi-sosta per il Mondiale. Tre trasferte: Firenze, Torino per affrontare la Juve e Bergamo, diranno moltissimo sulle ambizioni dei nerazzurri.
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    Ah, quanto sarebbe servito Dybala: ora e dopo Marotta andava seguito

    Quanto (non) visto a Lens finché non sono entrati in campo Romelu Lukaku e Lautaro Martinez, fotografa bene il perché Beppe Marotta abbia spinto tanto perché l’Inter prendesse pure Paulo Dybala in attacco. Non un capriccio, quello dell’amministratore delegato, ma l’idea, che non è stata colta dalla proprietà, di sfruttare un’occasione per rendere ancor più competitivo l’attacco. Discorso che potrebbe anche filare in una stagione normale, non in questa, resa straordinaria da un Mondiale da giocarsi in pieno autunno. In una stagione ipercompressa, una squadra come l’Inter che ha la giusta ambizione di arrivare in fondo in ogni competizione (come accaduto nell’ultima stagione, Champions a parte), dovrebbe avere cinque attaccanti, con almeno tre di questi titolari perfettamente intercambiabili. Invece, alle spalle della LuLa, ci saranno Edin Dzeko, giocatore con un grande passato e poco futuro davanti per evidenti ragioni anagrafiche (il bosniaco compirà 37 anni il 17 marzo), e Joaquín Correa, sei gol nella prima stagione nerazzurra, due dei quali segnati all’ultima giornata contro una Samp già in vacanza. Considerato che la concorrenza sarà ben più qualificata rispetto all’ultima stagione, toccherà sperare che a Lukaku e Martinez non venga neppure un raffreddore perché il calendario brucerà in tre mesi, dal 13 agosto al 13 novembre, 15 giornate di campionato e le 6 partite del girone di Champions. L’Inter – va detto – nell’ultima stagione ha brillato per la tenuta fisica dei suoi giocatori, merito del gran lavoro a livello di prevenzione fatto dal dottor Piero Volpi, ciò nonostante l’unica strategia per evitare l’imponderabile, è avere una rosa all’altezza e in attacco la coperta sembra già corta, non a livello numerico (in teoria si potrebbe avanzare pure Mkhitaryan) ma per la qualità alle spalle della supercoppia. Qualità che avrebbe portato a piene mani Dybala che – non va dimenticato – per caratteristiche sarebbe stato perfettamente intercambiabile tanto con Lukaku, quanto con Lautaro garantendo a Inzaghi pure la possibilità di schierare l’Inter con il 3-4-1-2. Tutto questo al netto di altri due fattori determinanti: il primo legato alla grande voglia dell’argentino di prendersi una rivincita sulla Juve che l’aveva scaricato, il secondo legato all’opportunità di mettersi in casa un attaccante di proprietà, fatto per nulla marginale considerato che Dzeko va in scadenza, per Lukaku la partita con il Chelsea è ancora tutta da giocare (e, visti i precedenti, il belga è abbastanza labile nei suoi innamoramenti) mentre per Lautaro può sempre arrivare l’offerta irrinunciabile da una grande d’Europa. Visto il quadro, avere in rosa Dybala avrebbe dato ben altro margine di manovra a Inzaghi e a Suning. Però sono state fatte altre scelte. E ora non è più possibile tornare indietro.  Guarda la galleryJuve, tutti gli ingaggi della rosa attuale: gli addii “valgono” 14,5 milioni LEGGI TUTTO

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    Inter, Marotta: “Dybala non serviva, Bremer sfumato per equilibri finanziari”

    MILANO – L’amministratore delegato dell’Inter Giuseppe Marotta, intervistato da Dazn in “Parla Marotta”, ha risposto in merito alle aspettative per la nuova stagione dei nerazzurri, con un occhio particolare al calciomercato: oggetti della discussione il ritorno di Lukaku, il mancato arrivo di Dybala e Bremer e la situazione di Skriniar. “Il ritorno di Lukaku fa parte delle pagine belle del mondo del calcio, un calciatore che ti ha lasciato improvvisamente che sente il bisogno di tornare tra gli amici e tra i luoghi per indossare una maglia gloriosa che lo ha portato a vincere uno scudetto. Una coincidenza di fattori ha fatto si che questo ritorno potesse concretizzarsi. L’ho ritrovato ancora più leader di prima, ieri ha perso una partitella ed era molto arrabbiato”.

    Sanchez, il collezionista di ‘no’

    Inter, 8 gol nel test col Novara: doppietta per Lautaro

    “Dybala non ci serviva, Bremer stoppato da nostri equilibri economici”

    Sul mancato arrivo di Dybala il dirgente nerazzurro ha affermato: “È un ragazzo serio e un professionista ma noi eravamo e siamo a posto in quel reparto. Non c’era spazio per lui e non c’era necessità. È stato tutto strumentalizzato. Roma è una piazza ideale per lui”. Sull’altro mancato arrivo, ossia Bremer (passato alla Juve), invece chiarisce: “Bremer è un grande giocatore. Evidentemente i nostri condizionamenti legati agli equilibri economici e finanziari non ci hanno permesso di arrivare a una conclusione. Abbiamo fatto la nostra corsa, poi quando arrivano delle offerte, sicuramente molto distanti dalla nostra, è giusto che il venditore faccia la sua scelta. Parallelamente, il calciatore, si è dimostrato sempre molto corretto e un grande professionista. In ogni caso, si ha l’obbligo di tentare di intraprendere delle strade che magari portano anche a conclusioni negative, fa parte del gioco, bisogna apprezzare la perseveranza con la quale abbiamo portato avanti questa cosa”. Infine, una chiosa sulla situazione di Skriniar, oggetto del desiderio di grandi club esteri fra cui il Psg: “Noi abbiamo da una parte l’obbligo di fare una squadra competitiva ma dall’altra abbiamo anche il dovere di guardare a un equilibrio economico-finanziario. Škriniar è un giocatore fortissimo, assolutamente, non necessariamente dev’essere messo sul mercato, assolutamente no. Abbiamo avuto dei contatti nelle settimane precedenti, quindi una richiesta, dopodiché tutto sarà valutato.” LEGGI TUTTO

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    No, non è colpa di Marotta se l'Inter ha perso Dybala e Bremer

    Dybala alla Roma e Bremer alla Juve: i tifosi dell’Inter l’hanno presa malissimo e non si stenta a crederlo, ma non è colpa di Marotta se l’Inter li ha persi entrambi. Il tira e molla con l’argentino era andato avanti per settimane, tuttavia, all’inizio di giugno sembrava che il lieto fine fosse finalmente arrivato. Invece no, il ciclone Lukaku ha cambiato tutto, oltre al fatto che Sanchez è rimasto in  organico e Dybala è finito nel limbo sino a quando la Roma non si è inserita e ha piazzato un colpo magistrale. Bremer è un capitolo diverso che  riconduce comunque al medesimo denominatore comune: i delicati equilibri del bilancio interista sono tali da non poter consentire a Marotta di rilanciare dopo l’offerta juventina che il Toro ha giudicato irrinunciabile (41 milioni di euro e 9 milioni di bonus).

    La causa di Zhang

    In queste ore, il presidente dell’Inter è il bersaglio della protesta dei tifosi, irritati anche dalla notizia pubblicata  dal South China Morning Post. Secondo il quotidiano  di Hong Kong, Steven Zhang avrebbe perso la causa giudiziaria intentata contro di  lui da alcuni creditori, un procedimento che non ha nulla a che vedere con il ruolo di presidente dell’Inter, ma riguarda il Gruppo Suning. I legali di Zhang hanno presentato appello contro la sentenza che obbliga il presidente dell’Inter a restituire 255 milioni di euro di prestiti concessi fra gli altri da China Construction Bank alla società Great Matrix controllata da Suning Holdings. 

    Il prestito Oaktree

    L’Inter non c’entra con questa controversia, ma è chiaro che in questi giorni di frustrazione per le vicende Dybala e Bremer, la cattiva notizia giunta da Hong Kong abbia ulteriormente preoccupato l’ambiente. Senza dimenticare le condizioni del finanziamento erogato al club dal fondo Oaktree. Il sito specializzato calcioefinanza.it ha preso visione dei documenti ufficiali legati al bilancio annuale di Ocm Luxembourg Sunshine Srl, la società lussemburghese tramite la quale i californiani hanno garantito 292,12 milioni alla famiglia Zhang per l’Inter, con tasso d’interesse al 12% per Grand Tower Sarl, una delle holding Suning che controlla la società nerazzurra. “Se la proprietà cinese – ha scritto Calcioefinanza – non ripagasse il finanziamento, Oaktree prenderebbe in mano Grand Tower con un’operazione simile a quella realizzata per il Milan tra Yonghong Li e il fondo Elliott. Nel 20212, il tasso al 12% ha generato già interessi pari a 21 milioni di euro da parte di Suning verso Ocm Luxembourg Sunshine Srl”. No, non è colpa di Marotta se Dybala e Bremer non sono andati all’Inter.

    Sullo stesso argomentoBremer e poi Dybala: dopo il blitz Lukaku due bocconi amari per l’InterCalciomercato Inter LEGGI TUTTO

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    Bremer, il sorpasso. Cairo: «Juve? Quando le cose sono fatte commento». E l'Inter non molla

    TORINO – (e.e.) Una serata di passione. Al centro del mercato Bremer, difensore del Torino, eletto il migliore della Serie A, conteso da Juventus e Inter. Al termine, il sorpasso dei bianconeri. Le cifre dei nerazzurri: 30 milioni più bonus più il prestito di Casadei. Il club di Agnelli mette invece sul piatto 40 milioni di euro e per il giocatore un ingaggio di 4,5 (anche qui sorpasso sui nerazzurri).
    CHE SFIDA Un bel match tra la Juve e Marotta, quindi. E un incontro terminato oltre alla mezzanotte che però non ha ancora chiuso la sfida. Deciderà il Torino, ovvio. Queste la parole del presidente Urbano Cairo: «Quando le cose sono fatte, si dicono. Juve? Non commento, non mi fate dire nulla. Appena ho notizie, le dirò». Il direttore tecnico Vagnati: «Abbiamo cenato, è andato tutto bene con l’Inter. Abbiamo fatto una bella chiacchierata. Fiducia? Sì. Tempistiche? Vediamo, non c’è fretta. Il mercato è ancora lungo, vediamo che succede. Offerta Juve? Ne stiamo parlando con entrambi i club». Insomma, seguiranno altre ore di passione. Ma la Juve adesso è davanti… LEGGI TUTTO

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    Lukaku-Inter sempre più vicini: il clamoroso ritorno andrà in onda

    TORINO – L’Inter e Lukaku sono sempre più vicini. Il club nerazzurro è infatti riuscito finalmente ad aprire una trattativa con il Chelsea, il club di appartenenza del giocatore belga, e questo rende sempre più probabile il clamoroso ritorno dell’attaccante così tanto rimpianto da tutti i tifosi nerazzurri. Secondo la stampa inglese, da due giorni sono infatti in corso alcuni incontri a Londra tra le parti e la trattativa potrebbe addirittura chiudersi entro la fine di questa settimana o al più tardi all’inizio della prossima.
    LA SVOLTA Il nuovo proprietario del Chelsea, Todd Boehly, avrebbe infatti acconsentito al prestito – prendendo atto della ferma volontà di Lukaku di tornare a Milano – discutendone poi con Marotta in una conference call cui avrebbe presenziato anche il legale che rappresenta Lukaku. E’ chiaro che per il Chelsea si tratta di una grave perdita sotto il profilo economico, dal momento che solo un anno fa avevano acquistato l’attaccante proprio dall’Inter per 115 milioni di euro, ma inevitabile viste le difficoltà riscontrate lo scorso anno e la ferma volontà di Lukaku di andarsene. Il popolo nerazzurro è pronto a riabbracciare il suo idolo, capace di segnare ben 64 gol in 95 presenze. LEGGI TUTTO

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    Marotta: “Dybala all'Inter? Lo apprezzo, è un ottimo calciatore”

    ROMA – Dal Foro Italico, dove si stanno disputando gli Internazionali d’Italia di Tennis, l’amministratore delegato dell’Inter Marotta ha risposto alle domande dei giornalisti di Sky Sport 24, spaziando dalla finale di Coppa Italia contro la Juventus al prossimo mercato dei nerazzurri. Sul match contro i bianconeri: “Questa Inter per la prima volta deve convivere contemporaneamente con due tornei importanti come campionato e Coppa Italia, c’è un po’ di tensione stra-ordinaria. Ho notato però che il clima è molto sereno dove la motivazione è molto forte. Tutte le componenti della squadra vogliono regalare ai tifosi qualcosa di speciale”.
    Marotta sicuro: Inter avanti con Simone Inzaghi
    Zhang, Dybala come garanzia di un’Inter competitiva
    “Dybala ottimo calciatore. Fiducioso sul rinnovo di Perisic”
    “Dybala all’Inter? A mio giudizio è un ottimo calciatore, tutti sanno che è svincolato e quindi è appetibile. Noi abbiamo un reparto offensivo ottimo, siamo la squadra che ha fatto più gol e non abbiamo grandi problemi. Cio nonostante lo apprezzo. Il mercato nerazzurro avrà sacrifici? Abbiamo un bravo allenatore che quest’anno ha fatto esperienza, abbiamo lo zoccolo duro di giocatori che rappresentano un fattore positivo. Accanto a questi pilastri dobbiamo puntellare, cogliendo oppurtunità. Non è pensabile in Italia di fare investimenti pesanti, siamo portati alla parsimonia: si devono trovare giocatori funzionali. Su Perisic: “Se vuole restare con noi vorremmo accontentarlo, senza eccedere nelle somme economiche. Sono fiducioso”. L’ad nerazzurro commenta così il trasferimento di Haaland al City: “Amarezza, la serie A era la Eldorado del calcio, tutti gli stranieri cercavano di venire da noi. Ora non siamo più competitivi come una volta e la Premier può permettersi certi investimenti, noi no”. Su Dzeko : “Edin è un professionista molto bravo che si è inserito rapidamente, dispensa sempre incitamento a Lautaro e agli altri giovani e porta tanta esperienza calcistica che si traduce nel supporto ai compagni di reparto”. Marotta ha commentato anche la sua passione per il tennis: “Io amo il tennis degli anni passati, il mio idolo era Pietrangeli, poi Panatta. Oggi sto apprezzando il talento di Sinner, dimostra di essere un grande atleta e un ottimo tennista, mi spiace debbe scontrarsi così presto con Fognini”. LEGGI TUTTO