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    Percassi: “Liverpool-Atalanta? In Champions ad Anfield ci abbiamo vinto”

    Liverpool-Atalanta, Percassi: “Abbiamo sempre sognato notti così”
    A Sky Sport Percassi ha dichiarato: “Non è stato un sorteggio fortunato, al tempo stesso abbiamo il piacere di giocare contro i più forti. Per Bergamo sarà qualcosa di straordinario ospitare il Liverpool che rappresenta uno dei più grandi club al mondo. La cornice dei tifosi sarà sicuramente spettacolare. Il Covid ci impedì di poter far ammirare ai nostri tifosi tanti campioni in occasione della sfida di Champions, adesso potranno farlo e ad Anfield ci abbiamo già vinto. Bergamo è una città famosa per la capacità di costruire, dietro il progetto Atalanta c’è tanto lavoro dentro e fuori dal campo, per noi giocare con il Liverpool è straordinario, è qualcosa che abbiamo sempre sognato. Speriamo di poter vivere queste notti per tanti anni”. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, 1-1 con l’U23: il ruolo di De Ketelaere e le parole di Gasperini

    Un clima sereno, con i saluti al pubblico nel finale. La partita è terminata in pareggio (1-1), con i giovani ragazzi a passare in vantaggio all’8′ con Cisse, poi il gol di Djimsiti ha riportato tutto in equilibrio.
    Atalanta, esordio per De Ketelaere
    Ha esordito anche il neo acquisto Charles De Ketelaere, schierato nel tridente offensivo nella ripresa con Scamacca e Lookman. Buone notizie anche dalla difesa, con Gasperini che ha ridato minuti a Toloi, fermo dal 5 agosto per un risentimento al flessore destro, e a Hateboer, tornato ad allenarsi in gruppo a Ferragosto dopo il lungo stop seguito all’operazione al crociato destro lo scorso 13 febbraio. Invece hanno giocato nel secondo tempo gli altri rientranti Adopo e Soppy. Ai box El Bilal Touré per un risentimento alla coscia destra e Palomino (rottura del semitendinoso destro il 3 maggio con lo Spezia). LEGGI TUTTO

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    Pagliuca: “Stregato da Percassi e Atalanta, Gasp ai Celtics. Così ho preso Hojlund”

    Sono con il co-proprietario dell’Atalanta Stephen Pagliuca e, finalmente, ho l’occasione di parlare con lui, dato che è da tempo che voglio intervistare questi nuovi proprietari che, partendo dal Nord America, hanno attraversato l’Atlantico e hanno acquistato quote in molte squadre di Serie A. In particolare, Pagliuca ha acquisito quote dell’Atalanta nel febbraio 2022. Per cui la prima domanda riguarda le ragioni dietro la sua scelta: perché proprio Atalanta?
    «La presenza della famiglia Percassi è stata una dei principali motivi alla base della nostra scelta di investire nell’Atalanta. Il nostro primo contatto è avvenuto grazie anche all’intermediazione di Luca Bassi, un mio partner d’affari in Italia, e da lì in poi abbiamo sviluppato un’ottima intesa. La famiglia Percassi voleva rafforzare la squadra cercando al contempo di creare un brand conosciuto a livello mondiale, noi abbiamo fatto un lavoro simile qui con i Celtics. In più, avere origini italiane, dato che i miei nonni erano nativi di Muro Lucano, in provincia di Potenza, ha sicuramente aiutato. È stato incredibile, appena sceso dall’aereo mi sono sentito subito come a casa: il legame tra Bergamo e l’Atalanta è qualcosa di incredibile, l’intera città vive per la squadra. Io mi appassionai al calcio, o meglio al “soccer” se usiamo la denominazione statunitense, negli anni ’70. Ai tempi vivevo in Olanda e, sia perché non c’era modo di seguire altri sport, sia perché la tv non trasmetteva altro, sono diventato un grande appassionato di calcio».
    Quando prende una squadra come l’Atalanta, si guarda intorno, sa che dovrà confrontarsi con squadre come la Juventus, il Milan, l’Inter che fanno parte del gotha del calcio da decenni. Quali sono i passaggi per riuscire , o perlomeno provare, a ridurre lo svantaggio competitivo esistente er far sì che una squadra come l’Atalanta riesca ad avvicinarsi ai livelli di certe superpotenze, influenzando al contempo la percezione che le persone hanno del brand Atalanta, in modo che il nome del club entri nell’immaginario collettivo ed inizi ad essere accostato con sempre maggiore frequenza a traguardi prestigiosi quali la Champions League o le zone alte della classifica?
    «Credo che, limitatamente al caso dell’Atalanta, la chiave di volta di questo processo sia il fantastico lavoro svolto dalla famiglia Percassi con il settore giovanile: considerando che attualmente annovera nelle varie categorie dell’Academy nerazzurra oltre 400 ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni, risulta quasi logico come, per un piccolo centro come è Bergamo, la maggior parte degli investimenti sia prevalentemente rivolta al settore giovanile, rendendolo quindi un asset strategico di importanza assoluta. A questo si aggiunge pure l’importante lavoro svolto, anche a livello globale, dal dipartimento di scouting scovando giocatori del calibro di Lookman e Højlund. Sono fiducioso e mi sbilancio nel dire che possiamo affrontare chiunque a viso aperto».
    Credo che lei già conosca qualche aneddoto su Højlund, ad esempio che sua madre è una tifosa sfegatata dei Celtics, avendo studiato qui negli Stati Uniti. È vero che si è recato personalmente in Austria allo Sturm und Graz per convincerlo a firmare per l’Atalanta?
    «Assolutamente sì: io ero accompagnato da Lee (Congerton) e Luca (Percassi). Ci sediamo a parlare con la madre di Rasmus e mentre, tra le altre cose, ci racconta del suo passato e che anche lei è stata un’ottima calciatrice, scopriamo che giocava qui a Nashville, nel New Hampshire, che aveva ancora molti amici negli Usa e i Celtic erano veramente forti a quei tempi. Per cui, come parte dell’accordo, le abbiamo offerto di vedere una partita dei Celtics a bordo campo al termine della stagione. Højlund è talmente un portento fisico che, quando l’ho incontrato per la prima volta allo Sturm Graz, facevo fatica a credere che fosse solo 19enne per via della sua struttura fisica imponente, così imponente che farebbe impallidire anche certi giocatori dell’NBA: alto 1,91 velocissimo e mancino. I nostri scout hanno fatto un lavoro stupendo scovandolo: volevamo fortissimamente che si unisse a noi».
    Le statistiche sono fondamentali per lo staff dell’Atalanta, al punto tale da usare processi analitici all’avanguardia come chiave per cercare i campioni del futuro. Ci dica qualcosa in più a riguardo.
    «Quando approdammo ai Celtics, 20 anni fa non esisteva alcun dipartimento incentrato sull’analisi statistica. Decidemmo quindi di crearne uno ex novo e, per giunta, di grandi dimensioni. Considerato l’impatto fondamentale e decisivo che questa scelta ha avuto nel successo delle nostre strategie di drafting e di acquisizione di nuovi giocatori, stiamo cercando di replicare questo modello anche con l’Atalanta. Sono convinto che il duro lavoro svolto sia da Luca Percassi sia da Lee Congerton stia portando grandi risultati anche grazie all’esperienza di entrambi. Lee può vantare anni di esperienza in Premier League e Luca è stato a suo tempo un giocatore di calcio, se non sbaglio nelle giovanili del Chelsea, per cui sanno sicuramente cosa stanno facendo».
    La cifra stilistica del gioco espresso dall’Atalanta si può riassumere con il termine resilienza: l’intensità e la costanza del loro pressing, il gioco sempre spumeggiante si devono soprattutto alle tattiche di Gian Piero Gasperini, l’uomo dietro a tutto ciò, che lei ha anche invitato personalmente a Boston. Ci puoi raccontare qualcosa di più su Gasperini?
    «Quando Gasperini è venuto a trovarci a Boston con tutto il suo staff, gli abbiamo regalato un pallone da basket autografato dei Celtics che attualmente conserva nel suo ufficio. Dopo aver assistito a una partita di basket da bordo campo, quindi proprio al centro dell’azione, ha incontrato il nostro staff e, dopo aver confrontato gli appunti presi dagli staff tecnici di entrambe le squadre, abbiamo notato forti somiglianze dal punto di vista delle strategie usate nello sviluppo dei giovani e nell’uso del talento. Per cui è stato uno scambio tanto divertente quanto costruttivo, perché entrambe le squadre ne hanno tratto beneficio e hanno imparato molto l’una dall’altra. Alla fine il trait-d’union che ci unisce è il metodo basato sul duro lavoro, organizzazione e disciplina, tutti valori che applichiamo anche qui come Celtics».
    Quando Gasperini è venuto a Boston, ha avuto modo di osservare il suo tiro in sospensione? Potrebbe essere il 15° uomo dei Celtics?
    «Assolutamente! Credo che il nostro giocatore che più somiglia a Gasperini potrebbe essere Marcus Smart, un tipo tosto, disciplinato che si getta su tutti i palloni, si somigliano molto».
    Come Italo-americano, quale significato ha per lei far parte di questa lista di patron che sono andati in Italia e hanno acquisito, anche parzialmente, una delle venti squadre della Serie A?
    «Sono molto a mio agio e onorato. In un certo senso, per me è come un ritorno alle origini, al paese dal quale proveniva mio nonno. C’è una componente emotiva sostanziale ogni volta che torno in Italia: abbiamo ancora dei parenti in Italia. Ripeto, mi sono subito sentito a casa non appena sono sceso dall’aereo, e lavorare con la famiglia Percassi è stato fantastico fin dal primo minuto anche grazie alla calorosissima accoglienza che hanno riservato a mio figlio, alla mia famiglia e a tutto il nostro entourage. È stato tutto un meraviglioso atto d’amore».
    Quanto appassionato è il tifo a Bergamo? Sentirli in tv è un conto, ma quando sei lì, dal vivo, puoi veramente sentire la passione dei tifosi e la loro energia, senza contare le cronache virtuose circa le innumerevoli iniziative realizzate per la loro comunità.
    «È qualcosa di indescrivibile, e in ciò mi ricordano i tifosi dei Celtics. Sotto certi aspetti il tifo a Bergamo è addirittura più intenso: arrivano prima della partita, cantano e fanno il tifo per tutto il tempo, a prescindere da qualsiasi cosa accada in campo. Quando nasce, ogni bambino di Bergamo riceve una maglia dell’Atalanta, e anche per questo il club è parte integrante della città, e indissolubilmente legata a doppio filo con la comunità, al punto tale che Atalanta e Bergamo finiscono per diventare una cosa sola, tutti ad appoggiare la squadra. I tifosi e i giocatori percepiscono tutto ciò, e questo rende ogni secondo allo stadio un’esperienza indimenticabile». LEGGI TUTTO

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    Atalanta, la frecciata di Percassi: “Persi punti per errori degli arbitri”

    MILANO – Il presidente dell’Atalanta Antonio Percasi ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa in marketing, consumi e comunicazione dall’Università Iulm e, nell’occasione, ha parlato del rush finale di campionato. La Dea insegue il 4° posto occupato dalla Juventus che vanta 8 punti di vantaggio (ed una gara in più), una ricorsa che il patron dei nerazzurri vede ancora aperta anche se: “Quarto posto per l’Atalanta? È tutto da giocare, ci sono squadre forti. Abbiamo subito degli errori madornali, speriamo non accada più, abbiamo perso diversi punti a causa di questi errori”.Guarda la gallerySerie A, alla Juve la classifica dei compensi degli agenti LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Percassi: “Napoli? Condivido le lamentele di Gasperini”

    BERGAMO – “La gara con Napoli? E’ stata, sotto ogni punto di vista, una partita strana, soprattutto nella gestione di gara da parte dell’arbitro. Gasperini ha pienamente ragione quando si è lamentato di questo”. Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta, condivide le proteste di Gasperini dopo l’incontro vinto con il Napoli, ai microfoni di Sky. “Superata la soglia 40 punti? Speriamo che siano sufficienti per la permanenza in Serie A – prosegue Percassi – tutto quello che verrà in più sarà bellissimo. Muriel? Un giocatore straordinario. E’ una goduria vedere come tocca la palla, vedere i movimenti che fa, è un gran giocatore. Gasperini? Allenatore fantastico. Speranza che resti a vita? Assolutamente sì”. LEGGI TUTTO