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    Juve, Allegri è vincente e legato ad Agnelli: il ritorno però…

    TORINO – L’idea del ritorno prese corpo già durante l’addio, in quella conferenza del 18 maggio 2019, vigilia della festa per l’ottavo Scudetto consecutivo della Juventus. Era il quinto bianconero per Massimiliano Allegri, come sottolineava il numero sulla maglia consegnatagli da Andrea Agnelli, prima di abbracciarlo. “I due sono davvero amici – scriveva Tuttosport il giorno dopo – e il modo con cui si lasciano non esclude affatto un ritorno di Max sulla panchina della Juventus, chissà quando e come”. Il “quando” potrebbe essere presto, prima del previsto – la Juventus ha due tecnici sotto contratto fino al 30 giugno 2022, Maurizio Sarri e Andrea Pirlo – e il “come” una situazione peggiore del previsto: con i bianconeri reduci da una stagione senza lottare davvero per lo Scudetto, usciti presto e male dalla Champions e a rischio di ritrovarsi fuori dalla prossima. 
    I pro e i contro di Max
    Quali sarebbero i pro della scelta di richiamarlo? Uno, innanzitutto, il più banale e il più importante: Allegri è un grande allenatore. Lo certificano i risultati e non solo quelli ottenuti alla guida della Juventus. Allegri ha quasi sempre centrato gli obiettivi del proprio club. Compreso il superamento della fase a gironi di Champions, spartiacque economico di notevole spessore oltrepassato nove volte su nove partecipazioni (quattro con il Milan e cinque con la Juventus). Oltre al suo valore assoluto, ci sono anche caratteristiche più specifiche di Allegri che rappresenterebbero punti a favore della sua scelta. Per i contro, un eventuale ritorno di Allegri avverrebbe prima del previsto, si diceva. Questo potrebbe pesare sul piatto dei contro sulla bilancia della scelta. Per quanto dolce, quella della primavera del 2019 fu comunque una separazione, figlia di vedute diverse. Chiaro che se Allegri tornasse sarebbe segno che quelle vedute sono tornate a combaciare, ma il rischio di veder riemergere quelle vecchie discrepanze ci sarebbe.
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    Fiorentina-Juve, tentazione Ramsey

    FIRENZE – Cresce l’attesa per Fiorentina-Juventus, la partita più sentita di tutte nel capoluogo toscano, ma anche la prima delle sei tappe che restano ai bianconeri per acciuffare la qualificazione alla Champions League. Andrea Pirlo non ha ancora sciolto gli ultimi dubbi di formazione, che riguardano soprattutto il centrocampo: se in mezzo la coppia Bentancur-Rabiot non dovrebbe avere rivali, anche perché le condizioni fisiche di Arthur consigliano un utilizzo non esagerato del brasiliano, è sulle fasce che il tecnico della Juve deciderà a breve. Per ora sono segnalate in ascesa le quotazioni di Cuadrado alto a destra, con Ramsey a specchio sulla corsia sinistra e con licenza di inserirsi da parte del gallese. L’avanzamento del colombiano presupporrebbe la presenza di Danilo terzino alle sue spalle, con Chiellini al rientro e uno tra Bonucci e De Ligt al fianco del capitano. In porta torna Szczesny, mentre in attacco la coppia formata da Cristiano Ronaldo e Dybala non dovrebbe avere rivali, considerato che Morata a partita in corso è ritenuta un’arma più pericolosa rispetto alla Joya, bisognosa di accumulare minutaggio. La formazione alternativa, qualora Danilo non dovesse recuperare in tempo, contempla Cuadrado terzino, con McKennie e Ramsey esterni di centrocampo adattati.

    FIORENTINA-JUVENTUS (ore 15)

    PROBABILI FORMAZIONI

    FIORENTINA (3-5-2): Dragowski; Milienkovic, Pezzella, Caceres; Venuti, Amrabat, Pulgar, Castrovilli, Biraghi; Vlahovic, Ribéry. All. Iachini

    JUVENTUS (4-4-2): Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Cuadrado, Bentancur, Rabiot, Ramsey; Dybala, Cristiano Ronaldo. All. Pirlo LEGGI TUTTO

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    «Scudetto, non è finita»

    Le premesse e forse le aspettative erano altre in seno a tifosi e società ad inizio anno. Non è stata una stagione da incorniciare per la squadra di Andrea Pirlo. La Juve si ritrova a lottare per un posto che possa garantirle la qualificazione alla Champions, obiettivo che non deve assolutamente fallire, però calcoli e calendario a portata di mano, i bianconeri hanno l’obbligo morale di credere ancora nel sogno scudetto. È pur vero che l’Inter è vicina al tricolore, ma la squadra di Conte che meritatamente si trova in testa alla classifica, non può permettersi di rilassarsi nonostante i 12 punti di vantaggio. Con 24 punti a disposizione e con lo scontro diretto a Torino, non è utopia tentare di fare un’impresa che avrebbe dell’incredibile. È pur vero che se lì davanti i nerazzurri continueranno a macinare punti i giochi sono conclusi, ma la Juve ha la rosa e le carte in regola per tentare di vincerle tutte fino alla fine senza avere rimpianti, più di quanti già ce ne siano.

    Almeno 6 puntiLa settimana che intercorre tra la sfida con il Napoli, la trasferta di La Spezia e la partita in casa con il Verona è decisiva per l’assegnazione del tricolore, sulla sponda dei Navigli. Non me ne vogliano i tifosi nerazzurri, però se malauguratamente l’Inter non dovesse portare a casa minimo 6 punti in queste tre partite potrebbe riaccendere un lumicino di speranza all’ombra della Mole. I bianconeri, sottolineando ancora che bisognerebbe vincerle tutte da qui alla fine, dovrebbero cercare di arrivare allo scontro diretto a 5 punti di distacco e poi lì giocarsi il tutto per tutto come se fosse una partita secca da dentro o fuori, cercando di vincere con due gol di scarto e costringendo i nerazzurri a prendere obbligatoriamente i tre punti nell’ultima partita in casa con l’Udinese. È pur vero che bisogna concentrarsi di più sul raggiungere un posto certo tra le prime 4, ma se lì davanti qualcuno dovesse avere qualche tentennamento, bisognerà essere bravi a non lasciarsi sfuggire nulla, anche perché la storia ci insegna che finché non c’è l’aritmetica tutto è possibile e il calcio sa regalare sempre grandi emozioni. Si sa, la pressione e le vertigini quando stai lassù in alto possono fare brutti scherzi.

    * intermediario e procuratore sportivo LEGGI TUTTO

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    Porrini: Juve, Chiellini da clonare

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    Juve-Porto, Pirlo: Arthur e Chiellini possibile dal 1'

    TORINO – “Non è decisiva per il mio futuro, è decisiva per la Champions League”. Così esordisce Andrea Pirlo nella conferenza stampa di presentazione della sfida di ritorno degli ottavi di finale contro il Porto, nella quale si ripartirà dal 2-1 subito all’andata in Portogallo. Il tecnico ha anche chiarito la situazione dei vari acciaccati o infortunati in casa Juve: “De Ligt ha fatto solo il riscaldamento in gruppo ma si è allenato a parte, Chiellini si è allenato in gruppo ma è anche fuori da due settimane, ma può farcela. Arthur ha buone possibilità di partire dall’inizio. Cristiano? Sono le sue partite, è carico”. Sottolineatura anche su Bernardeschi: “Quest’estate gli avevo detto che lo volevo far diventare terzino sinistro, ora per me è stabilmente quello il suo ruolo, ci abbiamo lavorato”.

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    Juve-Porto, l’allenamento dei bianconeri LEGGI TUTTO