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    Il figlio di Pirlo, il pari Juve a Udine e quell'applauso social polemico

    Il pareggio all’esordio contro l’Udinese ha fatto infuriare Max Allegri che certamente auspicava un inizio di campionato differente. La Juve, dopo il doppio vantaggio nel primo tempo, si è fatta rimontare dalla formazione friulana. Sul banco degli imputati è finito soprattutto Szczesny, autore di una prestazione deludente. Il portiere è stato preso di mira dai tifosi bianconeri che si sono sfogati sui social. Tra i vari commenti però c’è anche chi non ha apprezzato il lavoro di Allegri: nello specifico ha fatto clamore la foto postata da un sostenitore della Vecchia Signora che ha attaccato la Juve, difendendo Andrea Pirlo: “Il calcio è bello perché, se la Juve si fosse fatta rimontare due gol l’anno scorso, sarebbe stata colpa di una sola persona. Che quest’anno però non c’è”, queste le parole scritte sotto a uno scatto dell’ex tecnico bianconero. 

    Nicolò Pirlo e la stoccata sui social

    Lo sfogo del tifoso non è passato inosservato, soprattutto in casa Pirlo. Nicolò, figlio dell’ex allenatore della Juve, ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalla scarpa: non solo ha ricondiviso il post sulle sue storie di Instagram, ha anche aggiunto l’emoticon dell’applauso per sottolineare di condividere totalmente il pensiero esposto dal supporter bianconero. Il gesto di Pirlo Jr è stato criticato sui social a tal punto che il ragazzo ha scelto di rimuovere il post.

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    Pirlo: “Alla Juve ho imparato molto. Sono pronto per l'estero”

    Nemmeno il tempo di sedersi sulla panchina della Juventus Under 23 che Pirlo ha dovuto vestire i panni dell’allenatore della prima squadra, quella di Cristiano Ronaldo, lasciata in eredità da Allegri. Un salto triplo che l’ha gettato all’esordio assoluto con un club così importante e in un campionato tanto complicato, ma che l’ha visto comunque mettere in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Dopo una stagione, è senza squadra ma non rinnega il suo calcio: “Il calcio non cambia. Ci sono ancora un paio di gol che devi difendere e segnare. Questo non cambierà mai. Ma il modo in cui giochi sì, il modo di interpretare il gioco, come si muovono i giocatori, ecco cosa è cambiato. Oggi servono giocatori veloci, tecnicamente ottimi quando giocano a ritmo alto, ottimi negli uno contro uno. In passato era un po’ diverso. Ogni anno può succedere qualcosa che può cambiare il modo in cui si gioca a calcio”, ha spiegato a The Athletic.
    Pirlo e il modello Guardiola
    Le sue idee Pirlo le porta avanti inseguendo il modello Guardiola: “Questi giovani allenatori vogliono fare qualcosa di diverso. Per me il calcio va in quella direzione. Guardiola lo ha dimostrato negli ultimi anni. Se non controlli il gioco, è difficile pensare che lo vincerai. Certo possono esserci momenti in cui hai il 90% della palla e fai entrare l’unico tiro che il tuo avversario fa in porta, ma preferisco perdere in quel modo piuttosto che passare l’intera partita a difendere la mia area di rigore, cercando di segnare un goal in contropiede”, ha aggiunto.
    La scuola Juve
    “È stata un’estate magnifica. Non c’è gioia più grande che vincere con la Nazionale. Mancini ha fatto un ottimo lavoro. Italia aveva un’identità e giocava quasi da club. La Juve? Ho imparato molto. È stata la mia prima esperienza da allenatore ed è stata intensa. Abbiamo iniziato la stagione con una sola amichevole. È stato tutto molto veloce, abbiamo giocato ogni tre giorni, senza tifosi. È stata dura per la squadra di adattarsi a qualcosa di nuovo. La cosa più importante è sempre stata recuperare. Il mio futuro? Andrò a Parigi e anche a Manchester. Sono pronto per una nuova avventura”, ha raccontato Pirlo. LEGGI TUTTO

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    Tacchinardi: “Chiesa come Nedved. Lotterà per il Pallone d'Oro”

    TORINO –  Buongiorno Tacchinardi, che impressione le ha fatto Barcellona-Juventus?«Credo sia stata fondamentale per Allegri, che dopo 20 minuti ha cambiato anche modulo, passando dal 4-3-3 al 4-4-2. Con il Ronaldo attuale, non più devastante partendo da lontano ma vicino alla porta, penso sia la scelta più logica: lo ha fatto Sarri e più o meno anche Pirlo. E anche per Dybala è la soluzione migliore. La sconfitta non è un campanello d’allarme, Allegri è talmente bravo che tirerà fuori il meglio. Lo ha dimostrato anche con il Monza non vergognandosi di difendere basso per poi attaccare senza tanti tocchi: quando la Juve riparte è una 4×100, tra Ronaldo, Dybala, Chiesa, Kulusevski e gli altri hanno 100 gol nei piedi».

    Chiesa che impatto avrà?«L’anno in cui c’è da ripetersi o continuare a crescere è il più duro. Per Chiesa rispettare le aspettative sarà di difficoltà estrema. Ma sono convinto che ci riuscirà. Ho sentito dire che tra tre o quattro anni potrà vincere il Pallone d’Oro: sono d’accordo. In lui rivedo lo stesso veleno che aveva dentro Pavel Nedved. E ha qualità enormi, salta l’uomo a destra e a sinistra e tira in un fazzoletto. L’anno scorso ha sfiorato il confine dei top player: quest’anno per me lo butta giù e Allegri, che ha sempre avuto fuoriclasse, può aiutarlo».

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    Calciomercato Juve, Pirlo spera. Il club pensa, Allegri si scalda

    Andrea Pirlo nutre ancora qualche speranza di essere confermato. E non è un atteggiamento imprudente, perché esiste la possibilità di essere confermato. Nonostante Massimiliano Allegri sia pronto, scalpitante come un purosangue nella gabbia di partenza. Sta per tornare su una panchina e da ieri quella della Juventus sempre essere la più probabile di tutte. Ma attenzione all’Inter, dove Antonio Conte è sempre meno sicuro di rimanere e Giuseppe Marotta sa che Allegri è una garanzia assoluta. Il Real Madrid, ipotesi calda per Max fino a qualche giorno fa, pare essersi raffreddato, ma resta anche quella possibilità, sempre più sullo sfondo. In primo piano sembra andare in scena un micidiale derby d’Italia per aggiudicarsi l’allenatore livornese.

    Allegri tra Juve e Inter, tra Agnelli, Cherubini e Marotta

    Curiosamente, sia per la Juventus sia per l’Inter esiste la possibilità di tenersi l’allenatore attuale, ma sembra prevalere – anche se per ragioni diverse – quella di cambiare. E Max è lì nel mezzo, fra Torino e Milano. Da una parte il ritorno nel club che più di ogni altro lo ha portato alla gloria e dove ha due grandi amici: Andrea Agnelli e Federico Cherubini, il dirigente che potrebbe andare a capo del settore calcio in caso di addio a Fabio Paratici, l’altra situazione in bilico per il club bianconero. Dall’altra parte, per Allegri, ci sarebbe uno scenario già noto: una squadra che ha vinto con Conte, ma che lo stesso Conte lascerebbe non convinto dei progetti tecnici. Un revival dell’estate 2014, con lo stesso regista: Marotta, altro eccellente amico di Allegri.

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