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    L'Italia in panchina alla conquista della Champions. Manca solo Allegri

    TORINO – Cinque allenatori italiani in cerca della coppa dalle grandi orecchie. Cinque allenatori italiani che dimostrano, ancora una volta, quanto la nostra scuola sia tutt’altro che superata e inaridita. Cinque allenatori italiani che abbracciano varie generazioni e che insegnano la via per l’affermazione. In un modo o nell’altro.

    Ancelotti ha raggiunto Ferguson

    Carlo Ancelotti, innanzitutto. Con il suo Real Madrid, ha raggiunto il record delle 102 vittorie in Champions League, affiancandosi al mito di Sir Alex Ferguson. Non ci sono più parole per descrivere Carletto, colui che non passa mai di moda e che sa sempre arrivare in fondo, con il gioco, con i giovani, con i campioni rivitalizzati. E con quella calma che sa trasmettere al gruppo e all’ambiente. Pacificatore. Solo alla Juventus non ci è riuscito, ma questa è storia vecchia.

    Conte: con lui tutti in battaglia

    Antonio Conte, poi. Ovvero l’affamato perenne, il tecnico che trasmette adrenalina, dettami tattici, orgoglio infinito. Con il Tottenham ha timbrato nell’ultimo match, nell’inferno di Marsiglia: roba da duri. Come l’ex capitano e tecnico della Juventus, un motivatore senza eguali al mondo. Dategli un morto, lo farà resuscitare. Son e Kane lo amano, tanto per dire.

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    Real: la prima notte di Champions per il gioiellino Paz

    TORINO – Non sarà una giornata come le altre per Nicolas Paz Martinez. Difficilmente il centrocampista diciottenne ispano-argentino dimenticherà questo martedì, l’emozione della prima panchina in Champions League con il Real Madrid dei grandi e pure la musichetta diffusa dagli altoparlanti della Red Bull Arena di Lipsia. Il tecnico dei Blancos Carlo Ancelotti ha infatti deciso di convocare il talento del Castilla, la seconda squadra dei Merengues, al posto dell’infortunato Luka Modric: il croato, infatti, è stato costretto ad alzare bandiera bianca per un affaticamento muscolare. Paz non sarà l’unico baby in blanco questa sera in Germania: assieme a lui, Ancelotti ha convocato anche Sergio Arribas, Carlos Dotor e Alvaro Rodriguez. Tutti e 4 si sono già allenati con il gruppo della prima squadra al centro sportivo di Valdebebas per sopperire alle assenze di Modric, Karim Benzema, Fede Valverde e Dani Ceballos.
    Figlio d’arte
    Nico Paz, classe 2004 nato a Santa Cruz de Tenerife, è il figlio di Pablo, ex difensore centrale cresciuto nelle giovanili del Newell’s Old Boys, che ha militato in carriera anche con Banfield, Independiente, Tenerife, Valladolid e con moltissime squadre di B e C spagnole, chiudendo la carriera con il Vera 14 anni fa. Con la Seleccion disputò il Mondiale del 1998 in Francia e, due anni prima, centrò la medaglia d’argento all’Olimpiade di Atlanta, quella del centenario. Suo figlio Nico, tinerfeño di nascita, ha iniziato a giocare a pallone proprio nel club dell’isola e 6 anni fa si è trasferito al Real Madrid in cui agisce in posizione di 5, di playmaker davanti alla difesa, e pure in quella di enganche, di trequartista. E’ uno dei punti fermi della Sub 20 albiceleste allenata dal Jefecito Mascherano e pure il ct della nazionale maggiore, Lionel Scaloni, lo tiene in considerazione, al punto da averlo convocato, nonostante la giovanissima età, per la doppia sfida di qualificazione a Qatar 2022 contro Venezuela ed Ecuador a marzo di quest’anno, insieme ad Alejandro Garnacho, stellina del Manchester United, Tiago Geralnik del Villarreal e ai fratelli Franco e Valentin Carboni di Cagliari e Inter. Stasera, alla Red Bull Arena di Lipsia, per Nico Paz ci sarà un’altra notte indimenticabile: la prima notte di Champions.
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    Tris Real Madrid, Barcellona ko: Ancelotti si prende la vetta della Liga

    MADRID (Spagna) – Il Real Madrid vince il Clasico contro i rivali del Barcellona e si prende la vetta della Liga in solitaria. Ancelotti batte Xavi grazie alle reti del solito Benzema, un altro gol in attesa della cerimonia che gli consegnerà il Pallone d’Oro, Valverde e Rodrygo su rigore. Accorcia troppo tardi Ferran Torres per un 3-1 finale che permette al tecnico italiano di salire a quota 25 con l’ottava vittoria in 9 giornate di campionato, gli azulgrana invece incappano nella prima sconfitta fermandosi al secondo posto a -3 dai madrileni.
    Real Madrid-Barcellona, tabellino e statistiche
    Liga, la classifica
    Benzema e Valverde a segno nel primo tempo
    Gara subito in discesa per il Real Madrid. Dopo 12′ i Blancos trovano il varco sulla destra per lanciare Vinicus in porta, Ter Stegen respinge ma sui piedi di Benzema che a porta vuota non perdona. La risposta al 9 madrileno prova a darla Lewandowski al 25′, ma la sua conclusione esce alta di poco. Passano 10′ e il Real raddoppia: Valverde riceve dal limite, spara e infila all’angolino basso con il portiere avversario che non può nulla. All’intervallo la formazione di Ancelotti va avanti meritatamente sul 2-0.
    Ferran Torres accorcia, Rodrygo firma il tris Real
    Nella ripresa Xavi alza il baricentro confermando gli stessi 11, ma è ancora Benzema a timbrare: per fortuna dei blaugrana il Var annulla per fuorigioco. Con Gavi, Jordi Alba e Ferran Torres il tecnico catalano prova a muovere le carte in tavola, la difesa di Ancelotti è ben organizzata e non concede occasioni. Al 73′ Lewandowski reclama un rigore dopo un contatto con Carvajal che l’arbitro non ritiene così intenso per assegnare il penalty. Xavi manda dentro anche Kessie e Ansu Fati e proprio il numero 10 trova l’assist per Ferran Torres che all’83’ riapre il match. Illusione però momentanea: Ancelotti cambia le pedine mandando in campo Rodrygo e il 21 si conquista il calcio di rigore che poi trasforma per il 3-1 finale.
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    Bolivia: Mina e una scommessa un po' ardita

    TORINO – «Se vuoi trionfare nel calcio devi metterci gli attributi», ma anche «Lasciare tutto in campo»: sono frasi usate e spesso abusate nel fútbol. In Bolivia, però, c’è chi, a queste parole, continua a dare il significato letterale dei termini. Kevin Josué Mina Quiñónez, attaccante ecuadoriano di 28 anni che presta servizio nel Real Santa Cruz de Bolivia ha infatti promesso di essere disposto, in caso di retrocessione, a «lasciare sul campo» una parte fondamentale del suo io. O meglio: del suo corpo.
    Messi torna al Barcellona
    Fioretto assurdo
    A Santa Cruz de la Sierra Mina è già un idolo: il suo gol al 53′ della ripresa nel match pareggiato 1-1 contro il Real Tomayapo ha tenuto ancora in vita Los Criollos del Sur. Intendiamoci: la situazione della squadra è sempre pesantissima, dato che il Real Santa Cruz è penultimo con 16 punti e deve per forza vincere l’ultimo match della stagione per poter sperare di agganciare la quota salvezza. Evidentemente, però, le sfide quasi impossibili piacciono al bomberone nato a Quinindé: ecco quindi il coup de théâtre, la genialata. Intervistato dopo la fine della gara contro il Real Tomayapo, Mina ha spavaldamente dichiarato alle tv e ai media, in diretta: se retrocediamo «me corto mi miembro». Sì, avete capito benissimo: in caso di discesa in Segunda Division l’attaccante ecuadoriano ha garantito si taglierà il pene, sacrificherà la sua virilità sull’altare della delusione calcistica.
    Eccesso di confidenza
    Ok, la fortuna aiuta gli audaci. D’accordo: il gol di Mina contro il Real Tomayapo è stato il primo dopo l’approdo dell’attaccante ecuadoriano nella Division Profesional del Fútbol de Bolivia e quindi la speranza è che, una volta sbloccato, il bomber continui a vedere la porta, ma la scommessa e davvero dura, ops, difficile da vincere. Alle 2.30 della notte italiana tra oggi e domani, infatti, il Real Santa Cruz de Bolivia dovrà battere l’Oriente Petrolero (quinto e a caccia di un ticket per la prossima Copa Libertadores) per agganciare l’Universitario de Sucre, distante 3 punti e brindare alla permanenza nella massima serie. Kevin Josué Mina Quiñónez dovrà lottare e segnare: non c’è più tempo per distrarsi, ora non si scherza più. In palio c’è la salvezza. De Los Criollos del Sur, certo, ma anche del suo pene…

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    Juve-Maccabi, il dilemma di Allegri. E intanto Pogba fa godere i tifosi

    TORINO – All’uscita del Training Center della Juventus non sono poche le persone in attesa: è un’immagine che quotidianamente ricorre, perché al netto di un avvio difficoltoso di stagione, la passione della gente per quei colori inconfondibili non si spegne, anzi. C’è Paul Pogba che a bordo della sua auto si ferma a scattare selfie e firmare autografi con i baby-tifosi bianconeri, come Alessandro che per il suo compleanno riceve gli auguri più belli e desiderati: «Tanti auguri Ale!», sussurra il Polpo e da questo momento in poi la vita del piccolo non sarà più la stessa. Dentro il JTC, Massimiliano Allegri fa le sue prove in vista del Maccabi Haifa, che non sarà il Real Madrid campione d’Europa, ma che per l’occasione va considerato alla pari dei merengues: non sarebbe cosa buona e giusta se la Juve sottovalutasse l’avversario o equiparasse il match di mercoledì sera a una sorta di passeggiata di salute.Guarda la galleryJuve, rifinitura Champions: i sorrisi di Chiesa, le facce e le esultanze

    Dubbi e certezzeTra i dilemmi che frullano nella mente del tecnico bianconero c’è la scelta del sistema di gioco: difesa a 3 oppure a 4? Al momento è del tutto possibile che la Juventus si schieri con il medesimo 3-5-2 già visto contro Paris Saint-Germain e Benfica e che, evidentemente, non ha portato benissimo in chiave qualificazione agli ottavi di Champions League, però è anche vero che il modulo con 4 difensori schierati contro il Bologna ha funzionato. Danilo-Bremer-Bonucci-Alex Sandro o De Sciglio da un lato; Danilo-Bonucci-Bremer dall’altro. L’obiettivo è naturalmente la doppia vittoria nel giro di una settimana contro gli israeliani, anche per giustificare l’attesa montante, relativa al ritorno di Pogba, che da quel maledetto 23 luglio non s’è più visto sui campi in cui ha giocato la Juve. Paul ha una voglia matta di mettersi all’opera e di testare la propria condizione con il bianconero indosso.
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    Il Real non sbaglia: 2-1 in rimonta. Valencia, buona la prima per Gattuso

    VALENCIA (Spagna) – Un pò di sofferenza, ma il Real Madrid non sbaglia alla prima uscita ufficiale in Liga. I blancos di Ancelotti ripartono da campioni in carica e sul campo dell’Almeria, matricola di questa nuova stagione, sono costretti a ribaltare una gara che i padroni di casa erano riusciti a chiudere in vantaggio nel primo tempo. Dopo soli 6′ minuti, infatti, i biancorossi passano in vantaggio con la rete di Ramazani; la reazione delle Merengues è affidata a Lucas Vazquez, ma il suo momentaneo pareggio è reso vano dal fuorigioco. Nella ripresa però lo spagnolo ritrova la via del gol che questa volta vale realmente l’1-1, assist generosissimo di Karim Benzema. A 15′ dal termine è Alaba, su punizione, a completare la rimonta che regala la vittoria al Real Madrid.
    Almeria-Real Madrid 1-2, tabellino e statistiche
    La Liga, la classifica
    Valencia, buona la prima di Gattuso
    Inizia nel migliore dei modi l’avventura nella Liga di Gennaro Gattuso, che con il suo Valencia ha sconfitto di misura il Girona (1-0) sul prato amico del ‘Mestalla’ nella prima giornata di campionato. Un successo sofferto per l’ex tecnico di Milan e Napoli, che schiera l’ex milanista Castillejo nel tridente del suo 4-3-3 e può gioire prima del riposo, quando Soler trasforma il rigore concesso per un tocco con il braccio in area di Fernandez (46′). La strada sembra in discesa ma in avvio di ripresa i padroni di casa restano in dieci per l’espulsione di Comert (52′) e perdono poi per infortunio Castillejo (73′). C’è da stringere i denti per la squadra di Gattuso (ammonito per proteste durante il match), che tiene però fino al triplice fischio e alla fine può esultare insieme al proprio pubblico.
    Valencia-Girona 1-0: tabellino e statistiche
    Kubo trascina la Real Sociedad
    Inizia nel migliore dei modi il proprio cammino in campionato la Real Sociedad di Alguacil, che vince di misura sul campo del Cadice, 1-0. La formazione basca conquista dunque 3 punti grazie alla rete al 24′ del talento giapponese Takefusa Kubo, acquistato dal Real Madrid nel luglio scorso (e con un passato anche nella cantera del Barcellona).
    Cadice-Real Sociedad 0-1: tabellino e statistiche
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    Juve-Real, parla Allegri: «Contro i più forti d'Europa va bene così»

    A fine partita, dopo cioè il secco ko per 2-0 contro il Real Madrid, il tecnico bianconero Massimiliano Allegri prova a guarare il bicchiere mezzo pieno, ché del resto in occasione della sfida galactica mezza piena era pure l’infermeria. Spiega, dunque: «È stata una buona partita, che conclude un bel lavoro di dieci giorni fatto negli Stati Uniti. Abbiamo affrontato la squadra più forte d’Europa, fin quando è stato possibile giocare lo abbiamo fatto, cercando di gestire i possessi e di non buttare via la palla. Sono soddisfatto del lavoro dei ragazzi, possiamo ancora crescere tanto, ci sono giocatori che devono rientrare. Questa sera ci sono state tante occasioni da una parte e dall’altra: avremmo dovuto gestire le nostre con un po’ più di pazienza». In chiusura: «Adesso ci riposiamo un paio di giorni e poi torniamo sotto con il lavoro, l’inizio di campionato è si avvicina». Da mercoledì la ripresa degli allenamenti, Seguiranno i test a Villarperosa, in famiglia, a Tel Aviv contro l’Atletico Madrid.Guarda la galleryJuve sconfitta dal Real Madrid: Vlahovic e Di Maria non pungono LEGGI TUTTO

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    Juve Los Angeles, parla Allegri: “Vlahovic titolare col Real, Szczesny ko”

    LOS ANGELES (Stati Uniti) – Massimiliano Allegri parla su Twitch Juve: si gusta Angel Di Maria e pregusta Dusan Vlahovic. L’argentino, come previsto gli garba parecchio (non ha caso ha tanto insistito pur di averlo alla Juventus): «Quelli che sanno giocare a calcio, come Angel, è sempre un piacere vederli in azione. Con la palla e senza la palla. Lui è un giocatore diverso: riesce a fare cose diverse da tutti. È talmente bravo a capire lo sviluppo del gioco che dovremo essere bravi noi ad innescarlo al meglio». Spazio anche a Dusan, finalmente, che sta recuperando il top della forma. «Contro il Real Madrid ci saranno i debutti di Vlahovic e McKennie per mettere un po’ di minutaggio».
    Szczesny ko, gioca Perin
    Ci sono anche notizie meno piacevoli, però. «Giocherà Perin in porta perché Szczesny ha un problemino all’adduttore. Devo valutare Cuadrado». Un plauso a Bremer che «si è inserito bene, è un ottimo difensore e ha grandi qualità. Tutti i nuovi acquisti si devono integrare all’interno del gruppo». Infine uno sguardo ad ampio raggio: «Sono stati otto giorni di ottimo lavoro, abbiamo l’ultima amichevole poi rientreremo. Tutto procede per il meglio, dovremo farci trovare pronti per la prima di campionato. Quest’anno sarà una stagione strana, praticamente sono due campionati. Fino al Mondiale e nel 2023. Dal 28 di agosto avremo una partita ogni tre giorni, speriamo di esserci preparati bene». LEGGI TUTTO