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    Argentini, ma di Rosario: Di Maria con Messi, dall'inizio alla fine

    TORINO – Sono arrivati in elicottero, accolti da Kily Gonzalez, che giocò anche in Italia. Angel Di Maria e Lionel Messi. Insieme, dall’inizio alla fine. Campioni del mondo con l’Argentina in Qatar. Campioni del mondo di Rosario. E ci tengono a sottolinearlo. Perché il legame con la loro città è unico. L’esterno della Juventus e il Dieci del Psg sono arrivati e si sono diretti alle rispettive case, accolti dalla gente, dai conoscenti, dai parenti. Qualche giorno di vacanza e poi sarà tempo di ritorno.
    Di Maria e la Juventus, il contratto
    Ma cosa farà la Juve con Di Maria? Cercherà il rinnovo? E lui cosa vorrà fare? Fin qui, prima del Qatar, si è visto poco, bloccato dagli infortuni. Un paio di lampi e basta. Il suo sogno è tornare nella squadra dove ha cominciato, al Rosario Central, però ha offerte anche dal Brasile. Con i bianconeri è legato fino a giugno. Per Max Allegri potrebbe essere l’arma in più. Lui, Chiesa e Pogba. Ma Di Maria sarà concentrato sulla Juve? La sua serietà non è in discussione e in finale ha dimostrato, una volta dipiù, di essere un fuoriclasse.
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    Tevez torna a casa: c'è Boca-Rosario Central

    TORINO – La notte che sta per calare su Buenos Aires non sarà come tutte le altre. La luna che illuminerà la Repùblica de la Boca sarà speciale e bellissima: alle 2.30 El Apache Carlitos Tevez torna a casa, si gioca Boca Juniors-Rosario Central, un match molto più che speciale per l’ultimo grande idolo della tifoseria xeneize. E’ la prima volta, da avversario a la Bombonera, per El Jugador del Pueblo. Poco più di un anno fa, il 3 giugno del 2021, dava l’addio al calcio giocato. Qualche settimana prima, il 26 maggio, calpestava per l’ultima volta il terreno del tempio azul y oro. Per l’ultima volta prima della notte che sta per calare su Buenos Aires.
    Traumatico addio
    Non se ne sarebbe mai andato da casa sua, Carlitos. Perché il Boca è casa sua. Lo ha messo, sostanzialmente, alla porta uno che a La Bombonera conta più di chiunque: Juan Roman Riquelme, El ultimo Diez. Non uno normale, uno che per la tifoseria del Boca vale assai più del D10S Diego Armando Maradona. Sembra assurdo, ma è un fatto. Perché nessun comune mortale avrebbe mai potuto sfrattare El Apache, ma un semidio sì. Nella nuova vita di Carlitos c’è il mestiere di allenatore. Nel Tevez 2.0 non c’è l’oroblù dei bosteros, ma il gialloblù de Los Canallas del Rosario Central. Il popolo, quello che lo ha eletto simbolo, quello che nei potreros delle Villas Miserias di Buenos Aires, Ciudad Oculta, Fuerte Apache, La Gardel, La 31, La 1/11/14, continua a giocare con la 10 del Boca con la scritta Tevez sopra al numero, non dimentica. E prepara il benvenuto: in tutta la città sono comparsi striscioni che grondano affetto. “Bienvenido Carlitos, Boca es tu casa”, molto più che una dichiarazione d’amore perenne. Amore corrisposto: nella conferenza della vigilia El Apache ha definito La Bombonera come «lo stadio più bello del mondo».
    Tritolo oroblù
    Intanto nel club proprietario de “lo stadio più bello del mondo” esplode una bomba al giorno. Anzi all’ora. Negli spogliatoi del Cilindro del Avellaneda nell’intervallo di Racing-Boca (0-0) El Pipa Benedetto e Carlos Zambrano sono venuti alle mani, tornando in campo con gli evidenti segni della battaglia sul volto. Uno spogliatoio esplosivo, ingestibile. Un tritacarne che distrugge tecnici che sono stati anche idoli del club: dopo l’esonero, più che brusco del Seba Battaglia, ora tocca a Hugo El Negro Ibarra gestire il tutto. E, a giudicare dai risultati, il cammino per farcela è ancora lunghissimo. A mettere ulteriore tritolo alla polveriera Xeneize ci ha pensato un altro mammasantissima, El Flaco Rolando Schiavi. «Non so se Ibarra sia preparato per essere tecnico. Non so se abbia le capacità per farlo. In quattro anni nel mio staff di allenatore della Reserva non ha mai voluto essere mio secondo. Per questo chiamai Popi Bracamonte e Mario Pobersnik. Poi, evidentemente, le cose cambiano…».
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    Tevez, altro ko: punito dal figlio dell'ex amico Retegui

    TORINO – Talis pater, talis filius. Ma anche: dagli (ex) amici mi guardi Iddio che dai nemici mi guardo io. La notte appena passata ha portato in dono a Carlitos Tévez, tecnico del Rosario Central, un altro ko, questa volta per 3-1 in casa del Tigre. Quando il risultato era ancorato sull’1-1 (rete rossoblù di Castro e pari Canalla di Infantino) per El Apache è tornato a materializzarsi l’incubo Retegui.
    DOPO IL PAPA’, IL FIGLIO All’inizio della sua avventura al Central, infatti, Tévez aveva dovuto gestire la grana con Carlos El Chapa Retegui, ex ct delle Nazionali di Hockey su prato. Retegui, infatti, avrebbe dovuto diventare il secondo dell’Apache al Central. Peccato, però, che dopo un sì entusiasta, aveva deciso per un’inversione ad U preferendo continuare la sua carriera politica e lasciando Carlitos a bagno maria. La reazione dell’ex bomber del Boca alla notizia del due di picche fu tutt’altro che oxfordiana: «El fútbol no es para cagones, il calcio non è di chi ha paura. Retegui è stato negligente, perché ha preferito un impegno politico al suo sogno più grande». La risposta del Chapa non si fece attendere: «Io ero convinto che Carlos fosse mio amico…». Qualche settimana fa aveva preso posizione in questa diatriba anche Mateo Retegui, figlio del Chapa, ex compagno di Tévez al Boca Juniors e attualmente attaccante del Tigre, club a cui è stato prestato dal Xeneize. «Quelli tra Carlos e papà sono discorsi tra grandi. Io giro al largo, me ne tengo fuori».

    DUE LAMPI, CIAO CARLOS Ha preferito rispondere sul campo, Mateo Retegui, e l’ha fatto ieri notte: due gol decisivi, al 30 e al 13′ della ripresa e chau chau Tévez e ciao ciao Central. Due gol che hanno fatto esplodere la gioia descontrolada, totalmente pazza, di papà in tribuna. Gioia di padre e spirito revanchista fusi in urla sovrumane. Per Tévez, invece, il momento non è facile: il Central non vince dal clásico rosarino contro il Newell’s e nella Liga Profesional ha subito due ko consecutivi, a cui va sommata l’eliminazione ai rigori contro il Quilmes in Copa Argentina. «Sono onesto, la gente deve sapere che la squadra è questa. Ma sappiano anche che io non scenderò abbandonerò la nave in nessun caso». LEGGI TUTTO

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    Di Maria si allena, in bianconero, tra fiducia e docce fredde. E salta sull'elefante…

    TORINO – Angel Di Maria, ennesima puntata. L’argentino è in vacanza a Ibiza con i connazionali e si sta divertendo un mondo. In particolare, con Lo Celso e Paredes ha vinto la gara a chi salta con più stile sull’elefante. Roba che se sbagli la rincorsa sono dolori… L’ex del Psg, comunque, bada anche a tenere una buona forma e allora eccolo in palestra a sudare: pantaloncini neri dell’Albiceleste e maglietta bianca. E la Juve vorrebbe vestirlo di bianconero al più presto. Si attende la risposta sull’anno di contratto con opzione: ovvero, la via di mezzo tentata dal club per non vedersi sfuggire la possibilità di avere un crac anche solo per una stagione. Angel difatti vuole fare ancora un campionato in Europa, prepararsi al meglio per i Mondiali e poi rientrare a casa, al Rosario Central dove già c’è Carlitos Tevez che lo chiama a più riprese. Di Maria-Juve a oltranza, quindi, tra fiducia e docce fredde per smaltire il sudore… LEGGI TUTTO

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    Di Maria, attesa Juve tra feste in famiglia e mate

    TORINO – Angel Di Maria si gode le giornate in famiglia, a Rosario, nella sua amata Argentina. Intanto, la Juve aspetta la risposta definitiva: dentro o fuori. L’esterno, ex del Psg, ma anche di Real Madrid e Manchester United, vuole preparare al meglio il Mondiale in Qatar, la Juve crede nel suo apporto di qualità. La proposta balla tra uno o due anni, il suo intento è rientrare poi per chiudere lì la carriera, a casa. Dove adesso viene coccolato dalla famiglia allargata. Lì, tra mate, asado e musica, accenna anche a un movimento bailado, divertito e a suo agio a torso nudo. Il dilemma sul futuro evidentemente non è invitato e la moglie Jorgelina Cardoso lo riprende amabilmente, sorridente. Il campione delle americhe è in forma, ha ancora classe da mostrare al mondo. Quello juventino aspetta… LEGGI TUTTO

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    Messi, vacanze al sole di Rosario, foto con Antonela ma niente stadio

    TORINO – Mentre a oltre 12 mila km di distanza si inizia a delineare il futuro del Paris Saint-Germain, con Luis Campos nuovo ds al posto di Leonardo e con il tecnico Mauricio Pochettino che difficilmente resterà al suo posto, Lionel Messi ricarica le pile nella sua adorata Rosario. S’è mostrato sorridente, al sole dell’Argentina al fianco della moglie Antonela e con l’inseparabile mate tra le mani. Messi è arrivato in patria lunedì al suo amato per trascorrere qualche giorno libero con la sua famiglia. E’ stato invitato dalla sua squadra del cuore, il Newell’s Old Boys all’Estadio Marcelo Bielsa per assistere al match contro il San Lorenzo de Almagro per la seconda giornata della Liga Profesional (tra Lepra e Cuervo è poi finita 0-0), ma alla fine ha deciso di glissare. Questo però non significa che El Diez Albiceleste non ami i rossoneri di Rosario: basta scorrere sui suoi profili social per incontrare moltissime foto, sue e dei suoi figli, con magliette del Newell’s e appoggiando al club. «Da bimbo il mio sogno era giocare nella prima squadra della Lepra. Ero nelle giovanili, sono tifoso e andavo allo stadio a vedere le partite. Desideravo essere parte del Newell’s», aveva dichiarato La Pulga nel 2020 quando gli chiesero se, prima di ritirarsi, sarebbe tornato in patria a chiudere la carriera.
    I FANS A Rosario il crack del Psg ha salutato i tifosi fuori dal Kentucky Country Club, il quartiere in cui la famiglia sta costruendo una proprietà, fermandosi a firmare autografi e a scattarsi selfie con i presenti: ha abbassato il finestrino della sua auto dispensando sorrisi e saluti per tutti. Messi rimarrà a Rosario ancora per qualche tempo, poi andrà in vacanza all’estero. La scorsa estate, quando era ancora un calciatore del Barcellona, andò per qualche giorno a Miami e poi nella Repubblica Dominicana. Quale sarà la destinazione di quest’anno? La Pulga è attesa di ritorno a Parigi tra circa due settimane, per mettersi al comando di Mauricio Pochettino, che, per ora, resta l’allenatore del Psg, ma fino a quando?. LEGGI TUTTO