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    Toro, si tratta col Verona: rilancio. Ecco come si può convincere Ilic

    TORINO – Continua l’assalto del Torino a Ilic, prima che possa essere definito in tutti i dettagli il suo trasferimento al Marsiglia. Cairo e Vagnati hanno portato avanti una lunga trattativa con i vertici del Verona, oggi, fin dal primo pomeriggio. Una trattativa che è ripresa nel tardo pomeriggio, dopo una serie di stop and go, tra rilanci e controrichieste. Intanto il Marsiglia resta in attesa, convinto che il club granata non abbia più speranze concrete e che il giocatore decida in ogni caso di accettare l’offerta del club francese (tanto è vero che l’Om vorrebbe far effettuare le visite mediche al serbo già domani a Verona. L’Olympique ha offerto al Verona 16 milioni + 3 di bonus). Al contrario, il Torino ci crede eccome, ci crede ancora: e vuole portare a casa un nuovo accordo con il Verona, per poi conquistare il sì (a quel punto definitivo) del centrocampista serbo. Il duello continua. Sulla carta, il Marsiglia è davanti (più alte erano le offerte dei francesi, almeno fino a stamane).Sullo stesso argomentoTorino, su Shomurodov anche il Bayer Leverkusen. Praet colpo finale?Torino

    Ma il Torino rilancia (14 milioni più bonus), tratta ancora e si mantiene in contatto con Ilic (pressing anche di Juric, al telefono). Partita aperta: trattative destinate a continuare anche in serata. In bilico anche il destino del difensore Hien. Il Torino sarebbe disposto a comprare anche lui (per poi lasciarlo in prestito al Verona sino a giugno), se la doppia operazione fosse necessaria per vanificare l’intesa di partenza tra Marsiglia e Verona. Cairo dovrebbe però investire, a questo punto, almeno 20 milioni più bonus per poter portare avanti la doppia trattativa. Altrimenti, in extremis: rilancio finale solo per Ilic. Prepariamoci, dunque, a un’altra notte di trattative. E di passione.

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    Verona, la rinascita passa per un nuovo ds. I piani di Sogliano

    Sean Sogliano si è presentato al Verona, il suo è un rientro dopo 7 anni: «Dobbiamo cercare di fare un’impresa. Questo ritorno per me è più emozionante della prima volta. Conservo tantissimi ricordi della mia prima esperienza qui. Sono orgoglioso che il presidente mi abbia dato la fiducia: essere qui è un grande orgoglio». Sogliano è l’uomo richiamato dal presidente Maurizio Setti e dal responsabile dell’area tecnica Francesco Marroccu per ribaltare una classifica che vede l’Hellas sul fondo: «Nelle ultime partite ho visto prestazioni valide. Le gare contro la Juve, il Milan o la Roma hanno mostrato una squadra tutt’altro che morta e vogliosa di ribaltare una situazione difficile. Non trovando il risultato può esserci anche un pizzico di mancanza di lucidità. Ma io non sono tipo da numeri, attendo di valutare questi giocatori e di guardarli negli occhi».

    Cioffi alla finestra

    Sogliano valuterà anche l’allenatore. Bocchetti ha raccolto zero punti in 6 partite, ma il nuovo ds non si sbilancia: «È un periodo particolare per prendere una decisione di qualsiasi natura nel mondo del calcio, con il Mondiale di mezzo. Parlerò con lui, i giocatori e il suo staff: in questo momento siamo tranquilli. Ficcadenti per la panchina? Ho un difetto: non riesco a parlare con nessun altro allenatore fino a quando non decido di mandare via quello che è in carica. Stimo moltissimo Ficcadenti, ma non ho parlato né con lui né con nessun altro allenatore». Il Verona però ha altri due allenatori a libro paga, oltre a Bocchetti: sono Gabriele Cioffi, che ha guadagnato tutti i punti finora raccolti dall’Hellas in classifica, ed Eusebio Di Francesco.
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    Sampdoria e Verona le nuove tappe della colonizzazione Usa

    TORINO – Anche il Verona nel mirino dei fondi di investimento Usa. La notizia era nell’aria da tempo e ieri l’ha diffusa il portale Get Italian Football News (un sito in lingua inglese che si occupa solo di calcio italiano) ha diffuso la notizia secondo cui il PMG Pacific Media Group sarebbe interessato al Verona anche se ancora non è noto se si tratti dell’interessamento per l’intro club o per l’ingresso nell’azionariato. Come, finora, ha già proceduto con latri club in Europa dal Kaiserslautern (ultima acquisizione nel marzo scorso) fino agli inglesi del Barnsley passando da Francia, Belgio, Danimarca e Olanda. Il presidente del Verona, Setti, nei giorni scorsi ha spiegato che la sua valutazione del club è di 150 milioni. Il Verona è solo l’ultimo club che fa gola agli investitori americani dopo che, nei giorni scorsi, è arrivata la conferma dell’interessamento del fondo Cerberus Capital Management, un private equity statunitense, per la Sampdoria.

    LA LISTA Una lista già molto lunga, quella delle proprietà statunitense: dal Milan campione d’Italia alla Roma alla Roma dei Friedkin, dalla Fiorentina di Commisso alla Bologna del canadese (ma con interessi nella Major League) Saputo, fino all’Atalanta che ha ceduto la maggioranza a Stephen Pagliuca. Ma statunitensi sono anche le proprietà del Parma, del Venezia, del Genoa e della Spal in Serie B con il Pisa che è “a maggioranza Usa. Di New York anche i nuovi proprietari del Cesena in Serie C. Poi, cetto, ci sono anche altre nazionalità (dai cinesi dell’Inter agli indonesiani el Como ai francesi del Padova ai “freschi” arabi del Palermo) ma è evidente come la maggioranza della legione straniera dei proprietari sia statunitense. Attratti da ragioni culturali e dalle radici italiane, dal fascino del nostro Paese e dalla sua tradizione calcistica che ancora attrae nonostante la crisi che, ecco il business, fa comprare a prezzi di saldo (drasticamente inferiori a quelli di Inghilterra e Spagna) club ricchi di storia e, si augurano, di potenzialità per la crescita economico-sportiva. Sarebbe curioso se un nuovo rinascimento italiano, quello clacistico, stavolta lo innescassero gli americani (magari di origini italiana) invece che la borghesia dei mille comuni. Non è il caso di fare gli schizzinosi (e i soldi non hanno nazionalità), ma un po’ di tristezza c’è. LEGGI TUTTO

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    Il Verona lascia in hotel le fasce del lutto al braccio per Mascetti: le scuse di Setti

    MILANO – “Non possiamo che chiedere scusa alla famiglia Mascetti, ai tifosi, alla città”. Così ha parlato Maurizio Setti, il presidente del Verona, dopo la gara persa a San Siro contro l’Inter in cui gli scaligeri sono riusciti a indossare solamente nel secondo tempo la fascia di lutto al braccio in ricordo di Emiliano Mascetti, bandiera gialloblù da calciatore e poi direttore sportivo per diverse stagioni (tra cui quella dello storico scudetto) scomparso di recente. “L’utilizzo tardivo del lutto al braccio è una dimenticanza, per la quale non posso, a nome del club, fare altro che chiedere scusa – ha detto il numero uno dell’Hellas -. Abbiamo fatto il massimo per recuperarle nel minor tempo possibile, le avevamo lasciate in hotel e ce ne siamo accorti tardi ma prima dell’inizio della partita non siamo riusciti a consegnare le fasce ai ragazzi. Lo abbiamo fatto nell’intervallo”. Guarda la galleryInter, effetto Juve: anche il Verona ko con Barella e Dzeko LEGGI TUTTO