consigliato per te

  • in

    Bremer: «Orgoglio Toro, Juric il top». Inter, Juve o Premier? «Tutto aperto, vado in Champions»

    TORINO – (e.e.) Tormentone? No. Ma è uomo mercato del Toro, al centro di un triangolo tra granata, Inter, Juve. Parliamo di Bremer, non a caso premiato come il miglior difensore del campionato italiano. In Brasile, lo hanno ospitato nella trasmissione Flow Sport Club, conduttore l’ex Bayern Monaco Ze Roberto. Bremer che ha prolungato col Toro fino al 2024 con la promessa di essere lasciato andare in caso di offerta di 25 milioni, ha un accordo da tempo con l’Inter, ma il club di Cairo vorrebbe ottenere di più e allora prova ad alimentare l’asta: così dentro ci finisce la Juve, che da tempo lo ha messo nella lista dei papabili se Matthijs De Ligt andasse nella Premier.Guarda la galleryBremer e il Toro in Brasile: porta la maglia granata in tv

    SI PARTE Ma riavvolgiamo il nastro. Bremer racconta degli inizi difficili, la famiglia, l’arrivo in Italia sotto la Mole. «Ero giovane e dovevo imparare, ho iniziato con Mazzarri. L’adattamento è stato graduale, anche con la lingua. All’inizio dicevo solo “ciao”. In campo? Ero destro e giocavo a sinistra. Sono rapido e così sono cresciuto con il lavoro. Un crescendo continuo, anche di testa, per non prendere troppi cartellini». Ze Roberto: «Mi parlavano di te come un grande atleta, in particolare Rincon». Bremer: «E Rincon mi aiutava, sempre, lui aveva esperienza, era stato anche alla Juve». E ancora: «Ho passato quattro anni della mia vita a Torino, passeggiando per il centro, stando molto bene. Nel derby contro la Juventus, il club top, da titolare, che emozione. Non mi conoscevano… Il sistema di gioco è sempre stato con tre centrali e due esterni e l’ordine era giocare la palla».

    IL FIUTURO Ze Roberto lo elogia: «Il miglior centrale della Serie A, non solo nelle statistiche. Tutti ne parlano, anche qui in Brasile. Oggi vogliono sapere dove andrà a giocare Bremer». Eccolo, il granata, pronto nella risposta: «Ne sto parlando con il mio agente e al momento non c’è nulla di definito. Stiamo parlando. Non so se rimarrò in Italia o andrò all’estero. L’unica cosa fondamentale è giocare la prossima Champions League e questo è importante per continuare a crescere. Si definirà tutto nei prossimi giorni, nelle prossime settimane». Quattro anni in Italia e quindi italiano? «Mia moglie ha antenati italiani e sarà naturalizzata. Automaticamente anche io dopo gli anni di permanenza». L’Italia o la Seleçao? Chiede Ze Roberto, ricordando che il gruppo verdeoro per il Mondiale è fatto: «Il mio sogno è essere convocato dal Brasile. In Italia ho fatto una carriera solida e qui c’è una possibilità aperta, vediamo». Real e Barcellona club che piacciono anche a Bremer, ovvio. «Thiago Silva un esempio. E un onore è stato essere premiato come il top del campionato italiano». Applaude Izzo e Djidji, «idoli». La partita delle partite? «Torino-Juventus». La conquista fatta e quella da fare? «Il titolo individuale di miglior difensore in A, ora sogno di vincere la coppa del mondo». Il migliore allenatore con cui ha lavorato? «Juric, il croato». L’avversario più forte mai incontrato? «Cristiano Ronaldo». Saudade? «Sì, di Bahia». E un po’ anche di Torino, dai…   LEGGI TUTTO

  • in

    Toro sempre più Maggiore. E poi Praet, Linetty e quel triste finale di Belotti

    TORINO – Eccoci con le ultimissime sul mercato del Toro, dopo l’ufficializzazione di Pellegri. Con Camillo Forte analizziamo nel dettaglio la situazione attuale. Partiamo dagli appuntamenti in corso. «In giornata incontro con lo Spezia per Maggiore. Il Toro ha offerto 6 milioni ed è molto vicino al giocatore che va in scadenza. Si discute anche di Linetty e Demba Seck. Il polacco però vorrebbe tornare alla Samp e qui la situazione è più complessa. Poi il Toro proverà a chiudere per Praet con il Leicester: si prova con un altro prestito e l’obbligo prefissato». Infine, siamo ai saluti con Andrea Belotti: «Sì, sette anni di storia granata, di storia d’amore. I tifosi lo adorano, lo adoravano. Probabilmente poteva comportarsi in modo differente, parlare prima. Lo farà alla scadenza, ora. Ha un’offerta dal Monaco, c’è la Fiorentina, il sogno Milan… Sapeva che se ne sarebbe andato, per rispetto degli appassionati granata poteva dirlo con altre tempistiche». LEGGI TUTTO

  • in

    Per sempre Toro, il grande Leo Junior: “Grazie Tuttosport”

    Una toccata e fuga a Torino, da ospite d’onore al matrimonio alla Gran Madre del figlio di un suo vecchio amico, e l’incontro con gli amici di Tuttosport: sono stati giorni anche torinesi quelli di Leo Junior, indimenticabile asso della nazionale brasiliana, in campo nel 1982 quando poi vincemmo il Mondiale, e meravigliosa icona granata, senza tempo. Pescara, Bologna, Torino, Roma, Lisbona, Rio: il viaggio di Leo, suggellato oggi da un dolce messaggio pubblicato sui social dal campione del Torino: leader di una squadra che aveva chiuso al secondo posto il campionato nel 1985. Gli abbiamo potuto consegnare anche a mano, adesso, il calendario del 2022 che Tuttosport ha creato e dedicato ai suoi lettori di fede granata. E Leo, con la consueta sensibilità e gentilezza, ha inteso “fotografare” il momento per tutti. Ha scritto: “Il mio amico Marco Bonetto mi ha regalato un calendario che il Tuttosport ha fatto per i suoi 60 anni. Un onore far parte della storia della società e perché no del giornale, in mezzo a tanti idoli che fanno parte del Toro! Grazie Marco!”. L’onore è di tutti noi di Tuttosport: grazie a te, grande Leo.  LEGGI TUTTO

  • in

    De Ligt, vita da Premier? No, preferisce l'Italia. Ma la Juve…

    TORINO – Parla bene l’italiano, gira in centro tranquillamente, porta i cani al parco o in collina, si gode la città come i tantissimi studenti che la frequentano. Però è un calciatore, famoso, e veste la maglia della Juventus. Parliamo di Matthijs De Ligt, 22 anni, pilastro della difesa bianconera peraltro orfana quest’anno del capitano Giorgio Chiellini. Il colosso ex Ajax ama Torino e il nostro Paese. A Portofino scappa appena può con AnneKee e gli amici, per non dire delle Langhe o di Venezia. In Premier, a Londra o Manchester, non sarebbe certo lo stesso, ovvio. Ma dipende dall’offerta: la clausola da 120 milioni c’è e il rinnovo ancora no.

    SUL PIATTO Così, il pressing del Chelsea si fa importante: prima con contropartite come Werner e Pulisic, ora si attende il rilancio con contanti e basta. Il club di Agnelli vuole ripartire con De Ligt e lo lascerebbe partire (a malincuore, comunque) solo per un’offerta irrinunciabile. Che si avvicini ai cento milioni. Non dovesse arrivare, si dovrebbe però ridiscutere il contratto con prolungamento, perché la scadenza 2024 è troppo “pericolosa”. Al momento, comunque, con l’entourage rappresentato dall’avvocato brasiliano Rafaela Pimenta non c’è accordo. Si lavora su ambo i fronti, attendendo il rilancio dei Blues, con lo United del suo mentore ten Hag più defilato, al momento. LEGGI TUTTO

  • in

    Mandragora: il Toro non molla

    TORINO – Il Toro continua a insistere per Mandragora. Sono poche, sicuramente ridotte le possibilità per Vagnati di bruciare l’affondo della scorsa settimana della Fiorentina, ma il dt granata non ha ancora perso le speranze e ha riallacciato per l’ennesima volta i contatti con la Juventus, proprietaria del cartellino. I viola hanno già un accordo con i bianconeri sulla base di un’offerta da 10 milioni, Vagnati sta cercando di spuntarla a una cifra leggermente inferiore, contando sul fatto che per ora il centrocampista continua a ritenere il Torino la soluzione ideale, alla corte di Juric e dopo un anno e mezzo di militanza in granata. Presumibilmente in questa settimana dovrebbe definirsi una volta per tutte il giallo, anche perché la Fiorentina non potrà aspettare all’infinito Mandragora. Sono giorni caldi, insomma. Nei piani di Juric, l’ideale sarebbe un centrocampo comporto da Lukic, Ricci, Madragora e Maggiore (trattative con lo Spezia, il giocatore ha già detto sì). LEGGI TUTTO

  • in

    Toro verso il raduno: Sanabria non incedibile, Lukic carisma da capitano

    TORINO – In Turchia e alle Baleari, c’è un Toro che sta ultimando le vacanze tra certezze e inquietudine. In vista del raduno del 4 luglio, c’è chi affina la preparazione per non farsi trovare imballato e chi guarda con nervosismo il telefonino in attesa di una chiamata chiarificatrice. Sanabria per esempio non è incedibile: dipende dalle offerte, soprattutto dal richiamo della Liga dove è già stato protagonista. Il paraguaiano in teoria è il centravanti titolare di Juric, ma, dopo il riscatto di Pellegri, potrebbe arrivare un altro attaccante (Petagna, Dovbyk, Joao Pedro e via discorrendo) e così Sanabria potrebbe partire. Invece, Lukic è il faro del Toro di Juric, destinato anche a indossare la fascia di capitano per personalità e classe. Il serbo, che farà i Mondiali, è cresciuto tanto nell’ultima stagione ed è buono per ogni posizione, tanto che il tecnico croato lo ha schierato pure in difesa. Il Toro riparte da Lukic, questa sì è una certezza.  LEGGI TUTTO

  • in

    Pellegri, voglia di gol Toro. E con Ricci c'è feeling

    TORINO – (e.e.) Pietro Pellegri, 21 anni, e una voglia matta di gol Toro. In vacanza in Grecia con l’amico Samuele Ricci, l’attaccante si ricarica in vista di quella che dovrebbe essere la sua annata di vincita, dopo mille quei fisici. Ivan Juric scommette sulle sue qualità, la società ha l’accordo per l’acquisto con il Monaco (va solo ufficializzato). L’Under 21 ne ha fatto un punto fermo, Roberto Mancini lo osserva anche per la Nazionale maggiore. Pellegri o la va o la spacca. A Mykonos affina l’intesa con Ricci, che potrebbe lanciarlo a rete. Intanto, è tempo di tuffi e spensieratezza. Ma il ritiro granata incombe e Juric vuole gente che corra, da subito. LEGGI TUTTO

  • in

    Luis Henrique, il Toro per cancellare il flop Marsiglia

    Il mare di Joao Pessoa, capitale dello stato del Paraiba (nord-est del Brasile) dove è nato, Luis Henrique non l’ha più trovato. E anche quando ha scelto di trasferirsi a Marsiglia, sulle sponde del Mediteraneo, non ha provato le stesse emozioni. Perchè il mare è uno stato d’animo, e chi vi è nato lo sa. Meglio cambiare completamente paesaggio, quindi. A Torino il trequartista brasiliano troverà un clima diverso ma avrà l’occasione di rilanciarsi dopo due stagioni con più ombre che luci con la maglia dell’Olympique.Guarda la galleryTorino, la probabile formazione: i titolari e le alternative che si aspetta Juric

    L’esperienza a Marsiglia

    Parlare di fallimento, per un giocatore che a dicembre compirà 21 anni, sarebbe ingeneroso, anche se le aspettative sul suo conto erano alte. Destro di piede – spesso impiegato da esterno o trequartista sinistro per la capacità di puntare l’avversario, rientrare e inventare per i compagni – Luis Henrique è cresciuto nel settore giovanile del Botafogo e ha impiegato poco a compiere il salto in prima squadra. L’esordio nella Serie A brasiliana è datato 4 dicembre 2019, quasi diciottenne (li avrebbe compiuti 10 giorni dopo), nella sconfitta in trasferta contro l’Atletico Mineiro. Poco più di mezzora per conquistarsi il posto da titolare e mantenerlo fino all’estate successiva, quando ha lasciato il suo Paese per trasferirsi in Francia. Al Marsiglia la concorrenza sulla trequarti è stata a tratti feroce: Payet e Thauvin erano considerati titolari inamovibili, con i giovani Radonjic e Aké (adesso alla Juventus) prime riserve. Luis Henrique ha aspettato il momento giusto, sfruttando le sue qualità – la corsa e la facilità nel saltare l’uomo – per prendersi il suo spazio. Da febbraio a maggio 2021 ha inciso con 5 assist, chiudendo il campionato in crescendo. All’inizio della passata stagione ha proseguito sulla stessa linea, salvo poi perdersi nella seconda metà e uscire dai radar del tecnico Jorge Sampaoli, che lo ha spesso relegato in panchina.

    Sullo stesso argomentoTorino, Gabriel in stand-by: per la porta spunta DragowskiCalciomercato Torino

    Gol e prospettive

    In 49 partite con il Marsiglia ha segnato una volta sola, a dicembre 2021 in Coppa di Francia, sfruttando l’assist di Guendouzi per battere con il piatto destro il portiere del Cannet, club di quinta serie. Non certo la specialità della casa, il gol, anche se in carriera ha dimostrato di avere ampi margini di miglioramento nella finalizzazione. Con la maglia del Torino addosso, Luis Henrique sogna di tornare a brillare come ai tempi del Botafogo. Per farlo si affiderà a Juric, che con lui dovrà lavorare anche sull’aspetto mentale oltre che su quello tattico. Dal mercato in entrata a quello in uscita, ieri la società granata ha perfezionato la cessione di Nicola Rauti alla Spal: l’attaccante classe 2000 si trasferirà in Emilia in prestito con diritto di riscatto e controriscatto a favore del Toro. LEGGI TUTTO