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    Il Sarriball manda la Juve nell'angolo. E se il bomber è Rabiot…

    La sfida fra seconde – sul campo e in classifica – va alla Lazio che stende 2-1 la Juve all’Olimpico di Roma al termine di un match a tutta velocità, pieno di gioco e di botte. Vince la squadra di Sarri che davanti sa finalizzare meglio e di più, che ha classe in mezzo e senso del gol innato in molti interpreti, da Milinkovic Savic a Zaccagni. La squadra bianconera, invece, paga la fase difensiva non particolarmente brillante (soprattutto dalla parte di Alex Sandro) e la mancanza di bomber famelici, non a caso in doppia cifra ci arriva Rabiot il tuttocampista. Né Vlahovic né Milik trovano la via della gloria, anzi. E l’innesto di Chiesa, nella ripresa, regala più imprevedibilità, ma non gonfia la rete. La squadra, tra mille tempeste, comunque ci prova sempre, segno di carattere. Le pecche, però, ci sono.

    Juve, da Sarri allo Sporting

    Bella rivincita per Sarri, mentre Allegri da casa avrà… urlato, spegnendo prima della fine la televisione. Ora i bianconeri dovranno resettare e pensare all’Europa League, giovedì contro lo Sporting che merita grande rispetto. Poi l’udienza che potrebbe ridare i 15 punti in classifica, che al momento sono una bella zavorra nella corsa Champions, comunque la si guardi.

    Juve con Vlahovic-Di Maria per sfondare

    Allegri, rimasto a Torino per l’influenza, lascia il comando al fido Landucci. Davanti, la coppia Vlahovic Di Maria con la speranza che l’argentino accenda il serbo. E mister “giocosempreio” Danilo per una volta parte dalla panchina. Sarri confida nella resurrezione di Immobile – cresciuto nel vivaio della Juve – schierato nel tridente con Felipe Anderson e Zaccagni.

    La partita dell’Olimpico è ping pong

    “Uniti dagli stessi colori” è l’iniziativa contro il razzismo. Lazio e Juve devono dare il buon esempio, in campo. E’ anche la sfida delle difese, granitiche. Il primo guizzo della Juve arriva con Cuadrado, Rabiot, Vlahovic: colpo di testa aRisultato? Vlahopvito, però. Serve pazienza in questa partita, lo si capisce da subito. L’incursione di Milinkovic fa paura ai bianconeri, che si salvano. La Lazio spinge forte sull’acceleratore, i bianconeri si fanno schiacciare dietro e partono in contropiede. Risultato? Vlahovic si fa male alla caviglia con pestone di Cataldi. Ma il match si accende, da tutti i punti di vista. Immobile tenta la stoccata, Szczesny respinge da par suo: i due, poi, scherzano e sorridono. Juve, comunque, in grande difficoltà: patisce il Sarriball. Ancora Ciro, ma la mira è sbagliata. Poi Fagioli è super in recupero. Al 38′ palla in area per Milinkovic Savic che segna dopo un contrasto con Alex Sandro (la spinta c’è, ma il difensore verdeoro si lascia andare platealmente): 1-0 Lazio. Sale il nervosismo, arriva un rosso alla panchina bianconera. Ha dell’incredibile, comunque, la “mossa” del difensore brasiliano. Il pari, però, è immediato, con Rabiot al 43′ dopo carambola multipla: il francese arriva in doppia cifra, una stagione super. Bolgia Olimpico ed emozioni a mille. Alex Sandro prende il giallo, in evidente crisi. E finisce così il primo tempo, con un pari accesissimo.

    La Juve soffre Zaccagni

    Si ricomincia con gli stessi uomini e con la Juve che attacca ma senza trovare lo sgurz, là davanti. Intanto, si scalda Chiesa e anche il pubblico di Fede (bianconera). Gioco sempre duro, anche Cuadrado è ammonito dopo Alex Sandro e Locatelli. In agguato, c’è la zampata di Zaccagni dopo bella azione corale (grande anche Felipe Anderson): 2-1 Lazio e per la Juve di nuovo tutto da rifare. L’Olimpico esalta il bomber che Mancini tiene lontano dalla Nazionale. Farebbe anche doppietta, ma in fuorigioco. Reazione furiosa di Rabiot e compagni, che non ci stanno. Vlahovic di testa non trova il bersaglio: il serbo continua a vivere sull’altalena umorale.

    Landucci punta su Chiesa e Milik per l’assalto Juve

    Dentro Chiesa, Paredes e Milik al 63′: serve una scossa, altrimenti… Il problema è che Di Maria, ad esempio, manca sempre nell’ultimo appoggio. E Chiesa sgasa, però non finalizza. La buona volontà, comunque, c’è. Altro contatto in area con Sergej, ma niente intervento del Var. Ennesima sgasata di Chiesa per Fagioli che non prende la porta: era una bella occasione, non sfruttata. Di Maria e Paredes, campioni del mondo a fasi alterne, danno la spinta, ma non i gol sperati. E alla fine la delusione è cocente. LEGGI TUTTO

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    Juve-Inter, rabbia di Di Maria e Vlahovic per la sostituzione

    Partita bloccata quella tra Juventus e Inter prima del guizzo di Cuadrado. Max Allegri ha puntato sulla coppia d’attacco composta da Vlahovic e Di Maria per arginare la difesa di Simone Inzaghi, ma per gran parte del match la situazione è rimasta bloccata prima del gol di Cuadrado all’83’. Il Fideo, dopo aver iniziato il match con una grandissima giocata con tunnel su Bastoni, ha faticato a trovare spazi importanti mentre il centravanti serbo non è riuscito ad incidere in area di rigore. Di Maria è stato sostituito al 65′ per fare spazio a Chiesa, mentre il posto di Vlahovic al 74′ è stato preso da Milik. Entrambi sono usciti in maniera vistosamente nervosa dal campo, abbracciando Allegri e sfogando la loro frustrazione per non essere riusciti ad incidere in questo match di Coppa Italia contro i rivali. LEGGI TUTTO

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    Juventus, il rebus di Allegri e l'Inter da stanare. Chi con Vlahovic?

    TORINO – Data per scontata la presenza di Vlahovic al centro del reparto offensivo, Allegri parla prima dell’ultimo allenamento e apre al grande dubbio tra Di Maria e Chiesa. Esclude l’ipotesi tridente visto che non avrebbe cambi con Kean squalificato e Milik ancora indisponibile è così resta aperto il ballottaggio con l’incognita della condizione fisica dei due fantasisti. Come del resto Miretti che oggi sarà valutato dopo l’allenamento destinato a chiarire le idee dello stesso Allegri. LEGGI TUTTO

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    Carolina Stramare tifa per Vlahovic: “Vai Dusan! È super, tiene molto alla Juve”

    MILANO – Il suo cuore batte per la Juventus, merito della sua famiglia. «Nonno e papà sono grandi tifosi e io non potevo far altro che seguire quest’amore». Seguirli allo stadio da sempre. E allo stadio Carolina Stramare ci è andata da tifosa, da conduttrice e volto della Serie B. Ma anche da Miss Italia 2019: «Fare il giro dell’Allianz Stadium con la corona da Miss Italia in testa, la fascia e indosso la maglia bianconera numero 3 (il numero con cui ho partecipato al concorso, ndr) è un’emozione che non dimenticherò mai». Oggi ci torna da concorrente di Pechino Express, in onda su Sky Original da giovedì 9 marzo. Un’avventura tra India, Borneo Malese e Cambogia che affronterà al fianco di Barbara Prezia con l’obiettivo di vincere. «Chi tifa Juve è abituato a vincere e io cercherò di fare lo stesso». Ma quest’anno vincere, almeno in campionato, non sarà possibile. «Non stiamo andando benissimo. Non solo per colpa nostra. A casa mia non sono molto contenti di quello che sta succedendo, anche in campo». Una Juve che non lotta per lo scudetto sorprende anche Carolina. «Sono cresciuta con una Juve vincente, sempre tra le prime, sempre sul podio». E non esserci le dà un po’ fastidio. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic patrimonio da salvare: il piano per riavere il miglior Dusan

    TORINO – Il giorno dopo fa ancora più male, per chi vive per il gol e di gol si nutre: l’astinenza di Dusan Vlahovic continua. Solo l’Europa League l’ha interrotta e all’Europa League si torna, perché giovedì arriva il Friburgo e servirà il Dusan scintillante che in stagione si è visto di rado, solo a fiammate. All’Olimpico è stato il meno brillante dei bianconeri e se consideriamo il campionato non segna da un mese. Ma la crisi non passa solo dalla mancanza di reti: il vagare di Vlahovic alla ricerca della posizione o del movimento giusti per colpire è la cartolina Juve che arriva da Roma e indica come in attacco sia necessaria una svolta. Se non si accende Angel Di Maria e finché Federico Chiesa sarà da gestire, la squadra di Allegri davanti è in qualche modo DV9 dipendente: perché Arek Milik, l’attaccante che più e meglio lavora per i compagni, rientrerà dopo la sosta, e Moise Kean ha mostrato tutti suoi limiti domenica sera, meritandosi un cartellino rosso a tempo di record, dopo 39 secondi. LEGGI TUTTO

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    Juve, non reagisce solo Kean. Anche Allegri in conferenza ha… dato i numeri

    A volte sono i dettagli a fare la differenza. Anche le dichiarazioni. I modi. I toni. La forma che diventa sostanza. E così pure una (non) risposta in conferenza stampa, nel dopo Roma-Juventus, può diventare emblematica e indicativa di un momento. Tanto più se giunge a seguito di altre (non) risposte a tono, nonché a distanza di pochi minuti dall’espulsione lampo subita da Moise Kean, cacciato per fallo di reazione dopo appena 39 secondi dal suo ingresso in campo all’Olimpico. LEGGI TUTTO

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    Juventus, stagione frustrante e maledetta. Ma Vlahovic?

    Se ci si mette pure la sfortuna, la Juventus può solo arrendersi. In una stagione in cui la squadra di Allegri ha sofferto infortuni pesantissimi, un tornado giudiziario, quindici punti di penalizzazione e ha accumulato sconfitte ampiamente meritate, all’Olimpico scopre la dolorosa sensazione di sbattere tre volte contro il palo e di perdere una partita che aveva fatto più della Roma. Il che – intendiamoci! – non significa aver attaccato per novanta minuti, ma aver comunque costruito qualche azione in più, aver mostrato un briciolo di qualità in più e aver dato l’idea di avere più giocatori in grado di sbloccarla. Perché, diciamolo, per quasi tutto il primo tempo e buona parte del secondo non sembrano neppure scacchi, ma proprio dama. Squadre bloccate, sempre tre o quattro uomini di scorta nella propria metà campo e l’iniziativa lasciata al colpo di genio, la giocata del fuoriclasse, la botta di fortuna. LEGGI TUTTO