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    Diretta Torino-Frosinone ore 15: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Torino-Frosinone: quote e consigli sulle puntate
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    Dove vedere Torino-Frosinone streaming e diretta tv
    Torino-Frosinone, gara valida per la 33ª giornata di campionato e in programma alle ore 15 allo stadio Olimpico di Torino sarà visibile in diretta in streaming su Dazn. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito
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    Le probabili formazioni di Torino-Frosinone
    TORINO (3-4-2-1): Scuffet; Milinkovic-Savic; Tameze, Buongiorno, Rodriguez; Bellanova, Linetty, Ilic, Vojvoda; Vlasic, Okereke; Zapata. Allenatore: Paro.A disposizione: Gemello, Popa, Lovato, Masina, Lazaro, Ciammaglichella, Kabic, Sanabria, Pellegri. Indisponibili: Djidji, Gineitis, Savva, Sazonov, Schuurs. Squalificati: Ricci. Diffidati: Linetty, Lovato.
    FROSINONE (3-4-2-1): Turati; Lirola, Okoli, Romagnoli; Valeri, Barrenechea, Mazzitelli, Zortea; Soulé, Reiner; Cheddira. Allenatore: Di Francesco.A disposizione: Cerofolini, Frattali, Monterisi, Lusuardi, Brescianini, Seck, Gelli, Ibrahimovic, Garritano, Kvernadze, Baez, Cuni, Kaio Jorge, Ghedjemis. Indisponibili: Bonifazi, Casom Harroui, Kalaj, Marchizza, Oyono. Squalificati: nessuno. Diffidati: Barrenechea, Oyono, Soulè.
    Arbitro: Rapuano (Rimini).Assistenti: M.Rossi e Mastrodonato.IV uomo: Camplone.Var: Valeri.Avar: Marini.
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    Marelli: “Mina pericoloso, è rigore per la Juve. Bremer? Era di spalle”

    Rigori, polemiche e tantissimi dubbi: come sempre il Var non ha chiarito al meglio le varie situazioni successe all’interno di Cagliari-Juventus, soprattutto ha fatto discutere su alcune decisioni o non decisioni, come la gomitata rifilata da Mina ad Alcaraz. L’episodio è successo al sesto minuto della gara con il punteggio ancora inchiodato sullo 0 a 0, ma né arbitro né da Lissone sono intervenuti per rivedere l’azione e valutarne le possibili sanzioni tra rigore e cartellino per il colombiano. Su questa circostanza ha detto la sua a Dazn l’ex arbitro Luca Marelli che ha analizzato anche gli altri penalty concessi al Cagliari. 
    Marelli, Mina-Alcaraz e i rigori del Cagliari
    Luca Marelli ha parlato così dei due rigori fischiati dall’arbitro Piccinini: “Il secondo rigore (quello di Szczesny su Luvumbo n.d.r.) è abbastanza evidente. Mentre sul primo c’è qualcosa da dire. Bremer si sbilancia scontrandosi con Gatti e, girato di schiena, colpisce il pallone con il braccio largo. Possiamo analizzare l’episodio con dei pro e dei contro. Nel primo caso c’è aumento del volume corporeo e il tocco è causato dallo scontro di due giocatori della Juve. Sui contro, invece, c’è il fatto che il difensore brasiliano è di spalle rispetto al colpo di testa e questa situazione non sarebbe punibile, ma con il braccio sopra l’altezza della spalla è quasi sempre rigore automatico”.

    Per quanto riguarda lo scontro Mina-Alcaraz: “In campo in pochissimi se ne sono accorti, infatti anche la Juve non si è lamentata. Ma effettivamente il gomito destro di Mina si allarga con molta pericolosità sulla testa di Alcaraz provocandogli una ferita. In questo caso si dovrebbe considerare la punibilità del gesto. A mio parere, in questa circostanza, c’è imprudenza da parte del difensore del Cagliari. E’ vero che sta saltando verso il pallone, ma quel braccio si allarga troppo verso la testa del giocatore della Juventus e pertanto ci stava il calcio di rigore, con ammonizione”. LEGGI TUTTO

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    Diretta Empoli-Napoli ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

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    Dove vedere Empoli-Napoli: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Nicola e Calzona è in programma sabato 20 aprile alle ore 18 allo stadio Castellani. L’incontro sarà trasmesso in streaming su DAZN e in diretta tv sui canali Sky Zona Dazn (canale 214).
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    Empoli-Napoli, le probabili formazioni
    EMPOLI (3-4-2-1): Caprile; Bereszynski, Walukiewicz, Luperto; Gyasi, Marin, Maleh, Pezzella; Zurkowski, Cambiaghi; Niang. Allenatore: Nicola. A disposizione: Perisan, Seghetti, Goglichidze, Grassi, Shpendi, Kovalenko, Caputo, Cacace, Cerri, Cancellieri, Fazzini, Destro, Bastoni. Indisponibili: Ebuehi, Ismajli, Berisha. Squalificati: /.
    NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Ostigard, Juan Jesus, Mazzocchi; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. Allenatore: Calzona. A disposizione: Gollini, Contini, Natan, Dendoncker, Traorè, Cajuste, Ngonge, Simeone, Lindstrom, Raspadori. Indisponibili: Olivera. Squalificati: Rrahmani, Mario Rui.
    ARBITRO: Manganiello della sezione di Pinerolo. ASSISTENTI: Del Giovane-Liberti. QUARTO UFFICIALE: Baroni. VAR: Di Paolo. ASS. VAR: Abisso.
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    Il Toro di Juric e quei 3 errori da non ripetere

    Ciò che più spaventa il tifoso del Toro, pensando alla partita di domani, è che ancora una volta possano ripetersi gli stessi errori, visti e rivisti, quindi triti e ritriti, ingurgitati a piene mani in specie nelle ultime due stagioni, mai digeriti, fonte di rimpianti inenarrabili. Errori innanzi tutto strategici, di gestione della partita, a monte dei possibili sbagli individuali (i cosiddetti episodi: un assist decisivo sbagliato incredibilmente, un’occasione da gol sprecata per imprecisione nella mira o per limiti tecnici ricorrenti).
    Il pari a Salerno
    Per dire: 4 febbraio, il Torino contro la Salernitana, risultato finale 0 a 0. All’epoca i campani speravano ancora di invertire la rotta e di continuare a lottare per la salvezza. C’era ancora Pippo Inzaghi in panchina (sarebbe stato esonerato 7 giorni dopo: Liverani al suo posto, che peraltro sarebbe poi durato a Salerno soltanto per un mese abbondante, sino al 19 marzo). Un caso emblematico, quel pareggio senza gol, capace di riassumere concettualmente diversi altri insuccessi precedenti. E domani al cospetto dei granata si presenterà il Frosinone, terz’ultimo in classifica. Un’altra squadra con l’acqua alla gola, seppur non come poteva avere la Salernitana quando si presentò, vicina alla disperazione, di fronte ai giocatori di Juric per il calcio d’inizio. Inzaghi voleva a tutti i costi muovere la classifica: e ci riuscì, innanzi tutto studiando alla perfezione le caratteristiche generali del Toro, le attitudini, le abitudini, il tipo di gioco di Juric. Dalla sua, pure la possibilità di replicare altre partitacce del Torino potenzialmente assimilabili: compreso il match di andata a Frosinone, un altro 0 a 0. Oppure quel Torino-Verona del 2 ottobre, sempre e soltanto 0 a 0, anche in quel caso contro una squadra che era nei fondali della classifica. Per non parlare di Torino-Cagliari di inizio stagione, 21 agosto: 0 a 0 pure quella volta. E non solo perché Cairo non aveva ancora comprato un centravanti (sarebbe arrivato a fine mese: Zapata).
    Primi tempi sterili
    Evitiamo di elencare i flop della stagione precedente, tanto saremmo soltanto ripetitivi. Dove vogliamo arrivare? A questa considerazione: nelle partite fin qui rievocate, tre fili rossi si possono sostanzialmente distinguere. In sintesi, analizziamo dunque il caso di scuola contro la Salernitana. Punto primo: il Torino gettò sostanzialmente alle ortiche il primo tempo, badando in primo luogo a gestire la manovra offensiva senza scoprirsi, senza sbilanciamenti tattici. Lunghe geometrie avvolgenti per cercare di aprire varchi sulle fasce o sulla trequarti, ma a ritmi globalmente troppo bassi. Tanto fumo e poco arrosto? Esatto. Un tempo abbastanza buttato, insomma. A tutto vantaggio degli avversari, ovviamente. Una strategia ad alto coefficiente di autolesionismo, strada facendo. Con inevitabile fermento sugli spalti: scontentezza, noia, voglia decrescente di tifare. Ed era evitabile. Come? Maggior velocità nella circolazione della palla, negli interscambi, nelle corse, negli inserimenti. Maggior forcing nella doppia fase: pressing e baricentro alto, aggressione a forte intensità con o senza palla, partecipazione più compatta di quasi tutti i giocatori agli assalti.
    La trappola dell’imbuto tattico
    Punto secondo: la trappola dell’imbuto tattico. Nel secondo tempo, con l’ansia di prestazione e la stanchezza crescenti, e su tutto il peso del conto alla rovescia rispetto al fischio finale, la situazione fu destinata solo a peggiorare, per il Torino. Anche perché la squadra di Juric si infilò sempre più, mani e piedi, nell’imbuto disegnato dalla tattica difensivista degli avversari. Per il Toro un solo tiro in porta in 90 minuti, senza significativi cambi di ritmo e intensità nell’aggressività: basta ricordare questo dato, pescando nelle statistiche ufficiali di quella partita di inizio febbraio. Quasi il 70% di possesso palla: un primato inutile, senza fantasia, senza sbocchi. Marcature ferree, spazi bloccati. E sterilità offensiva cronica, per il Torino di Juric: soprattutto quando gioca al rallentatore. La solita solfa? Se Bellanova a destra o qualcuno sulla fascia sinistra non vanno via in velocità in dribbling, se sulla trequarti non si accendono Vlasic o i trequartisti, le principali geometrie offensive del Torino tendono a diventare asfittiche. Solitamente, la squadra di Juric gioca meglio quando si trova di fronte formazioni di simile livello o anche più forti, ma che lasciano di più giocare proprio perché cercano loro per prime, di giocare. Contro le piccole che si chiudono a riccio, invece, i granata tendono più che altro ad andare a sbatterci contro palla al piede. O a girare in tondo, perdendo tempo.
    La prevedibilità delle sostituzioni
    Punto terzo, l’ultimo da evidenziare: la prevedibilità delle sostituzioni, e talora anche la tempistica ritardata. Un altro aspetto comune, ripetitivo, nel Toro di Juric. Esce un esterno, entra un esterno. Esce un centrocampista o un attaccante, entra un centrocampista o un attaccante. Molto raramente Juric cambia modulo a gara in corso. E se lo fa, accade non prima del 70’. La prevedibilità si somma così ad altra prevedibilità. E poi finisce 0 a 0, tra i fischi di tifosi che erano entrati allo stadio convinti di vedere un Toro spumeggiante, garibaldino, ripetutamente teso al forcing offensivo. Non per forza vittorioso, ma almeno capace di dare tutto e di fare di tutto, per puntare ai 3 punti. Ci stiamo sbagliando, forse? LEGGI TUTTO

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    Uefa Youth League, il Milan batte il Porto e vola in finale

    Il Milan batte il Porto ai calci di rigore e approda alla finale di Youth League per la prima volta nella storia. Decisivo il penalty di Zeroli, proprio come era successo agli ottavi e ai quarti rispettivamente contro Braga e Real Madrid. I rossoneri vanno avanti dopo 11′ con la rete di Scotti, ma poi vengono rimontati dal calcio di rigore di Meireles e da Bras. Al 94esimo Simmelhack ha riacciuffato la gara portandola ai rigori. Decisivi gli errori proprio di Meireles e Martis. Di Zeroli il rigore della vittoria. I rossoneri sfideranno l’Olympiacos (che ha battuto il Nantes, sempre ai rigori) lunedì 22 aprile alle ore 18 (diretta Sky Sport). LEGGI TUTTO

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    Che cosa insegnano il boom della Serie A in Europa e il flop della Premier

    La coincidenza è particolarmente significativa: mentre il calcio italiano, per la prima volta presenterà cinque squadre nella prossima Super Champions League (e potrebbero essere sei, qualora Atalanta o Roma vincessero l’Europa League, piazzandosi in campionato dopo il quinto posto), per la prima volta dopo nove anni nessuna squadra della ricchissima Premier inglese ha piazzato un suo club nelle semifinali di Champions ed Europa League. L’onore del Leone, simbolo del massimo torneo Uk, è rimasto nelle mani del solo Aston Villa in Conference League. Tutte fuori le altre sette formazioni britanniche in lizza nelle tre competizioni Uefa: gli ultimi a uscire, nell’arco di una settimana, sono stati Arsenal e City in Champions, della quale i Citizens sono i detentori; Liverpool in Europa League, per la cui vittoria finale era stato pronosticato come grande favorita. Soltanto un anno fa, il City vinceva la Champions, il West Ham la Conference.
    Premier e Saudi League
    E pensare che secondo la Football Money League 2024, il prezioso rapporto stilato dalla società di consulenza Deloitte giunto all’edizione N.27, sono quattordici le società inglesi piazzatesi fra le prime trenta europee sulla base degli introiti relativi alla stagione 2022-2023. Nell’annata precedente, erano addirittura sedici. I diritti tv hanno garantito al City 200 milioni di euro; al Bournemouth, ultimo nella graduatoria Deloitte, 160 milioni di euro, poco meno del doppio incassato dall’Inter (87 milioni). Eppure, nel 2023 la Serie A aveva portato tre squadre nelle finali dei tre tornei spesso: oggi è in testa al ranking Uefa e avrà sicuramente una finalista in Europa League, sperando possano essere addirittura due: mai dire mai. Dove si dimostra come non sia vero che, chi più spende, più vince. A proposito, analizzando l’andamento della Saudi League, l’autorevole L’Equipe ha scritto: ““Venerdì 1° marzo, ore 18, match clou della 22esima giornata della Saudi Pro League, Al Hilal-Al Ittihad (3-1) ha fatto registrare, secondo le nostre informazioni, appena cinquemila spettatori su Canal+ Foot. Cioè, uno share talmente basso da  essere fuori mercato (non è conteggiato da Médiamétrie) tra il pubblico in generale e da raggiungere lo 0,2% tra gli uomini di età compresa tra 25-49… In termini di numero di spettatori, sei volte inferiore a Rouen-Sochaux (1-0) trasmessa il 4 marzo sullo stesso canale e alla stessa ora.
    Dall’inizio della stagione, su quaranta partite trasmesse della Pro League saudita, Canal+ ha raggiunto una media di 15.000 spettatori per un campionato in cui giocano Cristiano Ronaldo, Sadio Mané, Riyad Mahrez e Neymar (attualmente infortunato). Nessuna altra emittente televisiva in più di 130 territori nel mondo comunica i loro ascolti. E nessuno è felice, in questo momento ,della trasmissione di questo campionato. Dietro le quinte, si vocifera che non susciti alcun interesse per il pubblico“. Il Napolista ha annotato: “Nel frattempo, nonostante l’arrivo massiccio di stelle grazie a investimenti faraonici nell’ultima finestra di mercato estiva (957 milioni di dollari, ovvero poco più di 873 milioni di euro, secondo la Deloitte), gli stadi sauditi sono lungi dall’essere pieni. Quello del campione in carica Al-Ittihad è vuoto per due terzi, come molti altri stati”.
    Le città con 20 mila abitanti
    Paolo Ziliani, sul Fatto Quotidiano, ha osservato: “Per quanto incredibile possa sembrare, la media-spettatori del campionato saudita è scesa dalle 10.197 presenze della stagione scorsa alle 8.400 di quella in corso, la stagione del (mancato) boom.  […] Anche i club “governativi” che vanno per la maggiore e hanno stadi da 50-60 mila posti come l’Al-Ittihad, l’Al-Hilal e l’Al-Nassr, giocano regolarmente in impianti semi-deserti: per la frustrazione di tutti, a cominciare da Ronaldo che passa ormai da una crisi di nervi all’altra… La verità è che possono anche darti 200 milioni all’anno – l’ingaggio che l’Al-Nassr riconosce a Ronaldo – Ma se ti ritrovi a giocare in un baraccone insulso e sgangherato, far finta di niente non è facile”. I problemi che assillano la Serie A sono molti, variegati e nessuno li sottace: dai bilanci in rosso di troppe società alla questione stadi alle cervellotiche esportazioni della Supercoppa in gennaio e proprio in Arabia (ricordate i 9.762 spettatori per la semifinale Napoli-Fiorentina? Dato Eurosport), scombussolando i calendari,  su su sino a quelli secondo i quali “squadre in rappresentanza di città con 20 mila abitanti falsano il campionato” e pazienza se in Serie A non ce ne sia una. E magari ricevono sonore lezioni di calcio da squadre che rappresentano 43 mila 454 abitanti, secondo l’ultimo censimento. LEGGI TUTTO

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    Allegri ritrova Milik per Cagliari ma ne perde due. Convocato Szczesny

    Sono 23 i convocati di Massimiliano Allegri per la gara di domani contro il Cagliari. Due le assenze tra le fila dei bianconeri: non ci saranno Moise Kean, reduce dal fastidio al ginocchio sinistro, e Fabio Miretti, quest’ultimo ancora alle prese col problema all’alluce. Il tecnico bianconero potrà invece contare sia su Wojciech Szczesny, dopo il duro colpo subito nel derby, che sul rientrante Arkadiusz Milik: l’ultima apparizione dell’attaccante polacco risale al 10 marzo, nel 2-2 contro l’Atalanta in cui segnò anche un gol, prima del problema muscolare alla coscia sinistra.
    Cagliari-Juve, i convocati di Allegri
    Nessun calcolo in vista della Coppa Italia, la gara più importante è quella di domani: questo il messaggio trasmesso da Allegri nella conferenza stampa della vigilia, con l’allenatore toscano che dunque rimarca l’importanza della sfida  contro i rossoblù di Claudio Ranieri, reduci dal prestigioso 2-2 contro l’Inter a San Siro.
    Questa la lista completa dei convocati della Juventus: 1 Szczesny, 2 De Sciglio, 3 Bremer, 4 Gatti, 5 Locatelli, 6 Danilo, 7 Chiesa, 9 Vlahovic, 11 Kostic, 12 Alex Sandro, 14 Milik, 15 Yildiz, 16 McKennie, 17 Iling-Junior, 22 Weah, 23 Pinsoglio, 24 Rugani, 25 Rabiot, 26 Alcaraz, 27 Cambiaso, 33 Djalo, 36 Perin, 41 Nicolussi Caviglia. LEGGI TUTTO